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L’Università italo/russa dell’UniCal strumento di Pace e Conoscenza

L’Università italo/russa dell’UniCal strumento di Pace e Conoscenza

di FRANCO BARTUCCIFanno male al cuore e offendono le persone umane nel loro diritto di rispetto della dignità, dell’intelligenza, del loro libero arbitrio e nello spirito della libertà e della democrazia, che per scelta sono parte integrante dell’uomo stesso, le immagini di violenza e di distruzione che si vedono in Ucraina, attraverso i media, per effetto delle bombe russe lì cadute.

Fu definita dal presidente Putin una “operazione speciale” necessaria di pulizia di quel territorio occupato da una “feccia nazista” di persone non degne di vivere il loro tempo; mentre Papa Francesco l’ha definita nel termine giusto una “guerra insensata”, pur invocando fino all’ultimo, recandosi finanche in visita nella sede dell’ambasciata russa di Roma, un rapporto di convivenza in “Pace e Fratellanza”, tra Occidente ed Oriente.

Un territorio invaso ed aggredito per paura e tutela di interessi di parte che guardano a forme di potere applicando leggi e regole antidemocratiche in cui la censura è imposta per nascondere verità e quanto altro può condurre ad apprezzare valori di democrazia e libertà, impedendo, così, quelle azioni di ribellione popolare, opprimendo cultura e conoscenza.

Eppure nel nostro piccolo, grazie alla caduta del muro di Berlino del 9 novembre 1989 e all’avvento  in Russia della perestrojca, guidata tra il 1985/1991 dal presidente Gorbaciov, l’Università della Calabria, con il Rettore Pietro Bucci (1978/1987) e con il Rettore Giuseppe Frega, riuscì ad attuare un programma di collaborazione con l’Università russa di Nizhny Novgorod.

Infatti nel mese di giugno del 1993, a seguito di un viaggio in Russia fatto a Mosca nel mese di ottobre del 1992, dal prof. Pietro Bucci e dal prof. Giuseppe Chidichimo, seguiti da un gruppo di studenti dell’UniCal, presso l’Istituto di Chimica dell’Università moscovita, giungono nell’Ateneo di Arcavacata il Rettore ed il Pro Rettore dell’Università di Nizhny Novgorod, prof. Alexander Khoklov ed il prof. Roman Strongin, accompagnati dal prof. Sergeiev Yaroslav, per definire un puntuale accordo di collaborazione tra le due Università; nonché di un allargamento di collaborazione scientifica con l’Istituto di Medicina della stessa Università. Un accordo che cresce e si sviluppa negli anni a seguire fino ad istituire il 19 novembre 1996 la prima Università Italo/Russa nel nostro Paese. 

Da quel 9 giugno 1993 son trascorsi trent’anni; mentre oggi l’Università della Calabria si trova a celebrare il 50° anniversario del primo anno accademico 1972/1973, con in corso in Ucraina da ben 18 mesi una guerra conflittuale causata il 26 febbraio 2022 da un’invasione dell’esercito russo su decisione del capo supremo  Vladimir Putin, convinto di denazificare l’Ucraina in pochissimo tempo, attraverso un processo di pulizia etnica e sottomissione della nazione ucraina alla Federazione Russa.

Un’operazione speciale si può dire fallita che ha portato a massacri di civili (già individuati come crimini di guerra), oltre che di militari da entrambe le parti (le statistiche recenti parlano di oltre cinquecentomila), che ha interrotto uno scambio culturale e di collaborazione scientifica (come ad esempio sui cristalli liquidi avviata dal prof. Pietro Bucci e dal prof. Giuseppe Chidichimo) tra l’Università della Calabria e l’Università russa di Nizhny Novgorod, oltre che di un percorso formativo di valore e prestigio per entrambi i Paesi. Si pensi che nell’arco di venticinque anni oltre 170 giovani russi e calabresi, in un rapporto 70/30%, hanno avuto la possibilità di acquisire la doppia laurea regolarmente riconosciuta russa/italiana in ingegneria ed economia con il coinvolgimento diretto delle rispettive Facoltà in Ingegneria ed Economia, attraverso l’interessamento didattico scientifico di un nucleo di docenti avendo come referenti coordinatori i professori Davide Infante e Sergeiev Yaroslav.

La guerra insensata in Ucraina ha portato nel nostro piccolo il blocco di questa meravigliosa esperienza quale contributo ad un percorso aperto e franco di collaborazione e conoscenza dal punto di vista umano, culturale, scientifico e professionale tra giovani che costituiscono già un lievito (un seme) per essere promotori attivi nella costruzione di un mondo nuovo senza il limite condizionato dei confini geografici, ma aperti a ritrovarsi come un’unica comunità umana tesa a vivere in fratellanza, pace ed amore secondo il dettato del “Libro dei Libri”, la Bibbia e il Vangelo.

Alla luce di questi contenuti e valori già impiantati non regge l’imposizione delle censure e leggi speciali che vincolano al silenzio e a forme di comunicazioni falsati dalla realtà delle immagini che sono il simbolo della verità che portano all’odio e al rifiuto del culto delle persone e a quelle forme di governo autoritarie che hanno causato tale disastro umano. Adesso le piccole bombe cadono anche su Mosca e dintorni, come crescono anche i partigiani russi che non accettano più quanto finora accaduto, provocato dal potere oligarchico cieco, che la fine drammatica del  capo della Wagner, Prigozhin, con la sua ribellione e la sua morte, ha portato alla luce.

Le menzogne e le verità nascoste portano con il tempo, non certamente lungo, all’autodistruzione deflagrante che la storia propagherà eternamente nel tempo, distruggendo e annullando l’aspetto fisico/materiale dei  promotori del male pur restando l’effetto delle loro azioni.

Così vanno letti i raid russi sui silos del grano nei porti ucraini  come un’azione di violenza e sfregio all’uomo e all’umanità, ma prima ancora a Dio creatore dell’universo; nonché la constatazione dell’abbandono dei cadaveri dei militari russi su quelle strade dei territori ucraini riconquistati dall’esercito giallo blu, segno di una debolezza militare e un comportamento disumano che gridano di fermarsi prima di perdere il significato ed il valore della vita stessa che non è certamente di “malvagità”.

Pace non guerra scaturisce oggi da quella esperienza italo/russa di studio, formazione  e ricerca  vissuta all’interno dell’Università della Calabria nell’arco di un quarto di secolo (1996/2022), che invita a fare cenacolo per un “mondo migliore” possibile. (fb)