Il presidente Occhiuto: già disponibili voli diretti Reggio-Milano e dal 13 aprile saranno strutturali due voli al giorno

Continuano le buone notizie per l’Aeroporto di Reggio Calabria: il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha reso noto che «sono già disponibili sul sito di ITA Airways i voli diretti da Reggio Calabria a Milano Linate, senza alcuna interruzione e con prezzi più convenienti, così come aveva chiesto esplicitamente la Regione, dal 27 marzo in poi».

«Anzi – ha proseguito – già nel mese in corso, in alcuni giorni, sono previsti due collegamenti diretti tra il capoluogo reggino e il capoluogo milanese; doppio volo diretto giornaliero che diverrà strutturale dal 13 aprile in poi. Questo risultato è un primo passo importante per l’aeroporto dello Stretto, che abbiamo intenzione di valorizzare sempre più nei prossimi mesi, lavorando anche per superare le limitazioni tecniche che impediscono il coinvolgimento delle compagnie low cost. Ma abbiamo in mente, adesso che la Sacal tornerà presto sotto il controllo della Regione, di costruire una strategia complessiva per lo sviluppo di tutti gli scali calabresi».

«Lamezia Terme – ha concluso – è già un hub forte, che certamente verrà rafforzato; ma adesso occorre investire su Crotone e Reggio Calabria, attraendo nuove compagnie e nuovi voli low cost. Avere collegamenti aerei di qualità, competitivi, che mettano in connessione la Calabria con le città più importanti d’Italia e d’Europa è fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e turistico del nostro territorio». (rcz)

L’allarme di Renato Vitetta: dal 27 marzo non ci saranno più voli diretti Reggio-Milano

«Da oggi inizia il conto alla rovescia per la fine dei voli da e per Milano». È quanto ha denunciato il console onorario della Svizzera, Renato Vitetta, in merito all’ennesimo ‘smacco’ di cui è vittima l’aeroporto di Reggio Calabria e che si appella a tutti, affinché se ne scriva e parli «ma non aspettate di farlo dopo il 27 marzo… dopo non servirà più».

Eppure, «lo si sa già da almeno un mese – ha incalzato Vitetta –. Ma avete sentito qualche politico, amministratore locale o imprenditore che abbia detto o fatto qualcosa? Silenzio tombale, come la vittima rassegnata che aspetta l’ultimo colpo il 27 di marzo… È pazzesco tutto ciò, oltre che vergognoso ed indecente».

«Ma – ha proseguito – se nessuno di chi sarebbe davvero deputato a fare un casino che la metà basta, alza le chiappe e batte i pugni sui tavoli di chi decide se far volare su Reggio o meno, io credo che la coscienza civile di tutti i Reggini dovrebbe far scattare la molla per dire basta con questa ventennale presa per il culo dell’Aeroporto di Reggio! Si, di Reggio solo. Quale Aeroporto dello Stretto che dalla sponda opposta vanno tutti (giustamente per ora) a Catania?».

«Dove sono finite – ha incalzato – le Associazioni e tutti quelli che manifestavano per la fine (ingloriosa) di Alitalia? E adesso che ITA Airways (ergo: Alitalia 2.0…) fa le stesse e identiche cose non si sente più nessuno? Svegliamoci tutti, ca**o, finché (forse) siamo ancora in tempo a far cambiare idea a chi sta decidendo di far chiudere Reggio!».

«Un volo come quello di Milano – ha proseguito – che viaggia ogni giorno con una media di 90/100 passeggeri e nei weekend anche di più! È pazzesco che si rimanga con un solo volo per Roma (per altro ad orario assolutamente inconcepibile per la maggior parte dell’utenza, alle 19.10 la sera….!!!) e zero diretti su Milano. Politici, imprenditori, avvocati, medici e liberi professionisti, gente ammalata che necessita di cure al Nord, turisti, insomma una moltitudine di gente alla quale i voli sono indispensabili per le grandi distanze che separano Reggio dal resto d’Italia (e non ditemi che abbiamo il Freccia Rossa… solo di nome ma non di fatto visto che per arrivare a Milano ci vogliono comunque minimo 9/10 ore….!!)». (rrc)

 

Regione, Città Metropolitana e Comune a confronto per l’aeroporto di Reggio

Un importante incontro istituzionale si è svolta in Cittadella regionale tra la Regione, la Città Metropolitana e il Comune di Reggio per discutere dello stato dell’arte dell’aeroporto di Reggio Calabria, con riferimento all’attuale scenario volativo e in linea generale, alla strategia di sviluppo in ottica futura dell’infrastruttura aeroportuale.

Presenti il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, del sindaco f.f. della Città metropolitana, Carmelo Versace, del Sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, dell’assessore comunale, Domenico Battaglia e del coordinatore della task force comunale sull’aeroporto, Salvatore Chindemi.  

