L’OPINIONE / Franz Caruso: Il nostro Paese cresce se si offre una reale possibilità di sviluppo al Sud

di FRANZ CARUSO – Arriva anche sulla grande stampa nazionale e sull’agenzia nazionale Ferpress la battaglia del Comitato politico scientifico per l’Alta velocità in Calabria. Insieme alla mia intervista sulla rivista MP Mobility magazine, il Corriere della Sera si chiede se arriverà mai l’AV in Calabria all’interno di un interessante approfondimento sul tema. Mi auguro che ciò, insieme ai tanti articoli delle nostre testate locali, possa far comprendere al Governatore Roberto Occhiuto e, soprattutto, al Governo Meloni che la nuova infrastruttura è indispensabile certamente per lo sviluppo della Calabria, ma anche per quello del Mezzogiorno e dell’Italia tutta.

Penso, infatti, per come ho sempre affermato, che complessivamente il nostro Paese cresce se si offre una reale possibilità di sviluppo al Sud. Un concetto che difficilmente questo centro destra, a trazione leghista, potrà comprendere attesa la scellerata legge sull’Autonomia Differenziata, ma per il quale le forze migliori in campo, da Nord a Sud, devono continuare a combattere senza se e senza ma.

Il nostro presidente di Regione, dopo aver dirottato quasi tutti i Fondi Coesione della Regione Calabria verso la realizzazione del ponte sullo Stretto, nel momento in cui sono cominciate a circolare le voci di un abbandono dell’itinerario interno si è limitato a dichiarare che Rfi adotterà la scelta migliore in ordine al tracciato, erigendo un ‘muro del silenzio’.

Il presidente Occhiuto, in sintesi, non opta, non indica, non offre una proposta di crescita, preferendo affidare al comitato tecnico di RFfi la scelta di un tracciato che avrà ricadute, in termini di sviluppo, sulle popolazioni e sui territori. Parlano, invece e meno male, in Sindaci del territorio perché  la Calabria oggi teme lo scippo più grosso, cioè che si propagandi la realizzazione di un’opera di straordinaria importanza come il ponte sullo Stretto e che l’Alta Velocità si fermi in Campania, una beffa enorme per tutto il territorio calabrese ma anche per tutto il Mezzogiorno.

Il progetto faraonico del Ponte sullo Stretto, con cui ogni ministro vorrebbe lasciare traccia nella storia del Paese, non servirà a nulla senza la realizzazione dell’AV attraverso un percorso interno che metta a sistema le località principali del territorio per valorizzarne peculiarità e caratteristiche. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

L’OPINIONE / Tullio Ferrante: Alta velocità Salerno-Reggio C. opera prioritaria

di TULLIO FERRANTE – L’Av/Ac Salerno – Reggio Calabria è un’infrastruttura fondamentale per il rilancio del Mezzogiorno e la modernizzazione del Paese. Un’opera prioritaria che garantisce la continuità di un itinerario, passeggeri e merci, strategico per la connessione tra il Nord e il Sud, tra l’Italia e l’Europa.

Per questo, in virtù delle mie deleghe ministeriali alle opere commissariate, seguo con la massima attenzione le attività in corso. Gli interventi, pur nella complessità tecnica e nella necessità di contemperare le esigenze delle comunità, procedono in linea con i tempi previsti, consentendo così di consegnare al territorio e al Paese il lotto 1a Battipaglia – Romagnano entro il 2026.

L’opera, suddivisa in lotti funzionali, garantirà l’accesso al sistema ferroviario ad alta velocità / alta capacità a diversi territori dalla spiccata vocazione turistica e produttiva, nella prospettiva di dotare tutto il paese di un’infrastruttura indispensabile per la crescita e la competitività. In occasione dell’incontro si è fatto un punto anche sull’avanzamento delle attività riguardanti il potenziamento, con caratteristiche di alta velocità, della direttrice ferroviaria Taranto – Metaponto – Potenza – Battipaglia e della nuova linea ferroviaria Ferrandina – Matera La Martella per il collegamento di Matera con la rete ferroviaria nazionale, per le quali la previsione è quella di rispettare le tempistiche previste in linea con il Pnrr.

