Alla Bit di Milano la Metrocity RC porta la Varia di Palmi e la Biennale dello Stretto

È un binomio perfetto, che unisce storia e modernità, quello della Varia di Palmi e della Biennale dello Stretto, che la Città Metropolitana di Reggio Calabria ha portato alla Bit di Milano.

Città Metropolitana di Reggio Calabria, Parco Culturale al Centro del Mediterraneo. La Tradizione della Varia di Palmi, Patrimonio Unesco, e l’Innovazione della Biennale dello Stretto è il titolo della conferenza in cui si sono confrontati il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, il consigliere metropolitano delegato alla Cultura, Filippo Quartuccio, il sindaco facente funzioni della Città di Reggio, Paolo Brunetti, il consigliere metropolitano delegato al Turismo e Sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio, ed Alfonso Femia, ideatore e curatore della Biennale dello Stretto.

Carmelo Versace, nel corso del suo intervento, ha sottolineato come l’Ente, quest’anno, abbia voluto «investire in un progetto più ambizioso andando ad occupare maggiori spazi e più opportunità all’interno di una delle Fiere più importanti del comparto turistico a livello internazionale».

«In un territorio come il nostro, che sconta numerose difficoltà – ha detto il sindaco facente funzioni – non è semplice far comprendere, fino in fondo, l’importanza di simili eventi. Per la prima volta, la Città Metropolitana, nell’arco di questa importante manifestazione internazionale, prova a fare sintesi sull’ offerta del 2023 che punta ad un radicale rilancio dell’economia locale, attraverso il sostegno al settore turistico e al suo notevole indotto».

«In questa occasione – ha specificato – presentiamo due vere e proprie eccellenze del comprensorio: una storicizzata, che non è solo di Palmi ma di tutta la Calabria, dell’intero Mediterraneo e, perché no, di un Paese che dovrebbe prestare maggiore attenzione ad una ricorrenza che merita, sicuramente, una luce diversa. La Varia di Palmi è tutto questo: una potente cassa di risonanza che lega la fede al folklore e il sacro a tradizioni ancestrali che si perdono nella notte dei tempi».

Poi la Biennale dello Stretto che «è stata, giorno dopo giorno, una meravigliosa scoperta,  qualcosa di diverso e completamente inatteso – l’ha definita Versace – intorno alla quale gira un numero incredibile di persone e professionalità dedicate ad una narrazione inedita di uno degli scorci più belli e suggestivi del mondo intero».

«Inaspettatamente – ha aggiunto – imprenditori del Nord hanno deciso di mettere a disposizione del nostro territorio risorse economiche ed umane. Quando hanno proposto la loro idea, ha vinto l’incoscienza di volere puntare su esperienze nuove ed inusuali e i risultati raggiunti ci fanno guardare con più ottimismo al futuro».

«Per tutto questo – ha concluso Versace – non posso che ringraziare la dirigente del settore, Giuseppina Attanasio, che con tutta la sua squadra continua a seguirci e sostenerci, considerando anche le difficoltà legate ad un impegno che, la maggior parte delle volte , è economicamente e finanziariamente esclusivamente a carico nostro. Siamo costantemente chiamati ad elaborare strategie innovative finalizzate a valorizzare la nostra offerta culturale, rinnovata e ambiziosa e non è scontato trovare il giusto supporto e gli strumenti adatti per attuarle».

Parole sottoscritte dal consigliere metropolitano delegato Filippo Quartuccio che si è soffermato «su una programmazione all’altezza di ogni sfida» e su una Città Metropolitana «impegnata al massimo nel proporre una narrazione diversa dei propri luoghi e della propria storia, diventando centro d’interesse per buyers internazionali e professionisti del comparto turistico».

Il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, poi, ha espresso un parallelismo fra la Varia di Palmi e le Celebrazioni reggine per la Madonna della Consolazione: «Si tratta di ricorrenze che affondano le proprie radici nella vita dei popoli e, al tempo stesso, ogni anno, ci ricordano l’incredibile potenzialità che assumono anche sotto il profilo di un richiamo turistico che lega religione, tradizioni e paesaggio».

Quindi, il Consigliere metropolitano delegato al Turismo e Sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio, ha parlato della Varia inserita nel palinsesto della Bit, «una straordinaria occasione – l’ha definita – per promuovere una festa di oltre 500 anni che ha resistito, nei secoli, ad ogni cambiamento sociale e culturale, mantenendo inalterata la sua identità fatta di tradizione, fede e folklore».

«Rappresenta, simbolicamente, l’ascensione della Madonna al cielo – ha spiegato – ed è riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’ umanità. È, dunque, un bene aver scelto di promuovere, a livello internazionale, una ricchezza su cui si deve puntare per lo sviluppo dei nostri territori».

L’ideatore della Biennale dello Stretto, Alfonso Femia, si è concentrato infine sull’importanza della Bit, «una vetrina unica e fondamentale per far conoscere la bellezza ed il fascino dei luoghi». In questo senso si inserisce anche la Biennale che serve «a costruire una nuova latitudine del pensiero, del confronto e della ricerca».

