Dal dolore dell’eccidio di Melissa alla demolizione di Palazzo Mangeruca

di ANTONIO LOIACONOIl 29 ottobre 1949, Melissa fu teatro di una tragedia che ancora oggi rimane impressa nella memoria collettiva: la strage di Melissa, o eccidio di Fragalà. In quell’oscura giornata, persero la vita Francesco Nigro, Giovanni Zito e Angelina Mauro, segnando un capitolo doloroso nella storia della Calabria.

A distanza di decenni, la storia si ripete in modo diverso, con l’abbattimento di Palazzo Mangeruca nato ai margini della SS106 (un’altra brutta gatta da pelare!), da parte dello Stato: un evento che richiama alla mente la necessità di giustizia e legalità.

L’eccidio di Fragalà rappresentò un periodo buio, segnato dalla violenza e dall’impunità. L’assassinio di tre persone innocenti gettò un’ombra lunga sulla comunità di Melissa, lasciando cicatrici profonde che, nel corso del tempo, sono state tramandate attraverso le generazioni. La strage di Melissa fu un grido silenzioso di dolore e ingiustizia che, purtroppo, rimase irrisolto per molto tempo. Questo evento ha simboleggiato un’era in cui l’illegalità sembrava sfuggire al controllo, contribuendo a creare un clima di timore e insicurezza.

Confrontando questo tragico episodio con l’abbattimento di Palazzo Mangeruca, avvenuto nella giornata odierna, emerge una differenza significativa. Se da un lato l’eccidio rappresenta un passato segnato dalla violenza e dalla mancanza di giustizia, dall’altro, l’abbattimento dell’eco mostro simboleggia un presente in cui lo Stato interviene per ristabilire l’ordine e imporre la legalità!

L’abbattimento di Palazzo Mangeruca può essere visto come un atto di giustizia esecutiva, un segnale chiaro che le azioni illegali non possono sfuggire alle conseguenze. Mentre l’eccidio di Fragalà fu un evento che destò sconcerto e rabbia, l’abbattimento di Palazzo Mangeruca rappresenta una risposta decisa alle violazioni della legalità, un messaggio di speranza per una Calabria che cerca di liberarsi dai fantasmi del passato.

In entrambi i casi, la comunità di Melissa è stata toccata profondamente, ma l’abbattimento di Palazzo Mangeruca offre una luce di speranza e la promessa di un futuro in cui la giustizia prevale sulle tenebre del passato. La Calabria, attraverso questi eventi, dimostra la sua resilienza e la sua volontà di costruire un cammino basato sulla legalità e sulla giustizia, superando le ferite del passato per abbracciare un futuro più luminoso.

Oggi, in Calabria abbiamo ascoltato il suono trionfante della giustizia: tre squilli di tromba che hanno squarciato il silenzio seguiti da un fragore potente, simile a un tuono, che ha fatto tremare gli avversari dello Stato in una regione che sta lentamente ritrovando il suo spirito di libertà e coraggio.

Lo Stato, attraverso un gesto deciso, ha emesso il suo verdetto su un lungo periodo di occupazione illegale. Il palazzo Mangeruca, noto come l’eco mostro che per oltre 40 anni ha abusivamente occupato un’area nel Comune di Torre Melissa, è stato abbattuto, prostrandosi ai piedi della legalità.

L’eco mostro, simbolo di un’epoca in cui l’illegalità sembrava impunita, è ora ridotto in ceneri. Tuttavia, da questo atto di giustizia, sorgerà qualcosa di nuovo e positivo. Un’area che per troppo tempo è stata oggetto di abusi, si trasformerà in un’area parcheggio per camperisti, rispondendo alle esigenze della comunità e promuovendo un turismo sostenibile.

La decisione di abbattere l’eco mostro non è soltanto un gesto simbolico, ma rappresenta anche un chiaro messaggio: lo Stato è determinato a ripristinare l’ordine ed a restituire il territorio alla legalità. Questo intervento energico invia un segnale forte a coloro che pensano di poter sfidare impunemente le leggi dello Stato.

