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Libro Quinta dimensione

ROMA – Oggi la Quinta Dimensione poetica di Corrado Calabrò

18 dicembre 2018 – Oggi pomeriggio alle 18, al Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra a Roma, sarà presentato il nuovo libro del poeta e giurista Corrado Calabrò Quinta Dimensione – Poesie scelte 1958-2018 (Mondadori editore). Ne parlano con l’autore Gianni Letta, Marco Corsi, Giuseppe Rando e Carlo Di Lieto. Nel corso dell’incontro letture di alcune liriche da parte dell’attrice Maria Letizia Gorga e dello stesso autore.

Con questo volume di poesie scelte, Corrado Calabrò consegna al lettore un’opera antologica importante e nuova, organizzata in sezioni che gettano luce sui temi fondamentali della sua sessantennale attività di scrittura: un autoritratto poetico da cui emerge la forte consapevolezza raggiunta con la piena maturità espressiva, capace di stabilire rapporti profondi fra testi nati in momenti diversi della vita. Il mare, l’astrofisica e l’amore risultano gli elementi cardine intorno ai quali ruota il pensiero emozionale del poeta, tenuti insieme dall’energia che dà forma alla salda pronuncia del dettato, tra classico e sperimentazione, nella variabilità di forme che spaziano dal poemetto all’epigramma.

«La vera originalità del Calabrò» ha scritto Carlo Bo nel 1992, individuando uno dei motivi centrali dell’intera sua opera «sta nell’essersi staccato dai modelli comuni per inseguire una diversa sperimentazione poetica Ha cantato non il suo mare, ma piuttosto l’idea di un mare eterno e insondabile.» Accompagnano le poesie due significative riflessioni d’autore. La densa postfazione, intitolata “C’è ancora spazio, c’è ancora senso per la poesia, oggi?”, costituisce un bilancio dei multiformi interessi e della passione profusa da Calabrò nel fare poesia; l’altra nota è invece dedicata al poemetto “Roaming” – apparso per la prima volta nel volume “La stella promessa” del 2009 e ora posto in apertura di questo libro – che rappresenta forse l’opera più suggestiva di Calabrò. Dopo duemila anni dal “De rerum natura” di Lucrezio, infatti, l’astrofisica è tornata ad essere, in forma onirica, materia di poesia. (rrm)