L’incontro, che si è svolto in un clima di fattiva collaborazione fra tutti gli attori istituzionali coinvolti, ha messo in evidenza le problematiche di stringente attualità che riguardano il “Tito Minniti”, prima fra tutte la cancellazione dei voli ad opera di Ita Airways che, di fatto, lascia lo scalo reggino con un unico collegamento su Roma già a partire dal mese di marzo. Un punto, quest’ultimo, su cui la delegazione comunale e metropolitana di Reggio Calabria ha registrato l’impegno del presidente Occhiuto circa l’avvio in tempi brevi di una interlocuzione con i vertici della compagnia di bandiera per valutare il ripristino dei collegamenti giornalieri su Roma e Milano, ritenuti essenziali dal territorio specie in questa fase di ripartenza post pandemica.

Nel corso dei lavori, inoltre, la centralità dello scalo reggino è stata più volte ribadita dai rappresentanti istituzionali seduti al tavolo, con particolare riguardo al bacino d’utenza di riferimento che, è stato rimarcato, non comprende il solo territorio metropolitano reggino ma abbraccia l’intera area dello Stretto. Anche su questo fronte l’interlocuzione fra il presidente Occhiuto e la rappresentanza istituzionale reggina, ha confermato la convinta volontà da parte del governo regionale, a puntare sulla valorizzazione e sul rilancio dell’infrastruttura aeroportuale di Reggio Calabria, anche nell’ottica di quelli che saranno i futuri scenari legati al nuovo riassetto nella governance regionale del settore aeroportuale. (rrc)

Filt Cgil Calabria: Preoccupa situazione aeroporto di Reggio, chiesto incontro con Occhiuto

La Filt Cgil Calabria ha espresso preoccupazione per la situazione del sistema aeroportuale calabrese e, in particolare, dello scalo reggino, che è «grave e preoccupante». Per questo, ha chiesto un incontro con il neo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e ha invitato la Città Metropolitana, il sindaco, la maggioranza e la minoranza a fare altrettanto.

Ciò, per fare fronte Comune per «salvare lo scalo reggino», che «sta diventando l’anello più debole» del sistema aeroportuale calabrese, e per ribadire che «la Sacal anche con l’ingresso nella compagine sociale della Città Metropolitana, rafforzi la presenza a Reggio, garantisca occupazione e modernizzi i servizi».

«La Sacal ha, di fatto – viene spiegato dalla Segreteria–  abbandonato la prospettiva di crescita di tutti e tre gli aeroporti della Calabria, sta diminuendo drasticamente i diritti delle persone che lavorano, ha già cominciato a esternalizzare pezzi importanti di servizi aeroportuali: si prepara a completare l’opera con una sciagurata iniziativa di privatizzazione».

«Lo scalo di Reggio sta diventando l’anello più debole di questa catena – ha concluso la Filt Cgil Calabria –. Non è più tempo di vuote dichiarazioni e di cahier de doléance». (rrc)

Aeroporto di Reggio, le proposte di Marcianò e Iatì

di ANGELA MARCIANÒFILOMENA IATÌ –  Nelle ultime settimane,  si è letto della volontà politica della Città Metropolitana di Reggio Calabria di entrare nella compagine sociale di Sacal S.p.A. In particolare, è stata ipotizzata la sottoscrizione di una partecipazione sociale del valore nominale di 2 milioni di euro, operazione che desta alcune perplessità di ordine giuridico, rispetto alle quali va fatta una premessa.

L’Aeroporto dello Stretto, in attesa dell’Alta Velocità ferroviaria finanziata dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), è certamente la principale infrastruttura da riqualificare e sviluppare sia per garantire ai cittadini residenti a Reggio Calabria e nei Comuni limitrofi quella continuità territoriale mai riconosciuta (perché mai convintamente promossa), sia per programmare a breve termine una prospettiva turistica in un territorio nel quale non è certo la qualità dell’offerta ricettiva a fare da traino.

Tuttavia, nel 2017, l’Amministrazione Regionale targata Oliverio, con una scelta prima timidamente osteggiata e poi avallata dal Sindaco Falcomatà, ha deciso di costituire un sistema aeroportuale regionale unico attorno alla Sacal, che ha partecipato alla gara bandita da Enac per l’affidamento in concessione degli aeroporti di Reggio Calabria e di Crotone.

Sacal ha presentato un’offerta per entrambi gli scali, così aderendo alla clausola di preferenzialità contenuta nel bando di gara – molto discussa – che accordava prevalenza alle offerte che avessero avuto ad oggetto entrambe le gestioni aeroportuali e candidandosi alla guida del sistema aeroportuale unico con un’offerta che ha poi prevalso, per pochi punti, sull’unico altro concorrente. Dopo quasi 5 anni, i numeri dicono che l’aeroporto di Lamezia Terme è cresciuto – quanto meno in termini di traffico passeggeri – mentre l’aeroporto Tito Minniti è stato relegato a due voli al giorno, uno per Roma e uno per Milano, con orari impossibili per andata e ritorno in giornata, quanto basta per garantire una gestione in pareggio anche grazie al taglio dei dipendenti e dei fornitori dell’allora decotta Sogas.