In un momento in cui la Calabria si sta liberando dagli ingranaggi dell’illegalità, questo evento segna un passo significativo verso un futuro in cui la legalità e la giustizia prevalgono. La regione, piano piano, sta ritornando a respirare un’aria di libertà e speranza, pronta a costruire un futuro migliore per le generazioni a venire. (al)

Tavernise (M5S): Con demolizione di Palazzo Mangeruca lo Stato si riappropria del territorio

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha evidenziato come, con la demolizione dell’ecomostro Palazzo Mangeruca di Melissa, «lo Stato ha dimostrato che una Calabria diversa è possibile, ora tocca alla politica creare le basi per questa trasformazione».

«È stato emozionante – ha aggiunto – assistere alla demolizione dell’eco mostro a Torre Melissa. Si è trattato di un momento importante nell’affermazione della presenza dello Stato nel territorio, non solo a livello simbolico, poiché realmente questo spazio sarà restituito alla collettività. E piace, infatti, anche l’idea avanzata dall’amministrazione comunale, finanziata dalla Regione, della nuova destinazione d’uso dell’area, che presto ospiterà un campeggio».
«Una proposta che mira a valorizzare questa bellissima porzione di costa Jonica – ha proseguito – e che si inserisce perfettamente in quella che è la tendenza, in continua crescita, del turismo itinerante. Proprio su questo tema, il 30 novembre scorso ho depositato una proposta di legge per normare il settore in costante sviluppo al fine di valorizzare maggiormente le bellezze della nostra terra.
Una terra stupenda e dalle mille sfaccettature, quella calabrese, che deve essere difesa dall’arroganza delle organizzazioni mafiose e accompagnata in un processo di crescita e sviluppo che per troppo tempo le è stato negato». (rrc)

L’OPINIONE / Franco Cimino: L’ecomostro di Torre Melissa, la bellezza liberata e la democrazia

di FRANCO CIMINO – Domenica è stato un giorno di festa. Per la Calabria. E come tutte le cose della Calabria, sempre in bianco e nero, terra dolce ed aspra nel contempo, questa festa contiene gioia e tristezza, serenità e inquietudine, rassicurazione e rabbia. Questa mattina, sul presto, è stato abbattuto il famigerato ecomostro, che per quarant’anni ha fatto cattiva mostra di sé davanti al mare bello di Torre Melissa. Si vedeva, e bene! Tutti l’abbiamo visto.

E mille volte. Quando si viaggiava (ancora si viaggia) lungo la peggiore strada del mondo, la statale 106, lo si poteva vedere benissimo, piazzato, ancora più criminalmente, sul lato destro della stessa strada, verso Sibari-Taranto muovendo. Era proprio sul ciglio, in mezzo a una curva, sì brutta e pericolosa ma aperta. Un pugno negli occhi per lunghi minuti. E, poi, davanti a quella mostruosità a spaventarti fino alla distrazione, che se evitavi un incidente, di certo, non la scampavi con la multa salata del furbo autovelox, che quella distrazione registrava senza esitazione. Io sono uno di quelli dolcemente “carezzati” da quelle foto per le quali molto utilmente avresti sacrificato vanità e fanatismo da “culistragine” maschile. Ché farsi fotografare da quegli aggeggi è meno bello di cento selfie.

Finalmente, il mostro è stato abbattuto. Da oggi non ci sarà più. Quasi a non crederci che quel quadro orribile sia diventato uno specchio trasparente. Fatto solo di luce e aria. E di colori. Quelli belli di questo Sud particolare, che degradano con il mutare del giorno e delle stagioni. E anche di trasparenza. Specchio, uso volutamente questo termine. E se posso forzarlo, scusandomene, aggiungo trasparenza. Specchio e trasparenza. La Calabria, che spesso si nasconde per convenienza o per vergogna, e (per una parte pur piccola ma invadente) per necessità e prudenza, finalmente può specchiarsi. Mostrare la faccia. E vedersi, per riconoscersi e piacersi. Trasparenza, per vedere la Bellezza, da qualsiasi parte ci si trovi. Ché, mi piace ripeterlo, tra gli occhi e il mare, tra lo sguardo e il cielo, o anche i monti che lo attirano, non deve esserci nulla. Tutto il bello della Natura deve conciliarsi con il bello della Persona. Trasparenza, perché le scelte compiute dai calabresi devono essere chiare e visibili. A occhio nudo. Sempre.

