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A Gioia Tauro e San Ferdinando un consiglio comunale aperto a difesa del Porto di Gioia

A Gioia Tauro e San Ferdinando un consiglio comunale aperto a difesa del Porto di Gioia

È convocato per domani, 12 ottobre, il Consigli comunale aperto congiunto del Comune di Gioia Tauro e San Ferdinando a difesa del Porto di Gioia Tauro.

All’ordine del giorno un unico punto: Manifestazione del 17 ottobre: “Il porto di Gioia Tauro non si ferma!”.

Tra le adesioni, già confermata la presenza del Vescovo di  Oppido-Palmi Mons. Francesco Milito mentre ampia partecipazione si attende da parte delle istituzioni, dalle forze politiche locali, dai corpi sociali e dalla cittadinanza.

Il Consiglio Comunale che vede la partecipazione in seduta comune due amministrazioni locali, si colloca tra le iniziative già assunte a difesa del Porto di Gioia Tauro, il cui futuro è messo in pericolo dalla direttiva UE 959-2023 ETS che penalizzerebbe oltremisura lo scalo rispetto ai più vicini competitor extra-europei. 

La serie di azioni culminerà con il grande meeting previsto per il 17 ottobre alle 13 di fronte al gate di ingresso portuale organizzato dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro insieme con i comuni di San Ferdinando e Gioia Tauro, l’assemblea Città degli Ulivi e le rappresentanze dei lavoratori.

La manifestazione del 17 ottobre sarà animata dalla partecipazione popolare ma anche dalla presenza autorevole di numerose cariche istituzionali tra cui diversi parlamentari e il governatore della Calabria. 

La mozione che sarà votata congiuntamente dai consigli comunali di San Ferdinando e Gioia Tauro rileva ed evidenzia le criticità e i grandi rischi che la direttive UE introduce nel sistema portuale nazionale.

I consigli comunali deliberano di impegnare la presidente del Consiglio dei ministri, il Governo nazionale, il presidente della Giunta regionale, il presidente del Consiglio regionale, il sindaco e la Giunta della Metrocity RC «affinché, nell’ambito delle specifiche prerogative e competenze, si adoperino, in sede Nazionale ed in sede Europea, per ottenere una moratoria sull’applicazione di detta normativa, sin da subito escludendo dalla definizione “porto di scalo” anche i porti di trasbordo europei».

I consigli comunali, inoltre, hanno deliberato di «affidare alla politica nazionale ed europea l’opportunità di favorire l’adozione di una legislazione in materia di cambiamenti climatici che venga sottoscritta anche dalle Nazioni che si affaccino sul Mare Mediterraneo e, in particolare, le Nazioni del Nord Africa, così da evitare il verificarsi di una concorrenza sleale tra gli scali internazionali che penalizzerebbe il grande porto di Gioia Tauro, importante infrastruttura portuale per il “Sistema Paese” e per la “logistica delle merci”». (rrc)