La Commissione parlamentare antimafia a Cosenza e Crotone

La Commissione parlamentare Antimafia, guidata da Nicola Morra, sarà in Calabria, facendo tappa, in particolare, a Cosenza e a Crotone, domani e venerdì 29 ottobre, riporta l’Ansa.

Nella giornata di domani, giovedì 28 ottobre, la Commissione sarà a Cosenza, per l’audizione del prefetto, Vittoria Ciaramella, insieme al questore Giovanna Petrocca, al  comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Saverio Agostino Spoto, al comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Danilo Nastasi, e al Capo sezione Dia Catanzaro, per quanto di competenza.

Poi, saranno auditi presso il Tribunale di Cosenza, Mario Spagnuolo, procratore, il presidente del Tribunale di Cosenza, Maria Luisa Mingrone, i rappresentanti provinciali di Confindustria, i rappresentanti provinciali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Dalle 20, infine, i giornalisti: Guido Scarpino, Arcangelo Badolati, Pablo Petrasso, Marco Cribari e Camillo Giuliani, i rappresentanti provinciali della Camera di Commercio e dell’ordine.

Nella giornata di venerdì, invece, la Commissione si sposterà a Crotone, dove in prima mattinata saranno auditi il prefetto di Crotone, Maria Carolina Ippolito insieme al questore Massimo Gambino, al
comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Gabriele Mambor, al comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Luigi Smurra.

Nel pomeriggio, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Giuseppe Capoccia, il presidente del Tribunale di Crotone, Maria Vittoria Marchianò, i rappresentanti provinciali di Confindustria, i rappresentanti provinciali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti provinciali della Camera di Commercio e dell’ordine degli avvocati. (rrm)

INUTILE IL CHECK ANTIMAFIA SULLE LISTE
SCOPPIA LA POLEMICA MORRA-DE CAPRIO

DALLA REDAZIONE ROMANA – Poteva esimersi il sen. Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, dal non seminare provocazioni in vista delle prossime elezioni regionali? Certamente no. Ed ecco che parte l’atteso “siluro” di insinuazioni e sospetti sulle prossime consultazioni del 3 e 4 ottobre.
L’ex-grillino (o no?), in buona sostanza contesta il lavoro della Commissione che presiede, sminuendo il valore dell’attività svolta: «troppa enfasi con eccesso di ottimismo» sulla norma (proposta alla Camera dal candidato presidente Roberto Occhiuto, nonché capogruppo azzurro) che ha ammesso il controllo preventivo sulle candidature. Secondo Morra «Il giudizio sui candidati non può essere solo quello della Commissione, ma di tutti quanti noi. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».

«Questa innovazione – ha sottolineato Morra – per cui noi possiamo garantire la presentabilità dei candidati è stata enfatizzata da chi ha proposto questa modifica normativa con un eccesso di ottimismo». Ma è una norma, secondo Morra, “schizofrenica” perché, di fatto, non vieta ad eventuali impresentabili di essere candidati in altre liste, diverse da quelle sottoposte preventivamente al vaglio della Commissione Antimafia.

Per la verità, considerando che sono solo 439 i nominativi sottoposti al controllo preventivo, c’è da trarre una semplice conclusione: al nuovo codice di autoregolamentazione è mancata l’adesione corale di tutti i partiti. In Calabria, per esempio hanno ritenuto di non dover sottoporre al check antimafia le liste preliminari dei propri candidati né il Pd né De Magistris, né i CinqueStelle (ma ci sono ancora nella regione?). Questo significa che, da un lato, Morra, una volta tanto ha ragione, ma la sua delegittimazione del lavoro della Commissione di cui è ancora Presidente (ma come fa ad esserlo non essendo più in quota M5S?) ha intenti chiaramente provocatori e poco nobili fini di polemica a buon mercato con gli avversari politici.

Tant’è che gli risponde per le rime il presidente della Commissione regionale Anti’Ndrangheta Antonio De Caprio (capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale) alimentando il fuoco della polemica quasi alla vigilia della presentazione delle liste. «Siamo stati i primi – ha dichiarato – a chiedere trasparenza e liste pulite. Non siamo abituati a strumentalizzare il tema della legalità. Per noi tutti, la legalità è un modus operandi quotidiano, un modo di essere che contraddistingue coloro i quali vedono la politica come missione, non per meri fini personali» per contestare le affermazioni di Morra sull’enfasi attribuita alla modifica normativa sul controllo preventivo. (Prima il controllo veniva fatto dopo le elezioni sugli eletti).

«Fin dall’inizio – ha detto il presidente della commissione Anti ‘Ndrangheta – abbiamo chiesto un controllo preventivo delle liste del Centrodestra. Ci siamo premuniti di inviare i nominativi a Roma e chiesto che l’assise antimafia facesse il suo lavoro senza strumentalizzazioni. Nonostante ciò, registriamo dichiarazioni tese a sminuire chi veramente vuole recidere i tentacoli di una consorteria criminale che sta minando la dignità dei calabresi onesti. La questione morale la conosciamo bene e ne siamo consci. Ognuno di noi si è assunto le proprie responsabilità ed è proprio per questo che abbiamo chiesto l’intervento dell’organo politico più importante del Paese. Spiace, però, constatare – chiosa il capogruppo azzurro in assemblea legislativa – come la commissione stessa venga sminuita dal suo stesso presidente da una iniziativa, voluta fortemente dal centrodestra, che, evidentemente, ha spiazzato gli avversari della sinistra che non hanno ritenuto utilizzare questo strumento, per noi fondamentale, al fine di continuare un percorso fatto di azioni, volte all’allontanamento di chi opera nell’illegalità».

Morra, ancora una volta, si erge a paladino assoluto della legalità e cerca, evidentemente, un po’ di visibilità in uno scenario regionale alquanto buio per i pentastellati. Non è chiara la posizione dei singoli ex Movimento5Stelle, tra chi è contro Draghi (L’Alternativa c’è) e chi è decisamente filogovernativo. La verità è che, nonostante il convinto ottimismo dell’ex premier Giuseppe Conte sui numeri della regione – ­che evidentemente ha convinto in primo luogo Letta e i suoi inviati in Calabria dell’assoluta necessità di utilizzare il serbatoio grillino di voti (oggi vuoto) –, in Calabria il sogno dell’anticasta si è infranto in modo miserevole, lasciando deluso e quasi “orfano” quel 43,39 per cento di elettori che ci avevano creduto nel 2018.

