CON IL "PASSAGGIO DELLE CONSEGNE" AL VIA L'ESPERIENZA DA CAMPO NELL'OSPEDALE SAN GIOVANNI DI DIO;
Gino Strada

GINO STRADA: PARTE IL MODELLO CROTONE
EMERGENCY IN CALABRIA CONTRO IL COVID

Con il “passaggio delle consegne“, è iniziata la «responsabilità» degli operatori sanitari di Emergency di prendersi cura dei pazienti del reparto covid 2 allestito all’interno dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. Qui sono stati realizzati 23 posti letto e, in caso di necessità, sono disponibili altri 8 posti letto nel reparto tendato, allestito nel piazzale antistante il vecchio pronto soccorso e messo a disposizione dall’Esercito e dalla Protezione Civile che sarà utilizzata solo in caso di necessità.

L’organizzazione di Gino Strada è scesa in campo nella città pitagorica per gestire, in stretta collaborazione con l’Asp di Crotone, il reparto covid 2 dell’Ospedale di Crotone. Emergency ha «messo a disposizione delle autorità sanitarie le competenze di gestione dei malati in caso di epidemie, maturate in Sierra Leone nel 2014 e 2015 durante l’epidemia di Ebola», con una squadra composta da sette medici, cinque infermieri e tre addetti alla logistica – mentre altri medici e infermieri lavoreranno sul territorio – guidata dal dott. Paolo Grosso, direttore fino a giugno del Dipartimento di Emergenze e Urgenza dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Monza. «È primo intervento – ha detto Strada –, ma ce ne sono tanti di possibili per rimettere in piedi la sanità in Calabria, ma il primo credo sia che quello di ricominciare a coltivare la sanità pubblica e non quella privata».

«All’Ospedale San Giovanni di Dio abbiamo trovato personale medico e infermieristico accogliente e competente, che fin dal primo minuto non si è risparmiato per arginare l’emergenza, – ha dichiarato il dottor Grosso – Stiamo lavorando fianco a fianco con loro, mettendo a disposizione l’esperienza che abbiamo maturato durante la prima ondata in Lombardia».

«Con l’ingresso del nostro personale sanitario in reparto – ha dichiarato Rossella Miccio, presidente di Emergency – abbiamo iniziato a lavorare a Crotone con lo stesso spirito di scambio e cooperazione che da anni ci porta a collaborare con la sanità pubblica in otto regioni italiane con i nostri ambulatori fissi e mobili.  Rimarremo in Calabria fino a quando ci sarà bisogno di noi e siamo pronti a dare supporto ulteriore qualora le autorità locali lo ritenessero necessario».

«L’avvio delle attività di Emergency nel reparto ospedaliero Covid 2 dell’Ospedale S. Giovanni di Dio di Crotone – ha dichiarato  Francesco Masciari, direttore dell’ Azienda sanitaria provinciale di Crotone – è motivo di profonda soddisfazione per la nostra Asp. L’implementazione di un modello di proficua integrazione tra il nostro personale sanitario ed il personale sanitario di Emergency consentirà il potenziamento della nostra offerta di salute, a vantaggio dei cittadini della provincia crotonese».

«Un caloroso ringraziamento va, pertanto – ha concluso – a tutti i nostri operatori sanitari e allo staff di Emergency per aver reso possibile, nei fatti, la realizzazione di questa innovativa progettualità».

«Emergency è arrivata nel momento opportuno – ha dichiarato Lucio Cosentino, direttore Sanitario del nosocomio crotonese –  dandoci un valido contributo per affrontare il corposo arrivo di pazienti da ricoverare all’interno del nostro Pronto Soccorso, soprattutto considerando che in questi giorni non è facile reperire personale medico in tempi rapidi. La collaborazione è stretta, costante e quotidiana, senza alcuna difficoltà a operare insieme».