La realizzazione di opere così rilevanti per il Paese richiede la massima sinergia tra Istituzioni ed Enti coinvolti a vario titolo, sia per garantire la celere attuazione degli interventi che la piena applicazione dei protocolli di legalità. Continuerò a lavorare per accelerare gli investimenti sulle infrastrutture, che sono la vera chiave per lo sviluppo sociale ed economico del Mezzogiorno e anche dell’Italia. i(tf)

[Tullio Ferrante è sottosegretario al Mit]

Alta velocità, la battaglia del Comitato Tecnico Politico approda al Mit

La battaglia del Comitato Tecnico Politico per l’alta velocità in Calabria, è approdata al Ministero delle Infrastrutture. Il Comitato, composto dai sindaci Franz Caruso, Domenico Lo Polito, Virginia Mariotti, Pino Capalbo, Roberto Ameruso, Gianni Papasso ed i tecnici Demetrio Festa, Roberto Musmanno, Luigi Martirano, Giuseppe Lo Feudo, hanno incontrato il direttore generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Nel corso dell’incontro, infatti, è stata rappresentata l’assoluta necessità di riprendere l’originario progetto predisposto e proposto da RFI e di recuperare gli indispensabili finanziamenti. Parimenti è stata espressa l’urgenza, qualora dovesse essere opportuno, di predisporre adeguate modifiche tecniche senza però sacrificare inopinatamente il tracciato centrale originario della linea, in quanto l’unico in grado di operare una ricucitura effettiva anche con il versante ionico calabrese dopo secoli di isolamento infrastrutturale.

In questo contesto i Sindaci hanno tenuto a sottolineare che la decisione immediata in tal senso diventa fondamentale oggi più di ieri, in un contesto nel quale l’ Autonomia differenziata porterà anziché maggiore coesione ancor più laceranti divisioni fra il nord e il sud del Paese. La posizione espressa dai Sindaci cosentini è stata dettagliata in una relazione tecnica predisposta dagli esperti componenti il Comitato Tecnico Scientifico AV Calabria che è stata consegnata alla Direzione Generale del Mit e che sarà portata, insieme all’esito dell’incontro, all’attenzione del Ministro per le dovute successive valutazioni e decisioni.

Proprio il sindaco Franz Caruso, come si ricorderà, lo scorso 27 maggio, anche in nome e per conto del Comitato,  aveva chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ed al Vice ministro Edoardo Rixi la costituzione  urgente di un tavolo tecnico-politico per affrontare la delicata e importantissima questione della realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Salerno – Reggio Calabria.
La richiesta, in cui si stigmatizzava il totale disinteresse istituzionale della Regione Calabria e dello Stato centrale rispetto ad uno stravolgimento del progetto inizialmente presentato che ha addirittura portato al totale definanziamento dell’opera stessa, è stata accolta.
A conclusione della riunione il sindaco Franz Caruso ha ribadito che il Comitato vigilerà attentamente sull’evoluzione della questione,  informando fin d’ora il Ministero che sarà dato impulso ad una mobilitazione pubblica  per avere realizzata l’ infrastruttura, ormai  assolutamente  decisiva per lo sviluppo della Calabria e dell’intero Sud per i prossimi 100 anni e più. (rrm)

I TANTI DUBBI SUL PONTE, TRA SI E NO E IL
RISCHIO CHE REGGIO SIA ISOLATA DALL’AV

di FRANCESCO COSTANTINOAl dibattito tenutosi nell’aula del Consiglio comunale di Reggio Calabria alla presenza di un vasto pubblico hanno partecipato i sindaci dei Comuni di Reggio, Villa San Giovanni e Campo Calabro e pochi consiglieri di opposizione, uno dei quali ha illustrato una propria mozione, un altro è intervenuto argomentando la propria posizione sul tema e un’altra non ha espresso alcuna posizione. 

Le rappresentanze politiche di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia erano assenti. Molti invece gli interventi delle varie associazioni presenti.  

A conclusione del dibattito ha prevalso nettamente la posizione dei contrari e/o dubbiosi rispetto ai favorevoli al Ponte.

Provo a dire la mia con alcune riflessioni.

Prima riflessione.

Penso che se sul tema Ponte si o no venisse indetta una consultazione referendaria con coinvolgimento dei cittadini di Reggio Calabria, Messina, Villa San Giovanni e Campo Calabro il risultato, verosimilmente, non sarebbe lontano, per ragioni variamente motivate, da una suddivisione a metà tra i favorevoli e i contrari.

Si tende invece a far passare l’idea che i contrari lo siano per motivi considerati astrattamente ed esclusivamente“ideologici” e che i favorevoli appartengano alla categoria di quelli più aperti e confidenti nei confronti del progresso scientifico e dello sviluppo.