Per questa ragione, in mezzo al vuoto assoluto, le dichiarazioni di Morra cercano di fare rumore, lasciando indifferenti i più. «La Commissione ­– ha chiarito Morra – definisce un candidato impresentabile, solo e soltanto, in virtù di criteri giuridicamente ineccepibili, incontrovertibili, insindacabili, e sono criteri che rinviano alla cosiddetta Legge Severino e al codice di autoregolamentazione». Criteri – ricordiamolo – che la Commissione stessa si è data inizialmente con la presidenza Bindi e poi con quella attuale di Nicola Morra.

E qui prevale il discorso dell’etica. Se non ci sono evidenze penali (condanne passate in giudicato) ma solo avvisi di garanzia prevale una questione “morale”. Lo stesso discorso che ha portato avanti il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: «Il problema delle liste – ha detto – non si risolve con la patente antimafia. La commissione antimafia si limita a chiedere alla procura se i candidati hanno condanne, ma questo non risolve il problema. Non si candidano in prima persona i boss, ma giovani di bella apparenza e belle speranze sui quali non si può dire nulla. È chiaro, però, che diventano a tutti gli effetti dei prestanome. Non si risolve il problema con la patente antimafia ma con la serietà della politica».

È un discorso che riguarda tutti – nessuno escluso –: serve un impegno aggiuntivo di serietà nel chi forma le liste e soprattutto in chi chiede di entrarvi: gli esiti del check preventivo sono modesti e irrilevanti ai fini dell’etica nella politica di chi si candida e sceglie i compagni di viaggio. Mancano pochi giorni (venerdì entro mezzogiorno si depositano le liste) e sabato c’è la pubblicazione delle stesse. Vedremo quanti “moralmente impresentabili” figureranno nelle liste dei futuri consiglieri regionali della Calabria. (rp)

 

 

 

Indignazione della politica calabrese per il comportamento di Nicola Morra

C’è indignazione, da parte dei politici calabresi e non, per il comportamento (a detta di molti “inqualificabile”) del presidente della commissione antimafia Nicola Morra che, lo scorso 20 marzo, si è presentato all’Asp di Cosenza “strapazzando” il direttore, Mario Marino, e i medici dello staff in quanto i suoceri – anziani – non erano stati vaccinati.

All’Adnkronos, il dott. Marino ha riferito non solo di aver avuto un malore, ma che «lo querelerò per abuso di potere e forse anche interruzione di pubblico servizio».

Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, ha espresso «solidarietà incondizionata e particolare vicinanza al dottor Mario Marino, Direttore del Dipartimento di Prevenzione e Igiene dell’Asp di Cosenza, e a tutti gli altri medici coinvolti, che, per quanto riferito da diversi articoli di stampa, anche di testate nazionali, sarebbero stati delegittimati nell’esercizio della loro preziosa azione di contrasto al Covid, dall’inattesa irruzione, risalente a sabato scorso, negli uffici della Centrale operativa dell’Asp di Cosenza, del presidente della commissione parlamentare antimafia Morra».

«Se le notizie di stampa dovessero trovare conferma – ha sottolineato Occhiuto – ci troveremmo dinanzi ad un fatto molto grave. Ho segnalato più volte all’attenzione delle più alte cariche dello Stato la propensione del presidente della commissione parlamentare antimafia ad utilizzare, a fini personali, il suo ruolo istituzionale. I medici dell’Asp e quelli ospedalieri rappresentano  l’avamposto della lotta al Covid, e il fatto di essere impegnati, da oltre un anno, in prima linea, sotto costante pressione e senza risparmio di energie, dovrebbe suggerire a tutti, nessuno escluso, atteggiamenti improntati al massimo rispetto di chi, senza tregua, fa di tutto per salvare vite umane, per apprestare le cure necessarie ai malati di Covid e per garantire a tutti indistintamente la somministrazione dei vaccini».

«Ho appreso anche che il dottor Marino, durante l’inattesa irruzione di sabato – ha aggiunto – ha accusato un malore e che è stato costretto a prendersi 30 giorni di malattia. Noi siamo grati e non perdiamo occasione per ringraziare i medici e il personale sanitario impegnati nel contrasto al Covid, nelle Asp come negli Ospedali. Ma c’è chi, invece non esita a delegittimare l’operato dei medici, oltre tutto – sembrerebbe – assecondando interessi personali e familiari».

«Auspico – ha concluso – che il Presidente della Repubblica, che ho interessato più volte, faccia cessare al più presto questi soprusi e questi atteggiamenti di prevaricazione che sviliscono il senso dello Stato e delle istituzioni democratiche».

Il commissario regionale del Partito DemocraticoStefano Graziano, ha espresso «solidarietà al personale medico in servizio al centro vaccinale di Cosenza». «Non è accettabile – ha spiegato – che si provi a scaricare sul personale medico, che da un anno lavora senza sosta nonostante le mille carenze, l’inefficienza organizzativa della campagna vaccinale che in Calabria stenta a decollare» e ha auspicato che «Morra chiarisca, al più presto, quanto accaduto».

Pina Picierno, del Partito Democratico, ha dichiarato che il «comportamento di Morra è inqualificabile». «La Calabria – ha aggiunto – merita attenzione e rispetto sui ritardi vaccinali. Ma entrambe queste cose sono state totalmente disattese dal comportamento inqualificabile del senatore Morra, nonché presidente dell’Antimafia. Minacciare il direttore della Asl di Cosenza solo perché i propri parenti non sono stati vaccinati, offende le istituzioni e tutti i calabresi per bene che pur avendone diritto sono ancora in attesa della propria dose.La questione vaccini è seria e non deve diventare una nuova parentopoli dove a esser vaccinati sono gli amici e i parenti degli amici. Credo – ha concluso – che il presidente Morra debba chiedere immediatamente scusa ai calabresi, e la Regione male amministrata dalla destra si metta subito al lavoro per garantire a chi ne ha diritto la copertura vaccinale che merita».

