COSENZA – Gli appuntamenti al Museo dei Brettii e degli Enotri

Sono numerosi gli appuntamenti in programma al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza.

Oggi, alle 17.30, per il primo appuntamento con la Tisana culturale a cura dell’Associazione culturale Mεράκι, Marta Maddalon e John Trumper ci intratterranno sul tema “Il dialetto: se lo conosci, lo salvi”.

Si prosegue, poi, venerdì 13 dicembre, alle 17.30, per il secondo appuntamento con la Tisana culturale avremo ospite Christian Ferlaino per un incontro laboratoriale fra musica e ricerca etnografica dal titolo “Suoni e storie dalla Calabria”.

Sabato 14 dicembre, alle 18, ultimo appuntamento della 25esima Stagione concertistica internazionale Autunno Musicale, con il concerto “Sole e Amore”, con Mirella Di Vita, Soprano e Sera Fini  al Pianoforte.

Domenica 15 dicembre, alle 17, lo spettacolo teatrale “Il Natale di Scrooge” con Francesco Pupa e Giuseppe Calabretta(rcs)

Tavernise (M5S): Posti letto a pagamento all’Annunziata inaccettabile

Per il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, «l’attivazione dei posti letto a pagamento all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza è una scelta immorale e ingiustificabile».

«In un momento in cui la sanità pubblica è sotto pressione – ha detto – questa decisione va contro i principi di solidarietà e giustizia sociale. La salute non può diventare un bene di lusso, accessibile solo a chi può permetterselo. Chiediamo alle istituzioni di tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini, senza distinzioni».
«Non posso che esprimere la più ferma condanna – ha proseguito – per l’attivazione di quattro posti letto a pagamento presso il reparto di Chirurgia Toracica dell’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza. La decisione del direttore generale dell’azienda ospedaliera dell’Annunziata, Vitaliano De Salazar, rappresenta un grave precedente e un attacco diretto al principio cardine del nostro Servizio Sanitario Nazionale: l’universalità e l’uguaglianza di accesso alle cure».
«La Chirurgia Toracica – ha continuato – è un reparto di fondamentale importanza, che si occupa di patologie complesse e spesso molto delicate. Isolarla e renderla più accessibile a chi ha maggiori disponibilità economiche è una scelta miope e ingiustificabile».
«Mi chiedo come sia possibile che – ha detto ancora il consigliere – mentre i cittadini calabresi sono costretti a lunghe liste d’attesa e a rivolgersi a strutture private per ricevere le cure necessarie, si decida di destinare risorse pubbliche a servizi esclusivi per pochi.
Invito il Commissario alla Sanità della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, a rivedere immediatamente questa decisione e a garantire che l’Ospedale dell’Annunziata continui a erogare le proprie prestazioni in modo equo e trasparente, nel rispetto dei principi costituzionali».
«Chiediamo, inoltre – ha concluso – al Governo nazionale di intervenire con urgenza per garantire il pieno finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale e per contrastare ogni tentativo di privatizzazione delle cure. La salute è un diritto inalienabile e non può essere oggetto di speculazione». (rrc)

COSENZA – Si presenta il libro “Provincia Ribelle”

Domani pomeriggio, a Cosenza, alle 17.30, al Museo dei Brettii e degli Enotri, si terrà la presentazione del libro Provincia Ribelle di Antonio Buttiglione.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna LibrinComune dell’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Franz Caruso e ideata dalla consigliera delegata del sindaco alla Cultura, Antonietta Cozza.

La presentazione del libro sarà preceduta dai saluti del sindaco Franz Caruso, presente l’autore Antonio Buttiglione. Previste le relazioni di Chiara Mauro, del Centro studi Risorgimentali “Domenico Mauro” di San Demetrio Corone, di Marta Petrusewicz, docente della “City University of New York” e dell’Università della Calabria e di Vittorio Cappelli dell’Università della Calabria. I lavori saranno moderati da Antonietta Cozza, delegata del sindaco alla Cultura.

Il libro -“Provincia ribelle – Radicali, movimenti popolari e beni comuni nell’Italia meridionale dell’Ottocento, è edito dalla società editrice “Il Mulino”. (rcs)

L’OPINIONE / Franz Caruso: Revocare posti a pagamento di chirurgia toracica all’Annunziata

di FRANZ CARUSO – Non si rilancia un sistema sanitario pubblico che versa in una situazione che definire drammatica è solo un eufemismo, creando quattro posti letto a pagamento all’interno di un Ospedale, quello dell’Annunziata, che è fanalino di coda nel sistema Paese. Non è, poi, una giustificazione valida appigliarsi alla cosiddetta Legge Bindi che offre sì la possibilità di aprire spazi per solventi anche negli ospedali pubblici, ma laddove i servizi sono certamente efficienti e garantiscono i livelli di assistenza.