La trasparenza, come uno degli strumenti che conducono alla moralità e alla responsabilità. La moralità dei cittadini e dei governi, affinché operino lontanissimi da interessi che, da quelli egoisticamente personali e di lobby, a quelli del malaffare, contribuiscono a consumare risorse e ricchezze, economiche e paesaggistiche. Del territorio in particolare. Responsabilità, quale elemento fondante la Democrazia. Responsabilità, come consapevolezza che il proprio compito sia servire il Bene. E responsabilità come assunzione di responsabilità e individuazione costante di quanti sono responsabili della tutela del Bene Comune. Oggi questa Calabria si è vista. E chiaramente! Specchio, trasparenza, responsabilità, moralità. Sono ricomparsi, quali valori fondanti anche la Politica, sul litorale di Torre Melissa.

L’abbattimento di quel brutto edificio di sei piani alto e molti metri lungo, rappresenta emblematicamente tutto questo. Quella parte di territorio è stato strappato alle mafie e restituito alla gente. Melissesi e cirotani, crotonesi e calabresi. Meridionali e italiani. Europei e cittadini del mondo. Ché il territorio, anche quello più piccolo, è come il mondo. Non è di nessuno. È di tutti. Pensare che possano appartenere a delinquenti di ogni genere, mafie in testa, ‘ndrangheta in primis, padroncini delle economie sopra tutti, equivale a cecarsi gli occhi, svuotarsi l’anima, instupidire la mente, cancellare il pensare. Oggi, non è stata la vittoria dello Stato, come si suol dire, contro una famiglia ‘ndranghetista, probabilmente già sconfitta. È stata, invece, l’ancora iniziale affermazione di una consapevolezza, finora intimidita, e di un principio, finora occultato.

La consapevolezza che la ragione e la morale possono vincere contro l’arroganza della forza muscolare e sulla prepotenza che la riarma continuamente. Il principio, che la Democrazia è più forte di ogni autoritarismo, più forte della cattiveria. Perché la Democrazia è la Ragione che si fa corpo vivo e scelte giuste. È libertà che diviene. È la Politica, che di Cultura e idealità si nutre. È il laboratorio della costruzione del futuro e, insieme, lo scrigno per la conservazione e attivazione dei valori del passato. Consapevolezza del principio che Democrazia è stare insieme e camminare nella stessa direzione, ché la violenza vince solo contro le persone sole. Con chi viene lasciato ai margini. Sempre in solitudine. Anche a lottare e a morire in una società che, per superare il proprio senso di colpa, ha bisogno di inventare eroi. Oggi ha vinto la speranza che cambiare si può.

E in una regione che ha sempre negato questo nel modo più incisivo, contrastando, cioè, fin dall’inizio ogni respiro d’aria nuova. Ogni anelito al cambiamento. E all’avanzamento di figura autenticamente nuove nel campo dove si decidono le sorti della Calabria. Quello delle istituzioni, della democrazia rappresentativa, dei governi. Del potere. Bella, dunque, questa giornata. Bella per le persone presenti, tanti cittadini lì intervenuti come aderenti non come curiosi. Con loro tanti sindaci (avrei desiderato ce ne fossero molti di più, quelli delle Città più grandi e dei capoluoghi in testa) e il presidente della Regione, che ha detto parole molto importanti e impegnative. Bella, questa giornata, anche per i numeri e i materiali impiegati per l’obiettivo perseguito. Il tritolo e quattrocento chili utilizzati per vedere sfarinare quel mostro di ferro e cemento. Il tritolo che loro, quei falsi calabresi brutti e cattivi, hanno utilizzato per intimidire imprenditori e politici onesti. Per distruggere i cantieri di quanti non sottostavano alla logica del pizzo. Per spaventare la gente e ridurla all’impotenza e alla rinchiusura nel proprio piccolo privato, delle paure e della rassegnazione. Questa la gioia. È in questa deflagrazione. Questo tritolo di pace, lo è.