Nel 2016, prima dell’affidamento della nuova concessione a Sacal, il traffico dell’aeroporto di Lamezia contava circa 2,5 milioni di passeggeri contro i 485 mila di Reggio, scesi progressivamente nel 2019 a 365 mila con un incremento invece di Lamezia, sempre nel 2019, sotto la gestione aeroportuale unica, a quasi 3 milioni, trend confermato, con le necessarie proporzioni, durante gli anni della pandemia. 

Una città che guida l’Area Metropolitana e che deve ancora scoprire come si programma una stagione turistica, con infrastrutture ricettive da sviluppare sia in termini di qualità che di quantità, per incrementare il traffico passeggeri del proprio scalo aeroportuale, dovrebbe poter contare su una libera competizione con gli scali concorrenti: Lamezia Terme e Catania.

Ben venga, quindi, l’interesse della Città Metropolitana ad occuparsi del rilancio del Tito Minniti, per quanto la sua intenzione di entrare nel capitale sociale dell’attuale Sacal si scontri contro alcune difficoltà giuridiche. Innanzitutto, ai sensi dell’art. 4 del D. Lgs. 175/2016, le Amministrazioni pubbliche non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali (tra le quali non rientra la gestione di un aeroporto), né acquisire o mantenere partecipazioni, anche di minoranza, in tali società. L’acquisizione o sottoscrizione di partecipazioni sociali può comunque ritenersi ammissibile per società che producono un servizio di interesse generale (quale una società di gestione aeroportuale) nel rispetto di determinati limiti e condizioni.

Secondo quanto previsto dall’art. 5 del predetto Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, la sottoscrizione di partecipazioni da parte di Amministrazioni pubbliche in società già costituite deve essere analiticamente motivata con riferimento al perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente, evidenziando le ragioni e le finalità che giustificano tale scelta, anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria e dando conto della compatibilità della scelta con i principi di efficienza, di efficacia e di economicità dell’azione amministrativa. L’Amministrazione invia l’atto deliberativo relativo alla sottoscrizione della partecipazione sociale alla Corte dei Conti e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

L’interesse della Città Metropolitana, a partecipare alla gestione di una società che si occupa della gestione di tre scali aeroportuali, orientata da un Piano industriale caratterizzato dal livellamento delle performance e dalle diverse prospettive di crescita tra Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone, con Reggio sempre più condannata a galleggiare, supererebbe difficilmente il vaglio dell’Agcm e della Corte dei Conti. 

A meno che l’investimento non si collochi in una dimensione diversa da quella sin qui comunicata, che vede la Città Metropolitana di Reggio Calabria quale stakeholder del sistema aeroportuale calabrese e non del solo Aeroporto dello Stretto. Dopo tutto, l’interesse della Città Metropolitana rispetto al rilancio dello scalo reggino potrebbe non coincidere esattamente con le esigenze del Comune di Reggio Calabria.

Non si può infatti non considerare che per molti Comuni afferenti all’Area Metropolitana, gli scali di Lamezia Terme e di Reggio Calabria sono equidistanti, con conseguente logica preferenza del relativo bacino di utenza per l’aeroporto lametino, tenuto conto dell’offerta dei voli, sensibilmente superiore sia in termini di collegamenti disponibili che di tariffe applicate nonché dei migliori snodi intermodali.   

Il dibattito in corso deve avere l’obiettivo di stimolare una riflessione sull’Aeroporto dello Stretto quale infrastruttura strategica nel precipuo interesse della Città di Reggio Calabria. Se è così, si dovrebbe allora ragionare su un’operazione societaria che riguardi il Comune di Reggio Calabria e non la Città Metropolitana; certo con maggiori criticità rispetto al vaglio dell’Agcm e della Corte dei Conti in merito alla sostenibilità finanziaria dell’operazione medesima: come noto, per la Corte dei Conti il Comune di Reggio è un sorvegliato speciale. 

Il Comune di Reggio Calabria dovrebbe elaborare una proposta alternativa rispetto alla sottoscrizione di una partecipazione sociale nell’attuale Sacal che rappresenterebbe – in caso di sua ammissibilità – un investimento meramente finanziario, privo di sostanziali diritti di governance sull’Aeroporto dello Stretto. 

Si potrebbe immaginare, con ogni riserva di approfondimento sulla fattibilità tecnico-giuridica dell’operazione, un diverso, più articolato percorso, per condurre Reggio Calabria (il Comune o la Città Metropolitana) nella compagine sociale della società di gestione dell’Aeroporto dello Stretto (ferma la concessione assentita da ENAC nel 2017). La Regione Calabria, per quanto socio di minoranza di Sacal S.p.A. – d’altra parte come quando, di fatto, determinò la concentrazione delle gestioni aeroportuali calabresi nella medesima società –ove condividesse il disegno del Comune di Reggio – potrebbe assumere la regia di una scissione asimmetrica della medesima società, ai sensi dell’art. 2506, comma 2, secondo periodo del Codice Civile, che consente, previo consenso unanime di tutti i soci, che ad alcuni di essi non vengano distribuite azioni o quote della società beneficiaria della scissione, ma azioni o quote della società scissa.

