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Vaccino anticovid

Le lezioni che ci lascia la pandemia: un memorandum per il futuro della Calabria

di FRANCO CACCIA – È già passato un anno dall’inizio dell’emergenza Covid che, con le immagini e il linguaggio di guerra, ha stravolto le nostre vite, azzerato certezze ed abitudini consolidate, cancellato posti di lavoro. Un evento di tale portata è destinato ad avere pesanti conseguenze nelle fasi successive. L’agognata ripresa genera aspettative e pensieri diversi. Ritroveremo la cosiddetta normalità o dobbiamo convincerci che quanto avvenuto in quest’anno abbia tracciato un netto confine e che niente sarà più come prima?  La risposta a queste domande non è univoca e sono diversi gli insegnamenti che, come singole persone e come comunità, dobbiamo riuscire ad apprendere. Nel corso di una celebrazione liturgica del maggio scorso, papa Francesco ebbe a dire che “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. Proviamo quindi a riflettere su alcuni temi, generati dai vissuti di questi mesi, da cui trarre spunti e suggerimenti su cui costruire la fase della ripresa.

1a lezione: la centralità delle competenze organizzative 

Il buon funzionamento delle organizzazioni non avviene per caso o in maniera automatica. Specie in situazioni particolarmente complesse, come nel caso della gestione di una pandemia, sono richieste competenze ed attitudini ben definite. In Calabria le note debolezze strutturali dei servizi pubblici hanno ingigantito le difficoltà incontrate per affrontare un fenomeno di certo sconosciuto, ma in cui si sono registrati forti ritardi, ingenti sprechi e messaggi discordanti che hanno creato non poca confusione tra le famiglie calabresi.  Le linee di comando erano comunque   schierate ma il loro funzionamento ha mostrato forti limiti. La ragion d’essere di una struttura organizzativa risiede nella sua capacità di garantire il raggiungimento dei risultati attesi. In assenza dei risultati tutti i castelli costruiti sono destinati, prima o poi, a crollare. Cosa possiamo imparare: Quale nuovi criteri e quali competenze è opportuno utilizzare per riuscire a gestire in maniera efficace l’evolversi della pandemia in Calabria?

2a lezione: il ruolo della comunità

Il corona-virus è apparso, per buona parte di questo drammatico anno, come un mostro a 5 teste, praticamente inattaccabile. In attesa dell’arrivo delle munizioni (il vaccino) l’unica arma a nostra disposizione è stata rappresentata dal comportamento responsabile. Abbiamo pertanto toccato con mano il reale significato di salute come “bene comune”. Una condizione questa che si conquista e si mantiene grazie alle scelte dei singoli ma anche dei gruppi che abitano all’interno dei singoli contesti. Non è stato facile, né poteva essere dato per scontato, ma, specie nella prima fase, in cui autorevoli scienziati indicavano come unica medicina l’uso della mascherina ed il distanziamento sociale, il comportamento messo in campo dagli italiani e dai calabresi, nella stragrande maggioranza dei casi, è stato esemplare. Cosa possiamo imparare. 

Come potenziare il senso di responsabilità civica dei cittadini all’interno di una rinnovata strategia di contrasto alla pandemia?

3a lezione: nessuno si salva da solo

Di fronte al rischio di contagio, ancora oggi, tutti siamo vulnerabili ed esposti al pericolo. Abbiamo pertanto sperimentato la fragilità delle nostre vite e dei nostri cari ed abbiamo visto quanto sia rassicurante il ruolo protettivo della sanità pubblica, a partire dai medici di famiglia, delle istituzioni pubbliche, del vicinato, delle organizzazioni di volontariato. In molti comuni della Calabria i cittadini si sono concretamente attivati per far fronte alle emergenze e dare una mano a chi si è trovato in difficoltà.   

Cosa possiamo imparare. Quali politiche pubbliche possono rafforzare la partecipazione attiva e responsabile del cittadino e renderlo protagonista attivo della promozione della salute come bene comune? Quali comportamenti e strumenti possono adottare le istituzioni pubbliche direttamente coinvolte sul tema della salute: aziende sanitarie, comuni, associazioni, scuole del territorio?