Della tristezza dico solo rapidamente per non oscurare la letizia. Tra i numeri, quelli più duri: quarant’anni per decidere di abbatterlo e per liberare la Bellezza sequestrata. Sono un tempo infinito. Inaccettabile anche oggi che è finito. Sette anni, per dare esecuzione alle sentenze che ne hanno ordinato la distruzione. Anche questi sono tempi assurdi. Inconcepibili. Facciamone, però, tesoro. Il presidente della Regione, si è impegnato a sostenere tutte le volontà e le forze che muoveranno in questa direzione. Se comuni e cittadini e libere associazioni, con la Giurisdizione oggi più attenta al fenomeno dell’ abusivismo edilizio, si impegnassero per distruggere tutto ciò che ha distrutto bellezza e ricchezza nostra, potremmo davvero dire la rivoluzione sarà finalmente partita. Ché la rivoluzione non è nei capovolgimenti del potere, ma nella liberazione della terra. Nel suo fresco respiro dell’aria. E nel profumo che diffonde. Nei cuori. (fc)

Demolizione Palazzo Mangeruca, Succurro (Anci): Fatto storico e simbolico

La sindaca di San Giovanni in Fiore, presidente della Provincia di CS e presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro, ha evidenziato come «la demolizione di palazzo Mangeruca ha una duplice significato: vuol dire che lo Stato vince sulla criminalità organizzata e che la Calabria può guardare al domani con grande speranza, perché le istituzioni pubbliche e il bene comune riescono a prevalere sulla prepotenza e sulla violenza della ’ndrangheta».

«Peppino Impastato ci ha insegnato che le mafie tentano di imporre il brutto e che bisogna restituire alle comunità locali il valore etico e sociale della bellezza, che appartiene a tutti. È proprio questo il messaggio dell’abbattimento dell’ecomostro di Torre Melissa, che ha visto le istituzioni e i cittadini uniti nell’affermare la legalità e –  ha concluso la presidente Succurro – il rispetto dell’ambiente della nostra meravigliosa regione, la risorsa principale per garantire la libertà di ciascuno e il futuro comune, soprattutto delle nuove generazioni». (rcs)

ABBATTUTO L’ECOMOSTRO DI MELISSA: È
UNA VITTORIA DELLO STATO SULLA MAFIA

Palazzo Mangeruca non c’è più. È stato abbattuto, infatti, l’ecomostro abusivo confiscato alla ‘ndrangheta, presente da decenni a Torre Melissa, simbolo del degrado urbano e del potere criminale.

L’edificio, un ex mobilifico, di 6 piani – 6000 mq -, che si trovava sulla statale 106, ed era stato dapprima sequestrato (nel 2007) e successivamente confiscato (nel 2009) a Costantino Mangeruca, presunto prestanome della cosca “locale” di ’ndrangheta, è stato fatto implodere grazie alla tecnica della distruzione controllata attraverso 400 chili di dinamite in microcariche.

In occasione di questa storica giornata per la Calabria, erano presenti alla demolizione, il governatore della Regione, Roberto Occhiuto, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, e il generale Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri.

L’abbattimento dell’ecomostro di Torre Melissa, che da anni deturpava uno dei tratti di mare più belli della costa crotonese, nasce da una precisa volontà della Giunta della Regione Calabria, presieduta da Roberto Occhiuto, che il 15 maggio 2022 aveva approvato – su proposta dell’allora assessore al Turismo, Fausto Orsomarso – una delibera che stanziava 700mila euro per la distruzione di Palazzo Mangeruca e la successiva realizzazione di un’area camper.

«La Calabria distrugge ciò che la ‘ndrangheta ha costruito abusivamente, deturpando il nostro territorio. Lo Stato è più forte della criminalità organizzata», ha dichiarato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

«Questa storica demolizione è il frutto di un lavoro di più Istituzioni – ha ricordato – l’Arma dei Carabinieri ha svolto un’opera straordinaria per velocizzare le procedure, l’Agenzia per i beni confiscati ha fatto altrettanto, così come la Prefettura. Oggi dimostriamo che la Calabria è cambiata: combatte le mafie e l’abusivismo edilizio, affermando che le Istituzioni sono più forti dei poteri criminali. Anzi, io assumo l’impegno a finanziare, come ho fatto in questo caso, tanti altri abbattimenti per riqualificare le aree dove la ‘ndrangheta ha costruito abusivamente, al fine di restituire quegli spazi ai cittadini nel modo più appropriato.
Ringrazio il governo perché mi è vicino in questa attività, a dimostrazione del fatto che oggi la Calabria è una Regione diversa, anche per la comunità nazionale».

