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Al Museo Marca la mostra "Autarkeia. Il richiamo della materia"

CATANZARO – Al Museo Marca la mostra “Autarkeia. Il richiamo della materia”

S’inaugura oggi, alle 18, al Museo Marca di Catanzaro, la mostra Autarkeia. Il richiamo della materia di Aron Demetz e a cura di Alessandro Romanini.

La mostra, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con la Provincia di Catanzaro, si potrà visitare fino al 31 marzo e propone una serie di opere che sono testimoni del percorso  di questa appassionata ricerca espressiva: opere figurali in legno, bronzo, in  gesso e vetro, a conferma come in Demetz la scultura sia pensiero tradotto in  forma, elaborazione filosofica tradotta in prassi plastica.

L’artista gardesano è nel vortice di una serie di esposizioni in  molti musei internazionali e in altrettante prestigiose sedi italiane. Le sue  sculture realizzate prevalentemente in legno, sono premiate dall’attenzione della  critica e dei collezionisti di tutta Europa. 

«…essere invitato ad esporre al Marca dalla Fondazione Rocco Guglielmo con un  progetto site-specific… – riconosce l’artista – …mi risulta doppiamente  stimolante. Innanzitutto perché il Marca è già stata sede di importanti mostre di  scultura, sia perché per un artista, esporre le proprie opere scultoree a  Catanzaro, in piena Magna Grecia, significa inevitabilmente confrontarsi con il  Genius loci di una terra che affonda le sue radici nella tradizione artistico culturale greco-romana…».

La riflessione che sottende a questa mostra, che va a continuare e approfondire il  percorso di ricerca avviato dalla recente esposizione al Museo Archeologico  Nazionale di Napoli, ruota intorno al concetto di “Autarchia”, derivato dal greco  “Autarkeia” e declinato in una serie di soluzioni formali connesse  semanticamente al concetto di “Autosufficienza”. Nell’accezione di Demetz  “Autarkeia” non va intesa nel senso dell’ “accontentarsi”, bensì – come scrive  Alessandro Romanini, curatore della mostra, “… come forma di conquista  veicolata da una rigida autodisciplina, sostenuta dall’inesausta ricerca ed  esercizio e alimentata da un continuo confronto con i capisaldi storici dell’arte  plastica. E tra quest’ultimi la dimensione legata all’arte greca è al primo posto…”. 

Ricerca e sperimentazione caratterizzano l’intero percorso di Demetz,  discendente da una famiglia di scultori e originario della Val Gardena, terra di  santi e di scultori di altari lignei che si possono ammirare nelle chiese di tutto il  mondo.  

Con Demetz le forme tradizionali divengono altro così come diventa altro il ruolo  assunto dal materiale lavorato abilmente dall’artista; il legno diventa così autore di un racconto; le resine provenienti dagli alberi delle montagne di casa per  effetto del fuoco corrodono e riplasmano l’oggettiva bellezza delle forme,  creando piaghe sugli adolescenziali corpi nudi intagliati. 

Progressivamente si assiste all’ingresso in scena di altri materiali: il bronzo, il  gesso, il vetro, così come alla figura singola si affiancano gruppi di figure infine le  installazioni.