IL MASSMEDIOLOGO CITA "REPORT: FA ARRABBIARE I GOVERNATORI LEGHISTI LA PROMOZIONE DELLA CALABRIA;
Klaus Davi

LA ‘TEMPESTA PERFETTA’ DI KLAUS DAVI.
IRRITA IL NORD LO SPOT DELLA LOCRIDE

di SANTO STRATI  – Immaginava Klaus Davi che il piacevole spot ideato per promuovere il mare della Locride e tutto il Reggino avrebbe provocato un vespaio al Nord? Certo, è il suo mestiere e provocare è l’arma numero uno di chi vuol fare comunicazione, col un doppio effetto di promozione. Si discute del Nord offeso e irritato dalla “mancanza di rispetto” del massmediologo trasmessa attraverso il suo spot, ma in realtà si  parla di Calabria, del suo mare incantevole, del suo clima invidiabile, della sua aria pulita. E chi può contestare la nostra aria “pulita” contro l’inquinamento del Nord che, guarda un pò, proprio la trasmissione più amata/odiata delle tv pubblica Report, ha pubblicamente riconosciuto come prevalente causa di morte? In fondo, cos’ha detto di grave il comunicatore Davi ai suoi followers? «Non andate al Nord, è inquinato, venite in vacanza da noi». Il che, scusate, è statisticamente accertato. Un po’ al fiele, ma verità.

Klaus Davi, divertito, all’ADNKronos ha dichiarato: «Tanto rumore per nulla. Lo spot è stato applaudito dai sindaci a Siderno in sede istituzionale 4 giorni fa. Non figurano da nessuna parte le parole ‘malattia’ e ‘covid’. Ma in alcune regioni siamo in campagna elettorale e devono lucrare consenso sulla pelle dei calabresi. Cose normali, fa parte del gioco. Dimenticavo: la pubblicità comparativa esiste da 50 anni! Se solo chi apre bocca leggesse un po’ di più….Noi abbiamo solo riportato nel claim  pari pari le frasi di una inchiesta di ‘Report’… se vogliono  contestarne i contenuti ci sta. Si sa ‘Report’ è una trasmissione scomoda per molti politici per esempio ha dimostrato che i soldi dei calabresi sono andati altrove…forse si sono arrabbiati per quello».

In verità, lo spot non cita mai la parola “covid”, ma, pur nella drammaticità dei fatti, parla di morti da inquinamento (e questo, dal punto di vista mediatico, è discutibile): “politiche ambientali sanitarie e suicide orientate al business – recita il claim dello spot – hanno distrutto la sanità e consentito all’inquinamento di esplodere e causato migliaia di morti”. Ogni riferimento alle regioni dell’autonomia differenziata non è ovviamente casuale. Un po’ forte come messaggio – senza dubbio – ma in nessuna parte dello spot, ripetiamo, si parla di covid. L’ironia è nel distanziamento sociale “una chimera” e lo spot mostra le affollatissime spiagge di Jesolo, Rimini o Rapallo, per poi sfumare sulla sterminate spiagge della Locride, dove gli spazi sono a prova di folla.

Gli operatori turistici di Jonica Holidays della Riviera dei Gelsomini, però, non hanno preso bene l’iniziativa di Davi. «Riteniamo – hanno detto – il messaggio diffuso da Klaus Davi, e da alcuni sindaci, per nulla aderente al pensiero dei cittadini della Riviera dei Gelsomini. Siamo un popolo ospitale e solidale per natura, non ci appartiene lo spirito con cui si è prodotto un video di discutibile fattura tecnica (con orrori grammaticali, pezzi di video proprietà di terzi non citati e imbarazzanti inesattezze geografiche) e di vacui contenuti».

Gli operatori della Riviera dei Gelsomini legati al Consorzio Jonica Holidays, però, peccano anche loro di pregiudizi: «Il video ideato e realizzato da Klaus Davi è il messaggio di uno straniero in una terra che si è fidata poco di se stessa fino ad oggi, lo prova la scelta di qualche sindaco poco capace di distinguere un prodotto utile da uno dannoso, forse smanioso di veder banalmente scorrere su uno schermo qualche immagine del proprio paese, piuttosto che saper guardare all’insieme. Come Jonica Holidays, consorzio albergatori e operatori turistici della Riviera dei Gelsomini operante da oltre quarant’anni sul territorio, non avremmo mai avallato una simile iniziativa, se solo qualcuno ce ne avesse dato notizia prima della diffusione, ed avremmo volentieri condiviso con chiunque un video da noi prodotto, qualche anno fa, per una fiera turistica internazionale, e che ha incantato gli ospiti del nostro stand. Lo rilanciamo come modello del messaggio che da anni proponiamo fuori dai nostri confini, sperando che alcuni sindaci non ci propinino altri cavalli di Troia pronti a distruggere il lavoro che a fatica portiamo avanti, spesso senza il loro sostegno. La malafede di Klaus Davi è evidente nella spasmodica ricerca di una visibilità rincorsa per fini strettamente personali. Non siamo disponibili a far diventare strumento di nessuno il nostro impegno ed i nostri investimenti».