Inutile dire  che non può valere né la prima né la seconda catalogazione e per questo, molto laicamente, vado al punto.

Provate voi ad immaginare che l’ipotetico  referendum venisse indetto su un altro tema riguardante la posizione dei cittadini degli stessi territori sulla volontà o meno di avviare, con adeguati strumenti amministrativi e finanziari, la costruzione dell’Area integrata dello Stretto.

Non credo che ci possano essere dubbi sul risultato di questa ipotetica consultazione che registrerebbe – è ragionevole pensarlo – un’amplissima maggioranza dei favorevoli.

E se questo è vero diventa lecito porsi la domanda se il “Ponte”, in fase di progettazione accelerata, che nella configurazione nota prevede il collegamento tra il territorio di Campo Calabro e l’area collinare di Messina, favorisca l’integrazione territoriale dei Comuni interessati o vada in direzione ostinata e contraria.

Seconda riflessione.

Sarebbe pure lecito domandarsi come potrebbe mai avvenire che una linea ad Alta velocità che imboccasse il “Ponte” a Campo Calabro potesse ridiscendere in pochi chilometri alla quota dell’attuale stazione di Reggio Calabria e, se ciò non si ritenesse possibile, domandarsi se il progetto del Ponte preveda o no la costruzione di una nuova stazione ferroviaria a monte di quella attuale collegata al “Ponte” stesso e da connettere con la ferrovia esistente sul versante ionico.

Perché se a ciò non si fosse pensato, come in effetti nessuno ci ha pensato, vorrebbe dire che la città di Reggio Calabria è stata esclusa definitivamente, senza nessuna consultazione dei territori, dal progetto dell’alta velocità, continuando a rimanere sostanzialmente e drammaticamente sconnessa il territorio del versante ionico calabrese con  accentuazione della sconnessione con il territorio del versante tirrenico

Terza riflessione.

Qualcuno, ad oggi, conosce la sezione della linea ferroviaria esistente, o di quella futura ad alta velocità se dovesse essere diversa, sulla quale verrà innestata la linea ferroviaria che risalga dalla quota attuale  alla quota d’imbocco del Ponte sul versante calabrese? 

È stata già progettata o ancora no la galleria di non meno di 25-30 km di lunghezza che si renderebbe necessaria per realizzare questo collegamento? 

Quarta riflessione.

Val la pena o no riflettere sulla circostanza, passata in second’ordine, che l’analisi costi-benefici che giustificherebbe la costruzione del “Ponte” preveda l’annullamento totale dei servizi di traghettamento di passeggeri e merci, che gli studi trasportistici non siano stati aggiornati e siano ancora gli stessi del 2011 e che, infine, non siano state considerate, come la legge prevede, alternative di progetto?

Conclusioni.

Non ho alcuna pregiudiziale ideologica ma penso che i ponti più utili siano quelli che nascono da un’idea ragionata, progettata e condivisa di sviluppo territoriale e non quelli che dividono i sentimenti delle persone che i territori hanno il diritto di vivere, così  come, comunque la si pensi, è accaduto negli ultimi 50 anni in ragione di un “Ponte” calato dall’alto.

E tutto questo al netto delle questioni procedurali adottate per il riaffidamento all’esecutore contrattuale e delle questioni che riguarderebbero la possibilità, mai sperimentata nella storia, di realizzare un ponte come quello in discussione di cui non esiste, ad oggi, dopo tantissimi anni di studi e tantissimi investimenti, un progetto esecutivo reso noto.

Progetto che si ritiene che possa essere pronto in brevissimo tempo. Galileo su quest’ultimo punto avrebbe molto da dire.

Io non ho titoli per dare giudizi, ma dubbi si e molto forti, e non amo il gioco d’azzardo. (fc)

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Un quadro dettagliato su Av Salerno-Reggio C.

di GIACOMO SACCOMANNO – Il progetto di alta velocità ferroviaria tra Salerno e Reggio Calabria rappresenta una svolta significativa per il sistema di trasporti del sud Italia. Con l’obiettivo di creare un corridoio veloce ed efficiente, il progetto promette di ridurre drasticamente i tempi di viaggio e di stimolare lo sviluppo economico delle regioni coinvolte.