L’arrivo e il supporto di Emergency è stato, infatti, tempestivo per dare una mano alla Calabria e alla sua sanità che si trova in ginocchio, ed è stato possibile grazie a Gino Strada che, d’accordo con la Protezione Civile, ha iniziato a lavorare a un progetto che è partito in tempi rapidi, e che è iniziato proprio da Crotone, su richiesta del responsabile della Protezione Civile Angelo Borrelli.

«È il primo tassello del nostro contributo: lavoreremo anche ad altri progetti per la gestione dei pazienti positivi al Covid-19, sempre in collaborazione con la Protezione Civile e le autorità sanitarie locali, con cui stiamo lavorando per definire le modalità per rendere il più efficace il nostro intervento» ha scritto su Facebook Emergency, ricordando che l’organizzazione è attiva anche a Polistena con le attività ambulatoriali «dove dal 2013 ci occupiamo delle fasce più fragili della popolazione» e che dal 27 novembre, in un presidio drive-in, in collaborazione con il Comune, è attivo con un servizio di tamponi antigenici rapidi e gratuiti per la popolazione più vulnerabile del territorio.

A Che tempo che fa, intervistato da Fabio Fazio, Strada ha ribadito che «il nostro ruolo non è quello di cambiare la sanità in Calabria; il nostro ruolo adesso è di dare un aiuto nell’emergenza. Per cambiare la sanità in Calabria, credo che ci vogliano ben altri strumenti».

Per Strada, infatti, «per la sanità calabrese servirebbe una rivoluzione, più che una ristrutturazione, che non coinvolge solo medici o infermieri ma tutta la politica che ha responsabilità decennali» e che «è umiliante, un insulto alla popolazione che si chiudano degli ospedali in Calabria».

«La decisione di riaprire gli ospedali chiusi spetta i politici, mi auguro che avvenga. Da parte di Emergency c’è la disponibilità a interessarsi di questa vicenda e a dare una mano» ha detto il fondatore di Emergency in una conferenza stampa, e che ha trovato d’accordo il segretario generale della Uil CalabriaSanto Biondo, che ha evidenziato come «le dichiarazioni di Gino Strada sull’opportunità riaprire alcuni degli ospedali calabresi, che con la riforma avviata nel 2008 sono stati chiusi e non riconvertiti in Case della salute, rappresenta una denuncia allo spreco di risorse publiche perpetrata in Calabria da parte dello Stato».

«La fotografia scattata da Strada, icona nazionale – ha detto ancora Biondo – nelle prime ore dal suo arrivo in Calabria, è l’immagine più autentica di ciò che serve per rimettere sul binario della correttezza e della legalità il nostro servizio sanitario regionale. Bisogna assumere e stabilizzare il personale sanitario che a sua volta serve per riaprire alcune strutture ospedaliere chiuse. Più ospedali con più personale insieme, poi, significa riordinare il rapporto con le strutture private, ridurre la spesa per mobilità sanitaria extra regionale, abbattere le liste d’attesa».

«Dunque – ha detto ancora – evitare spreco, far risparmiare denaro pubblico allo Stato, per curare meglio i calabresi.  Allora bisogna agire subito, e bisogna farlo non solo per fronteggiare l’emergenza, che è urgente ma, soprattutto, per programmare nella nostra regione la ripartenza sanitaria dopo la pandemia».

«Perché – ha concluso Santo Biondo – gli investimenti nella sanità vanno progettati e realizzati pensando anche al dopo Coronavirus. Lo diciamo da tempo riaprire gli ospedali che sono stati chiusi e non riconvertiti in Case delle Salute!».

Strada, poi, nella giornata di ieri ha incontrato il sindaco Vincenzo Voce: «la città vi dà il suo più sincero benvenuto, anche per alleviare il durissimo lavoro fatto dai medici dell’ospedale San Giovanni di Dio in questi ultimi mesi» ha detto il primo cittadino.

«Siamo contenti di poter dare una mano ai colleghi che hanno gestito finora una situazione difficile con grande fatica. In una situazione come questa – ha detto Strada – sono convinto che chiunque possa debba dare il suo contributo». (rkr)