Anche la presidente della Regione  Jole Santelli si schiera contro Klaus Davi, pur difendendo l’idea che sta alla base: il Nord piagnone che si sente vittima del “razzismo” del Sud. «La Calabria – ha detto la Santelli –  ha tanto da offrire ai turisti, non ha alcuna necessità di ‘attaccare’ altri luoghi del nostro Paese o di puntare su una alquanto discutibile pubblicità comparativa. Personalmente non avrei mai realizzato quello spot ma, altrettanto sinceramente, dico che un Nord piagnone che si lamenta di ‘razzismo’ da parte del Sud fa davvero sorridere. Per anni e anni siamo stati vittime di pregiudizi e di narrazioni negative quanto false. Oggi la Calabria non pretende di essere migliore rispetto ad altre realtà d’Italia, ci mancherebbe; ma di sicuro rivendica il proprio spazio e pretende rispetto da parte di tutti. Siamo orgogliosamente italiani e crediamo in questo grande Paese. Allo stesso modo, tuttavia, difendiamo la nostra dignità e invochiamo con forza quel rispetto che è dovuto a un grande popolo come quello calabrese».

Che – geneticamente, come si sono espressi illustri scienziati – ha i recettori negativi del coronavirus: quindi è una regione che potrebbe aspirare ad essere “venduta” turisticamente come “Covid-Free”, ma non serve. La Calabria – se lavora sulla sua reputazione nel mondo – si vende da sola e può diventare un attrattore turistico di prim’ordine a livello internazionale. Se guardiamo la campagna promozionale del Trentino che appare in questi giorni sui quotidiani nazionale il claim è “Respira”, la libertà ha un profumo”. In Calabria non ci sono le Dolomiti, ma si respira ugualmente benissimo e il profumo delle libertà è quello dei boschi della Sila, del Pollino, dell’Aspromonte, è il sapore di mare delle spiagge che, immeritatamente, pochi ancora conoscono e apprezzano, è nell’atmosfera del mito, perché quasi dappertutto si respira “Magna Grecia”.

Il sindaco di Diamante, sen. Ernesto Magorno, pur non condividendo lo spot, irride le accuse di “razzismo” che vengono dal Nord: «La Calabria è una terra meravigliosa – ha detto – una regione tutta da scoprire in grado di regalare emozioni in ogni angolo che si visita. Lo spot di cui si parla in queste ore non è condivisibile, perché non abbiamo bisogno alcuno di metterci in competizione con altri territori. Allo stesso modo, però, è ai limiti dell’incredibile che dal Nord arrivino recriminazioni quando spesso siamo stati noi calabresi a essere vittime di pregiudizi. L’Italia è Italia e la Calabria non ha nulla di meno rispetto ad altre regioni».

Si dirà, Klaus Davi ha esagerato, ma non siamo d’accordo. A ciascuno – ripetiamo – il suo mestiere. Il nuovo “paladino” della Calabria (lui è di origini svizzere, vive a Milano, è consigliere comunale a San Luca, ma è innamorato perso di questa terra) dissemina i suoi piccoli petardi di provocazione e ottiene il risultato di far parlare delle incantevoli spiagge calabresi (14 bandiere blu, non dimentichiamolo), e naturalmente fa parlare di sé. Perché le provocazioni mica finiscono qui: Klaus Davi, stamattina parlando a Radio Capital, nella trasmissione Newsroom, ha annunciato che si candida a sindaco di Reggio Calabria: «Voglio guardare questa città verso il riscatto. La mia sarà una lista  civica sganciata dai partiti. Ho un tasso di presenza ai consigli comunali di San Luca dell’ 85% . Durante la pandemia sono andato a San Luca da Milano affrontando un viaggio di 2000 km in macchina. Sono un giornalista e un imprenditore della comunicazione impegnato civilmente. Cosi sarà anche per la città di Gianni Versace».

E non risparmia una frecciata all’attuale inquilino di Palazzo San Giorgio, a Reggio: «L’attuale sindaco Falcomatà è una brava persona e non dico che non si sia impegnato ma come politico ha completamente fallito. La città è sommersa dai rifiuti, l’aeroporto è chiuso. Anche se per lui non era facile vista la voragine di debiti lasciati da Scopelliti. Ma la gente vuole cambiare. Con me Reggio diventerà un polo turistico. Non sarà seconda a nessuno».
Altra provocazione, questa volta tutta rivolta ai reggini disorientati per le prossime elezioni: la destra si arrende ai diktat della Lega che, purtuttavia  ignora di essere una presenza molto labile sul territorio e con poca presa, e la sinistra che con scarsa convinzione sostiene la riconferma di Falcomatà, il quale (non si offenda, sindaco) “rischia” di vincere soprattutto per mancanza di antagonisti. Gli elettori di Reggio sono stufi, ma i politici di professione non l’hanno ancora capito. Ne parleremo meglio nei prossimi giorni. (s)