«La Bit – ha aggiunto- rappresenta una grande opportunità per andare ancora più in fondo al cuore dei temi del contesto dello Stretto, che è straordinario per natura ed esprime un territorio con grande capacità, tanto da poter essere considerato un laboratorio che faccia da recettore per tutti gli altri tipi di interventi».

«È qualcosa di concreto di cui c’è bisogno», ha rimarcato Femia pensando alla Biennale e, soprattutto, al successo riscosso dall’ evento dello scorso anno alla sua prima edizione che «sta a dimostrare un’attenzione importante a livello internazionale».

«Ne stiamo parlando a Barcellona, a Marsiglia, a Parigi, nel nord del Paese», ha concluso Femia descrivendo «una grande occasione concreta per immaginare un futuro fatto non solo di slogan e pensieri, ma di formazione e ricerca per quello che deve diventare baricentro del Mediterraneo». (rrm)

Biennale dello Stretto, Versace (Metrocity): Esperienza virtuosa che dà valore al territorio

Si è chiusa, al Forte Siacci di Campo Calabro, la Biennale dello Stretto. Un viaggio durato 80 giorni, che ha registrato solo commenti e riflessioni positive ad ogni livello trasversalmente; sia sul piano squisitamente artistico che su quello dei numeri: gli eventi e le visite hanno infatti superato le 10mila presenze in quasi tre mesi di iniziative.

Una location straordinaria che, come anticipa il sindaco Sandro Repaci, sarà oggetto di recupero e rigenerazione ma che con questa iniziativa ha già dato prova di quanto e cosa possa esprimere come potenziale. Un affaccio che domina lo Stretto e vuole continuare a farlo nel nome della Cultura. Importante e proficua la sinergia istituzionale che «non è stata finalizzata – vogliono tutti sottolineare – alla solita richiesta di sostegno economico, quanto piuttosto al coinvolgimento di ogni attore sociale delle comunità coinvolte».

Il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, proprio su questo punto, interviene con una riflessione lanciando una proposta che non è solo una provocazione.

«L’insegnamento per la classe dirigente – ha affermato durante il suo intervento – è che quando facciamo delle scelte spesso diciamo che dobbiamo alzare l’asticella ed in questi mesi abbiamo avuto modo di confrontarci con chi ha letto questi luoghi con una visione di livello. Sta a noi ora non disperdere questa esperienza virtuosa e guardare alla Biennale come ad un evento che porta prestigio e valore a tutto il territorio metropolitano. Dobbiamo ragionare all’idea di candidare l’area metropolitana dello Stretto a capitale della cultura. La Biennale può essere proprio quell’elemento che potrebbe consentirlo».

Insieme al sindaco f.f., il team di lavoro della Biennale, Ilario Tassone, Presidente Ordine degli Architetti, Mariangela Cama e Salvatore Vermiglio, il sindaco di Campo Calabro Sandro Repaci. Il tutto moderato e coordinato da Alfonso Femia, architetto ideatore e curatore, assieme all’architetto Francesca Moraci, di questa prima Biennale: Mostra Internazionale di Arte, Architettura, Paesaggio, Scrittura, Video e Fotografia dello Stretto il cui tema, da ricordare, è stato quello delle “tre linee d’acqua”. (rrc)

A Reggio si chiude la Biennale dello Stretto

Domani, sabato 17 e domenica 18 dicembre, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria prende il via la due giorni di talk della Biennale dello Stretto, a cura dell’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria.

Una due giorni, dunque, che vedrà accademici, architetti, istituzioni e personaggi della cultura dialogare sui temi principale della Biennale, con un anticipo dell’edizione che si svolgerà nel 2024. Tra le personalità che vi parteciperanno, il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi che, insieme a Francesca Agostino, critica d’arte e consulente parlamentare, relazioneranno di una visione da parte delle istituzioni del Mediterraneo quale baricentro e ponte culturale.

ra gli altri partecipanti: Alfonso Femia e Francesca Moraci, curatori La Biennale dello StrettoRoberto Occhiuto, presidente Regione CalabriaRenato Schifani presidente Regione SiciliaCarmelo Versace, sindaco facente funzione Città Metropolitana di Reggio CalabriaFederico Basile, sindaco Città Metropolitana di Messina, Rocco Repaci, sindaco Campo CalabroIlario Tassone, presidente Ordine Architetti Reggio CalabriaPino Falzea, presidente Ordine Architetti Messina. E ancora, Giusi Princi, vicepresidente della Regione, Giuseppe Zimbalatti, Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio, Carmelo Malacrino, direttore del MArRC, Antonino Tramontana, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Anna Carulli, presidente Istituto Nazionale Bioarchitettura.

Il 18 dicembre sarà inoltre assegnato ai vincitori il Premio Internazionale La Biennale dello Stretto. Cannatà & Fernandes Arquitectos – Porto premiano Pino Falzea e Giusy Attanasio; Laps Architecture – Parigi premiano Ilario Tassone e Roberta De Ciechi; Forensic Architecture – Londra premiano Giacomo Chirico e Pietro Foti con Natalee Christine Rojo; Jacques Rougerie – Parigi premiano Gaetano Scarcella e Giuseppe Capicotto con Alfonso Femia.