Nell’ambito della scissione prospettata, alla società scissa (l’attuale Sacal S.p.A.) verrebbe assegnato il ramo aziendale afferente alle gestioni aeroportuali di Lamezia e di Crotone, con riduzione della partecipazione sociale della Regione Calabria e incremento delle partecipazioni sociali degli altri soci attuali. Il compendio aziendale e il patrimonio di Sacal afferenti alla gestione del Tito Minniti verrebbero invece assegnati alla newco beneficiaria della scissione asimmetrica, le cui azioni (immaginando che detta newco sia una S.p.A.) sarebbero assegnate per intero al socio unico Regione Calabria. La scissione dovrebbe prevedere quasi certamente un conguaglio, nei limiti consentiti dall’art. 2506, comma 2, primo periodo del Codice Civile, secondo il quale nelle operazioni di scissione è consentito un conguaglio in danaro, “purché non superiore al 10% del valore nominale delle azioni o quote attribuite”.

Si intende che il compendio aziendale che dovrebbe essere assegnato alla newco dovrebbe essere già managerializzato, con competenze “sganciabili” dal ramo Lamezia/Crotone. In altre parole, gli attuali soci pubblici e privati di Sacal – tutti stakeholder dell’Aeroporto di Lamezia Terme e solo in minima parte di Crotone – incrementerebbero la propria partecipazione sociale nella società scissa, ma abbandonerebbero i propri interessi imprenditoriali nello scalo reggino, sempre che il rapporto di cambio lo consenta in modo da assicurare l’invarianza patrimoniale delle complessive partecipazioni dei soci e di evitare l’arricchimento o l’impoverimento di alcuni soci. 

La scissione asimmetrica potrebbe anche avere una geometria variabile rispetto a quella sopra ipotizzata ove Aeroporti di Roma S.p.A., primo operatore aeroportuale d’Italia e socio di Sacal con una partecipazione di poco inferiore al 10%, fosse interessata al rilancio dello scalo reggino. Scenario certamente auspicabile.

 La scissione asimmetrica alla quale si è fatto cenno costituirebbe solo la prima fase di una più ampia complessa operazione che dovrebbe proseguire con un aumento di capitale della newco beneficiaria riservato in favore del Comune di Reggio/Città Metropolitana che a questo punto sottoscriverebbe la partecipazione di una società dedicata alla sola gestione dell’Aeroporto dello Stretto (con responsabilità limitate, al di là delle garanzie da negoziare, sulla pregressa gestione di Sacal, rispetto all’ingresso in Sacal, particolare non di poco conto soprattutto alla luce delle ultime notizie, non proprio confortanti, sullo stato di salute del gestore unico).  

 Nulla poi impedirebbe alla newco Aeroporto dello Stretto S.p.A. di valutare, nel rispetto delle necessarie procedure ad evidenza pubblica, un’ulteriore apertura al mercato, con possibile ingresso nel capitale sociale di altri sostenitori dell’infrastruttura di Ravagnese, pubblici e privati, reggini e messinesi (operatori della filiera del trasporto, operatori turistici, esercenti commerciali, associazioni di categoria, operatori industriali con interessi nell’area di riferimento: esattamente il movimento imprenditoriale che l’economia catanzarese è riuscita a sviluppare intorno all’aeroporto di Lamezia) nonché di altri soci operativi in possesso del necessario know-how per una vera crescita del nostro aeroporto (assumendo che AdR si sfili dall’iniziativa), che si fondi anche su una sana politica competitiva nei confronti di Lamezia Terme.

Si tratta di un’operazione societaria certamente complessa, che comporterebbe -con specifico riferimento al possesso dei requisiti tecnici, organizzativi, economici e finanziari della newco – l’autorizzazione di ENAC, considerato che la concessione relativa allo scalo di Reggio costituirebbe asset essenziale del compendio aziendale e insieme allo stesso verrebbe trasferita. Un’autorizzazione non scontata, anche perché Sacal è oggi formalmente titolare di un’unica concessione per due aeroporti (Reggio Calabria e Crotone, oltre ovviamente all’originaria concessione relativa all’infrastruttura lametina).

Tutte le considerazioni che precedono devono necessariamente tenere conto di eventuali clausole limitative di operazioni straordinarie di Sacal S.p.A. eventualmente stabilite nello statuto sociale della stessa (aspetto superabile con il consenso di tutti i soci, necessario per deliberare la scissione asimmetrica) e/o nel contratto concessorio nonché degli assetti proprietari definiti in eventuali patti parasociali tra i soci di Sacal. Ove l’ipotesi sopra delineata non risultasse percorribile, si potrebbero valutare altre operazioni straordinarie di Sacal, idonee a consentire la partecipazione del Comune/Città Metropolitana di Reggio Calabria alla gestione di una società che si occupi della gestione del solo scalo reggino.