Indignazione è stata espressa sia da Matteo Salvini, leader della Lega, sia da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che hanno chiesto le dimissioni immediate di Morra da presidente dell’Antimafia. (rrm)

L’OPINIONE/ Giovanna Cusumano: Il commento di Morra ultima ‘barbarie istituzionale’ dei 5 Stelle alla Calabria

Di GIOVANNA CUSUMANO

Le dichiarazioni del sen. Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, in merito al risultato elettorale ottenuto dall’ultimo presidente della Regione Calabria, democraticamente eletto, Jole Santelli, sono soltanto l’ultimo episodio di “barbarie istituzionale”, cui ci sottopongono i grillini, sin dal loro esordio sulla scena pubblica.

È noto a tutti noi che il “grido di incitamento” lanciato nelle piazze italiane dal “profeta” del movimento Beppe Grillo, all’indirizzo delle più alte cariche istituzionali e dei leader politici dei maggiori partiti, è stato: «vaffa…».

È noto, altresì, che la rabbia di milioni di italiani verso una classe politica che non ritenevano più garante di buon governo, è stata abilmente incanalata nelle piazze reali e virtuali dalla Casaleggio & co. Dai «vaffa…» urlati con lucida e spregiudicata premeditazione, finalizzata, evidentemente, soltanto a scalare i vertici delle istituzioni, conserviamo dolorosa traccia nella nostra recente storia politica.

Tuttavia, merita grande attenzione il fenomeno del comico Grillo, per la capacità dimostrata di “trasformare” un folto pubblico di spettatori di volgare satira politica, in folle di seguaci di aspiranti politici, non fosse altro per la necessità che non si ripeta, nel rispetto di quei principi di civiltà, che costituiscono le fondamenta dell’organizzazione democratica di uno Stato civile.

L’inganno perpetrato ai danni di milioni di italiani da parte del movimento di Grillo, è stato quello di aver travestito di democrazia, l’ascesa al potere politico di personaggi privi degli standard culturali (ma, potremmo dire, in qualche caso, di elementare istruzione) e di buona educazione, imprescindibile patrimonio di chiunque voglia occuparsi della res publica.

Del resto, da troppo tempo in Italia abbiamo colpevolmente accettato che le Istituzioni venissero espropriate, legislatura dopo legislatura, da personaggi sempre più privi di cultura e capacità. In nome di una finta democrazia abbiamo consentito che sulla base del consenso, chiunque, anche non meritevole, potesse governare, con la naturale conseguenza che una democrazia privata del merito, ha portato all’appiattimento verso il basso dell’intera società italiana.

Vale la pena, peraltro, di ricordare che il Movimento 5 stelle ha pure vergognosamente sdoganato le contumelie rivolte all’indirizzo del “nemico” politico, riuscendo a cavalcare l’onda del malcontento diffuso, a causa della sempre meno qualificata rappresentanza politica. Così facendo abbiamo mandato al governo ignoranti, incompetenti e maleducati, sotto la bandiera di una proclamata “onestà” ed al grido di «vaffa».

L’imperativo categorico, in chiave di evidente successo politico, è stato il disprezzo delle istituzioni manifestato con l’uso del linguaggio della violenza, quale scorciatoia per “occuparle”.  In questo contesto, in spregio ad ogni etica dovuta da un rappresentante delle Istituzioni, si inseriscono le parole pronunciate dal sen. Morra, la cui mancanza di cultura istituzionale, l’assenza di sensibilità umana verso i malati oncologici (e non solo) e l’incapacità di una proposta politica costruttiva, sono l’unico bagaglio che, ad oggi, ha dimostrato di possedere.

Su questa fondamenta, non può sorprendere la barbarie istituzionale cui assistiamo quotidianamente. (rrm)

Il consiglio ‘modesto’ di Bruno Tucci a Morra: lasci stare la Calabria

Con tutti i guai e le sofferenze che ha la Calabria, non ci volevano proprio le insensate parole del senatore Nicola Morra. Attenzione: il parlamentare occupa un posto di rilievo nella politica italiana: è il presidente della commissione antimafia. L’ultimo è un termine che, ahimè, quella regione del Sud conosce bene anche se si chiama con nome diverso.

Allora, perché prendersela con quella gente che nelle ultime settimane ne ha viste di cotte e di crude? Tre commissari per la Sanità silurati in dieci giorni, gli ospedali al collasso, una economia ai minimi termini, una disoccupazione giovanile dilagante, i viaggi della speranza al Nord. E, in più, la morte della governatrice Jole Santelli che cercava in tutti i modi di porre riparo alle tante carenze della sua terra. 

Allora il senatore, invece che andare incontro ai desideri di quella popolazione, che cosa fa? Se ne esce con due battute difficilmente qualificabili. La prima: i calabresi hanno fatto male a votare la Santelli perché tutti sapevano che non stava bene. Parole di alta umanità. Morra non si accontenta e, come si dice, spara ancora sulla Croce Rossa e ricorda la massima di un filosofo politico francese morto nella prima metà dell’Ottocento. Si chiamava Joseph de Maistre. Sentenziò: «Ogni popolo ha il governo che si merita».

La massima deve esser piaciuta moltissimo al nostro senatore che l’ha ripetuta dopo aver già fatto una gaffe (eufemismo) con quanto detto in precedenza.

Si è scatenato giustamente il finimondo con la destra che ha immediatamente chiesto le sue dimissioni e il suo stesso partito, i 5Stelle, a suggerirgli almeno un passo indietro con scuse ufficiali. Il senatore ha seguito il consiglio dei suoi compagni di cordata, ma ha subito aggiunto: «Alle dimissioni non ci penso nemmeno». Una risposta che riporta la politica indietro nel tempo quando l’allora presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini, rispondendo alla domanda di un giornalista, affermò: «Dimissioni? È un sostantivo che non esiste nel vocabolario italiano».

Saggia la sua espressione ed anche veritiera. Quanto al senatore Morra, nato a Genova nel 1963, un solo modesto consiglio: di lasciar stare la Calabria, una terra che evidentemente non conosce e che continua a dare al Paese un contributo notevole di uomini di prestigio.

È meglio occuparci di questioni più serie. “Il virus rallenta”, titolano stamane diversi quotidiani. L’indice di contagio (il cosiddetto RT) diminuisce: è di un 1,18 e in quattro regioni è addirittura al di sotto dell’uno. Benissimo, ma il ministro della Salute Roberto Speranza è prudente: «Non si canti vittoria», ammonisce. L’Istituto Superiore di Sanità gli fa subito eco: «Bisogna evitare gli errori dell’estate». Perché tanta cautela? Il mese prossimo c’è il Natale, non si vorrebbe rinunciare al cenone, agli abbracci e baci, ai regali sotto l’albero.