La manifestazione si chiuderà al Forte Batteria Siacci di Campo Calabro, con gli interventi di Rocco Alessandro Repaci, sindaco di Campo Calabro, Alfonso Femia e Francesca Moraci, curatori de La Biennale dello Stretto, Carmelo Versace, sindaco f.f. Metrocity RC, Federico Basile, sindaco città metropolitana di Messina, Ilario Tassone, presidente Ordine Architetti di RC, Pino Falzea, presidente Ordine Architetti Messina, Mariangela Cama, coordinamento generale Biennale dello Stretto, Simonetta Cenci, Giuseppe Capicotto e Salvatore Vermiglio, comitato direttivo Biennale dello Stretto, Giacomo ChiricoPietro FotiGiusy Attanasio, comitato di indirizzo e di monitoraggio La Biennale dello Stretto; Salvatore Greco, Michelangelo Pugliese, Luciano Marabello, Francesco Messina, Gaetano Scarcella, coordinamento scientifico La Biennale dello Stretto e Gianni Brandolino, Ninni Donato, Angela Pellicanò, Alberto Idone, coordinamento di progetto La Biennale dello Stretto. (rrc)

Versace (Metrocity RC): Prossimi mesi decisivi per programmazione Comune tra Città dello Stretto

La «Biennale dello Stretto ci consegna una nuova visione di futuro. Prossimi mesi decisivi per la programmazione comune tra le due sponde». È quanto ha dichiarato il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, CarmeloVersace,nel corso della cerimonia di consegna del Premio Città Metropolitane, svoltosi al Palazzo della Cultura di Messina.

«Una visione di futuro completamente diversa – ha spiegato – una dimensione più ampia ed un nuovo punto di vista, che va al di là delle questioni quotidiane da affrontare, oltre le emergenze vissute dai territorio, e punta ad una visione di insieme che guarda allo Stretto come un’entità unica, con una sua identità determinata, con sue potenzialità comuni e con una prospettiva di crescita reciproca».

L’evento rientra nell’ambito della Call-to-Action Internazionale lanciata per la prima edizione de La Biennale dello Stretto, in corso di svolgimento tra Reggio Calabria e Messina, per la quale i curatori Alfonso Femia e Francesca Moraci, insieme al coordinamento scientifico, hanno ritenuto di indicare gli elaborati meritevoli di nota nel contesto di una partecipazione complessivamente di altissimo profilo. Obiettivo della selezione è quello di mettere in evidenza il valore compositivo e comunicativo dei progetti, di individuare formule innovative di pensiero e di suscitare il desiderio di alimentare il territorio dello Stretto con la cultura.

«In questi anni si sono moltiplicate le occasioni di confronto tra le due sponde dello Stretto – ha poi aggiunto Versace – e certamente “La Biennale” rappresenta un’occasione ulteriore, e di grande qualità, per proseguire questo percorso di collaborazione che punta alla conurbazione tra le due sponde dello Stretto. Un’opportunità caratterizzata da una straordinaria potenzialità intellettuale e da molteplici occasioni di studio e di confronto capaci di stimolare l’attività di programmazione e di pianificazione comune».

«Un obiettivo – ha aggiunto Versace — sul quale prima di tutti ha creduto il sindaco Giuseppe Falcomatà che, ormai più di un anno fa, ha attivato questo percorso, scommettendo sulla visione proposta dall’Architetto Femia e rilanciando sulla prospettiva di unire le due sponde dello Stretto attraverso la pianificazione, la programmazione, in senso ampio la cultura che caratterizza l’identità comune tra le due sponde».

«Adesso – ha concluso Versace – è il momento di alzare l’asticella. Insieme al sindaco di Messina siamo reduci dall’Assemblea nazionale Anci durante la quale ci siamo confrontati con tante realtà municipali. Devo dire che in questo percorso, con questa collaborazione che portiamo avanti da anni tra le due città, siamo avanti rispetto al resto d’Italia. Per una volta cerchiamo di arrivare primi su un processo che inevitabilmente sta interessando tutte le realtà municipali. Ora dobbiamo puntare in alto, nei prossimi mesi vivremo altre sfide decisive e pensiamo sfruttarle al meglio per l’attività di programmazione. Noi come sempre siamo pronti a fare la nostra parte». (rrc)

Biennale dello Stretto, una terza giornata tra cinema, scuola e reti territoriali

Prosegue con successo, al Forte Batteria Siacci di Campo Calabro, la Biennale dello Stretto.

La terza giornata, quella di domenica 2 ottobre, è stata dedicata al cinema, scuola e reti territoriali. Il primo panel Architettura come processo educante ha accolto i risultati del Progetto Osservo, Racconto, Partecipo. La città che vorrei elaborato dall’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria nell’ambito del Progetto Abitare il Paese. La cultura della domanda. Attivare comunità educanti: nuove generazioni per un progetto di futuro, coordinato dal Consiglio Nazionale degli Architetti in collaborazione con la Fondazione Reggio Children di Reggio Emilia, centro pedagogico su scala internazionale. Il progetto, giunto alla sua quarta edizione, ha coinvolto gli ordini provinciali e le scuole aderenti all’iniziativa, da Nord a Sud d’Italia.

