di BRUNELLA GIACOBBE – Iniziata il 25 gennaio sarà in corso fino al 13 aprile al Museo del Presente di Rende (Cosenza) la mostra “Andy Warhol – Pop Art Revolution” curata da Gianfranco Rosini – direttore delle collezioni d’arte di famiglia, Rosini Gutman Collection, che raccoglie l’esperienza e la tradizione di una famiglia di galleristi e mercanti d’arte – con di Marilena Morabito – di Reggio Calabria, curatrice di mostre ed eventi d’arte – e il patrocinio del Comune di Rende tramite finanziamenti PAC 2014/2020 – Azione 6.8.3, nell’ambito dell’Avviso “Attività Culturali 2023” della Regione Calabria.
L’esposizione dedicata al padre fondatore della corrente artistica denominata Pop Art, offre un’immersione nell’universo creativo dell’artista, ospitando oltre 150 opere, tra multipli e pezzi unici e ripercorrendo l’intero cammino artistico e iconografico di Warhol ed esplorando i suoi soggetti più celebri. Tra questi, spiccano il Gold Book, creato in occasione della sua prima mostra personale di successo alla Bodley Gallery di New York, e Wild Raspberries, insieme a icone degli anni ’60 e ’70 come Flowers, Mao, Marilyn, Mick Jagger, Liza Minnelli, Joseph Beuys, Liz Taylor e Ladies and Gentlemen.
La collezione prevista da Rosini include anche opere inedite come Space Fruits, che Warhol descrisse nei suoi diari come il segno di una rinascita emotiva e artistica, a dieci anni dal suo attentato. Oltre che serie iconiche come Dollars, Fish, Candy Box, Drag Queen, Kiku e altre serie come le Cover, Interview, Dress e i celebri ritratti di icone come Marilyn Monroe, , Che Guevara, Michael Jackson, Elvis Presley, Elizabeth Taylor, Brigitte Bardot, Marlon Brando, Liza Minnelli e molti altri. Ovviamente esposte anche le celebri Campbell’s Soup Box, opere fondamentali per comprendere l’evoluzione artistica di Warhol.
La mostra che ha toccato anche paesi esteri come Andorra, San Marino, Spagna, Germania, Monaco, Svizzera e Taiwan, e molte città italiane e che ora è possibile visitare a Rende, offre davvero una prospettiva unica sull’opera di Warhol, perché si concentra su quelle carattristiche che, per affinità estetica e intellettuale, rispecchiano le sue radici europee, precisamente della Slovenia, mettendo in luce una parte del suo lavoro intima, sentita e autentica.
Un artista poliedrico
Andy Warhol fu pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e montatore. “Nacque a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto 1928, come ultimogenito di Ondrej Warhola (1889-1942), che anglicizzò il suo nome in Andrew Warhola dopo l’arrivo negli Stati Uniti, e di Júlia Justína Zavacká (1892-1972). Entrambi erano immigrati russi provenienti da Miková, un piccolo villaggio situato nell’attuale Slovacchia orientale. Sin da giovane, Warhol dimostrò un grande talento artistico e si iscrisse al Carnegie Institute of Technology, oggi conosciuto come Carnegie Mellon University, dove studiò arte pubblicitaria.
Inizialmente lavorò come grafico pubblicitario, dedicandosi successivamente alla pittura. Dopo aver conseguito la laurea nel 1949, si trasferì a New York, dove la città gli offrì numerose opportunità nel mondo della pubblicità, collaborando con riviste prestigiose come Vogue e Glamour”.
Morì a 58 anni a New York il 22 febbraio 1987, in seguito a un intervento chirurgico andato male, dopo aver realizzato la sua profetica ultima opera Last Supper ispirata all’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Sebbene i funerali si svolsero nella sua città natale, a New York venne celebrata una messa di suffragio. Nella primavera del 1988 ben 10.000 oggetti di sua proprietà furono venduti all’asta di Sotheby’s per finanziare la “Andy Warhol Foundation for the Visual Arts”.
Nel 1989 il MOMA (Museum of Modern Art di New York) gli dedicò una grande retrospettiva. Dopo la morte, la fama e la quotazione delle opere crebbero al punto da rendere Andy Warhol il “secondo artista più comprato e venduto al mondo dopo Pablo Picasso”. (bg)