La nuova linea, estendendosi per circa 152 km, attraverserà paesaggi mozzafiato e collegherà comunità che finora hanno avuto accesso limitato ai servizi ferroviari ad alta velocità. La stazione intermedia, oggetto di studi approfonditi, sarà posizionata strategicamente per servire al meglio le esigenze locali, garantendo al contempo un impatto positivo sul tessuto socio-economico dell’area.

L’investimento in questa infrastruttura non solo migliorerà la mobilità dei passeggeri, ma anche quella delle merci, con particolare attenzione al traffico merci nel porto di Gioia Tauro. Questo aspetto è fondamentale per rafforzare la posizione dell’Italia nel contesto del commercio marittimo internazionale.

Il progetto di alta velocità Salerno-Reggio Calabria è più di una semplice opera infrastrutturale; è una visione per il futuro, un impegno verso la mobilità sostenibile e un passo avanti verso l’integrazione economica del Mezzogiorno d’Italia.

A nome della Lega Calabria, esprimo la mia profonda gratitudine al Ministro delle Infrastrutture e Vice Premier, Matteo Salvini, per l’impegno e gli investimenti dedicati al progetto di alta velocità ferroviaria tra Salerno e Reggio Calabria. Questa iniziativa è un simbolo tangibile dell’attenzione e del sostegno che il nostro governo dedica al Sud Italia, e in particolare alla Calabria.

La realizzazione di questa infrastruttura è un segnale forte di fiducia nel potenziale della nostra regione e rappresenta un’opportunità straordinaria per stimolare lo sviluppo economico e migliorare la qualità della vita dei cittadini calabresi. La nuova linea ferroviaria non solo accorcerà i tempi di viaggio, ma aprirà nuove prospettive per il commercio e il turismo, collegando in modo più efficiente il porto di Gioia Tauro con il resto del paese.

Il nostro ringraziamento va anche a tutti coloro che hanno lavorato e continueranno a lavorare per rendere questo sogno una realtà. Il progetto di alta velocità Salerno-Reggio Calabria è un esempio eccellente di come, con la giusta visione e risorse, possiamo costruire un futuro migliore per la Calabria e per l’Italia intera. (gs)

[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]

I sindaci del Comitato Tecnico Scientifico AV: Realizzare opera usando tracciato interno Tarsia-Cosenza

Realizzare l’alta velocità utilizzando il tracciato interno passante per Tarsia e Cosenza, oltre che un confronto immediato con il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, al fine di sollecitare una forte presa di posizione della Regione per condividere un percorso comune con azioni incisive nei confronti del Ministero e della stessa Rfi.

È quanto emerso dalla riunione del Comitato Tecnico Scientifico AV Calabria riunitosi a Palazzo dei Bruzi di Cosenza, per condividere il documento tecnico di sintesi del lavoro di analisi svolto dalla componente tecnica dello stesso comitato sul progetto AV ferroviaria Salerno – Reggio Calabria.

All’incontro, presieduto dal sindaco Franz Caruso, hanno preso parte i sindaci di Castrovillari, Domenico Lo Polito, di Tarsia, Roberto Ameruso, e, delegato dal sindaco di Cassano allo Ionio, l’assessore ai Llpp Leonardo Sposato;  Demetrio Festa, Luigi Martirano, Giuseppe Lo Feudo, per la componente tecnica di cui è parte anche il prof. Roberto Musmanno. Seppur assenti, per altri impegni istituzionali precedentemente assunti, hanno condiviso l’esito dell’incontro anche i sindaci di Acri, Pino Capalbo, e di San Marco Argentano, Virginia Mariotti.

«La realizzazione della linea AV – è stato affermato nel corso della riunione – costituisce una occasione irripetibile per la crescita economica e sociale della Calabria e per tale motivo deve essere realizzata nel territorio interno che consente l’utilizzo da parte di tutto il territorio della fascia ionica della Calabria, mantenendo la natura baricentrica del capoluogo cosentino.
«Il tracciato mediano passante per Tarsia, inoltre – hanno aggiunto – diventerebbe strategico per i flussi di traffico dalla Sicilia e dalla Calabria stessa verso il corridoio adriatico, determinando il complemento naturale alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. In ogni caso, la scelta del tracciato non può essere ridotto a un mero fatto tecnico, considerata l’importanza strategica e di unicità dell’opera, che riguarda lo sviluppo del territorio calabrese dei prossimi decenni».
Nel corso della riunione sono emersi forti dubbi sulla effettiva volontà di realizzare l’opera, considerando anche le notizie di definanziamento di tratti della linea, con il concreto rischio che l’opera si fermi a Romagnano senza neanche arrivare a Praia.

