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Lavoratori Terme Luigiane

Il 22 giugno il Tar si esprimerà sulla vertenza delle Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – È caduta la maschera bonaria, decisa ed efficiente del presidente f.f. Nino Spirlì, nel prendere di petto la questione dei lavoratori delle Terme Luigiane, per assicurare loro il lavoro con la continuità funzionale della nuova stagione termale che sarebbe dovuta partire dal 1° luglio, come stabilito dai provvedimenti governativi, nonché  la tutela di tutte quelle persone che annualmente hanno sempre affollato le strutture termali luigiane per sottoporsi alle varie sedute curative.

Una folta delegazione di lavoratori ha occupato stamani la sede della Cittadella regionale, decisi ad ottenere dal presidente Spirlì un’assunzione di responsabilità per come aveva già indicato, ed invitato i due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, con la lettera  inviata loro lo scorso 16 maggio, nella quale si chiedeva la presentazione di un Report entro il 21 maggio, in cui dovevano essere illustrati con chiarezza lo stato del bene, indicando  le attività manutentive azionate nel periodo di interruzione e, soprattutto, un cronoprogramma nel quale dovevano essere evidenziate con chiarezza tempi e modalità delle attività di sfruttamento delle acque, al fine di salvaguardarne la imminente stagione termale, pena il ritiro della concessione affidata ai due Comuni.

Terme Luigiane
Occupazione dei lavoratori in Cittadella Regionale

Nulla di tutto questo è avvenuto, se non la presentazione di una nuova proposta da parte della Sateca, ancora disponibile ad aprire la nuova stagione con l’assunzione dei lavoratori, rigettata dai due Sindaci con una controproposta economica ed organizzativa a dir poco scandalosa nei termini dei tempi e della retribuzione finanziaria.

I lavoratori, stamani, lo hanno gridato ad alta voce al presidente Spirlì negli ambienti degli uffici regionali, che il tempo è scaduto e bisogna intervenire con urgenza nella risoluzione del contratto di concessione affidato nel 2015 dalla Regione ai due Comuni. A un certo punto, i lavoratori, per ragioni di sicurezza, sono stati invitati a fare fuori del palazzo le loro dimostranze, pur accettando di far rimanere dentro una delegazione di cinque di loro in attesa di avere un confronto diretto con il presidente Spirlì, pur trovandosi fuori dalla sede regionale.

Il pensiero del Presidente Spirlì arriva ai lavoratori dentro e fuori il palazzo regionale tramite una nota diramata dall’ufficio stampa regionale, nel quale si riconosce che esistono posizioni molto distanti tra le due proposte avanzate dalla Sateca e dai due Comuni e dichiara di essere pronto ad intervenire.

«Tutelerò l’interesse generale», afferma nella nota stampa. «Pur compenetrandomi nelle preoccupazioni e nelle ansie dei dipendenti, e pur riconoscendo il loro sacrosanto diritto al lavoro, così come, allo stesso modo, riconosco il diritto alle terapie per tutti coloro i quali, negli anni, si sono affidati alle cure delle Terme Luigiane, non posso che prendere atto – dice nella nota stampa il presidente Spirlì – delle incolmabili distanze tra le parti interessate al contenzioso relativo alla concessione e all’uso delle acque».

«Sono dispiaciuto di non riuscire a incontrare le rappresentanze dei lavoratori delle Terme, in una giornata già fitta di impegni istituzionali dai quali non posso esimermi. Continuo ad assicurare, tuttavia – aggiunge Spirlì – la mia piena disponibilità alla mediazione. A tal proposito, non posso che sperare nel buonsenso di chi, in questo momento così difficile, deve decidere a cosa rinunciare e cosa far nascere. Il bene della Calabria, il bene dei calabresi – afferma ancora il presidente –, lo costruiscono i costruttori; chi costruttore non è, diventa un fabbricatore di quel male che le nostre genti, purtroppo, conoscono da troppo tempo. Ecco perché, nel caso in cui dovessero perdurare, senza giustificazione, queste distanze, in qualità di presidente della Giunta regionale coinvolgerò gli assessori in una decisione netta e definitiva, a tutela dell’interesse generale».

I lavoratori, a caldo, informati della nota stampa del presidente Spirlì, non hanno preso bene le sue dichiarazioni in quanto molto fumose e non decise, come loro si aspettavano in base ai pensieri e atteggiamenti assunti nelle varie occasioni d’incontro che si sono avuti nell’ultimo mese, a partire dalla visita che il 4 maggio, festa di San Francesco, lo stesso presidente fece ai lavoratori presso lo stabilimento Terme Novae. 

Nel tardo pomeriggio, la delegazione dei lavoratori all’interno del palazzo regionale ha avuto modo, presente il consigliere regionale, Pietro Molinaro, di avere un duro confronto con l’assessore Fausto Orsomarso, che ha solo prodotto delle posizioni nette di contrapposizione sulla interpretazione della proposta avanzata dai due sindaci, circa il pagamento del canone dell’acqua, che secondo l’assessore dovrebbe essere aggiornato ed elevato tenendo conto dei costi di mercato e secondo anche le situazioni esistenti in altri stabilimenti termali nazionali. A nulla è valsa la posizione spiegata dai lavoratori circa i costi fissati nella proposta dei sindaci per il pagamento del canone, le cui tariffe sono state redatte non in riferimento alle acque termali curative, bensì a quelle minerali d’imbottigliamento e commercializzazione.

Un incontro che ha messo a nudo il pensiero dell’Assessore Orsomarso, che dovrebbe – secondo i lavoratori – essere assistito in questa vicenda da professionisti e studiosi del settore, in modo che sappia fare le giuste scelte immediate di  funzionalità delle Terme Luigiane, dove nel frattempo le acque termali, di proprietà della Regione, sono state deviate nel ruscello “Bagni” nella indifferenza più totale sia dell’amministrazione regionale che di quella provinciale di controllo.

«Presidente Spirlì – dicono i lavoratori – se ha riconosciuto le posizioni molto distanti esistenti tra i due Sindaci e la Sateca intervenga subito e convochi gli assessori, per come ha dichiarato,  per assumere la decisione netta e definitiva, a tutela dell’interesse generale, sia dei lavoratori che dei curanti. Non c’è tempo da perdere per salvare la stagione termale. Tenga conto che solo per preparare i fanghi occorre un periodo d un mese e mezzo di maturazione».

La formula del buon governo della Pubblica Amministrazione EEPT (Efficienza, Efficacia, Produttività e Trasparenza) non è di casa per questa vicenda alla Regione Calabria.

Si è appreso, intanto, che per il prossimo 22 giugno – e i lavoratori alla luce di quanto accaduto ieri in Regione vi confidano molto – è attesa la sentenza del Tar, che dovrà giudicare quanto accaduto sulla vicenda a partire dal regolamento di distribuzione delle acque termali approvato dai consiglieri di maggioranza dei due Consigli Comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese.

Come pure è attesa da parte dei due Comuni, a norma della legge sulla trasparenza, tanto invocata e proclamata dai due Sindaci  in varie circostanze, la pubblicizzazione del risultato ottenuto con l’avviso pubblico finalizzato a cercare manifestazioni d’interesse per l’espletamento del bando di concorso utile alla ricerca del nuovo sub concessionario, i cui termini sono scaduti alle ore 12,00 dello scorso 14 dicembre. (fb)