«È un giorno importante per tutta l’Italia – ha commentato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani –, un segnale di vittoria della legalità, ed è significativo che il governo sia qui presente insieme alle altre Istituzioni. Il nostro esecutivo ha fatto della lotta alla criminalità uno dei suoi impegni centrali più importanti. E questa demolizione rappresenta una forte risposta dello Stato contro l’arroganza delle mafie. Il risultato a cui siamo pervenuti oggi è anche il simbolo di cosa bisogna fare anche in futuro».

«Si deve ringraziare il presidente Occhiuto – ha detto ancora – che ha impresso una grande accelerazione in questa direzione. Lo Stato, se è unito, può sempre vincere. Non possono esistere nei nostri territori zone franche sottratte alla legalità, questo vale qui in Calabria come in ogni angolo del Paese».

«Oggi, per lo Stato, è una giornata in cui affermiamo il rispetto delle regole. L’immobile abusivo costruito dalla ‘ndrangheta deve scomparire come la ‘ndrangheta deve scomparire presto», ha dichiarato il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto.

«Siamo qui proprio a confermare che lo Stato c’è, la Regione è presente – ha ribadito –. Occhiuto nel 2022 a posto fine ad una querelle che sembrava irrisolvibile e lunghissima. Mi sembra che oggi prendiamo atto che anche in Regioni difficili come la Calabria, come la mia Puglia, come la Campania siamo in condizioni di dire la nostra. Un’unione tra varie Istituzioni è riuscita a ottenere un risultato storico, un gioco di squadra straordinario con Carabinieri, Prefettura, politica e giustizia. Mi sembra che tutti abbiano dato un giusto contributo e il risultato è quello di restituire ai cittadini calabresi, all’Italia, un pezzo di territorio che qualcuno voleva invece indebitamente occupare».

«Questo è un giorno importante – ha sottolineato il comandante generale dei Carabinieri Teo Luzzi –, perché lo Stato si riappropria di un pezzo del suo territorio ed è il risultato frutto di un gioco di squadra che coinvolge tutte le Istituzioni nazionali e locali, i cittadini che ci chiedono questo: un servizio pubblico con attori che lavorano in sinergia per ottenere i risultati. Abbattere un ecomostro costruito dalla ‘ndrangheta significa far prevalere lo Stato sul male. È una giornata simbolicamente di grande interesse. Oggi lo Stato è più forte del passato, nel 2023 a livello nazionale solo per ciò che concerne i Carabinieri sono stati arrestati oltre 500 mafiosi delle varie consorterie e un altro dato importante è attinente al sequestro dei beni illecitamente accumulati dalle mafie: solo l’Arma ha sequestrato oltre 500 milioni di beni».

«Fare ciò significa contribuire al loro depotenziamento – ha detto ancora – ma soprattutto significa distribuire sul territorio beni ad associazioni. Il mio pensiero va anche ai tanti Carabinieri caduti sul territorio nel contrasto al crimine organizzato». (rkr)

Domani si demolisce il Palazzo Mangeruca a Melissa

È tutto pronto per la demolizione del Palazzo Mangeruca di Melissa, l’ecomostro presente da decenni nella frazione di Torre Melissa, uno dei tratti costieri più belli della Magna Graecia calabrese, nel Comune di Melissa, in provincia di Crotone.

L’edificio abusivo, un ex mobilificio di 6 piani – 6000 mq -, si trova sulla statale 106, ed era stato dapprima sequestrato (nel 2007) e successivamente confiscato (nel 2012) a Costantino Mangeruca, ormai deceduto, presunto prestanome della cosca “locale” di ’ndrangheta.

L’abbattimento dell’ecomostro di Torre Melissa nasce da una precisa volontà della Giunta della Regione Calabria, presieduta da Roberto Occhiuto, che il 15 maggio 2022 aveva approvato – su proposta dell’allora assessore al Turismo, Fausto Orsomarso – una delibera che stanziava 700mila euro per la distruzione di Palazzo Mangeruca e la successiva realizzazione di un’area camper.

Alla demolizione saranno presenti il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani e il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, Teo Luzi, comandante dell’Arma dei Carabinieri e il Prefetto di Crotone, S.E. Francesca Ferraro.

«L’annunciata presenza a Melissa di autorevoli rappresentanti del Governo Nazionale, conferma la portata epocale ed il valore non solo sociale ed ecologico, ma anche culturale e pedagogico dell’importate abbattimento di un bene simbolico, sottratto alla ‘ndrangheta», ha dichiarato il sindaco di Melissa, Raffaele Falbo.

