All’ ospedale Annunziata di Cosenza s’inaugura la “Culla per la vita”contro l’abbandono neonatale e l’infanticidio.
Lo scorso 20 novembre, infatti, il Consiglio regionale aveva approvato, all’unanimità, un odg presentato dal consigliere Pietro Molinaro, dal titolo “Culle per la vita: un’opportunità per le donne a tutela della vita”.
«La sua mission è duplice – ha spiegato Molinaro, presente all’inaugurazione – da un lato ha l’obiettivo di diffondere la vigente Normativa italiana che consente alle future mamme, italiane o straniere in grave difficoltà, di partorire in anonimato e sicurezza in tutte le strutture ospedaliere pubbliche. Dall’altro, attraverso l’installazione della culla termica all’interno dell’ospedale si offre un’alternativa alle madri che, per gravi motivi, arrivano alla dolorosa decisione di separarsi dal proprio bambino».
«La culla – ha continuato – rappresenta, infatti, un aiuto e una speranza per scongiurare gesti disperati come l’abbandono dei neonati per strada o nei cassonetti. Questa concretizzazione offre all’interno del nostro ospedale, un luogo sicuro, quale è appunto la culla, dedicata alle mamme in difficoltà che non possono occuparsi del loro bambino appena partorito».
«Non posso che complimentarmi con l’iniziativa – ha proseguito – che spero possa diffondersi anche in altre strutture pubbliche e private. Prendersi cura della vita nascente, accoglierla ed amarla rappresenta un essenziale obiettivo, ancor più nelle situazioni di grande disagio e fragilità. La Calabria colma un gap: era una delle cinque regioni dove non era attiva la “Culla per la vita”».
«È una risposta generosa della nostra comunità – ha detto ancora Molinaro – ai recenti fatti di cronaca che hanno contrassegnato Cosenza e che apre le porte all’adozione e all’affido. Ci pone poi un altro obiettivo: intercettare in anticipo le donne in difficoltà e supportarle in modo adeguato potenziando i consultori con strutture, personale e risorse adeguate di costruire insomma luoghi di fiducia, di accoglienza e di ascolto che non siano solo erogatori di servizi ma di relazioni generative, anche con il coinvolgimento delle associazioni. Prospettive ancora più ampie, ariose, che portano molto più lontani!». (rcs)