Dovrebbe comunque essere, ad avviso di chi scrive, uno scorporo del ramo di azienda relativo all’Aeroporto dello Stretto in favore di una società di nuova costituzione, una soluzione che consenta di evitare la sottoscrizione di una partecipazione di minoranza con uno sforzo finanziario enorme – soprattutto ove ricadesse sulle casse comunali della sola Reggio – ma che si rivelerebbe effimero contro una società che gestisce tre aeroporti diretti da un’unica governance per il perseguimento di un unico Piano industriale e con un indicatore di profitto rappresentato, in massima parte, dalla progressiva crescita dell’aeroporto di Lamezia Terme che, si ribadisce – non certo per campanilismo, ma per logica di libero mercato – si dovrebbe invece porre quale naturale scalo concorrente dell’Aeroporto dello Stretto.

I 2 milioni di cui si è sentito parlare, rischierebbero altrimenti di essere una manna dal cielo per i problemi economico-finanziari della Sacal senza dare a Reggio Calabria alcun concreto margine per incidere sugli investimenti e sullo sviluppo del Tito Minniti. (am e (fi)

[Angela Marcianò e Filomena Iatì sono, rispettivamente, (presidente Movimento “Impegno e Identità”) e Filomena Iatì (consigliere comunale “Impegno e Identità”]

REGGIO – Il consigliere Versace richiama Cannizzaro a difendere prerogative dell’aeroporto reggino

Il consigliere delegato ai Trasporti, Carmelo Versace, ha richiamato il deputato reggino, Francesco Cannizzaro, a difendere le prerogative dell’aeroporto di Reggio Calabria.

«Se il management Sacal chiama – ha detto Versace – il deputato Francesco Cannizzaro risponde mettendosi subito sugli attenti. Anche questa volta, mentre il sindaco Giuseppe Falcomatà ingaggia l’ennesima battaglia per cercare di salvare l’Aeroporto dello Stretto dal lento declino in cui la società lametina lo sta facendo piombare, l’esponente di Forza Italia s’inventa un post non per sposare il sacrosanto diritto della città di Reggio ad avere un’aerostazione viva, produttiva e competitiva, ma soltanto per lanciare accuse rivendicando meriti fittizi e sterili primogeniture di partito rispetto ad  una causa che deve essere giocata solo e soltanto per Reggio ed i reggini».

«Non dice nulla sul Piano industriale finalmente presentato da  Sacal – ha aggiunto – e che condanna all’eterno oblio il “Tito Minniti”, né fa menzione di una strategia aziendale votata all’annientamento dello scalo reggino in favore dell’aeroporto di Lamezia».

«Cannizzaro – ha proseguito – difende se stesso ed esclusivamente la sua parte politica, quasi a volersi buttare avanti per non rimanere indietro. Dice menzogne quando afferma che la Città Metropolitana, in tutta questa vicenda, è stata al palo. Conosce benissimo, infatti, la campagna di comarketing promossa da Palazzo Alvaro per dare manforte a Sacal nel tentativo di rilanciare l’aeroporto di Reggio, e sostiene il falso nel dire che la Città Metropolitana Alvaro non sia voluta entrare nella compagine societaria pur potendolo fare».

«Non poteva farlo, allora – ha spiegato – perché gli ultimi bilanci di Sacal presentavano un saldo negativo e ciò ha, di fatto, dal punto di vista tecnico-amministrativo, inibito qualsiasi tentativo d’acquisto di quote societarie. Quando i conti dell’azienda unica lo hanno consentito, invece, ogni nostro tentativo d’ingresso è stato bocciato dai soci lametini e catanzaresi».

«Piuttosto – ha proseguito ancora – stupisce come i consiglieri regionali di maggioranza, eletti a Reggio, abbiano votato in blocco un aumento di capitale per la Società lametina che nel suo piano industriale non prevede alcun migliorativo o programma di crescita per il nostro aeroporto».

«L’onorevole Cannizzaro – ha evidenziato Versace – farebbe bene a porre Reggio d’avanti agli interessi di partito ed ai rapporti d’amicizia. Ne gioverebbero la città e lui stesso che, ancora oggi, sbandiera ai quattro venti il finanziamento di 25 milioni intercettato  per l’ammodernamento dell’aerostazione, ma che sarà operativo non prima del 2026. Quando, cioè, potremmo aver da tempo celebrato il definitivo de profundis dell’aeroporto dello Stretto».

«Ed allora – ha concluso – se davvero vuole fare un favore al territorio ed alla verità, l’onorevole Francesco Cannizzaro smetta i panni del tifoso ed indossi i colori amaranto di Reggio e dei reggini. Solo una comunità forte, coesa ed unita potrà, infatti, risolvere una situazione che rischia seriamente di precipitare». (rrc)

Aeroporto di Reggio, Chindemi (Task force): Da Sacal zero risposte su temi concreti

Salvatore Chindemi, coordinatore della task force comunale per l’Aeroporto di Reggio Calabria, ha commentato gli esiti della conferenza stampa tenuta da Sacal presso lo scalo reggino, alla presenza del deputato Francesco Cannizzaro e del presidente Giulio De Metrio.