I lavori sono stati presentati e moderati da Santina Dattola, referente del progetto per l’ordine di Reggio Calabria, la quale ne ha illustrato il processo di attuazione attraverso un excursus di tutte le fasi.

Prima di passare la parola ai relatori, la regia ha mandato un documentario attraverso il quale è stato possibile raccontare l’esperienza maturata con il coinvolgimento di 35 allievi di prima e terza media dell’Istituto Comprensivo “Falcomatà – Archi”. Il dibattito si è avviato con l’intervento di Lilia Cannarella, responsabile Dipartimento Partecipazione, inclusione sociale, sussidiarietà del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che attraverso la proiezione di immagini, ha narrato l’esperienza di “Abitare il Paese” avviata nel 2018.

Subito dopo ha preso la parola Antonella Postorino, tutor del progetto, la quale ha illustrato le fasi attraverso le quali è stato realizzato il percorso dentro la scuola, fasi che hanno posto i giovani allievi di fronte a una serie di quesiti necessari a stimolare l’osservazione dell’ambiente che li circonda, esternare la percezione del paesaggio ed esprimere i loro sogni e bisogni, fino al totale coinvolgimento nella scoperta del territorio e nella proposta progettuale di un’area interessata dall’attraversamento sotterraneo della fiumara dell’Annunziata.

Ha concluso Serafina Corrado, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Falcomatà – Archi”, la quale ha puntualizzato l’importanza di attivare relazioni tra scuola e professionisti del territorio, al fine di maturare e costruire assieme le “comunità educanti” necessarie per progettare il futuro delle generazioni che verranno.

Il secondo talk Paesaggio, Cinema e Turismo, moderato da Antonella Postorino, curatrice del progetto Architettura & Cinema, promosso dall’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria, ha incentrato il dibattito sul tema del cineturismo; quindi, sulla valorizzazione dei territori attraverso la scelta di appropriate location. Per primo è intervenuto Lorenzo Pio Massimo Martino, architetto e scenografo, il quale ha illustrato i risultati del progetto La Città Cineturistica, con un approccio sperimentale basato sull’uso di un Sistema Informativo Territoriale, che mette in rete tutti i dati utili per supportare produttori e registi nella scelta delle ambientazioni.

Il secondo intervento è stato quello di Maurizio Paparazzo, regista e scrittore, il quale ha sottolineato l’importanza dei luoghi ai fini dell’identificazione di un territorio. Al suo intervento si è allacciato quello di Giovanni Scarfò, regista e sceneggiatore, il quale ha introdotto il tema del paesaggio come identità che va oltre la bellezza scenografica, entrando nella cultura delle comunità. 

Massimo Spano, architetto, scenografo e regista, conosciuto per le ambientazioni nel film Mary per sempre e in questi giorni impegnato nella produzione del film dedicato alla vita di Gianni Versace, ha invece presentato un approccio diverso, ossia quello di scegliere i luoghi anche attraverso il manifestarsi del loro degrado, perché autentici e a volte affascinanti proprio per ciò che rappresentano. 

Il dibattito si è concluso con un ospite a sorpresa, Will Geiger, il regista e sceneggiatore americano del film “Free Willy”, il quale ha raccontato la sua esperienza nei territori dello Stretto. Il regista ha vissuto due anni a Messina e adesso si è traferito a Cannitello, per poter completare le ricerche utili al completamento della sua prossima sceneggiatura e iniziare le riprese per un film dedicato ai pescatori, nel quale il grande protagonista sarà lo Stretto.

L’ultimo panel della mattinata campese, Territori in rete, moderato da Elisa Zoccali e Manuel Pulella dell’Ordine di RC, ha visto il coinvolgimento di una rete di professionisti che a vario titolo operano sul territorio. Di particolare interesse la riflessione proposta da Giuseppina Attanasio, Dirigente della Città Metropolitana, che ha raccontato della trasformazione del paradigma operativo dell’Amministrazione che, acquisita la consapevolezza della necessità di costruire e partecipare a Reti, si propone come soggetto che programma e gestisce.

Fortunato Cozzupoli, Direttore tecnico del Gruppo di Azione Locale Basso Tirreno Reggino, ha parlato dei risultati positivi raggiunti con le attività per sviluppo locale che hanno consentito di far riacquisire la consapevolezza dei valori dell’appartenenza ai luoghi e della qualità delle produzioni, con occhio attento all’innovazione sociale.

Mentre l’architetto Pietro Currò ha illustrato il progetto per la candidatura della Locride a Capitale europea della cultura 2025 focalizzando l’attenzione sul passaggio che vede l’approccio culturale legato ai luoghi e alla loro identità momento fondante per una visione progettuale che si slega dalla fisicità dei luoghi per rappresentarli in accezione propositiva per lo sviluppo.

Antonio Aricò, architetto designer, ha approfondito, attraverso la presentazione dei suoi lavori, l’importanza dell’identità e delle tradizioni per favorire connessioni e delocalizzazioni.

