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L'Aula di Montecitorio

Gran parte del Parlamento contro Morra: continua la bufera dopo le squallide dichiarazioni

Anche se ufficialmente non ha preso posizione il presidente della Camera Roberto Fico (grillino come Morra) un crecsente numero di deputati si schiera apertamente contro le spregevoli frasi del Presidente della Commisione antimafia a proposito della defunta Jole Santelli e die calabresi in generale. La presidente del Senato Elisabetta Casellati, al contrario ha stigmatizzato il comportamento del senatore grillino: «La frase di Morra – ha detto la presidenet Casellati – disonora le istituzioni: infanga la memoria di Jole Santelli ritenuta colpevole di essere stata malata; discrimina senza umanità i malati specie quelli oncologici; delegittima la libera scelta degli elettori, offende i calabresi come fossero tutti delinquenti».

Intanto i componenti della Commissione bicamerale Antimafia parlamentaridella Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, hanno dichiarato che non parteciperanno ai prossimi lavori in commissione se non dopo le dimissioni del presidente Morra.

Lo sdegno è trasversale: «Il rispetto per chi non c’è più distingue gli uomini dalle bestie. Le parole di Morra sulla compianta Jole Santelli sono semplicemente indegne. Solidarietà ai familiari e a tutto il popolo calabrese», ha scritto su Facebook il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone, cui ha fatto eco il presidente di Italia Viva Ettore Rosato, che scrive: «Ho riascoltato le frasi pronunciate dal senatore Morra. Affermazioni inaccettabili, chieda scusa. Questi sono gli effetti di quando si perde umanità e senso del limite per un titolo in più sul giornale»

Per il Partito Democratico il deputato Emanuele Fiano, ha detto che «le parole del senatore Morra sono indegne nei confronti dei calabresi e ingiuriose e volgari nei confronti della memoria di Iole Santelli. Bisogna combattere senza tregua la ’Ndrangheta, non offendere i calabresi con parole qualunquiste. Il senatore Morra avrebbe già dovuto scusarsi da molte ore». Anche il senatore Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd e capogruppo dem in commissione Antimafia, ha commentato negativamente: «Morra sbaglia. Alimentare sterili polemiche non serve ad affrontare il tema della lotta alla criminalità organizzata in Calabria. È la ‘Ndrangheta il vero problema di quella regione. Accusando genericamente i cittadini e gli elettori calabresi si finisce per non vedere dove sono le vere responsabilità e per mancare di rispetto alla memoria di Iole Santelli che era stata democraticamente eletta presidente di quella regione. In quella terra la criminalità organizzata si è insediata sempre di più nel tessuto economico politico e sociale. È questo che una politica responsabile deve combattere, insieme alle forze dell’ordine, cercando unita e senza scadere in accuse generiche e senza senso».

Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà: «Il presidente della Commissione Antimafia Morra ha dato una bella prova di se stesso parlando in termini che è poco definire spregevoli di Jole Santelli. Ma il suo è un atteggiamento di stampo razzista nei confronti della Calabria e dei calabresi. Detto ciò, rifiutiamo il metodo della sentenze anticipate, nel senso che l’accusa guidata dal Pm Gratteri ha aperto un processo dalle implicazioni certo molto inquietanti per quanto riguarda la sanità calabrese. La dialettica processuale però in un Paese civile si basa su quello che afferma l’accusa e sulle risposte della difesa. Finora la difesa di Tallini non ha ancora parlato. Siamo abituati a situazioni nelle quali tutto veniva dato per scontato e poi invece la dialettica processuale ha visto la sentenza anticipata negata da assoluzioni sancite dalla magistratura giudicante. Francamente ci auguriamo che tutto quello che ha affermato la procura sia vero però essa deve passare attraverso il vaglio della dialettica processuale perché siamo in Italia e non ancora né in Polonia non in Ungheria non in Egitto».

«Ogni giorno, ma proprio ogni giorno, trovo un motivo in più per sentirmi fiero di non avere nulla a che fare con questa gentaglia» ha scritto su Twitter  Carlo Calenda, leader di Azione.

Il sen. Ernesto Magorno (sindaco di Diamante) di Italia Viva si è espresso duramente contro le frasi di Morra: «Nelle ultime ore Nicola Morra ha reso affermazioni non degne di un rappresentante delle istituzioni. La Calabria è una terra meravigliosa, unica con persone oneste e laboriose. Morra non aveva il diritto di offendere i calabresi che, invece, hanno voglia di riscatto. Sperano in un futuro migliore, un futuro che noi Sindaci vogliamo contribuire a costruire offrendo risposte concrete e sostenendo battaglie giuste come quelle sulla sanità che ci ha visto a Roma giovedì scorso. Saremo sempre in prima linea a sostenere i diritti della Calabria, a difendere i nostri cittadini».

Intanto cresce anche la polemica sulla decisione Rai di cancellare la partecipazione del sen. Morra alla trasmissione televisiva Titolo V su Rai 3. Secondo Michele Anzaldi «Ieri è andata in onda una pagina nera per il servizio pubblico Rai, forse il punto più basso toccato negli ultimi anni – ha scritto su Facebook. Su ordine dei vertici Rai, è stata annullata all’ultimo minuto l’intervista ad un parlamentare per le sue “offensive”, come giustamente sono state definite dalla conduttrice di “Titolo V” su Rai3, dichiarazioni del giorno prima. Le parole di Morra sono indifendibili e inqualificabili, sono state stigmatizzate da tutti, ma il precedente creato da questi vertici Rai è gravissimo. La Rai dovrebbe fare giornalismo e informazione, non politica. Invece di informare, di mettere giornalisticamente alle strette Morra, il servizio pubblico ha abdicato al suo ruolo e ha preferito censurarlo, con una decisione peraltro arrivata solo dopo le esplicite richieste del centrodestra di annullare l’intervista. Una decisione politica, non giornalistica. Questa è l’autonomia giornalistica dei conduttori e delle reti del servizio pubblico?
Da chi è arrivato l’ordine di censurare Morra, da Salini, da Foa o da entrambi? In ogni caso la responsabilità ricade sull’amministratore delegato. La commissione di Vigilanza deve urgentemente occuparsi del caso».   (rp)