Per questo i sindaci hanno ribadito la necessità di «un incontro immediato ed urgente con il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che non può decidere di “non decidere”, lasciando campo libero a Rfi su un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo complessivo del nostro territorio regionale come l’Alta velocità». (rcs)

TRASPORTO FERROVIARIO: IL SUD MERITA
IL SUO RISCATTO E LA GIUSTA ATTENZIONE

di ERCOLE INCALZA – Negli ultimi quarant’anni, non ce ne siamo forse ancora accorti, ma abbiamo assistito ad una vera rivoluzione nel sistema dei trasporti ferroviari ed è sbagliato, a mio avviso, parlare solo di “alta velocità ferroviaria” perché in quarant’anni è cambiato il nostro approccio e la nostra fruizione di ciò che genericamente chiamiamo “ferrovie”, “treni”, “stazioni”, “scali merce”.

Questi riferimenti, in realtà, vivevano essenzialmente nei limitati periodi, o meglio nei limitati momenti in cui ricorrevamo all’uso di un treno, in realtà in cui ricorrevamo ad un treno per raggiungere un’altra località vicina o lontana. La ferrovia soddisfaceva una nostra esigenza di mobilità ed in questo, ripeto sempre, forse il pendolarismo rappresentava una diversità perché aggregava più persone in determinate fasi della giornata ed era anche una delle occasioni più socializzanti della offerta ferroviaria.

Altra ignoranza diffusa era quella legata all’utilizzo della rete ferroviaria per la movimentazione delle merci, esistevano gli “scali” ed erano ubicati nelle vicinanze delle stazioni, anche all’interno di grandi nodi ferroviari. Si chiamavano centri intermodali perché le merci arrivavano con dei TIR in queste limitate aree ed in tali siti avveniva il cambiamento della modalità di trasporto; tra l’altro fino agli anni ’80 era molto frequente imbattersi su strada in un trasporto eccezionale di carri ferroviari che potevano essere trasferiti fino alla destinazione richiesta dal cliente per la movimentazione di ogni tipologia di merci. Nel tempo questo servizio è stato sostituito dall’utilizzo dei container, che consentono il trasferimento del solo cassone che può essere movimentato su ogni tipologia di vettore, nave, treno, camion.

Ebbene, 16.000 chilometri di reti di proprietà delle Ferrovie dello Stato e circa 3.000 chilometri di reti ferroviarie secondarie per quasi il 70% gestite da soggetti privati o da Amministrazioni locali, senza dubbio, rappresentano una griglia portante essenziale, e direi obbligata, per chi si muove all’interno del Paese, all’interno dell’Europa; i vari movimenti però inizialmente erano legati ad una frequenza così limitata da portare i vari utenti, nella maggior parte dei casi, a ricorrere al mezzo privato su strada.

A tale proposito sono solito ripetere sempre un esempio: da Roma a Napoli, fino al 2004, cioè fino all’avvio del collegamento ferroviario ad alta velocità, il tempo del collegamento era di circa due ore e dieci minuti ed il numero di corse, anche nelle ore di punta, si attestava su un numero non superiore a due ogni due – tre ore ed in tal modo la distanza reale, in termini temporali, tra Roma e Napoli superava le quattro – cinque ore e quindi chi da Roma decideva di andare a Napoli doveva mettere in conto sia il tempo reale del collegamento e l’arco temporale in cui non era disponibile la offerta ferroviaria e questo portava automaticamente al ricorso dell’auto privata.

Gli scali ferroviari erano ubicati nelle prossimità delle stazioni e questa collocazione era difficilmente accessibile: l’attraversamento dell’ambito urbano, in molti casi metropolitano, oltre a creare rilevanti problemi nel consumo di carburante generava seri problemi di inquinamento.

Poi all’inizio dei quaranta anni siamo entrati, praticamente dal 1984 al 2004, in una fase che ha praticamente rivoluzionato quello che per quasi un secolo era stata la ferrovia.