L’architetto Silvia Giandoriggio, ha evidenziato il senso e l’importanza delle connessioni, reali, immateriali ed effimere nella costruzione di progetti. Anna Arbitrio, del collettivo 2A, ha approfondito il tema delle relazioni effimere ed ha raccontato del format “Open call” di cui si occupa insieme alla fotografa Antonia Labozzetta.

Gli argomenti discussi nel panel hanno trovato una loro sintesi nell’intervento del maestro di design Antonio Aricò che ha raccontato del valore aggiunto dato al suo lavoro dalla consapevolezza dell’appartenenza a luoghi e tradizioni, dalla competenza acquisita imparando da artigiani che hanno trasferito le loro conoscenze, dall’uso sapiente della tradizione come elemento che favorisce le connessioni tra culture e saperi, tra popoli e tra luoghi, chiudendo così il cerchio della circolarità della conoscenza. (rrc)

 

Al via la Biennale dello Stretto

Al Forte Batteria Siacci di Campo Calabro ha preso il via la Biennale dello Stretto, la grande rassegna di architettura, scienza, arte e tecnologia firmato dalle Città metropolitane di Reggio e Messina, dall’Ordine degli Architetti e dalla società benefit 500×100 dell’architetto Alfonso Femia.

«Uno straordinario percorso condiviso che vede Reggio e Messina al centro di un’unica visione di sviluppo», ha dichiarato il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace.

«Un cammino sancito – ha aggiunto – con la firma del protocollo tra le due Città metropolitane qualche settimana fa e che oggi abbiamo avuto l’onore di inaugurare ufficialmente in questo suggestivo contesto».

Un evento che si svilupperà fino al 15 dicembre e che sarà possibile visitare tutti i fine settimana. Presenti fra gli altri anche il Sindaco f.f. della città di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, il vicesindaco di Messina, Francesco Gallo, il Sindaco di Campo Calabro, Alessandro Repaci, i curatori della mostra Alfonso Femia e Francesca Moraci, Mariangela Cama del coordinamento generale La Biennale dello Stretto e il rettore Università Mediterranea di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti.

«La vera sfida oggi – ha aggiunto Versace – è fare in modo che questo non sia solo un evento ma un vero e proprio appuntamento da ripetere nel tempo e soprattutto un punto di riferimento da mettere a disposizione del territorio e della comunità dello Stretto». 

«Abbiamo tutte le carte in regola – ha proseguito – per realizzare tutto ciò grazie in particolare allo straordinario team che sta dietro alla Biennale e ad un rinnovato orientamento operativo che sta caratterizzando le istituzioni locali tra le die sponde dello Stretto».

Soddisfazione è stata espressa anche dal Sindaco f.f. Brunetti «per un risultato che suggella in modo brillante un cammino che va avanti da quattro anni. La Biennale è un’iniziativa ricchissima di contenuti che toccano da vicino tutti i temi dello sviluppo che riguardano Reggio, Messina e più in generale la grande comunità dell’area dello Stretto». 

«Pensiamo soltanto al tema dell’acqua e a tutto il dibattito – ha proseguito – che è in atto a livello mondiale per un uso consapevole di questa preziosa risorsa. Acqua che non è solo elemento vitale ma anche fattore di unione e collaborazione come dimostra la storia millenaria di Reggio e Messina». 

 «La mostra è bellissima – ha concluso – in uno scenario mozzafiato e all’interno di un luogo completamente riqualificato. Invito tutti a visitarla». (rrc)

Biennale dello Stretto, gli eventi formativi dell’Ordine degli Architetti

Nell’ambito della Biennale dello Stretto, l’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria ha organizzato una serie di eventi formativi che rientrano nell’ambito della formazione continua obbligatoria rivolta ai professionisti.

«Con La Biennale dello Stretto si dà continuità ad un’offerta formativa professionale di alto profilo scientifico che vuole invertire il concetto di formazione passando da mero obbligo a vera e propria opportunità professionale. Opportunità per i tecnici, per le amministrazioni ma soprattutto per la società civile su cui ricadono le azioni dei professionisti», ha dichiarato il presidente dell’Ordine, Ilario Tassone.

Infatti, saranno rilasciati dei crediti formativi professionali ai sensi dell’art. 7 del DPR n. 137/2012 delle linee guida e di coordinamento attuative del regolamento per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale continuo

Il programma formativo si articola in quattro giornate, da venerdì 30 settembre a lunedì 3 ottobre e con un palinsesto ricco di dibattiti, così distribuito: 

30 settembre 2022 – Le tre linee d’acqua

Mattina 10,00/13,30 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci:

Evento Formativo: Presentazione de La Biennale Dello Stretto – Esperienze Mediterranee (3 Cfp)

Pomeriggio 15,30/20,00 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci:

Evento Formativo: Sguardi-La Ricerca Del Cambiamento-Paesaggi Invisibili (4 Cfp)

1° ottobre 2022 – Città e Territorio

Mattina 9,30/13,30 Museo Archeologico di Reggio Calabria

Evento Formativo: Le Tre Rive – Mappe Mediterranee (4 Cfp)