All’Annunziata di Cosenza questo non solo non è possibile, quanto non è ammissibile. Anzi è una vera e propria vergogna attesa la situazione di grave criticità che vive il nostro presidio ospedaliero dove non si assicura il diritto a curarsi, nonostante l’impegno e la  professionalità degli operatori sanitari. Per mancanza di posti letto, nel Pronto Soccorso dell’Annunziata, da pochi mesi anch’esso inaugurato, c’è un open space, per carità ben ritinteggiato, in cui vengono tenuti per ore e per giorni pazienti che, invece, dovrebbero trovare immediata sistemazione nei reparti.

Ciò non è possibile perché il nostro nosocomio sui 730 posti assegnati, oggi ne occupa poco più della metà. E quindi che si fa? Si decide di preservare quattro posti letto a favore di paganti “solventi “, sottraendoli a chi magari ne avrebbe più bisogno, ma non ha adeguate possibilità economiche per usufruirne. Tutto ciò è scellerato, inaccettabile, intollerabile.

L’ho detto e lo ripeto, non sono contro la sanità privata, ma essa non può essere sostitutiva del servizio pubblico, che deve essere  tutelato e potenziato per garantire un diritto universale.  Ritengo necessario, pertanto, che sia immediatamente revocata la scelta di destinare i quattro posti letto per paganti nel reparto di chirurgia toracica dell’Annunziata al fine di tutelare i diritti di tutti e non quelli di pochi. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

A Cosenza Elio Guido presenta “Kalòn”: la prima collezione maschile che celebra la Calabria tra tradizione e modernità

Lo stilista calabrese Elio Guido ha presentato la sua prima collezione maschile, “Kalòn”.

l giovane creativo ha scelto di celebrare la sua terra con un prêt-à-porter che intreccia radici culturali e modernità, presentato attraverso uno shooting fotografico immerso nei luoghi iconici della sua città natale, Cosenza, tra il fascino del centro storico, il Museo dei Brettii e degli Enotri, l’eleganza senza tempo dello storico Caffè Renzelli, la suggestiva Chiesa di San Domenico, la statua del filosofo Bernardino Telesio e la scenografica piazza XV Marzo, dominata dal teatro Alfonso Rendano.

Il nome della collezione, “Kalòn”, deriva dal greco antico e rappresenta l’unione di bellezza, verità ed etica. Questo ideale si traduce in capi che rendono omaggio al patrimonio culturale e artigianale calabrese, reinterpretandolo con uno spirito contemporaneo. «Non voglio raccontare una Calabria nostalgica, ma celebrare la sua essenza attraverso l’artigianalità», ha dichiarato lo stilista.

Cuore pulsante della collezione è l’omaggio alla nonna dello stilista, custode delle tecniche tradizionali di uncinetto e ricamo. “Kalòn” reinterpreta questi antichi saperi artigianali con uno sguardo moderno, trasportandoli in un guardaroba maschile contemporaneo.

La collezione si articola in due filoni principali: il primo omaggia il lavoro manuale dell’uncinetto, introdotto nella vita di Elio dalla sua amata nonna. Le 13 camicie della collezione – realizzate interamente a mano in puro cotone bianco – sono vere opere d’arte tessile, i cui disegni e mappature sono stati curati dallo stesso Elio Guido e trasposti in ricami unici dalla nonna dello stilista. Ogni particolare, dalla texture alla lavorazione, evoca i ricordi d’infanzia di Guido e la sua passione per il lavoro manuale, simbolo di dedizione e bellezza senza tempo. Tra i dettagli più affascinanti spicca una camicia che riprende il rosone della Chiesa di San Domenico, dimostrando il legame profondo con la storia e l’architettura locali.

«Questa collezione – racconta Guido – è un tributo alla mia terra e alla mia famiglia. I ricami all’uncinetto della nonna sono il fulcro della mia ispirazione: una maestria che ho voluto portare nel mondo della moda maschile, sfidando le convenzioni e dando vita a creazioni che celebrano l’artigianato calabrese».

