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La petizione pubblica per intitolare l'Aeroporto di Lamezia a Corrado Alvaro

Nel nome di Corrado Alvaro, un pensiero per San Luca e la Calabria che resiste

di FRANCESCO RAO – Oggi pomeriggio, in occasione del 130° anniversario della nascita di Corrado Alvaro, un Comitato spontaneo di cittadini si ritroverà a San Luca per ricordare linsigne scrittore calabrese. Non potrò essere presente fisicamente a questo momento di memoria condivisa, ma idealmente sarò lì, insieme a tutti coloro che si raccoglieranno per leggere e ascoltare le parole di un autore che ha raccontato la Calabria con profondità, umanità e visione.

Per motivi professionali sarò impegnato altrove, ma per essere vicino a promotori delliniziativa porterò con me “Gente in Aspromonte”, uno dei romanzi più intensi di Alvaro, per condividerne alcuni contenuti con i miei studenti universitari nellambito delle lezioni di scienze sociali e, pur parlando di un tempo apparentemente distante, i personaggi, i luoghi, le interlocuzioni, continuano a raccontare con rara lucidità le radici di una terra che non può più essere descritta unicamente attraverso il filtro di una narrazione negativa.

Qualche giorno addietro, in occasione della presentazione del libro Terra Santissima!” dellamica Giusy Staropoli Calafati, a Cittanova, avevo anticipato questa mia impossibilità, ho affidato proprio a lei il mio saluto e la mia vicinanza alla Comunità di San Luca, a chi la abita, a chi la ama e a tutti gli amici di Corrado Alvaro che si ritroveranno in nome della cultura, della memoria e del riscatto, con lintento di diffondere il valore della letteratura donataci da uno tra i più importanti scrittori del secolo scorso.

Ritrovarsi per ricordare “la bellezza di un pensiero”, per onorare la resilienza di chi ha la pelle dura al punto da poterci affilare un rasoio, significa credere che la Calabria sia capace di esprimere passione autentica, cultura profonda e soprattutto una dignità immensa. Per nostra natura, quanti ci contraddicono non sono nostri nemici; sono persone che non conoscendo la nostra natura sino in fondo sono convinti che i nostri silenzi siano rassegnazione e la nostra voglia di essere uniti rappresenti il desiderio di contrastare l’altrui azione. Questa terra ha bisogno di respirare senza essere soffocata dal pregiudizio e soprattutto ha bisogno di vivere una stagione nella quale le persone oneste non siano obbligatoriamente collocate nella sfera di quanti hanno scelto altre vie. Questa terra ha bisogno di uno Stato che non si ricordi dei territori solo nei momenti di emergenza, ma che accompagni le comunità con progettualità e rispetto, facendo esprimere quelle peculiarità che rappresentano le infinite opportunità disponibili, messe a tacere perché considerate inutili.

Molti anni fa, dissi allamico Bruno Bartolo, allora sindaco di San Luca, che il riscatto reale per San Luca sarebbe stato possibile solo nel momento in cui quel paese avrebbe avuto ciò che altrove è considerato normale: un dirigente scolastico, un DSGA, il tempo prolungato per superare la povertà educativa e la marginalità sociale di chi resta indietro, un centro di fisioterapia per bambini e anziani, un centro di aggregazione giovanile, una piscina comunale, una biblioteca, un cinema, un campo di calcio con annessa palestra multifunzionale.

Perché dove c’è il nulla, anche il sonno diventa impossibile e la vita stessa si trasforma per la comunità in incubo. Quando la Calabria e lo Stato si ricorderanno di San Luca e delle sue ferite – come labbandono seguito ai tempi dellalluvione degli anni 50 – allora qualcosa cambierà davvero. Solo allora si smetterà di puntare il dito per cercare colpevoli e si inizierà a comprendere il vuoto lasciato, la solitudine vissuta, la bellezza taciuta di una comunità che ha sempre saputo accogliere, resistere e sognare. Nel nome di Corrado Alvaro, nel solco delle sue parole, continuiamo a credere che la Calabria meriti un racconto nuovo, vero, fatto di memoria, speranza e visione. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” per scrivere quella parte di futuro del Meridione attraverso la valorizzazione delle identità culturali riposte in ognuno dei nostri paesi.

[Francesco Rao è sociologo e docente universitario a contratto Università “Tor Vergata” – Roma]