Insisto non è stata solo l’alta velocità ma: La frequenza dei treni, la scoperta del ruolo e della funzione delle “grandi stazioni”, l’ubicazione strategica dei centri per la movimentazione delle merci: gli interporti, la rivoluzione tipologica e tecnologica dei treni, l’avanzata digitalizzazione dei servizi offerti, il rapporto con gli Enti locali nella gestione della mobilità soprattutto nelle grandi aree urbane (esperienza Metrebus a Roma), il collegamento con i nodi logistici chiave per la crescita economica del Paese (porti ed interporti), il rafforzamento della dimensione internazionale attraverso l’avvio alla realizzazione dei valichi ferroviari come l’asse Torino – Leone, come il Terzo Valico dei Giovi, come il San Gottardo, come il Brennero, la grande attenzione per il rispetto dell’ambiente, realizzando, prima ancora delle grandi aziende nazionali ed internazionali, un’ecobilancio della propria offerta trasportistica, una grande attenzione all’abbattimento delle barriere architettoniche.

In questi quaranta anni, senza dubbio, i meriti sono sia di coloro che si sono alternati nella gestione del Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e, in modo particolare, di coloro che erano all’interno delle Ferrovie dello Stato prima del cambiamento, sì ai dirigenti della vecchia Azienda che non ostacolarono l’azione riformatrice e collaborarono nella trasformazione di un’Azienda di stato in un Ente pubblico economico prima e in una Società per Azioni dopo.

Unico punto critico, in questo processo che continuo a definire “rivoluzionario”, è stata la sottovalutazione dell’esigenze infrastrutturali e gestionali del Mezzogiorno; in modo particolare solo nell’ultimo anno è ripartita l’azione organica mirata alla realizzazione di reti essenziali; una riattivazione di azioni dopo dieci anni in cui unica opera è stata la realizzazione del collegamento Napoli – Bari. Questo preoccupa perché denuncia i comportamenti dello Stato nella attuazione di ciò che chiamiamo Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), si di quei livelli che dovrebbero essere garantiti nella attuazione delle “Autonomie differenziate” e che, almeno per quanto concerne l’offerta ferroviaria, hanno, come riferimento storico una esperienza quarantennale, almeno per l’offerta ferroviaria, lontana da accettabili Livelli Essenziali di Prestazioni.

Sicuramente non possiamo assolutamente sottovalutare il ruolo chiave svolto, in questo “rivoluzionario lungimirante processo”, da Lorenzo Necci; in fondo è stato lui l’artefice primario di tutto ciò che oggi viviamo, di tutto ciò che oggi usiamo e frequentiamo senza accorgercene e, dobbiamo anche ammetterlo, siamo sempre  più scontenti ed al tempo stesso più esigenti; tuttavia quello che dispiace è che non vogliamo ammettere che in questi quaranta anni abbiamo inseguito davvero il futuro; speriamo di non raggiungerlo mai; infatti inseguendolo sempre siamo sicuri di crescere. (ei)

A Catanzaro fari accessi sull’alta velocità in Calabria

«Una viabilità adeguata e competitiva, compresa la viabilità ferroviaria è essenziale per lo sviluppo socio-economico di un territorio. E l’alta velocità è una opportunità importante per la nostra regione, in forte ritardo rispetto al resto del Paese, considerato che da oltre venti anni le aree del Centro-Nord sono collegate con treni veloci». È quanto ha dichiarato Roberta Porcelli, presidente di Ande, nel corso dell’evento dedicato all’alta velocità in Calabria, svoltosi nella Camera di Commercio di Catanzaro e organizzato da Ande.

La presidente Porcelli, introducendo i lavori, ha inquadrato lo spinoso argomento sotto diversi aspetti (tecnico, sociale, politico) ponendo sul tappeto una serie di interrogativi mirati ad approfondire le varie tematiche, con un unico obiettivo: lo sviluppo concreto della Calabria e del capoluogo in particolare.

L’avv. Porcelli si è chiesta: ma l’alta velocità in Calabria si farà effettivamente e secondo quale tracciato e quali tempi?  E per la città di Catanzaro quale sarà la prospettiva?

È seguito il saluto del Vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri, Giuseppe Stefanucci, che si è intrattenuto sugli aspetti tecnici, introducendo un altro tema spinoso, quello del Ponte sullo Stretto di Messina. Ha approfondito le  tematiche in discussione il  Presidente della Camera di Commercio  di Catanzaro-Crotone – Vibo Valentia, Pietro Falbo, che dati alla mano ha fatto una fotografia realistica in cui versa la Calabria, la provincia di Catanzaro in particolare.

