È nato Akra Vini di Calabria, l’azienda vitivinicola che interpreta il territorio Cosentino

È nata Akra Vini di Calabria, una nuova aziende vitivinicola che interpreta il territorio Cosentino con due nuove etichette, che sono state presentate a Cosenza e a Lamezia Terme. Si tratta di Akra Bianco e Akra Rosso, vini caratterizzati dal  connubio di freschezza (entrambi dell’annata 2020) e finezza, con profumi decisi e caratteristici, gusto sapido e minerale. 

Il progetto Akra Vini di Calabria nasce sotto ottimi auspici: la famiglia Sposato, proprietaria di 23 ettari di vigne a Castrovillari e 3 ad Acri, ha affidato l’ideazione del  progetto a due professionisti di fama internazionale: l’enologa Graziana Grassini, che  firma numerosi vini italiani ormai famosi nel mondo, e Alessandro Torcoli, comunica tore e editore della storica rivista enologica Civiltà del bere.  

Le prime 15mila bottiglie di Akra Bianco e Akra Rosso sono ora in distribuzione in  Calabria, con l’obiettivo di farsi conoscere e apprezzare dapprima “in casa”. Seguirà, a breve, la distribuzione nelle principali città italiane attraverso una rete di ristoranti  ed enoteche selezionate e, dal 2023, anche all’estero. Con l’annata 2021 le bottiglie  commercializzate saranno circa 50 mila, per raggiungere un obiettivo a medio termine di 100 mila.  

I primi due vini sono un’interpretazione moderna dei suoli di Santa Venere. Si rivolgo no a un pubblico ampio, di giovani curiosi e di appassionati di vino senza pregiudizi,  alla ricerca di freschezza ed equilibrio.

«Il mio obiettivo è quello di lasciare esprimere  il vitigno – ha detto l’enologa Graziana Grassini – in accordo con il luogo e con lo stile  del produttore». Un’enologia essenziale che asseconda il terroir nella sua accezione  di terreni, clima, vitigni e persone.  

La prima degustazione pubblica è stata preceduta da una digressione sul processo  creativo che ha condotto alla realizzazione del marchio Akra Vini di Calabria e delle  etichette.

«Siamo partiti dal nome, Akra, nome greco di Acri – paese d’origine dei  proprietari – ma anche parola ricca di significato: altezza, sommità, vetta. Vogliamo  collocarci ad alti livelli, non per dominare, ma per mantenere uno sguardo aperto,  dall’orizzonte ampio e sempre pronto al confronto», ha spiegato l’art director di Akra, Virginia Fovi

Gli eventi Akra sono stati coordinati dal giornalista Alessandro Torcoli, che ha ricordato: «Presentare oggi una nuova azienda vinicola è una doppia sfida, per il periodo  storico e per la proliferazione di nuove etichette, anche in Calabria. Crediamo che  Akra sia una proposta innovativa, nel linguaggio, nell’immagine e nella sostanza di  vini che esprimeranno con trasparenza ed eleganza un territorio ancora da scoprire  a livello nazionale e internazionale, le terre di Cosenza». 

Si parte da un bianco a base Moscato con una piccola percentuale di Chardonnay  «per unire l’intensità aromatica a una compostezza di palato non comune per un Moscato», ha spiegato Alessandro Torcoli, che ha partecipato al progetto anche in qua lità di wine designer al fianco di Graziana Grassini. «Abbiamo lavorato in cantina – ha  aggiunto Grassini – per mantenere l’eleganza e la sapidità che avevamo individuato  sin dai primi assaggi come espressione tipica del Moscato allevato sulle terre rosse di Santa Venere».  

Per entrambi i vini si è deciso di seguire una strada oggi meno battuta, ma capace di  rendere più onestamente il senso dell’origine: sono infatti privi di residuo zuccherino,  completamente secchi. Il loro equilibrio deriva dal bilanciamento tra la maturità di  frutto, la giusta acidità e il calore alcolico, un’armonia che si può raggiungere in primis con un meticoloso lavoro in vigna. Akra si avvale della consulenza dell’agronomo Angelo Bagorda, che è intervenuto alla presentazione:

«Seguiamo le piante costan temente, con l’approccio della viticoltura di precisione – ha spiegato –. Vogliamo che  le radici vadano in profondità e creino un legame virtuoso con i suoli profondi, pleistocenici, evoluti, di color bruno-rossastro di Santa Venere».  

Akra Rosso «è un Aglianico che rende merito alla grandezza di questo grande vitigno  del Sud Italia, proposto in chiave immediata, densa di frutto e brillante», ha suggerito Grassini. Un rosso fermentato in acciaio e affinato in bottiglia, dove «cresce di mese  in mese, aggiungendo al suo carattere intenso e deciso un’eleganza di tannino non comune», ha precisato Torcoli, ricordando anche che Akra Bianco e Rosso sono stati  pensati come vini tipicamente italiani, ovvero amici della convivialità, bottiglie che si  esprimono al meglio a tavola. «Akra bianco è ideale con gli antipasti all’italiana, salumi e fritti, ma si accompagna bene anche alle crudité di mare, con cui dialoga grazie  alla sua sapidità. Akra Rosso è perfetto con un tagliere di formaggi a pasta molle o  media, così come con le carni bianche e rosse, anche grigliate». (rcz)