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REGGIO – Gli Egizi a Reggio, conversazione di Arillotta

28 ottobre 2018 – Successo all’Università della Terza Età dell’ incontro con il prof. Francesco Arillotta sul tema: Egizi a Reggio. Argomento della conversazione, l’iscrizione incisa su un breve architrave in pietra, trovato nel 1788 alla fine dell’attuale via Giulia, e considerata, fino ad oggi, come la testimonianza dell’esistenza in Reggio di un tempio dedicato a Iside e Serapide.
Presentato dal Presidente, dott. Salvatore Modica, Arillotta è partito dalla considerazione che le due divinità egizie citate nell’epigrafe, soprintendevano al culto dei morti, che la piccola porta dell’architrave mal si adatta a ingresso di un tempio, e che nella traduzione ufficiale del testo latino è presente un’incongruenza; e che il tutto sollecita un’altra interpretazione. Da qui la ricerca di una risposta soddisfacente esaminando l’architettura funeraria egizia. Ricerca da cui è emerso che la struttura dei sepolcri privati, nell’antico Egitto, prevedeva, davanti alla camera sepolcrale, all’interno della tomba, una piccola ‘falsa porta’, dinnanzi alla quale si deponevano le offerte per il defunto. Porta sempre sovrastata da una iscrizione in cui erano riportati il nome del defunto e i suoi titoli.
Proprio come si legge – ha sottolineato Arillotta –  nell’iscrizione interessata, dove ci sono due nomi (marito e moglie) e i titoli di un ‘liberto ingenuo’ cioè di uno schiavo liberato, equiparato, con decreto imperiale, ai Romani, che è anche ‘seviro augustale’, cioè colui il quale si assumeva l’onere di organizzare a proprie spese giochi e spettacoli nella città.

Da tutto ciò Arillotta trae la considerazione che ci troviamo di fronte alla tomba di un ricco liberto di nazionalità egiziana, e che l’iscrizione, molto probabilmente, andrebbe letta: “(questo sepolcro) SACRO A ISIDE E SERAPDE (è) DEI CONSACRATI  QUINTO FABIO DI TIZIANO, LIBERTO INGENUO, SEVIRO AUGUSTALE, E FABIA CANDIDA (costruito) CON DANARO PROPRIO”. In chiusura, il relatore ha osservato che, se nel I secolo d.C., età a cui il reperto archeologico risale, a Reggio si organizzavano giochi e spettacoli pubblici, doveva esserci una struttura capace di accogliere gli spettatori. (rrc)