Tutto comprensivo, ma anche a giugno si pensò che il Covid-19 era un ricordo. Ne stiamo pagando ora le conseguenze. Quindi, non rinunciamo alla festa cattolica, ma limitiamola alla nostra famiglia: genitori e figli. Diventare completamente “rossi” sarebbe una vera e propria iattura. [courtesy Blitz Quotidiano]

Gran parte del Parlamento contro Morra: continua la bufera dopo le squallide dichiarazioni

Anche se ufficialmente non ha preso posizione il presidente della Camera Roberto Fico (grillino come Morra) un crecsente numero di deputati si schiera apertamente contro le spregevoli frasi del Presidente della Commisione antimafia a proposito della defunta Jole Santelli e die calabresi in generale. La presidente del Senato Elisabetta Casellati, al contrario ha stigmatizzato il comportamento del senatore grillino: «La frase di Morra – ha detto la presidenet Casellati – disonora le istituzioni: infanga la memoria di Jole Santelli ritenuta colpevole di essere stata malata; discrimina senza umanità i malati specie quelli oncologici; delegittima la libera scelta degli elettori, offende i calabresi come fossero tutti delinquenti».

Intanto i componenti della Commissione bicamerale Antimafia parlamentaridella Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, hanno dichiarato che non parteciperanno ai prossimi lavori in commissione se non dopo le dimissioni del presidente Morra.

Lo sdegno è trasversale: «Il rispetto per chi non c’è più distingue gli uomini dalle bestie. Le parole di Morra sulla compianta Jole Santelli sono semplicemente indegne. Solidarietà ai familiari e a tutto il popolo calabrese», ha scritto su Facebook il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone, cui ha fatto eco il presidente di Italia Viva Ettore Rosato, che scrive: «Ho riascoltato le frasi pronunciate dal senatore Morra. Affermazioni inaccettabili, chieda scusa. Questi sono gli effetti di quando si perde umanità e senso del limite per un titolo in più sul giornale»

Per il Partito Democratico il deputato Emanuele Fiano, ha detto che «le parole del senatore Morra sono indegne nei confronti dei calabresi e ingiuriose e volgari nei confronti della memoria di Iole Santelli. Bisogna combattere senza tregua la ’Ndrangheta, non offendere i calabresi con parole qualunquiste. Il senatore Morra avrebbe già dovuto scusarsi da molte ore». Anche il senatore Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd e capogruppo dem in commissione Antimafia, ha commentato negativamente: «Morra sbaglia. Alimentare sterili polemiche non serve ad affrontare il tema della lotta alla criminalità organizzata in Calabria. È la ‘Ndrangheta il vero problema di quella regione. Accusando genericamente i cittadini e gli elettori calabresi si finisce per non vedere dove sono le vere responsabilità e per mancare di rispetto alla memoria di Iole Santelli che era stata democraticamente eletta presidente di quella regione. In quella terra la criminalità organizzata si è insediata sempre di più nel tessuto economico politico e sociale. È questo che una politica responsabile deve combattere, insieme alle forze dell’ordine, cercando unita e senza scadere in accuse generiche e senza senso».

Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà: «Il presidente della Commissione Antimafia Morra ha dato una bella prova di se stesso parlando in termini che è poco definire spregevoli di Jole Santelli. Ma il suo è un atteggiamento di stampo razzista nei confronti della Calabria e dei calabresi. Detto ciò, rifiutiamo il metodo della sentenze anticipate, nel senso che l’accusa guidata dal Pm Gratteri ha aperto un processo dalle implicazioni certo molto inquietanti per quanto riguarda la sanità calabrese. La dialettica processuale però in un Paese civile si basa su quello che afferma l’accusa e sulle risposte della difesa. Finora la difesa di Tallini non ha ancora parlato. Siamo abituati a situazioni nelle quali tutto veniva dato per scontato e poi invece la dialettica processuale ha visto la sentenza anticipata negata da assoluzioni sancite dalla magistratura giudicante. Francamente ci auguriamo che tutto quello che ha affermato la procura sia vero però essa deve passare attraverso il vaglio della dialettica processuale perché siamo in Italia e non ancora né in Polonia non in Ungheria non in Egitto».

«Ogni giorno, ma proprio ogni giorno, trovo un motivo in più per sentirmi fiero di non avere nulla a che fare con questa gentaglia» ha scritto su Twitter  Carlo Calenda, leader di Azione.

Il sen. Ernesto Magorno (sindaco di Diamante) di Italia Viva si è espresso duramente contro le frasi di Morra: «Nelle ultime ore Nicola Morra ha reso affermazioni non degne di un rappresentante delle istituzioni. La Calabria è una terra meravigliosa, unica con persone oneste e laboriose. Morra non aveva il diritto di offendere i calabresi che, invece, hanno voglia di riscatto. Sperano in un futuro migliore, un futuro che noi Sindaci vogliamo contribuire a costruire offrendo risposte concrete e sostenendo battaglie giuste come quelle sulla sanità che ci ha visto a Roma giovedì scorso. Saremo sempre in prima linea a sostenere i diritti della Calabria, a difendere i nostri cittadini».

Intanto cresce anche la polemica sulla decisione Rai di cancellare la partecipazione del sen. Morra alla trasmissione televisiva Titolo V su Rai 3. Secondo Michele Anzaldi «Ieri è andata in onda una pagina nera per il servizio pubblico Rai, forse il punto più basso toccato negli ultimi anni – ha scritto su Facebook. Su ordine dei vertici Rai, è stata annullata all’ultimo minuto l’intervista ad un parlamentare per le sue “offensive”, come giustamente sono state definite dalla conduttrice di “Titolo V” su Rai3, dichiarazioni del giorno prima. Le parole di Morra sono indifendibili e inqualificabili, sono state stigmatizzate da tutti, ma il precedente creato da questi vertici Rai è gravissimo. La Rai dovrebbe fare giornalismo e informazione, non politica. Invece di informare, di mettere giornalisticamente alle strette Morra, il servizio pubblico ha abdicato al suo ruolo e ha preferito censurarlo, con una decisione peraltro arrivata solo dopo le esplicite richieste del centrodestra di annullare l’intervista. Una decisione politica, non giornalistica. Questa è l’autonomia giornalistica dei conduttori e delle reti del servizio pubblico?
Da chi è arrivato l’ordine di censurare Morra, da Salini, da Foa o da entrambi? In ogni caso la responsabilità ricade sull’amministratore delegato. La commissione di Vigilanza deve urgentemente occuparsi del caso».   (rp)

