«L’obiettivo è quello di tutelare la salute dei cittadini». È quanto ha detto Jacopo Morrone, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie che ha concluso le audizioni a Crotone sul tema della bonifica del sito industriale, sottolineando come «la bonifica è l’obiettivo di tutti, se poi dall’altra parte non ci si trova d’accordo fra istituzioni penso che si faccia una brutta figura con tutti quanti i cittadini che si aspettano delle risposte. Vediamo che le ruspe sono ferme».
«Bisognerebbe capire come si può fare per farle muovere», ha detto il deputato della Lega, ricordando come «noi siamo qua per accendere i riflettori e far vedere comunque che c’è una considerazione da parte dello Stato italiano – ha detto Morrone -. Come commissione di inchiesta cercheremo di sollecitare quelli che sono gli organi coinvolti. Comune, Provincia, Regione, il Ministero ed il privato devono mettersi attorno a un tavolo e trovare la soluzione. Ho già parlato con il ministro, non tarderò a parlare con il presidente della Regione e anche con gli altri organi istituzionali che sono coinvolti. Da parte nostra c’è la volontà di spingere perché si porti avanti la bonifica».
Il deputato della Lega ha precisato che la commissione non può dare risposte sulla scelta di lasciare i rifiuti a Crotone o trasferirli fuori regione.
«Questo – ha detto – io non lo posso sapere. Il ministro è d’accordo nel trovare prima di tutto una soluzione coinvolgendo il territorio. Immagino che un territorio cerchi di difendere determinate situazioni. Qui ci sono un Comune, una Provincia, una Regione e penso si possa trovare una soluzione di comune accordo. Penso che i rifiuti non debbano rimanere là dove sono, in una discarica vista mare con la possibilità che inquini ulteriori ettari di mare. Una soluzione va trovata. Sulla situazione di rischio non ci sono dubbi e non penso ci sia modo e tempo neanche di litigare o discutere per trovare una soluzione: ci sono risorse, quindi si può dare una soluzione perché non trovarla nel più breve tempo possibile».
«Penso – ha concluso – che chi ha responsabilità politica deve avere anche la responsabilità di trovare una soluzione condivisa cercando di far andare d’accordo quelli che sono gli obiettivi o comunque le necessità di un territorio con quelle che sono le normative naturalmente in essere».
L’audizione è stata anticipata da un sopralluogo fatta dalla Commissione, composta da Dario Iaia (Fdi), Nicola Irto (Pd), Maria Stefania Marino (Pd) e Carla Giuliano (M5S).
Sono stati auditi Paolo Grossi, amministratore delegato di Eni Rewind che sta realizzando la bonifica, il prefetto di Crotone, Franca Ferraro, il sindaco, Vincenzo Voce, e il procuratore della Repubblica di Crotone, Domenico Guarascio.
Per Grossi, «il problemi che al momento impediscono la bonifica dell’ex sito si chiamano Comune, Provincia e Regione».
Il nodo della questione è il blocco delle attività di bonifica a causa della vicenda sul destino dei rifiuti. Gli enti locali e la Regione li vorrebbero fuori dalla Calabria come prevede il provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur).
«Noi – ha aggiunto – speriamo che la visita della commissione sia un’occasione di fare chiarezza. Io credo che in questa vicenda noi possiamo essere accusati di tutto ma non certamente di non metterci la faccia. Il Paur è un vincolo politico senza nessuna istruttoria tecnica e con delle motivazioni che si sono rivelate non corrette».
«Noi siamo molto determinati – ha proseguito – a portare avanti la bonifica, abbiamo già eseguito tutto quello che era eseguibile e saremmo partiti con gli scavi il 20 gennaio se Sovreco (la discarica di Crotone destinata a smaltire i rifiuti, ndr) non fosse stata bloccata in primis dalle diffide della Regione e degli altri enti locali. Abbiamo detto chiaramente da tempo che c’è una normativa europea, non da oggi ma dal 1994, che prevede di smaltire i rifiuti in prossimità delle zone dove sono stati prodotti, c’è un regolamento europeo vigente dal 2006 ed nuovo regolamento già in corso che vieterà lo smaltimento all’estero».
«Io – ha precisato Grossi – non sono a conoscenza di problemi. Posso dire chiaramente che la bonifica oggi non è avviata e gli scavi in particolare sono fermi da gennaio perché la Regione, il Comune e la Provincia hanno fatto una diffida. Quindi non c’è bisogno di pensare ad altre forze che magari ci saranno».
Immediata la risposta del sindaco Voce, definendo «paradossali» le dichiarazioni dell’ad di Eni.
«Secondo l’amministratore delegato il problema dello stallo della bonifica è rappresentato da Comune, Provincia e Regione Calabria – ha detto il primo cittadino –. Il motivo? Ci stiamo opponendo con tutte le forze nella difesa del nostro territorio. Meno male aggiungerei».
Nella giornata del 18 febbraio, sono stati auditi Michele Fratini, responsabile area per le caratterizzazioni e la protezione dei suoli dei siti contaminati per il Dipartimento del servizio geologico d’Italia di Ispra, e di Michelangelo Iannone, commissario straordinario Arpacal. (rrm)