di FRANCO BARTUCCI – Alla fine è stato ritirato l’emendamento presentato da tre senatori di Forza Italia e sostenuto dal Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, avente come obiettivo la proroga del mandato del Rettore Leone, in scadenza il prossimo 31 ottobre 225, fino al 31 dicembre 2027.
Un emendamento che imponeva all’intera comunità universitaria (studenti, docenti e non docenti) una presenza dirigenziale nell’Ateneo fuori dal comune, dalle regole e in contrasto con le leggi sull’autonomia 9 maggio 1989, n. 168, sugli Statuti dell’Università del 1997 e del 2004, nonché della legge di riforma universitaria, nota come legge Gelmini, n° 240 del 30 dicembre 2010, che fissava la durata dei mandati rettorali in due (tre più tre) con durata massima di sei anni.
Adesso la comunità universitaria avrà tutto il suo diritto per impegnarsi nelle prossime settimane, attraverso una regolare competizione elettorale, che dovrà indire il Decano, prof. Francesco Altimari, ad eleggere il suo nono rettore dei suoi 54 anni di vita di storia (partendo dalla nomina ed insediamento degli Organi amministrativi ed accademici avvenuta nella primavera del 1971).
Sia nella fase di esame dell’emendamento, che prevedeva il prolungamento del mandato al rettore per altri due anni e due mesi, arrivato ad essere “disintegrato”, come qualcuno giustamente ha commentato, con la sua non ammissibilità, e poi il fatto che i proponenti non lo hanno ritirato subito, ma lo hanno mantenuto ritardando i lavori di approvazione del testo del decreto milleproroghe, diciamo che il clima, sia negli ambienti del senato che nella stessa Università, dove la vicenda veniva seguita passo, passo, non era dei migliori.
Il ritiro dell’emendamento è arrivato attorno alle 17 di mercoledì 12 febbraio 2025 favorendo un rasserenamento sia in ambito politico che accademico; soprattutto in ambito accademico, dove tirare fuori dichiarazioni, testimonianze e quanto altro, nei giorni precedenti, utile a mostrare la libertà di opinione e di coscienza critica in regime di democrazia a tutela dell’immagine stessa dell’Università, è diventato arduo e preoccupante. Solo la Cgil, lo Snals e la nuova sigla Unione Sindacale di Base (Usb) hanno trovato il coraggio di uscire e manifestare il loro dissenso rispetto alla proroga del mandato ed al clima politico che si era creato.
L’immobilismo regnava nell’UniCal come se nulla stesse per accadere guastandone la sua autonomia, facendo venir meno un pezzo di storia e di battaglie appartenenti ad un periodo fulgente del passato. Tutto questo fino a quando i professori Domenico Cersosimo e Antonello Costabile, docenti onorari in quiescenza della stessa Università, hanno scritto una loro lettera “verità” indirizzata al corpo accademico, rivolgendo loro un sano e giusto consiglio di condannare e respingere l’emendamento proroga del rettore, che avrebbe leso l’autonomia dell’Università se approvato.
A questi è da aggiungere anche una lettera del prof. Galileo Violini, già docente in quiescenza del dipartimento di fisica e delegato ai rapporti internazionali del rettore Giovanni Latorre, giudicata da un collega giornalista una “legnata”, sia per l’ambito accademico che politico, pubblicata dal quotidiano online “Calabria.Live”; come è da apprezzare che questo giornale è stato l’unico strumento d’informazione a seguire la vicenda con puntigliosità fin dal primo momento della nota diffusa dal Movimento Cinque Stelle, che portava a conoscenza dell’opinione pubblica la presentazione dell’emendamento alla commissione costituzionale del Senato. Non si comprende, quindi, il perché della completa disattenzione degli organi d’informazione locale nel non seguire la vicenda ed effettuale le dovute indagini ed inchieste per capire il perché dell’immobilismo della comunità universitaria.
Come strane sono state la totale noncuranza da parte di un Senato Accademico degli Studenti in perfetto silenzio, come tutte le 26 associazioni studentesche presenti nell’Università. Non è stata neanche convocata un’assemblea del Corpo Accademico dell’Università per fare il punto della situazione, per non parlare poi della mancata convocazione di una possibile e necessaria Assemblea di Ateneo, che avrebbe coinvolto le tre componenti dell’Università (studenti, docenti e non docenti), per come è sempre accaduto negli anni passati, ogni qualvolta accadevano nell’Università accadimenti che ne guastavano l’immagine o ne rallentavano i percorsi di sviluppo per come stabilito dalla sua legge istitutiva, dallo Statuto e regolamenti vari.
Sarebbe opportuno e necessario che le nuove generazioni presenti oggi nell’UniCal si appropriassero del patrimonio della storia passata per essere vigili e non farsi distrarre da pericoli sempre incombenti che portano ad allontanarsi da un progetto ancora tutto da realizzare. Basta rileggere la sua storia e grazie a Dio ci sono tre volumi “La storia dell’Università della Calabria – Dalla legge istitutiva alla sua realizzazione” di Aldo Bonifati, in dotazione dell’Associazione Internazionale “Amici dell’UniCal”, giacente anche nella Biblioteca d’Ateneo, dove sono stati focalizzati i primi 38 anni di vita dell’Ateneo (1971/16 gennaio 2009), che si consiglia soprattutto agli studenti di consultare e farne memoria per essere nel presente e nel futuro, spirito, corpo e memoria a tutela del buon governo dell’Università. (Continua)