Pomeriggio15.00 alle ore 20.30 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Connessioni Mediterranee- Mobilità Mediterranea- Chi Fa I Luoghi (5cfp)

2 ottobre 2022 –Territori in Rete

Mattina 9,30/14,00 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Architettura come processo educante- Paesaggio, Cinema e Turismo- Territori in rete (4 Cfp)

Pomeriggio 15.00/19,00 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Rigenerare da Sud- Acqua Risorsa Territoriale- Qualità nell’esercizio della professione (4 Cfp in Discipline Deontologiche)

3 ottobre 2022 – Responsabilità e Generosità

Mattina 10,00/13,30 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Agire Sostenibile- Letture a Sud (3 Cfp)

Pomeriggio 15,00/20,30 Campo Calabro, Forte Batteria Siacci

Evento Formativo: Raccontare il Mediterraneo- Bioma Mediterraneo – Le Vie Del Mediterraneo- Visioni Mediterranee (5cfp).

Inoltre, per garantire il raggiungimento del Forte Siacci di Campo Calabro (RC), sede degli eventi, è stato predisposto un servizio transfert, anch’esso gratuito, con partenza da Reggio Calabria e Villa San Giovanni.

Ai fini dell’organizzazione, la richiesta del servizio dovrà essere formalizzata attraverso prenotazione da inoltrare all’indirizzo mail ordinearchitettirc.formazione@gmail.com, tenendo conto delle seguenti scadenze: Eventi del 30/09/2022 entro le ore 15:00 del 29/09/2022; Eventi del 01/10/2022 entro le ore 15:00 del 30/09/2022; Eventi del 02/10/2022 entro le ore 15:00 del 01/10/2022; Eventi del 03/10/2022 entro le ore 15:00 del 02/10/2022. (rrc)

Biennale dello Stretto: siglato in traghetto il protocollo d’intesa per il via

Nata dal progetto Mediterranei invisibili dell’archistar Alfonso Femia la Biennale dello Stretto, alla sua prima edizione, è pronta a vedere la luce: ieri a bordo della nave Telepass di Caronte-Tourist, in navigazione nello Stretto è stato siglato il protocollo d’intesa con le città metropolitane di Reggio e Messina, da rispettivi sindaci Federico Basile e il ff Carmelo Versace. A firmare il protocollo anche il presidente degli architetti di Reggio Ilario Tassone e il presidente della società benefit 500×100 arch. Alfonso Femia.

La Biennale dello Stretto vuole invitare a scoprire il Mediterraneo, la sua storia, il paesaggio e l’abitare nelle due sponde che si specchiano là dove il mito colloca Scilla e Cariddi. Ovviamente non sarà soltanto limitata ai territori di Reggio e Messina, bensì coinvolgerà tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, quindi Europa e Africa, per racocntare l’urbanizzazione dell’ambiente, la storia e la cultura del Mare Nostrum.

Secondo Carmelo Versace «La Biennale dello Stretto è una straordinaria opportunità per il nostro territorio una occasione per costruire attraverso il confronto e l’incontro tra i tecnici e la comunità territoriale, una visione d’insieme sul futuro di quest’area che contiene nel suo Dna geografico, paesaggistico e culturale un bagaglio di potenzialità davvero unico al mondo. Oggi proseguiamo sul cammino avviato, mettendo a frutto i risultati raggiunti in questi anni e continuando ad offrire la nostra piena collaborazione, in sinergia con gli altri enti territoriali, per la creazione di una visione omogenea delle politiche dello sviluppo sull’area metropolitana dello Stretto». Gli ha fatto eco il sindaco metropolitano di Messina Federico Basile che ha auspicato una «conurbazione di Messina e Reggio Calabria, condivisa da tutti e fondata sulla qualità delle proprie produzioni, su una rinnovata identità culturale e su un progetto di rinascita credibile e raggiungibile, che possa coinvolgere tutti i cittadini».

L’ideatore dle progetto, arch. Femia ha voluto sottolineare che non si tratta semplicemente di un evento «ma la tappa importante di un percorso intrapreso cinque anni fa, che ha permesso di incontrare, osservare e ascoltare in diretta le voci dei territori mediterranei, particolarmente di quelli celati. Il progetto vuole essere un’occasione di proiezione nel futuro, attraverso l’attivazione di un laboratorio internazionale sulle tre rive del Mediterraneo e sulle relazioni tra il Mediterraneo e il resto del mondo, costruendo un dialogo che il mutante contesto ambientale rende sempre più necessario e urgente».

Ilario Tassone, presidente degli Architetti della provincia reggina, ha rimarcato come la Biennale dello Stretto sia  «uno scenario ideale per spiegare come l’architettura sia attivatrice di valori sociali, etici, ambientali ed economici alla scala urbana e territoriale, che attraverso l’impegno progettuale genera processi internazionali di scambio e riflessione».