4a lezione: gestire le diseguaglianze digitali

Con gli obblighi scattati fin da subito, molte attività di studio e di lavoro si sono dovute svolgere direttamente da casa. E’ stato così che abbiamo scoperto che può esistere un nuovo modo di lavorare, indicato con il termine smart-working (lavoro agile), così come abbiamo sperimentato, pur con tanti limiti e difficoltà, la DAD (didattica a distanza) con cui i nostri ragazzi hanno potuto seguire le lezioni didattiche utilizzando il computer.  Pur con tutte le difficoltà e le evidenti differenze tra famiglie e territori, l’uso delle nuove tecnologie sarà sempre più esteso in futuro così da ipotizzare un’ampia gamma di attività, lavorative, formative, di intrattenimento, di tutela della salute, verrà assicurata proprio attraverso la rete. Cosa possiamo imparare. Come intervenire per diffondere fra la popolazione, specie quella in difficoltà socio-economiche, strumenti e conoscenze necessarie per l’uso delle nuove tecnologie? Quale ruolo di supporto e di promozione possono svolgere i comuni? 

5a lezione: Lo sviluppo socio-economico passa dalla salute 

Il mondo intero si è fermato a causa del corona-virus. Il numero dei morti è quello che si è soliti annotare alla fine di lunghe guerre. Dall’inizio della pandemia, a livello mondiale, si registrano ben 2 milioni e 700 mila deceduti. In Italia i morti superano i 104 mila ed in Calabria i decessi sono già arrivati a 764 (report regione Calabria del 19 marzo 2021).  I numeri sono ancora più drammatici per quanto riguarda la chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro. Questi scenari sono sufficienti per comprendere il valore, etico-sociale-economico, della SALUTE quale bene essenziale per la costruzione del benessere delle singole persone, dei territori, dell’intera umanità.  Quanto avvenuto deve portare a guardare al settore della salute, inteso nella moderna accezione di servizi fra loro integrati, non già come un settore che genera spese, magari da tagliare. La salute è un bene indispensabile che incide profondamente sul benessere delle popolazioni e sulla vita stessa dei sistemi economici. Cosa possiamo imparare. La Calabria saprà sfruttare questa fase di ri-costruzione dei sistemi di cura per elevare la qualità dei servizi e per ritagliarsi il ruolo di regione leader per l’innovazione dei servizi di prossimità, in particolare per la non autosufficienza e le persone fragili?  

6a lezione: Ripartire dalla salute 

Questi lunghi ed angoscianti mesi hanno fatto emergere, anche in Calabria, la presenza di risorse spesso sconosciute e tanto meno utilizzate.   Sono stati i calabresi che si sono adoperati, con dedizione e passione, a dare sostegno ai territori, ad organizzate reti di solidarietà e di aiuto. In un’epoca in cui gli interessi individuali hanno spesso avuto la meglio su azioni e progetti volti al perseguimento del bene comune e dell’interesse collettivo, la salute può rappresentare il tema su cui annodare i fili dell’identità locale e costruire la collaborazione tra quanti abitano il territorio. Servono però spazi di incontro e competenze, soprattutto di tipo sociologico, con cui portare avanti processi di crescita del welfare di comunità. La salute, lo diciamo nei convegni e lo scriviamo nelle pubblicazioni, ha soprattutto bisogno di servizi nei territori che aiutino le famiglie ad assumere stili di vita corretti, mettere in campo campagne di sensibilizzazione e di condivisione di conoscenze rispetto ai temi concreti quali l’abbandono scolastico, vecchie e nuove forme di dipendenza, la ludopatia, la solitudine degli anziani. Il territorio, come ha dimostrato questa pandemia, non è solo il luogo in cui si registrano bisogni ma anche lo spazio in cui sono disponibili o attivabili risorse preziose rappresentate dalla disponibilità e dalla competenza dei cittadini, dall’impegno delle associazioni di volontariato e dalla voglia di futuro delle nuove generazioni.  Tutto ciò è possibile se ci si apre ad un nuovo pensiero con cui progettare l’organizzazione dei servizi per la salute dei calabresi. Cosa possiamo imparare                          

I tempi sono maturi  perché le istituzioni, a partire dall’ente regione Calabria, facciano il possibile per non sprecare questa opportunità? (fca)