«Bonificata quell’area – ha annunciato il sindaco – è nostra intenzione lasciare un ulteriore segno di rottura, soprattutto per le future generazioni, un punto di non ritorno: attraverso una installazione urbana che consegni alla Storia la memoria di questa giornata di libertà, intitolare la nuova area sosta camping che sarà realizzata nell’ambito del progetto finanziato dalla Regione Calabria, a quello che viene ormai considerato il Marcatore Identitario Distintivo (MID) più importante e più universalmente riconosciuto della Calabria che, per usare le parole del Governatore Occhiuto, l’Italia ed il mondo ancora non si aspettano: a Pitagora ed a quella Scuola di Crotone che ha lasciato all’umanità quel Teorema che ogni bambino nel mondo conosce».

«E per tutti noi ma credo per tutti i calabresi – ha aggiunto – quella nuova agorà sarà il nostro teorema della legalità, della libertà e dello sviluppo. Numerose sono le richieste di adesione istituzionale che stanno giungendo all’Amministrazione Comunale: sindaci, consiglieri regionali, parlamentari, sindacati. Saremo in tanti in un momento che sarà di tutta la Calabria. Sarà un segnale forte di unità e coesione regionale e della presenza di uno Stato che vuole rimanere vicino ai suoi cittadini ed alle loro attese di giustizia e progresso». (rkr)

Il Palazzo Mangeruca di Melissa sarà abbattuto il 17 dicembre

Il 17 dicembre sarà demolito il Palazzo Mangeruca di Melissa. Lo ha reso noto il sindaco Raffaele Falbo, esprimendo soddisfazione per il lavoro di coordinamento, giunto finalmente al termine, tra la Prefettura di Crotone, le Forze dell’Ordine, il Comune, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e l’impresa Lavori Stradali Srl.

Al posto dell’immobile sottratto alla ‘ndrangheta sorgerà un’area di sosta per i camper attraverso un progetto voluto fortemente dalla Regione Calabria che lo ha finanziato con 700 mila euro e dall’Amministrazione Comunale.

«Con la cancellazione definitiva di questo scarabocchio, uno dei più emblematici e brutti ecomostri della Calabria e forse di tutto il Sud Italia – ha sottolineato il primo cittadino – si contribuisce a scrivere per tutto il territorio una nuova e bella pagina di legalità e decoro».

L’abbattimento dell’edificio avverrà attraverso una demolizione controllata con microcariche temporizzate pari a 400 kg di esplosivo. Per tutte le fasi dell’operazione è stato predisposto e condiviso un piano di intervento nei minimi dettagli. È stata individuata una zona rossa entro la quale sarà interdetta ogni presenza umana per tutta la durata delle operazioni e una arancione, dove sosteranno gli addetti ai lavori. Per evitare, inoltre, che i detriti dell’imponente immobile possano danneggiare l’urbanistica e l’ambiente circostante, così come anche una struttura commerciale che sorge in prossimità del manufatto, è stato previsto l’impiego di muri d’acqua e di barriere infrangibili che impediranno la dispersione delle polveri. Una volta completata la demolizione, la strada sarà riaperta al traffico previa pulizia del manto stradale.

Sarà un’operazione seppur controllata, gigantesca, adeguata a restituire decoro e legalità a uno dei tratti costieri più belli dell’ex Magna Graecia calabrese. Il tratto di Strada Statale 106 interessato dalla presenza dell’immobile sarà chiuso dalle ore 8 di sabato 16 alle ore 15 di domenica 17. Giovedì 14 si riunirà il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. (rkr)

 

Palazzo Mangeruca di Melissa sarà distrutto

«Il Palazzo Mangeruca sulla SS106 ha i giorni contati.». È quanto ha dichiarato il sindaco di Melissa, Raffaele Falbo, annunciando che «uno dei più emblematici e brutti ecomostri della Calabria e forse di tutto il Sud Italia sta per essere cancellato dalla faccia del territorio di cui per decenni ne ha violentato immagine, decoro, qualità e prospettiva».