Il taglio del nastro ha visto la partecipazione anche della prof.ssa Francesca Moraci curatrice della Biennale che, insieme con l’architetta Mariangela Cama, coordinatrice del progetto, ha espresso un pensiero comune: «C’è una condizione culturale che si sta evolvendo – ha detto la Morace – unita ad una capacità sociale di pensare al futuro dello Stretto nella duplice dimensione di baricentro del Mediterraneo». La coordinatrice Cama ha, quindi, sottolineato che il progetto «è frutto di una profonda condivisione di idee e di intenti e il processo virtuoso che la Biennale ha già iniziato ad innescare, sono un risultato straordinario che riattribuisce allo Stretto e a tutto il Sud la storica dimensione internazionale che gli appartiene». (rrc)

REGGIO – Venerdì al via la Biennale dello Stretto

Venerdì 16 settembre, a Reggio, prende il via la Biennale dello Stretto, l’iniziativa congiunta che coinvolge le Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina.

L’iniziativa sarà presentata a bordo della nave Telepass, in partenza alle 12.40 dal Porto di Villa San Giovanni.

Nell’occasione saranno presenti il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace, il sindaco della Città Metropolitana di Messina Federico Basile, il presidente dell’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria Ilario Tassone e il presidente della Società benefit 500×100 Alfonso Femia.
Durante l’incontro sarà firmato il protocollo d’intesa finalizzato alla realizzazione congiunta dell’evento.
Al fine di consentire agli organi di stampa di accedere alla nave per prendere parte all’evento, si richiede entro e non oltre la giornata di domani, mercoledì 15 settembre, di far pervenire a questo indirizzo mail la Vostra adesione fornendo le generalità di coloro che interverranno. (rrc)

LO STRETTO E I “MEDITERRANEI INVISIBILI”
CULTURA È SUGGESTIONE D’UN TRAMONTO

di SANTO STRATI – Si può fare una proposta di legge per salvaguardare un tramonto? Sì, si può, soprattutto se il tramonto riguarda Stromboli ma coinvolge la Costa degli Dei: un fenomeno che si ripete solo quattro giorni all’anno (il 26-27-28-29 agosto) e si osserva dal lato calabrese del Tirreno. La cultura, quella che salverà la nostra Calabria, è anche nella bellezza di un tramonto, che, osservato dalla costa calabrese, fa vedere il sole “inghiottito” dal cratere. In realtà, la proposta di istituzionalizzare questo tramonto (a firma di Vittorio Sgarbi) è venuta fuori in un ambito ben più significativo, durante il bell’incontro sui “Mediterranei invisibili” e lo Stretto promosso dall’architetto Alfonso Femia, originario di Taurianova e oggi archistar mondiale, che ha lanciato già da alcuni anni l’idea di una Biennale che unisca le due sponde. Lo Stretto come pretesto e motivazione per un’operazione culturale di altissimo prestigio e livello: un’idea che è piaciuta molto a Sgarbi, il quale si è prodigato a far ospitare il convegno nell’esclusiva Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto (dove ha sede, tra l’altro, la Commissione Antimafia della Camera dei Deputati), coinvolgendo il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. L’incontro a Sam Macuto è stato quindi l’occasione per mettere insieme con un parterre di relatori di grande rilievo (Francesca Moraci dei UniMediterranea, il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria Carmelo Malacrino, Patrizia Giancotti antropologa dell’Accademia di Belle Arti di Reggio, Maria Fedele, assessore Turismo del Comune di Taurianova e il ministro Garavaglia, moderati da una brillante Francesca Agostino che è anche una delle animatrici del progetto sul Tramonto di Stromboli). È stato un incontro che dovrebbe avere molti seguiti: parlare del territorio, delle sue potenzialità soprattutto alle nuove generazioni, significa non solo aprire alla curiosità e stuzzicare l’interesse di giovani e future risorse, ma anche tracciare marcatori di sviluppo. Sgarbi che ha confessato di annoiarsi abitualmente ai convegni ha voluto sottolineare di aver trovato, invece qui, molti motivi di coinvolgimento: lo Stretto rappresenta – ha detto –  la civiltà e la cultura europea che, cominciando a Vienna, a Londra, prima di arrivare nel nuovo continente finisce in Sicilia. L’idea di una Biennale dello Stretto può diventare il luogo che testimonia le tante cose che lì vengono create e non hanno modo di farsi conoscere. Ci sono tanti eventi al Nord (si pensi a Venezia, alla Triennale di Milano), al Meridione nulla». Per questo, questo tipo di incontri può essere da stimolo per individuare risorse che mandino avanti un progetto grandioso come una esposizione internazionale che emuli al Sud la Biennale di Venezia.

Intanto, in attesa del Ponte (in ferro, se mai si farà), l’idea di costruire un ponte ideale tra Sicilia e Calabria è suggestiva e vede protagonista lo Stretto di Messina nella proposizione di una Biennale (sul modello veneziano) che va a sconfinare al Sud. L’obiettivo – sostiene l’architetto Femia – è di conoscenza e di coscienza per arrivare alla consapevolezza: lo Stretto come omphalos di cultura e civiltà. Il progetto è stato avviato da tempo: «Il percorso che ci porta qui – ha detto Femia – è nato quattro anni fa: un team di architetti, artisti, fotografi, giornalisti ha esplorato i luoghi e gli aspetti più invisibili del Mediterraneo. Attraverso le direttrici geografiche individuate per ogni viaggio è stata costruita una mappa con riferimenti essenziali (infrastrutture, paesaggio, ambiente urbanizzato) su cui orientare le risorse e sviluppare in termini progettuali iniziative e interventi».