Il Presidente Falbo ha denunciato tutte le carenze dei collegamenti con le altre regioni e, in particolare, la marginalizzazione di Catanzaro, soprattutto per quanto riguarda le reti ferroviarie. L’evento è andato avanti con l’attesa, magistrale relazione tecnica dell’ingegnere Domenico Angotti che, anche attraverso la proiezione di immagini, ha spiegato in dettaglio le varie ipotesi di percorso dell’alta velocità, quella Tirrenica, quella Centrale e quella Jonica, illustrando tutti i risvolti e non tralasciando l’importanza delle scelte, che dovranno essere politiche. Angotti ha inquadrato le problematiche con delle vere e proprie lezioni tecniche, ponendo domande incalzanti alla politica.

È stata quindi la volta del prof. Valerio Donato, Ordinario di diritto privato all’Università Magna Graecia di Catanzaro, capogruppo dell’opposizione al Consiglio comunale del capoluogo calabrese, che ha sottolineato in modo vigoroso soprattutto la necessità di creare i necessari collegamenti fra le città della  Calabria, per creare bacini di utenza più vasti utili a favorire davvero lo sviluppo economico dell’intera regione. Questa scelta, secondo il prof. Valerio Donato, favorirebbe anche il superamento di sterili campanilismi e si riverberebbe anche come freno alla criminalità organizzata.

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha detto chiaro e tondo «senza diplomazia» che il tracciato dell’alta velocità verso Cosenza non è quello giusto, in quanto diventa più lungo, più costoso e allungherebbe i tempi di realizzazione. Quindi è da scartare. Il primo cittadino ha ricordato le spoliazioni subite dal capoluogo calabrese, ed ha messo in rilievo la necessità che l’alta velocità si colleghi con l’aeroporto di Lamezia Terme.

Tutti i relatori che si sono avvicendati, presentati dal moderatore Luigi Stanizzi, giornalista, si sono complimentati con la Presidente Roberta Porcelli per la valenza dell’iniziativa Ande alla quale hanno aderito, concedendo il patrocinio, la Camera di Commercio di Catanzaro- Crotone- Vibo Valentia ed i Consigli degli Ordini professionali degli avvocati, dei dottori agronomi e forestali, degli architetti e degli ingegneri. Ai professionisti partecipanti sono stati concessi i Crediti Formativi Professionali.

Infine si è aperto il dibattito. L’ing. Vincenzo Italia ha criticato una precedente iniziativa, sullo stesso argomento, ma mirata esclusivamente ad illustrare il tracciato che favorisce Cosenza; il Segretario provinciale Orsa Ferrovie, Domenico Semina, ha focalizzato il suo intervento sulla insicurezza di alcune tratte ferroviarie, come quella di Marcellinara e di Cutro; l’ex Presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Salvatore Saccà, ha puntualizzato che l’attuale stazione ferroviaria di Catanzaro è una vergogna. A convegno concluso, a microfoni spenti, il dibattito è andato avanti informalmente tra  pubblico e  relatori, segno che i temi affrontati interessano davvero tutti, coinvolgono vivamente ciascun calabrese, nessuno escluso. (rcz)

L’OPINIONE / Simone Celebre: Regione chieda potenziamento degli interventi di Rfi

di SIMONE CELEBRE – Non è una novità per nessuno che lo sviluppo di un’area, di una regione, passa ineludibilmente anche dalle infrastrutture ferroviarie. E tra queste un posto in prima linea lo guadagna l’Alta velocità SA-RC. Nel Mezzogiorno ci sono 4 delle 12 linee ferroviarie peggiori d’Italia, tra queste la tratta Jonica, il collegamento Taranto/ Reggio Calabria.

In Calabria l’età media dei convogli è di 21 anni e 4 mesi, peggio di noi solo il Molise, contro l’età media dell’intero Paese che è di solo 15 anni.

In Calabria ci sono solo 294 corse giornaliere, in Lombardia sono quasi 2200 considerato che questa regione ha solo 5 volte il numero degli abitanti, mentre il numero delle corse e di quasi 7 volte, il 70 % delle linee ferroviarie calabresi è a binario unico e più del 50 % ancora non è elettrificato. Con questi dati ci chiediamo quale sia il senso di dare priorità alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, un’opera molto impattante economicamente, circa 11 miliardi, che non sposterà per nulla la qualità di vita dei cittadini calabresi e siciliani, sapendo che non ci sono tante risorse da investire nel sistema dei trasporti. Noi, come Fillea, riteniamo che il rilancio della mobilità su ferro e la condizione che vivono i nostri pendolari debbano diventare e una priorità dell’agenda politica nazionale e regionale.