ANTIMAFIA, SI DIMETTANO I COMPONENTI
COSÍ MORRA È COSTRETTO AD ANDARSENE

di SANTO STRATI – L’opposizione in Parlamento (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) ha annunciato che diserterà le sedute della Commissione Antimafia per protesta contro il presidente Nicola Morra dopo le spregevoli espressioni rivolge alla defunta presidente Santelli e a tutti i calabresi in generale. Alle dimissioni il senatore grillino non ci pensa proprio e allora suggeriamo – se ancora esiste un minimo di dignità tra i 50 componenti della “Commissione d’inchiesta Bicamerale sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere” – una via rapida per uscire da questa imbarazzante situazione provocata da Nicola Morra. È molto semplice: visto che il sen. Morra non darà mai le dimissioni, e che non esiste la via della sfiducia parlamentare, diano le dimissioni gli altri 49 componenti, o almeno tutti coloro che non si riconoscono nelle intemperanze e nelle squallide esternazioni del presidente.

Lo sappiamo è chiedere troppo al vicepresidente sen. Pasquale Pepe (Lega), ai segretari deputati Wanda Ferro (FdI) e Gianni Tonelli (Lega), ai senatori membri: Teresa Bellanova (Italia Viva), Giacomo Caliendo (FI), Antonella Campagna (M5S), Luca Ciriani (FdI), Margherita Corrado (M5S), Giovanni Endrizzi (M5S), Antonella Faggi (Lega), Mario Michele Giarrusso (Gruppo Misto), Pietro Grasso (LeU), Antonio Iannone (FdI), Elio Lannutti (M5S), Alessandrina Lonardo (Gruppo Misto), Michelina Lunesu (Lega-Partito Sardo d’Azione), Giuseppe Mangialavori (FI), Assuntela Messina (Pd), Franco Mirabelli (Pd), Enrico Montano (Lega), Marco Pellegrini (M5S), Antonio Saccone (FI), Dieter Steger (Svp), Valeria Sudano (Italia Viva), Francesco Urraro (Lega) e Luigi Vitali (FI). E ai membri deputati: Piera Aiello (Misto), Davide Aiello (M5S), Stefania Ascari (M5S), Vittoria Baldino (M5S), Giusi Bartolozzi (FI), Gianluca Cantalamessa (Lega), Andrea Caso (M5S), Andrea Dara (Lega), Paolo Lattanzio (Gruppo Misto), Maurizio Lupi (Gruppo Misto), Carmelo Miceli (Pd), Luca Migliorino (M5S), Dalila Nesci (M5S), Andrea Orlando (Pd), Erasmo Palazzotto (LeU), Luca Paolini (Lega), Nicola Pellicani (Pd), Antonio Pentangelo (FI), Erik Pretto (Lega), Angela Salafia (M5S), Sandra Savino (FI) e Walter Verini (Pd). Scusate, ma l’elenco era necessario: molti sono degli illustri sconosciuti della politica, hanno l’occasione per farsi notare sugli undici pentastellati che (?) potrebbero opporsi. Ma se in 38 presentano le dimissioni, la Commissione si scioglie e va rinominata, con buona pace della boria infinita del Presidente.

E al sen. Nicola Morra (quando gli ricapita?) resterà la bella soddisfazione doversene andare, dopo essere rimasto “solo” in una Commissione Antimafia che dovrebbe essere improntata al rispetto dei vivi e dei morti, e che invece ha un Presidente che esulta e gioisce per le accuse dei PM (non condanne, badate bene!) ai calabresi «tutti sempre pronti a ricevere un ordine di arresto per mafia». Se non è disprezzo questo per la terra che lo ha mandato in Parlamento…
È, dunque, una questione di dignità: i 49 parlamentari sopra elencati hanno una bella e unica opportunità per mostrare il giusto sdegno di chi crede nella democrazia e nel rispetto della persona umana. Saremo pessimisti, ma, sinceramente, ci crediamo poco. (s)

Ma i calabresi possono ancora sopportare le esternazioni di Morra?

Repubblica oggi sulle dichiarazioni Morra

Questo è il testo di chiusura dell’intervista di Liana Milella su Repubblica di oggi al presidente della Commissione Antimafia sen. Nicola Morra.

Ma quanto devono sopportare ancora queste allucinanti e offensive esternazioni i calabresi? Ma come si fa a spargere il sospetto sui sindaci calabresi senza il minimo ritegno? La Calabria è fatta di gente perbene e i sindaci calabresi – proprio in questo momento di emergenza – stanno dando il massimo per venire incontro ai tantissimi problemi della popolazione. È ora di dire basta: ci sono parlamentari calabresi in grado di far sentire al tutto il Paese che i calabresi sono arcistufi di essere trattati da appestati (irrecuperabili, secondo Morra)? (s)

SENZA VERGOGNA CONTRO LA SANTELLI,
MORRA NON SI SCUSA: LASCI L’ANTIMAFIA

di SANTO STRATI – Non è la prima volta che Nicola Morra, genovese eletto a Cosenza, senatore Cinque Stelle, presidente della Commissione Antimafia, si lascia andare a frasi inappropriate e offensive. Finché le allusioni e gli insulti fanno parte dell’abituale dialettica-scontro della politica, ci può pure stare, anche se il ruolo ricoperto da Morra consiglierebbe un minimo di contenimento e di prudenza. Invece Morra ama fare il protagonista, come quei presidi perfidi di una volta che umiliavano a fasi alterne insegnanti e studenti, solo per rimarcare la posizione di potere, senza curarsi se le umiliazioni ferissero o facessero danni di natura psicologica. L’importante è prevalere, intimidire per farsi notare, senza curarsi delle conseguenze.