«Abbiamo volutamente atteso qualche giorno – ha spiegato Chindemi – niente affatto stimolati dal desiderio di chiosare la conferenza stampa dell’amministratore di Sacal Giulio De Metrio e del deputato reggino Francesco Cannizzaro, ove erano state preannunciati avvenimenti epocali. Abbiamo visto e rivisto, più volte, il video dell’avvenimento, increduli che quelle affermazioni fossero state realmente pronunciate, intrise come sono di sgarbi istituzionali, mancanza grossolana di stile, arroganza mal celata, il tutto condito con la solita arroganza padronale».

«Si potrebbe, contemporaneamente – ha aggiunto – iniziare e finire il nostro commento utilizzando il famoso incipit Ciceroniano: quousque tandem abutere, De Metrio, patientia nostra? Ma, nel merito dei lavori da svolgere nello scalo reggino, ci limitiamo, asetticamente, a mutuare le considerazioni del sottosegretario Morelli, appartenente allo stesso partito che ha indicato il dottor De Metrio alla guida della Sacal, il quale, in modo netto ed incontrovertibile, ha, ripetutamente, affermato che ci troviamo di fronte ad uno scandaloso spreco di risorse pubbliche. Fatte salve, e siamo tutti d’accordo per quelle occorrenti, alla eliminazione delle, ormai celebri, restrizioni».

«In realtà più che una conferenza stampa, ai più – ha proseguito – è apparsa la commemorazione di un defunto (ahinoi, lo scalo). Per lunghi tratti dell’intrattenimento, mascherato maldestramente in conferenza, il massimo esponente della Sacal è apparso come un componente, cooptato, di un comitato elettorale, al quale, per premio, è stato concesso l’onere e l’onore di annunciare che il 21 Settembre, a qualche settimana dalla scadenza della tornata elettorale, illustrerà, in Regione Calabria, alcuni punti contenuti nel famosissimo piano industriale della Sacal, magari affiancato dallo stesso deputato conferenziere e dalla sua candidata capolista».

«Ed ancora – ha proseguito il coordinatore della task force – può qualcuno rammentare al presidente della Sacal che quando si reca presso lo scalo reggino, si trova in casa altrui e che al Sindaco metropolitano non occorre essere giornalista per stare in casa propria? E, a proposito di titoli abilitanti, l’on Cannizzaro per quale testata giornalistica scrive?».

«Ed infine – ha detto ancora Chindemi – poiché ci siamo soffermati fin troppo, l’ultima perla. Per entrare in Sacal, sentenzia il neo amministratore, occorre conquistare la fiducia, così come, entrando in metafora, in un matrimonio rispettabile lo sposo deve presentarsi alla famiglia della nubenda con modi garbati e recando doni preziosi. Peccato, Presidente, stazionando in metafora, che mentre l’aspirante sposo corteggiava, per mesi e con pazienza, la nubenda, proponendo l’acquisto di un ricco dono, all’altezza della famiglia di provenienza, due milioni di euro è la somma offerta dalla MetroCity per l’acquisto delle quote Sacal, la stessa si “donava” a destra e a manca! E quindi ci sarebbe da riflettere su quanto sviscerato anche nel corso dell’ultima riunione della task force comunale, sull’opportunità di avviare un percorso differente proponendo una gestione autonoma dell’aeroporto. Un tema che andrebbe affrontato in un dibattito pubblico, chiamando la città ad esprimersi in modo definitivo sull’opportunità di entrare in Sacal o generare un’alternativa da proporre ad Enac per gestione autonoma dello scalo».

«Ma, al di là degli aspetti di forma ciò che è sembrato probabilmente più evidente nelle dichiarazioni rese durante la conferenza stampa – ha evidenziato – è l’assoluta mancanza di risposte nei confronti degli interrogativi concreti che in questi mesi sono stati posti. Non si capisce perché il piano industriale non sia ancora stato reso pubblico. Non si capisce il motivo per cui Sacal tergiversa ancora sulla richiesta di acquisizione delle quote della Città Metropolitana di Reggio Calabria».

«Ma, soprattutto – ha chiosato Chindemi – non si capisce in che modo e se il presidente De Metrio e il deputato Cannizzaro abbiano pensato in qualche modo di aumentare l’offerta volativa per il nostro aeroporto. Perché, se dovessimo attendere la fine dei lavori annunciati, che tra progettazione, bandi, possibili ricorsi e intoppi di varia natura, potrebbero essere completati non prima di altri 5 o 6 anni, a quel punto potrebbero non essere più necessari in quanto lo scalo rischierebbe di essere chiuso da tempo. A meno che qualcuno non si stia pensando di trasformare l’aerostazione del Tito Minniti in un grande centro commerciale con parcheggio. A quel punto si, che i lavori annunciati, sarebbero realmente salvifici». (rrc)

Aeroporto di Reggio, la task force: Da Sacal impegni disattesi, serve cambio di passo su governance

A Palazzo San Giorgio di Reggio, si è riunita, alla presenza del sindaco Giuseppe Falcomatà, la task force per discutere le attuali criticità sull’aeroporto dello Stretto, stigmatizzando il comportamento di Sacal e le difficoltà nell’interlocuzione.