Giovedì scorso, infatti, sono stati consegnati i lavori per il suo abbattimento e per il ripristino della legalità. «Dell’eliminazione dell’edificio – ha spiegato Falbo – che avverrà attraverso l’utilizzo di micro-cariche di dinamite è stata incaricata la Società Impresa Lavori Stradali Srl che ha già predisposto e condiviso il piano di intervento nei minimi dettagli».

Al posto di Palazzo Mangeruca sorgerà un’area di sosta per i camper grazie ad un progetto voluto fortemente dall’Amministrazione Comunale e reso possibile grazie ad un finanziamento regionale di 700 mila euro. Alla presenza dei responsabili della Società incaricata e del responsabile del procedimento (Rup) Ingegnere Ferdinando Greco e dei progettisti, gli architetti Vincenzo Wladimiro Leto, Giuseppina Leto e Francesca Felice, nei giorni scorsi il primo cittadino ha incontrato residenti ed attività commerciali ubicate sul sito per condividere ogni dettaglio esecutivo dell’importante operazione.

«Dopo tantissimi anni metteremo finalmente la parola fine – ha sottolineato – su uno dei più intollerabili ed inguardabili abusi edilizi lungo gli 800 chilometri di costa della nostra penisola».

Il sindaco Falbo, poi, ha ripreso e rilanciato le parole Governatore Roberto Occhiuto quando nel luglio scorso annunciava l’inizio delle procedure per cancellazione di questo obbrobrio dal valore simbolico, etico e pedagogico. «A Melissa – ha scandito – la Calabria che vuole riprendersi in mano il proprio destino e le chiavi autentiche del proprio sviluppo ordinato, rispettoso dell’ambiente e durevole, scriverà a breve una pagina storica e di grande bellezza; un percorso che giunge oggi al termine e che – ricorda Falbo – trae origine dalla visita a Melissa per la conquista della Bandiera Blu 2021 da parte dell’allora assessore regionale al turismo Fausto Orsomarso e del successivo sopralluogo ad hoc nel quale lo stesso Orsomarso accolse subito la nostra proposta, seguendone l’iter in tutte le fasi successive».

Resta ancora ignoto, per motivi di ordine pubblico, il giorno della demolizione che sarà deciso nel corso del prossimo incontro del Comitato di Ordine e Sicurezza convocato in Prefettura a Crotone per il prossimo giovedì 12 ottobre. L’iter esecutivo dell’intervento di bonifica e ripristino della legalità è stato avviato, di fatto, lo scorso 18 luglio con la scadenza della gara d’appalto al termine della quale la Stazione Unica Appaltante provinciale ha assegnato i lavori individuando la migliore proposta tecnica che prevedeva tre step di attuazione: quello propedeutico per la messa in sicurezza dei luoghi; quello della demolizione; e il terzo e ultimo passaggio relativo alla rimozione dei detriti e alla successiva realizzazione dell’area di sosta attrezzata per i camperisti.

Impresa Lavori Stradali Srl, l’affidamento alla quale si perfezionato lo scorso settembre, è una società calabrese leader nel settore della realizzazione di grandi opere. Da oltre 30 anni investe in risorse umane, tecnologia, sicurezza e qualità. Inoltre, oltre ad aver ottenuto il badge del Rating della Legalità dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) gode di tutti i marchi di qualità per il settore. Tra l’altro è l’unica che è riuscita a predisporre un piano di demolizione del Mangeruca, in una sola giornata rispettando tutti gli standard di sicurezza ed efficienza.

Come nel 2006 avvenne per gli immobili di Punta Perotti a Bari, quel fabbricato verrà giù in pochi istanti grazie alla tecnica della distruzione controllata attraverso la dinamite in microcariche. È stata individuata una zona rossa entro la quale sarà interdetta ogni presenza umana per tutta la durata delle operazioni e una arancione, dove sosteranno gli addetti ai lavori. Per evitare, inoltre, che i detriti dell’imponente immobile possano danneggiare l’urbanistica e l’ambiente circostante, così come anche una struttura commerciale che sorge in prossimità del manufatto, è stato previsto l’impiego di muri d’acqua, di barriere infrangibili e di quattro speciali Fog Cannon che impediranno la dispersione delle polveri. Sarà un’esplosione seppur controllata gigantesca, adeguata a restituire decoro e legalità a uno dei tratti costieri più belli dell’ex Magna Graecia calabrese. (rkr)