di RUBENS CURIA – Le soluzioni per la nostra travagliata sanità non possono esaurirsi nel chiedere solamente più finanziamenti, anche se nel riparto del Fondo Sanitario Nazionale siamo danneggiati perché le Regioni forti (Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana) non vogliono tener conto, in sede di Conferenza Stato-Regioni, della “deprivazione sociale” ovvero della povertà che è un potente “determinante sociale della salute; inoltre, come ci ricorda Gianfranco Viesti, «la media annua degli investimenti pubblici nella sanità è stata di 77 euro per abitante nel Nord-Est (184 euro a Bolzano) e di 25 euro nel Sud Continentale (in Calabria 16 euro)».
È necessario modificare il paradigma culturale della sanità che valorizzando la “medicina di prossimità e d’iniziativa” permetta alla spedalità di curare gli acuti e di fare ricerca non surrogando la medicina territoriale. Abbiamo la grande occasione del Pnrr (Monitoriamolo continuamente) che prevede una filiera positiva costituita da: “La prima cura a domicilio”, “Le Strutture Sanitarie Intermedie” e “Gli Ospedali”, senza dimenticare la “Prevenzione” che pone al centro “Il Distretto 2.0 luogo d’incontro tra le “Reti Formali e le Reti Informali costituite, in questo caso, dal Volontariato, dal Terzo Settore, dalle Parrocchie, dai Centri Sociali e da altri luoghi di aggregazione”.
Bisogna valorizzare una sanità “inclusiva”, una sanità dei cittadini che ponga fine ad una sanità autoreferenziale in cui ognuno, come Narciso, si specchia; in questo caso sono importanti i luoghi del controllo sociale da parte dei cittadini organizzati in Associazioni previsti dalla normativa (Comitati misti consultivi, Consulte dei Dipartimenti di Salute Mentale ecc.) e la Formazione continua del personale che nella nostra regione è carente.
Per la formazione partirei dalla burocrazia che non riesce a spendere i finanziamenti erogati dallo Stato, per esempio, gli 86 milioni di euro assegnati alla Calabria con una delibera del Cipe del luglio 2019 che avrebbero dovuto consentire di acquistare “Apparecchiature Medicali”, ancora sono in gran parte inutilizzati (spesi 33 milioni 107 mila euro)!
Poiché desidero essere breve e concreto mi soffermo su alcune proposte: 1) Immettiamo giovani professionisti di cui in Calabria c’è disponibilità ( Psicologi, Assistenti Sociali, Ostetriche, Ingegneri, Geometri ecc.) in un SSR anziano per cambiare passo in attesa di essere attrattivi nei riguardi dei medici e degli infermieri che lavorano fuori Regione; 2) Attiviamo l’U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile e della Adolescenza presso l’ Azienda Universitaria Dulbecco prevista sin dal novembre 2022 che darebbe una parziale risposta alla emigrazione sanitaria di dei nostri bambini ( 788 nel 2022); 3) Attiviamo una Rete “POCT”, che abbiamo proposto da tempo, che ci consentirebbe di avere, in tempi brevi, i risultati degli esami ematici, anche salva vita, come la troponina; 4) Attiviamo gli “Ambulatori Infermieristici” sul territorio secondo una proposta che abbiamo elaborato, come Comunità Competente, insieme ad alcuni Ordini Provinciali degli Infermieri per implementare una medicina di prossimità e d’iniziativa. Inoltre attiviamo gli Infermieri di Comunità in tutta la Calabria; 5) Approviamo il Dca attinente al “Budget di salute”, licenziato da oltre 4 mesi dal “Tavolo Tecnico Regionale”, che è un passo importante per prevenire l’istituzionalizzazione dei pazienti psichiatrici; 6) Approviamo il Dca attinente al “Piano d’azione regionale sulla salute mentale” elaborato nel settembre scorso dal “Coordinamento Regionale sulla salute mentale”.
7) Estremamente debole è la politica attinente alle “Aree Interne” che dovrebbe armonizzare il ruolo degli Ospedali di zona disagiata con gli interventi di welfare previsti con la Rete di servizi alla persona predisposta a livello degli Ambiti Territoriali Sociali e l’integrazione sociosanitaria. Sarebbe opportuno sottolineare l’esiguità delle risorse finanziarie (spese con enormi ritardi) che coinvolgono solo 5 Aree Interne che sono una goccia nel deserto della fragilità orografica e demografica. Pertanto sarebbe auspicabile che la Regione avanzasse al Governo Nazionale una proposta perché la Strategia Nazionale Aree Interne (Snai) aumentasse il suo bacino d’intervento e che la Regione valorizzasse la Telemedicina con un occhio ai “long term care”, all’infermiere di Comunità, alle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), all’Emergenza / Urgenza ed alle Piattaforme di Elisoccorso; 8) Dobbiamo credere nel ruolo dei Consultori Familiari che sono un importante Front Office delle famiglie con una funzione inclusiva e di prevenzione; pertanto ribadisco la proposta più volte avanzata di attivare gradualmente in Calabria i 95 Consultori previsti dalla normativa e da subito in ogni Distretto un Consultorio h12 ed anche laddove sono stati chiusi i “Punti nascita”; 9) Valutiamo la fattibilità di attivare “Equipe mediche mobili” per sopperire alla carenza del personale negli Ospedali; 10) Costruiamo le Case della Comunità come luoghi dell’integrazione sociosanitaria senza trattino creando un forte rapporto con i Medici di Medicina Generale, gli Specialisti ambulatoriali interni, gli Enti Locali, il Volontariato ed il Terzo Settore; 11) Istituiamo le Aziende Sanitarie Ospedaliere (Aso) di Cosenza e Reggio Calabria che dovrebbero gestire tutti gli ospedali e le Aziende Sanitarie Territoriali (Ast) di Cosenza e Reggio Calabria che sarebbero responsabili della sanità territoriale; 12) Sollecitiamo il ruolo di verifica della Struttura Commissariale? Del Dipartimento? di Azienda Zero? In merito ai Dca approvati… per esempio le Aggregazioni Funzionali Territoriali che hanno un importante ruolo sul territorio stanno funzionando? Le Commissioni Consultive Miste sono state costituite dalle Aziende Sanitarie?
Gli screening oncologici perché zoppicano fortemente? i Centri per le demenze ed il Deterioramento Cognitivo che curano oltre 32.000 pazienti… funzionano?
Infine, bisognerebbe valorizzare le “buone pratiche” che sono presenti nel nostro Servizio Sanitario Regionale perché facciano da traino sulle varie problematiche.
In questa iniziativa noi ci siamo, auspicando di unire le esperienze ed i saperi per una sanità che metta al centro prima la persona. (rc)
[Rubens Curia è portavoce di Comunità Competente]