L’altro filone della collezione esplora l’artigianato tessile calabrese: seta, cotone San Gallo, lana bouclé e pelle si combinano per creare capi che evocano il paesaggio e le tradizioni della Regione. Il bianco domina le camicie, simbolo di purezza e grafismo, mentre le cromie dei blu petrolio e verdi richiamano il mare di Tropea e i boschi della Sila. I richiami ai lanifici calabresi, con tessuti intrecciati a mano, e ai simboli popolari come il peperoncino, aggiungono un tocco di autenticità e scaramanzia.

Tra i pezzi più innovativi, spiccano i completi in denim spalmati con foglie dorate, che coniugano stile urban e richiami all’epoca greca della Calabria. Ogni elemento, dai tessuti ai dettagli sartoriali, racconta una Calabria vibrante e complessa, capace di ispirare e stupire.

Oltre all’omaggio alla Calabria, un altro elemento guida della collezione è l’esplorazione della memoria, ispirata al romanzo “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust. La memoria è il motore della creatività di Elio Guido, proprio come nei ricordi involontari di Proust. Attraverso la moda, il giovane stilista intende ricreare quel viaggio emotivo in cui passato e presente si intrecciano, generando un futuro che è la somma di ogni esperienza vissuta. Questo concetto si traduce in una collezione che dà forma a emozioni e ricordi: le camicie all’uncinetto evocano l’infanzia dello stilista, i foderami in seta riproducono paesaggi olfattivi e visivi, come i campi di origano e lavanda della Calabria, mentre i colori raccontano le sfumature della terra e del mare.

Come nelle pagine di Proust, anche in “Kalòn” il tempo si svela come una dimensione fluida, in cui passato, presente e futuro si intrecciano senza soluzione di continuità. Non c’è una distinzione netta tra ciò che è stato e ciò che sarà: ogni capo è un dialogo tra tradizione e innovazione, tra radici e visione creativa.

“Kalòn” è una collezione pensata per l’uomo, ma Elio Guido abbraccia una visione inclusiva: i capi, dalle camicie ai pantaloni destrutturati, sono volutamente privi di etichette di genere, offrendo libertà d’espressione e versatilità. Ogni creazione è concepita per adattarsi a momenti casual e formali, rispecchiando la quotidianità e il lusso con naturalezza.

Con “Kalòn”, Elio Guido dimostra che la bellezza è un valore universale, capace di trascendere i confini geografici e culturali. Come il protagonista proustiano che ritrova il senso della vita nella memoria del passato, Guido invita chi indossa i suoi capi a celebrare la propria storia personale attraverso la moda.

“Kalòn” non è solo una collezione; è un manifesto culturale, un invito a riscoprire l’autenticità e il fascino di una Regione che non smette mai di sorprendere. (rcs)

COSENZA – Il concerto-omaggio della chitarrista Maria Ivana Oliva

Domani pomeriggio, a Cosenza, al Museo dei Brettii e degli Enotri, alle 18, si terrà il concerto-omaggio a Daniel Fortea della chitarrista pugliese Maria Ivana Oliva.

L’evento rientra nell’ambito della 25esima stagione concertista Internazionale “Autunno Musicale”, promossa dall’Associazione “The Brass Collection” e patrocinata dal Comune di Cosenza.

Daniel Fortea è stato un compositore molto importante nella storia della chitarra, in quanto allievo fedele del grande Francisco Tarrega, sebbene un po’ dimenticato. Fortea incarna la tradizione musicale spagnola. Nelle sue composizioni si rinvengono cenni alla musica popolare spagnola e al flamenco e dall’ascolto dei suoi brani emerge la sua personalità malinconica. Molti di questi brani sono, infatti, collegati alle sue vicende esistenziali, avendo Fortea vissuto il franchismo e non essendosi mai allontanato dalla Spagna, a differenza dei suoi colleghi. Il concerto di Maria Ivana Oliva di sabato 7 dicembre inizia con un brano con dedica, in morte del suo maestro Tarrega, cui ha stretto la mano proprio durante il momento del trapasso. (rcs)

COSENZA – Venerdì la presentazione del libro “Sistemi urbani”

Venerdì, a Cosenza, alle 17.30, al Museo dei Brettii e degli Enotri, sarà presentato il libro Sistemi urbani e tipi architettonici nell’area dello Stretto di Giuseppina De Marco ed edito da Laruffa.

L’evento rientra nell’ambito della collaudata iniziativa dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso, “LibrinComune”, coordinata dalla consigliera delegata del Sindaco alla Cultura, Antonietta Cozza.