Il tavolo, coordinato da Salvatore Chindemi, si è soffermato sulle diverse criticità attualmente esistenti in ordine allo sviluppo dell’Aeroporto reggino. Nella sua introduzione il coordinatore del tavolo ha richiamato le circostanze che hanno animato la discussione della task force fin dal suo insediamento.

«In particolare – ha illustrato Chindemi – ci riferiamo alla condivisione del piano industriale da parte di Sacal, necessario a prendere visione dei programmi di sviluppo che riguardano il nostro aeroporto, dell’ingresso della Città Metropolitana nell’organigramma societario attraverso l’acquisizione di quote e dell’aumento dei voli e delle compagnie aree operanti sull’aeroporto reggino».

«Tre questioni – ha spiegato il coordinatore del tavolo – sulle quali la task force aveva ricevuto ampie rassicurazioni da parte del Presidente di Sacal, Giulio De Metrio, ma sulle quali, dopo diversi mesi di attesa, non è seguito alcun riscontro».

Alla luce delle circostanze richiamate, i componenti del tavolo hanno condiviso l’esigenza di un netto cambio di passo sulle politiche di governance sull’infrastruttura aeroportuale, auspicando un’interlocuzione più efficace da parte di Sacal con il territorio.

«Non è certo una questione personale con il presidente De Metrio – hanno affermato i componenti del tavolo – ma, ora, è necessario fare chiarezza».

Nello specifico, la Città Metropolitana di Reggio Calabria negli ultimi giorni ha avanzato nuovamente la richiesta di acquisto delle quote nei confronti di Sacal. Contestualmente, è stata presentata una richiesta di accesso agli atti per ciò che riguarda l’offerta con la quale la Società si è aggiudicata il bando per la gestione dell’aeroporto di Reggio Calabria, al fine di conoscere gli obiettivi di sviluppo della Società.

«Su questi temi – hanno detto i componenti della task force comunale – è necessario che arrivino da subito delle risposte, così come è opportuno che Sacal dica pubblicamente quali sono i programmi di sviluppo per l’aeroporto, quali compagnie intende coinvolgere, per quante e quali destinazioni. Ci sarebbe infine una considerazione di ordine politico da fare: i consiglieri regionali eletti a Reggio hanno votato favorevolmente all’aumento di capitale perché conoscono i progetti di Sacal sull’Aeroporto dello Stretto o sono andati semplicemente sulla fiducia?».

A margine della riunione, il sindaco Falcomatà ha espresso alcune considerazioni sulla fase che vive attualmente lo scalo reggino, soffermandosi anche sulle difficoltà riscontrate nell’interlocuzione con Sacal.

«C’è una sottile linea di demarcazione tra il garbo istituzionale e la presa in giro – ha affermato il sindaco – certamente noi continueremo a cercare il dialogo perché siamo abituati in questo modo e abbiamo grande rispetto dei rapporti tra istituzioni, ma se dall’altra parte non c’è alcun segnale non credo si possano verificare particolari passi in avanti».

«Nonostante gli auspici positivi di qualche mese fa – ha aggiunto – oggi Sacal procede ad una ricapitalizzazione riservata esclusivamente ai soci, escludendo di fatto la Città Metropolitana e l’intero territorio reggino. Ad oggi, per quello che ci è dato sapere, ci sono ancora circa 8 milioni di euro di quote libere. Non sappiamo ancora se c’è un soggetto che intende optarle, evitando l’ipotesi di messa in liquidazione della Società».

«La Città Metropolitana – ha concluso – ha avanzato nuovamente la richiesta di acquisto delle quote per una somma complessiva di 2 milioni di euro. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro ed è chiaro che se l’attuale situazione non dovesse cambiare è necessario determinarsi di conseguenza, lavorando attivamente per un modello di gestione differente per l’aeroporto di Reggio, più legato al nostro territorio, che coinvolga le migliori energie, pubbliche e private, affinché possa esserci una gestione direttamente legata agli interessi legittimi che puntano allo sviluppo del territorio». (rrc)

La Città Metropolitana ha chiesto di entrare in Sacal

Mediante la sottoscrizione di quote per 2 milioni di euro, il 20% dell’aumento di capitale deliberato dalla stessa società nel corso dell’ultima assemblea dei soci, la Città Metropolitana di Reggio Calabria ha chiesto, alla Sacal, l’ingresso in società.

In una lettera ufficiale trasmessa da Palazzo Alvaro alla Società di Gestione, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha annunciato la volontà dell’Ente di aderire all’organigramma dei soci Sacal.

«La Città Metropolitana di Reggio Calabria – si legge nella missiva firmata dal primo Cittadino – ha manifestato ripetutamente, sia con atti consiliari che con dichiarazioni pubbliche, la volontà di entrare a far parte della compagine di Codesta Società di gestione per contribuire allo sviluppo dell’Aeroporto “Tito Minniti” e, più in generale, del sistema aeroportuale calabrese».

