ACCOLTO IL RICORSO CONTRO LA DECISIONE DI ESCLUDERE LA CITTADINA DAL SISTEMA DI PROTEZIONE RIFUGIATI;
RIace

L’amara vittoria di Mimì Lucano sul Viminale Riace ha diritto di restare nel circuito SPRAR

È una vittoria amara quella di Mimì Lucano, sindaco sospeso di Riace, ma è pur sempre una sconfitta del Viminale: il TAR ha annullato la decisione del Ministero dell’Interno che aveva escluso la cittadina simbolo dell’accoglienza e della solidarietà dal circuito SPRAR, ovvero dal sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. È una vittoria a metà, l’accoglimento del ricorso presentati dal vicesindaco Gervasi, visto che è stato fatto di tutto per cancellare l’esperienza, sicuramente, positiva, di Riace, ma la notizia ha, in un certo qual senso, rallegrato Lucano. «Sono contento – ha detto – ero fiducioso perché ho capito che stavano facendo una forzatura, anche dal punto di vista amministrativo. Era tutto prestabilito perché bisognava raggiungere l’obiettivo di azzerare Riace e allora è stato come un tiro incrociato da diversi punti di vista. È una notizia positiva, ma comunque hanno distrutto Riace».

Non si arrende il sindaco della solidarietà che, di fatto, ha rifiutato una quasi certa poltrona a Bruxelles, rinunciando a candidarsi alle Europee, per correre da semplice consigliere comunale al COmune da cui la magistratura l’ha “sfrattato”. Vuole offrire la sua esperienza, se glielo permetteranno, visto il perdurare il divieto di dimora a Riace, perché i giochi sull’accoglienza sono ancora tutti da rivedere. Il rientro nello SPRAR di Riace è, come già detto, una buona notizia, ma non si sa che fine faranno questi centri. I rifugiati che stavano a Riace «sono stati trasferiti tutti – ha detto Lucano – e il TAR dimostra che non era giusto. Adesso ci vuole un tempo lunghissimo per ripartire. L’intenzione dle Governo era azzerare gli SPRAR in Italia ed in particolare Riace. Era – sottolinea ancora Lucano – la punta più avanzata in applicazione non semplicemente di un provvedimento burocratico ma pe rla realtà sociale. Riace non era uno SPRAR, era un progetto di comunità, era tutta una comunità dove c’erano attività e integrazioen. C’è stato un valore sociale e culturale, l’asilo nido, l’ambulatorio medico. Gli immigrati erano protagonisti sul territorio con la raccolta differenziata, il turismo solidale, le attività culturali. Il mondo aveva visto. Le stesse relazioni della Prefettura, una volta bene una volta male, erano molto contraddittorie tra loro.».

Lucano ha concluso il suo legittimo sfogo con una frase significativa: In un periodo in cui immigrazione era uguale a dramma sociale, Riace aveva dimostrato il contrario».

Cosa succede, dunque, ora con la censura del TAR al Ministero dell’Interno? Riace riavrà i fondi SPRAR per il triennio 2017-2019, circa 6 milioni per l’accoglienza. (rrm)