Ma questa volta il sen. Morra ha passato il segno, scatenando una vera e propria rivolta, anche dei suoi colleghi di partito, contro le spregevoli espressioni riservate alla povera Jole Santelli. Accusando i calabresi di averla votata sapendo che era malata di cancro. La battuta, orrida, che offende non solo la defunta presidente ma tutti i malati oncologici, trattati come appestati senza diritto e, privati dall’illogica spocchiosità del sen. Morra anche del diritto alla speranza. Di cancro si può guarire, ogni giorno ci sono formidabili progressi della scienza che lanciano ai malati oncologici quei segnali che permettono loro di guardare al futuro. Quello che è incurabile e, ahimé, inguaribile è la stupidità e, soprattutto, la coglioneria umana. Con tutto il rispetto per il sen. Morra, che ci piace pensare non appartenga a nessuna delle due categorie, al quale ci permettiamo di suggerire una qualche moderazione, salvo che non lo diverta provocare, continuamente, indignazione con le sue parole.

Come avviene abitualmente in casi come questo, il sen. Morra, costretto alle scuse dal suo stesso Movimento, ha detto subito dopo di esser stato frainteso: «Chiedo scusa a chi si è sentito offeso da parole che sono state volutamente tagliate e cucite per far intendere ciò che non ho mai pensato. Io mi batto per una sanità pubblica universale che intervenga per chi è più debole e chi è più debole è il malato». Ma per correggere la gravità delle sue affermazioni («La Calabria è irrecuperabile»), ha usato le scuse per colpire di nuovo con una violenza verbale inaccettabile l’ex presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini (ieri si è dimesso e ha rinunciato anche all’incarico di vicecoordinatore regionale di Forza Italia), sputando letteralmente una sentenza di colpevolezza assoluta che non tocca al Presidente Antimafia emettere. E comunque non c’è stata alcuna manipolazione delle sue parole, ma le frasi sono state raccolte in diretta da Radio Capital e chiunque può ascoltare sul web le scellerate dichiarazioni.

In altri tempi, le dimissioni sarebbero stata un’onorevole uscita di scena, ma il sen. Morra difficilmente le presenterà, con la vergognosa copertura dei suoi compagni di partito: per i parlamentari grillini calabresi ad esclusione di Dalila Nesci, evidentemente, non è successo nulla. Un’anonima nota dei pentastellati dice asetticamente: «Le affermazioni del senatore Nicola Morra sulla presidente Santelli, i cittadini calabresi e i malati oncologici non rispecchiano il pensiero del Movimento 5 Stelle, che ne prende le distanze». Distanze prese anche dalla Rai che, con ammirevole presa di posizione, ha cancellato la partecipazione del sen. Morra al programma di Rai3 Titolo V a causa delle sue dichiarazioni inaccettabili espresse pubblicamente contro i calabresi e contro la defunta Jole Santelli.

Qualcuno dovrebbe spiegare al sen. Morra che è presidente della Commissione Antimafia (e non di un discutibile quanto inaccettabile Comitato di Giustizialismo sfrenato), che la nostra Costituzione (art. 27, secondo comma) garantisce la presunzione d’innocenza fino alla condanna definitiva. E non è tollerabile che si alimenti la macchina del fango che mediaticamente stritola tutti, colpevoli (presunti fino alla condanna) e innocenti (presunti fino all’assoluzione definitiva), delegittimando ruoli, funzioni, istituzioni, rovinando – spesso ingiustamente – vite, carriere e famiglie. Con quasi sempre lunghissime (e non sempre necessarie) custodie cautelari: quanti sono i detenuti (anonimi) in attesa di giudizio che, dopo molti anni, si vedono riconosciuta l’assoluta estraneità ai fatti delittuosi che erano stati loro imputati? E chi ripaga reputazioni e vite distrutte?

È più che giusto che chi ruba, chi delinque, chi commette un reato sia giudicato e condannato (con ragionevoli tempi dei processi), ma non è accettabile che, soprattutto dai giornali, dalla tv, dalla testate online, si emettano condanne mediatiche che, troppo spesso, sono molto più dannose dell’eventuale condanna definitiva. Significa gettare fango, facendo diventare il contenuto delle ordinanze di custodia cautelare come verità assoluta. La pubblica accusa, per mestiere, deve disegnare il profilo criminale dell’indagato, esasperando spesso i toni, ma sono accuse, non sono sentenze. Nelle 357 pagine dell’ordinanza del Tribunale ordinario di Catanzaro firmata dal giudice delle indagini preliminari si leggono accuse terribili anche nei confronti dell’ex presidente del Consiglio regionale. Toccherà ai giudici valutarle e determinare la colpevolezza o l’innocenza di tutti gli imputati, ma la stampa smetta di condannare con palate di fango chiunque finisce in un’indagine giudiziaria. Serve giustizia e chi esulta solo sulla base di accuse – non importa se circostanziate o basate sul nulla – non vuole giustizia, ma difende il giustizialismo più bieco che è il nemico numero uno della civiltà e della democrazia. Il nostro Paese e, soprattutto, la Calabria fanno volentieri a meno dei giustizialisti da strapazzo che non hanno la minima idea del concetto di libertà e di giustizia. (s)

Indignazione generale per le dichiarazioni del Presidente Antimafia Morra sulla Santelli

C’è rabbia e indignazione per le parole che il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, ha rilasciato a Radio Capital sulla compianta Jole Santelli.

«La scelleratezza di Morra non meriterebbe commenti. Ma non può restare impunita una volgarità così bassa nei confronti del presidente Jole Santelli» ha dichiarato il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, che chiede le dimissioni di Morra.

«Politico di alto rango – ha aggiunto – prestigiosa avvocata, donna esemplare, eroica combattente contro il male peggiore, che non era il cancro, ma la malapolitica e la politica sciacquatrippe. Della sua patologia, privata, personale, non ne ha fatto scudo, né strumento: ognuno di noi, nascendo, ha in tasca la fine. E, di essa, nessuno conosce l’ora di arrivo. Solo la stupidità è peggiore della morte, perché, la prima, dura una vita, mentre la seconda dura meno di un istante. Morra, alla perenne vergogna accompagni le dimissioni. Unico dovere».

«È vero. Jole Santelli, come qualcuno scrive, era una grave malata oncologica. Pensare e dire che solo per questo avrebbe dovuto rinunciare a vivere libera fino all’ultimo dei suoi giorni, o a spendersi per ciò in cui credeva, non è solo politicamente scorretto: è offensivo e indegno delle istituzioni che si rappresentano» ha scritto su Facebook dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo.