Se come dice Sgarbi al di sotto di Napoli c’è un’altra realtà anche in campo artistico, allora l’idea di una Biennale dello Stretto assume un ulteriore significato tutt’altro che divisivo: significa coinvolgere città e borghi in una ricerca che vuole esaltare il territorio e le sue specificità, oltre a persone e personalità artistiche in grado di lasciare un segno distintivo. Un racconto del territorio che diventa bene comune, dove – afferma Femia – «arte, architettura e politica possono cooperare per una crescita collettiva dei luoghi. La Biennale chiama a raccolta l’immaginazione, la progettualità, la ricchezza intellettuale del territorio». Sono stati indagati l’Area Grecanica con Amendolìa e Gallicianò, la Costa Viola, Rosarno, Scilla, Gerace per arrivare fino a Messina dove risaltano antiche fortificazioni passando dalla Rada di San Francesco, l’area portuale di Tremestieri, la passeggiata a mare della Batteria Masotto.

«Il progetto – secondo l’arch. Femia – è il primo passo nella direzione di sinergie e collaborazioni tra cittadini, istituzioni e amministrazioni. Mutando lo sguardo, lo Stretto, storicamente letto come divisivo tra Messina e Reggio, tra Calabria e Sicilia, diventa connessione che unisce i territori». È un luogo straordinario il Mediterraneo e l’idea di sconfinare a Sud acquista il sapore non di una provocazione, quanto dell’acquisita consapevolezza che il territorio racchiude una forza e una ricchezza ai più sconosciute. Ma Femia non parla al singolare, semmai allarga il campo, guarda ai Mediterranei Invisibili: «Viviamo una società che è figlia negli ultimi venti-trent’anni della schiavitù della velocità e abbiamo volto lo sguardo a oriente e ad altri mondi dimenticando, invece, questo luogo che è molto più ampio di come può sembrare e che può ancora ci può insegnare tantissimo, il Mediterraneo. E dalla nostra riflessione nasce l’esigenza di guardare al plurale, i Mediterranei, per indicare il luogo più importante, storico nei millenni dell’umanità, che ci ha raccontato la storia del mondo a tutti i livelli, artistici, economici, sociali, culturali, politici. Abbiamo coinvolto più di 80 artisti, scrittori, giornalisti, architetti, designer, fotografi per rispondere e reagire emotivamente quasi emotivamente a questa duplice riflessione». Il progetto è stato presentato alla Biennale di Venezia nel 2018 e successivamente a Città della Pieve per dare centralità all’idea per poi decidere che il luogo più significativo dove concentrare questa ricerca fosse lo Stretto.

«Avevo aperto un dialogo sulla sensibilità attraverso la proposizione dei Mediterranei invisibili, motivato dalla necessità di non volgere lo sguardo altrove: lo Stretto, alla fine, è diventato il baricentro di questa ricerca, è il magnete del Mediterraneo. Oggi che siamo tutti connessi è facile costruire un percorso che metta in gioco il tempo: per tre-quattro anni abbiamo scandagliato, anche emotivamente, le coste dello Stretto, tra Reggio e Messina intuendo la potenzialità dello Stretto come laboratorio permanente. Il viaggio come strumento di dialogo. Due parole racchiudono il senso di questo progetto: responsabilità, nell’azione presente, e generosità nel rapporto col futuro di ogni nostra azione. E la cultura come motore operativo è l’elemento più straordinario che oggi si possa immaginare».

Dunque, il progetto della Biennale dello Stretto può divenire il punto di raccolta della centralità del Mediterraneo tra arte, cultura e interscambio di conoscenze con i popoli che vivono il Mediterraneo in quanto si affacciano su di esso. E il Mediterraneo, anche dal punto di vista della crescita e sviluppo della Calabria, trova, per esempio, con il Porto di Gioia Tauro un ruolo di centralità che lo pone come motore e propulsore di iniziative economiche che fanno da preludio a interventi di natura sociale sul territorio. Lo Stretto è importante ma nessuno le mette al centro del dibattito politico e culturale. L’iniziativa di Alfonso Femia, dunque, merita attenzione e sostegno da una parte e dall’altra dello Stretto, perché come – sottolineato la prof. Francesca Moraci – «va condiviso il percorso di un codice di futuro diverso qui nell’area dello Stretto, dove la diversità riesce a fare sistema» e il territorio magico di entrambe le sponde è il respiro del Mediterraneo che rigenera la relazione in un mare che divide e unisce. E a supporto di tale progetto, anche il meraviglioso tramonto stromboliano (da osservare dalla Calabria), diventa un’ulteriore suggestione e un contributo ad attrarre attenzione sul territorio. Ricco, importante, ancora tutto da scoprire e valorizzare. (s)