«Le condizioni finanziarie di questo Ente – ha spiegato ancora il sindaco nel testo della missiva – consentirebbero la sottoscrizione di quote per un valore di 2 milioni di euro, dei 10 milioni di aumento capitale che, da notizie di stampa, sarebbero state offerte ai soci, con notevoli benefici per il consolidamento di Codesta Società».

Un atto formale dunque, una proposta ufficiale, avanzata a mezzo Pec dall’Ente di Palazzo Alvaro che segue le molteplici interlocuzioni formali ed informali avviate dal sindaco Falcomatà con i vertici di Sacal, anche nell’ambito dei lavori della task force comunale dedicata al tema dell’aeroporto, nel corso dei quali i rappresentanti della Città Metropolitana hanno manifestato più volte la volontà dell’Ente di aderire alla sottoscrizione del capitale sociale di Sacal. 

«Chiaramente – prosegue la lettera del sindaco – come più volte dichiarato, l’acquisto delle quote non può che essere subordinato alla conoscenza delle condizioni finanziarie e del piano industriale di Codesta Società, non per mero capriccio, ma per capire se Sacal S.p.a. ha veramente intenzione di sviluppare l’Aeroporto dello Stretto e come, ma anche per l’esigenza, dettata dalle leggi in materia, di motivare gli atti amministrativi di acquisto di nuove partecipazioni societarie».

«Tanto premesso – si legge ancora nella proposta – dovendo il Consiglio della Città Metropolitana di Reggio Calabria determinarsi sull’applicazione dell’avanzo libero di amministrazione, si propone a Codesta Società di comunicare ufficialmente la volontà di addivenire all’ampliamento della compagine sociale consentendo a questo Ente la sottoscrizione di azioni per il valore di 2 milioni di euro».

Se ciò non dovesse verificarsi, è scritto infine nella missiva, «è evidente, che è dovere della Città Metropolitana perseguire ogni possibile strada per il conseguimento dell’interesse dello sviluppo dell’Aeroporto “Tito Minniti” ed in generale del circuito delle infrastrutture trasportistiche nell’Area Metropolitana di Reggio Calabria e dello Stretto». (rrc)

  

 

 

CANNIZZARO (FI): AEROPORTO DI REGGIO, INTERPELLANZA URGENTE

La questione Aeroporto di Reggio è oggetto di una interpellanza urgente presentata dall’on. Francesco Cannizzaro e co-firmata dall’on. Roberto Occhiuto (FI).
«Martedì 31 luglio – ha dichiarato l’on. Cannizzaro – ho depositato alla Camera dei Deputati una interpellanza urgente per il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro delle Infrastrutture ed il Ministro dello Sviluppo Economico, che riguarda la drammatica situazione dell’aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria. La vicenda che ha ormai assunto i connotati di una sconfitta assoluta per la classe politica alla guida della Città metropolitana prima e della regione Calabria subito dopo, necessita di un intervento immediato ed improcrastinabile da parte del Governo nazionale, e più precisamente del suo ministero competente. Dovranno venire in Aula alla Camera il Premier Conte, il Ministro Toninelli ed il Ministro Di Maio per discutere dello svilimento dell’azione di sviluppo dell’aeroscalo reggino con l’esclusione dal piano nazionale degli aeroporti da parte di Alitalia, e la sempre paventata chiusura a causa del suo ridimensionamento operativo. Saranno “costretti” ad una seria ed approfondita discussione davanti al Parlamento tutti gli organi di Governo pertinenti e, punto su punto, dovranno affrontare e porre soluzioni alle criticità esposte.
«Infatti, l’interpellanza presentata, -dice l’on. Cannizzaro – contestualizza l’attività della Compagnia di bandiera in riva allo stretto, di cui ha sempre avuto un monopolio indiscusso, dimostrandone la comprovata difficoltà a sostenere le necessità dell’enorme bacino di utenza metropolitana, ricordo esserci anche Messina, e l’assoluta incapacità di sopperire alle esigenze giornaliere dei viaggiatori che si vedono obbligati ad una sosta oltre le 24 ore prima di poter fare rientro in città. Il Governo dovrà costringere Alitalia  a tornare sui propri passi e ristabilire i diversi voli di collegamento su Roma e Milano, garantendo il ritorno nella stessa giornata e la presenza di varie fasce orarie di utilizzo. Un intervento concreto per aumentare immediatamente il volume di traffico passeggeri in transito e, in termini occupazionali, ripristinare la forza lavoro degli addetti Alitalia che, ad oggi, ricordo essere stata ridotta del 50%.
«Strategica, inoltre, la ricerca di una sinergia operativa con la nuova società di gestione, la SA.CAL, le cui operazioni di attrazione commerciale per stabilire nuove rotte, potrebbero consentire il reinserimento nei propri ruoli anche di quel personale dipendente ex-Sogas licenziato in passato per vicende legate alla cattiva gestione. Un’interpellanza che non lascia altra soluzione se non un intervento urgente del Governo, ed in Aula non accetterò altre soluzioni, direttamente su Alitalia e sui buoni propositi manifestati dalla SA.CAL, rappresentando questa l’unica strada percorribile per risollevare le sorti del “Tito Minniti.» (rp)