di NAUSICA SBARRA – In questo 8 marzo ritroviamo la donna in difficoltà antiche e nuove, in un secolo iniziato da poco, purtroppo orientato in molte aree del mondo verso la sopraffazione e lo scarto.
Mentre tutto diventa più complesso, dinamico e imprevedibile, ci sono i problemi con i quali quotidianamente le donne si confrontano: la qualità dei rapporti all’interno della famiglia e nei luoghi della propria presenza, le condizioni per l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, la flessibilità negli orari e nell’organizzazione, l’esistenza e l’efficienza dei servizi per chi vuole conciliare famiglia e lavoro, la piena attuazione dell’art. 37 della Costituzione e della legge n. 903/1977 sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, la cosiddetta “legge Anselmi”, il rispetto e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Si tratta di contesti e situazioni in cui la donna è oggi alla conquista di nuovi spazi, nuove opportunità, nuovi terreni di dialogo e confronto, oltre il consueto, lungo il sentiero della responsabilità verso se stesse e verso gli altri, per contrastare ogni forma di violenza, di degrado, a cominciare da quello educativo, per formare coscienze in movimento.
Ma insieme a queste dinamiche che ben conosciamo, noi donne ci scopriamo oggi sorelle delle donne iraniane, che in piazza alzano la voce ed esprimono la speranza di liberarsi dal giogo degli estremismi, dell’ignoranza che impedisce libertà e diritti. Siamo a fianco delle donne afghane e di tutte coloro che sono costrette dalla follia umana a lasciare la propria casa, i propri affetti, per sfuggire a persecuzioni, forme di schiavitù e guerra come le donne ucraine. Siamo solidali con le famiglie di tutte e tutti coloro che hanno drammaticamente perso la vita nella tragedia di Cutro e chiediamo rispetto e accoglienza per rifugiati e migranti.
Sono davanti a noi donne sfide antiche e nuove che vogliamo raccogliere per creare nuove opportunità, per una libertà vera. Perché vogliamo testimoniare che è importante oggi più che mai imparare ad ascoltare, capire, rispettare le diversità, le idee altri, in un momento di grande preoccupazione per il futuro dell’umanità, sul piano della pace, della sostenibilità ambientale, del lavoro.
In questo momento difficile, segnato da crisi, pandemia e guerre, dobbiamo e vogliamo essere donne che si documentano e difendono valori, protagoniste nella costruzione della pace, che scelgono la democrazia e il rispetto della dignità di tutti.
Noi donne siamo capaci di una resistenza che ha radici antiche. Siamo e saremo, qui in Calabria e dovunque, protagoniste nella costruzione della pace e di una speranza nuova. (ns)
[Nausica Sbarra è Responsabile Coordinamento Donne Giovani e immigrati Cisl Calabria]