«La Calabria patisce la pandemia – ha scritto ancora Gallo – e soffre gravi problemi, e non da ora. Lasciamo lavorare i giudici, lasciamo che la giustizia faccia il suo corso. E se qualcuno ha sbagliato, che paghi. Ma la politica è altra cosa, e ci chiama ad assumere responsabilità, a dare risposte, a prospettare visioni. Non ad emettere condanne, non a smarrire l’umanità».

Per il consigliere regionale di Forza Italia e presidente della Commissione Antimafia, Antonio De Caprio, quelle di Morra sono «parole vomitevoli che offendono la memoria di una grande donna, libera, sognatrice e innamorata della propria terra, che ha speso tutte le sue energie, seppur provata da un male, che in vario modo hanno conosciuto tutti, con ripercussioni che stravolgono la visione della vita».

«Inqualificabili», a giudizio di De Caprio, sono infine le affermazioni sui calabresi in generale che si “meriterebbero” la difficile condizione che stanno vivendo: «Il senatore Morra, dall’alto del suo piedistallo, in barba all’empatia e al mero dovere civico che un politico dovrebbe avere – conclude il presidente dell’anti ‘ndrangheta – si permette di offendere anche un’intera popolazione. Quella popolazione, i calabresi, che in uno dei periodi più grigi della propria esistenza cerca di aggrapparsi alle speranze residue che le cose possano cambiare».

«Una parte di questi calabresi – ha concluso – alle elezioni politiche, aveva visto proprio nei 5 Stelle una possibile alternativa. Ma le aspettative sono state amaramente deluse, in questi anni il divario Nord-Sud si è acuito, la questione meridionale è stata affrontata al contrario. E i calabresi, alle ultime regionali, hanno deciso di voltare pagina.  Malgrado tutto. E malgrado i tanti Morra che popolano questo mondo».

«Le grandi questioni dell’esistenza, e i temi come la morte, il dolore, la malattia, l’esperienza della fragilità vengono trattati, da colui che dovrebbe essere un uomo delle Istituzioni,  con acredine e cattiveria» ha dichiarato il consigliere regionale della LegaPietro Molinaro, che chiede le dimissioni di Morra.

«Un balzo indietro – ha aggiunto – di chi pensa di essere candido come piatti e cristallino come bicchieri dopo un passaggio nella lavastoviglie 5Stelle.  Un messaggio, quello consegnato dal “Giustiziere Morra” che denota solo l’ambizione di emergere.  Questa disumanizzazione  propagandata  con linguaggio aggressivo che diventa odio e rancore non è assolutamente accettabile! In questo caso le scuse non bastano occorrono le dimissioni!».

Anche il consigliere regionale della LegaTilde Minasi, «chiediamo e pretendiamo le dimissioni del senatore Morra da presidente della commissione antimafia. Le sue dichiarazioni vanno stigmatizzate in ogni modo e non possono essere mitigate da scuse o da passi indietro perché anche i suoi debolissimi tentativi di difesa per lo squallido pensiero esternato sono paragonabili ad offese, sia per chi ha avuto l’onore di lavorare con la presidente Santelli sia per tutta la Calabria, additata quale regione ‘irrecuperabile’».

«È un messaggio terribile – ha aggiunto – quello che Morra ha veicolato, che va al di là dell’opportunità di averlo voluto esprimere senza tatto e bollando un intero popolo che, a detta sua, ha la classe politica che si merita. Dobbiamo ricordare a Morra che nel 2018 ha ottenuto una valanga di consensi, che gli permette ora di occupare uno scranno in una delle assise più importanti del paese, e che si trova lì per i voti di quella comunità che oggi egli denigra».

«Quei calabresi che, a detta del senatore del Movimento – ha proseguito Tilde Minasi – hanno i rappresentanti di cui sono degni: la conseguenza è logica e non va neppure spiegata. Quanti altri exploit del rappresentante grillino dovremo ancora registrare? Abbiamo ascoltato di tutto. Dal bollino etico per gli avvocati, passando per il ‘daspo’ ai commercialisti, tanto per ricordarne qualcuna. E’ francamente ora di dire basta a questo modus operandi da inquisitore e moralizzatore quando, di fatto, per la Calabria ha realizzato poco o nulla salvo che metterla alla berlina, soprattutto attraverso condanne mediatiche. Tutto ciò non si addice minimamente al ruolo che ricopre, occupato, a questo punto, in maniera immeritevole e diviene ancor più intollerabile se ci si sofferma sul trattamento riservato a Jole Santelli».

«È importante, quindi – ha concluso – che soprattutto le donne facciano oggi fronte comune contro le asserzioni di Morra, e chiedano che venga sostituito, ribadendo a più voci quanto la nostra presidente sia stata un esempio di forza, una donna dedita al suo lavoro ed alla sua Calabria fino all’ultimo (così come tante altre nella sua situazione), che non si è mai fatta scudo della sua malattia, non considerandola una situazione che avrebbe potuto e dovuto scalfire l’impegno quotidiano e costante, e in politica e nella sua vita privata. Questa è l’eredità più importante, che deve essere valorizzata per dimostrare quale sia la vera essenza della terra calabrese, dei suoi abitanti, che sicuramente non sono decorosamente rappresentati dalle parole di Morra, espresse da un pulpito che non dovrebbe più appartenergli».

Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia, nel suo intervento a Coffee Break in onda su La7, ha dichiarato che «mi fa piacere che il capogruppo del M5S alla Camera Crippa senta la necessità di prendere le distanze, in maniera netta, da affermazioni vergognose fatte dal presidente dell’Antimafia».

«Ieri – ha aggiunto – stentavamo a credere alle agenzie che stavano uscendo, perché con quelle affermazioni Morra è riuscito ad offendere la memoria di una persona che non c’è più come Jole Santelli, ad offendere tutti i calabresi che sembravano rei di chissà quale colpa, e ad offendere anche i malati oncologici».

«Abbiamo chiesto immediatamente – ha concluso la Gelmini – le dimissioni del presidente dell’Antimafia perché sono parole davvero gravi, vergognose, assolutamente improprie per il ruolo che Morra ricopre».

Anche  Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia ha dichiarato che «destano orrore e preoccupazione le sconvolgenti parole pronunciate dal presidente della commissione antimafia Morra nei confronti della compianta governatrice Santelli e di tutti i cittadini calabresi».