Perciò ribadiamo l’importanza che l’Alta Velocità arrivi anche nel Sud Italia e che attraversi l’intera regione Calabria. Non accettiamo che si fermi a Romagnano. Come Fillea Cgil Calabria, purtroppo però, siamo molto preoccupati dal fatto che, a oggi, non ci sono finanziamenti per la sua realizzazione. Dal confronto avuto con il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e i vertici di Rfi, è emerso, infatti, un dato incontrovertibile: i tempi per la concreta infrastrutturazione ferroviaria della Calabria non sono ancora maturi.

Se, infatti, Rete ferroviaria italiana prevede di investire in Calabria oltre 36 miliardi di euro, la messa a terra di questa ingente mole di finanziamenti rimane sulla carta per quanto riguarda i primi interventi per la realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria. Per il momento l’unico intervento che pare avere un’accelerazione è quello relativo al raddoppio della galleria Santomarco.

Per l’elettrificazione, la messa in sicurezza e il potenziamento della linea ionica, poi, i tempi appaiono ancora più dilatati. Alcuni interventi sono in fase di progettazione, per altri lo stato di avanzamento si ferma all’iter autorizzativo, per altri ancora non si va oltre quella che viene definita “attività negoziale”.

Alla luce di quanto appreso durante l’incontro, pur non sottraendoci all’impegno di affrontare ulteriori confronti per esercitare il giusto controllo sociale sull’operato di Rete ferroviaria italiana, chiediamo ai vertici dell’amministrazione regionale di sollecitare, anche per tramite del Governo, il potenziamento dell’intervento infrastrutturale di Rfi in Calabria e l’accelerazione delle procedure di progettazione e dell’iter burocratico al fine di consentire al territorio regionale di registrare, in tempi contingentati, il giusto ed atteso potenziamento della rete infrastrutturale ferroviaria.

Non vorremmo che si verifichi quello che è sempre avvenuto qui in Calabria e cioè solo tante belle promesse, ma poi gli interventi sono sempre risultati molto limitati sia in termini di impatto e sia in termini di risorse. Bisogna garantire ai calabresi, oltre all’Alta Velocità, più linee ferroviarie a doppio binario, elettrificate, con più treni moderni, puntuali perché altrimenti continueremo ad assistere a una situazione in cui i cittadini calabresi non avranno la possibilità di scegliere, in quanto costretti a spostarsi con i mezzi privati, scelta invece garantita nelle altre regioni. Purtroppo, a oggi, siamo costretti a constatare che il nostro Paese corre a diverse velocità anche tra regioni del Sud. (sc)

[Simone Celebre è segretario generale di Fillea Cgil Calabria]

CATANZARO – Giovedì alla Camera di Commercio di parla di alta velocità

Giovedì 7 marzo, a Catanzaro, nella sede della Camera di Commercio, si terrà l’incontro Alta (o bassa?) velocità: quale futuro per il capoluogo di regione? organizzato da Ande Catanzaro.

All’iniziativa hanno aderito, concedendo il patrocinio, la Camera di Commercio di Catanzaro- Crotone- Vibo Valentia ed i Consigli degli Ordini professionali degli avvocati, dei dottori agronomi e forestali, degli architetti e degli ingegneri, della provincia di Catanzaro.

«L’obiettivo – ha chiarito Roberta Porcelli, presidente Ande Catanzaro – è quello di approfondire la discussione che ruota intorno al progetto dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, con un occhio rivolto alla nostra città. Una viabilità adeguata e competitiva, compresa la viabilità ferroviaria, è essenziale per lo sviluppo socio-economico di un territorio. E l’alta velocità è una opportunità importante per la nostra regione, in forte ritardo rispetto al resto del Paese, considerato che da oltre venti anni le aree del centro-nord sono collegate con treni veloci. Ma l’alta velocità in Calabria si farà effettivamente e secondo quale tracciato e quali tempi? E per la città di Catanzaro quale sarà la prospettiva?».

«Cercheremo di capirlo meglio – ha proseguito Porcelli – attraverso la relazione tecnica dell’ingegnere Domenico Angotti e gli interventi programmati di Pietro Falbo, Presidente della Camera di Commercio  di Catanzaro-Crotone – Vibo Valentia, Nicola Fiorita  e Valerio Donato, rispettivamente sindaco  e capogruppo dell’opposizione in consiglio comunale».

Il dibattito è aperto a tutti. Trae le conclusioni Marisa Fagà. Modera il giornalista Luigi Stanizzi. (rcz)