« Parole indegne – ha aggiunto – di chi ricopre un incarico istituzionale così rilevante, che al giustizialismo più deteriore uniscono, cosa che indigna e ferisce più di tutto, la mancanza di rispetto per i malati oncologici, che ogni giorno lottano con dolore e dignità per la vita».

«Quanto asserito dal presidente della Commissione parlamentare Antimafia Morra, nel corso della sua recente intervista a Radio Capital, è di una gravità inaudita. E sul piano personale e dal punto di vista politico-istituzionale» ha dichiarato il deputato di Forza ItaliaFrancesco Cannizzaro.

«Partendo da un commento infelice – ha aggiunto – sulla posizione dell’on. Domenico Tallini, rimasto coinvolto in un’inchiesta della Dda di Catanzaro, Nicola Morra è andato poi a ruota libera sulla Calabria, arrivando a gettare fango anche sull’immagine della nostra compianta Jole Santelli».

«Non so definire – ha proseguito Cannizzaro – cosa sia più insensato tra l’attacco ad un politico che ancora è da valutare se sia realmente colpevole e l’affondo ad una persona splendida che tra l’altro non ha più diritto di replica per colpa di un male incurabile. L’onorevole grillino ha dimostrato quanto labile sia il confine tra coraggio e stupidità. Come può dire di Jole Santelli, deputato, governatore, politico navigato, che non fosse all’altezza? Piuttosto ritengo che lui non sia all’altezza del ruolo che ricopre e soprattutto non sia degno rappresentante né della res publica né tanto meno della Calabria, quella terra che – pur non avendogli dato i natali – lo ha reso parlamentare, lo ha eletto e lo ha messo sul piedistallo da cui oggi parla a vanvera, sparando a zero su tutti i calabresi. Sarebbe opportuno che si lavasse bene la bocca prima di farlo».

«Per giunta, il pentastellato – ha detto ancora Cannizzaro – si permette di parlare senza avere neanche un rappresentante del suo Movimento in Calabria, né un sindaco, né un consigliere regionale. E dopo queste affermazioni non credo che mai li avrà! A rendere ancor più grave il quadro è la posizione di Morra, che da Presidente della Commissione Antimafia parla di terra irrecuperabile”, di cittadini irresponsabili che “se hanno sbagliato scelte politiche adesso non possono chiedere aiuto”». 

«Nell’affermare l’infinità di idiozie che qui ho appena accennato – ha detto il deputato forzista – ha anche precisato di essere politicamente scorretto”. Io aggiusterei il tiro dicendo piuttosto che è stato politicamente schifoso a dire cose del genere sulla magnifica terra che rappresento, di cui vado orgoglioso, di cui sono fiero, e che non smetterò mai di aiutare anche se e quando dovesse mai scegliere altri schieramenti politici. È questo che fanno i veri rappresentanti delle Istituzioni, non gettare fango sui defunti e su splendidi territori che vanno sostenuti e incoraggiati». 

«Ai miei concittadini calabresi – ha concluso – voglio dire di non perdere mai la fiducia, soprattutto quando c’è chi ha il barbaro coraggio di screditare e tentare di frantumare le speranze. A Nicola Morra invece dico che di irrecuperabile credo ci sia solo la sua posizione. Si dimetta, se ha un briciolo di buon senso e dignità!». 

«Credo che – ha scritto su Facebook il senatore di Forza Italia, Marco Siclari – chi rappresenta qualunque istituzione debba avere un cuore, debba avere spazio nel suo cuore e debba sentirlo battere quando parla della sua gente».

«Caro Morra – ha detto ancora Siclari – i calabresi hanno scelto bene votando Jole, ma soprattutto, da medico e da politico, le dico che i “malati oncologici” hanno il sacrosanto diritto di credere nella vita e nel futuro più di ogni altra persona “sana” e, aggiungo, che nessuno uomo delle istituzioni può rappresentare i cittadini italiani dopo queste gravi affermazioni. Che Dio benedica e dia la forza a chi ha bisogno di cure».
Anche la senatrice di Forza Italia, Fulvia Michela Caligiuri, ha condannato le parole di Morra, ricordandogli che «è stato eletto, per il secondo mandato, al Senato, in Calabria e che per inciso e quindi secondo il suo principio, i calabresi avrebbero sbagliato a votare anche lui».

«È indegno e inaccettabile – ha aggiunto – che abbia infangato la memoria della presidente Santelli, la migliore guida che la nostra terra abbia mai avuto, offendendo la Calabria che a gennaio 2020 l’ha fortemente voluta. Si ricordi che quando invoca le istituzioni e lo stato parla a se stesso, visto il ruolo che ricopre in Commissione Antimafia».

«Chi è stato eletto dai calabresi – ha concluso la senatrice Caligiuri – ha il dovere di adoperarsi per risolvere o quantomeno provare a risolvere i problemi dei calabresi. Si dimetta e lasci quel posto a chi sarà certamente più degno e all’altezza del ruolo».

Nel corso del suo intervento a Coffee Break, in onda su La7Davide Crippa, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera ha ribadito che «Nicola Morra dovrebbe chiedere scusa per quanto affermato».
«Quanto detto è inaccettabile – ha aggiunto –. Lo conosco e credo che, quelle pronunciate ieri, siano parole molto lontane dal suo modo di pensare. È errato unire logiche politiche a temi molto delicati come quelli della malattia oncologica».
«Ho riascoltato le parole del senatore Morra – ha dichiarato la deputata calabrese del Movimento 5 StelleFederica Dieni – parole molto gravi, da cui è doveroso prendere le distanze. Chieda scusa, servono empatia e umanità, non qualunquismo».
«Ritengo assolutamente inappropriate le considerazioni del Presidente Morra: è necessario che provveda subito a rettificare quelle parole, che suonano come un insulto ad un intero popolo. Ora è necessario lavorare per dare serenità ad un’opinione pubblica già esasperata da questa pandemia» ha dichiarato all’Adnkronos la deputata del Movimento 5 Stelle, Dalila Nesci.
«Le dichiarazioni di Morra, impegnato nello sciacallaggio mediatico, offendono non solo tutti i calabresi ma anche coloro che lottano ogni giorno per combattere una malattia che può essere superata grazie all’impegno quotidiano di medici e ricercatori» ha scritto su Facebook la senatrice di Italia VivaSilvia Vono(rrm)