L’incontro con l’autrice, Storico dell’arte e dell’architettura e da oltre dieci anni docente di Elementi di Architettura e Urbanistica presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, sarà aperto dai saluti del Sindaco Franz Caruso. Prevista la presenza della delegata del Sindaco alla Cultura Antonietta Cozza, della direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri, Marilena Cerzoso e della direttrice della Biblioteca “Stefano Rodotà” del Liceo “Telesio” di Cosenza, Antonella Giacoia.

Ad introdurre la presentazione e a moderarla, la giornalista del Circolo Artieparole, Pia Tucci. Con l’autrice Giuseppina De Marco dialogherà Alessandro Tosi dell’Università di Pisa. Tosi è il direttore scientifico del Museo della Grafica di Pisa e Vice Presidente del Sistema Museale di Ateneo.

«Questo libro – sottolinea l’autrice Giuseppina De Marco – è il risultato dell’esperienza di un decennio di insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e si pone diversi obiettivi: fornire agli studenti l’acquisizione di un metodo di ricerca per l’analisi critica delle architetture e degli spazi urbani; stimolare un atteggiamento consapevole nei confronti di ogni forma d’arte; suscitare un interesse profondo e un comportamento responsabile verso il patrimonio artistico del territorio, inteso sia come lettura dei rapporti tra urbs e civitas che come riconoscimento dei diversi linguaggi architettonici».

«Il volume – prosegue De Marco – è strutturato in due parti. La prima, contiene saggi di inquadramento didattico e metodologico; una disamina sulla formazione degli architetti nelle Accademie prima dell’istituzione delle Facoltà di Architettura; un percorso tra i miti e le catastrofi che hanno caratterizzato l’area dello Stretto; una lettura delle città scomparse, mediante l’analisi di numerose iconografie d’arte; un excursus sulla cultura progettuale dopo il sisma del 1908».

«La seconda parte del volume presenta, invece – ha spiegato – i risultati delle ricerche degli allievi del corso di Elementi di Architettura e Urbanistica, per far conoscere alla collettività la storia e il messaggio racchiuso nelle opere architettoniche e negli spazi urbani che quotidianamente abitiamo. L’insegnamento e la ricerca in Accademia nel settore della conoscenza e valorizzazione dei Beni Culturali rivestono un ruolo importante, poiché consentono ai giovani di acquisire un metodo di ricerca scientifico, mirato a cogliere il significato delle opere in contesti e territori diversi, attraverso la ricerca sul campo e l’analisi delle fonti documentarie, contribuendo così alla rinascita delle città, che hanno dimenticato i valori estetici e etici dell’abitare. La dimensione storica dell’Area dello Stretto viene qui in parte ricostruita dagli allievi dell’Accademia, ora più consapevoli delle loro origini. Perché progresso significa volgere lo sguardo al passato per disegnare il nostro futuro, valorizzando le risorse e le vocazioni del territorio».

Alla presentazione del libro farà seguito l’inaugurazione della mostra “Geviert, InQuadrature dall’area dello Stretto” a cura dell’Associazione Meràki, con alcune illustrazioni del volume. (rcs)

COSENZA – Al Rendano “Il Lago dei Cigni”

In scena domani sera, al Teatro Rendano di Cosenza, alle 20.30, il Lago dei Cigni del Balletto dell’Opera Nazionale Rumena, con le musiche di Tcajkovskij.

Lo spettacolo è promosso dalla Fondazione Teatro Lirico Siciliano con il patrocinio del Comune di Cosenza.

In questa nuova versione, il Balletto dell’Opera Nazionale Rumena ha voluto mantenere intatte le coreografie originali di Marius Petipa e Lev Ivanov che hanno contrassegnato la memorabile versione del lontano 1895, tornando alla storica coreografia creata per il Teatro Mariinsky.

Le scenografie si rifanno alla Corte Imperiale Russa di quel periodo, inserendo realtà storica e fantasia gotica. Le scene del I e del III atto sono punteggiate da uno stile classico fiabesco, quasi magico, mentre il II e IV atto, evocando le atmosfere del lago, ricostruiscono un ambiente mistico, quasi lunare , dove si alternano attimi tenebrosi e giochi di ombre e luci. Il “Lago dei cigni” rappresenta la perfetta unione di coreografia e musica ed è diventato sinonimo del balletto stesso e fonte d’ispirazione per generazioni e generazioni di ballerini, nonché emblema della cultura popolare.

Al Rendano, nel doppio ruolo del Cigno Bianco e del Cigno Nero, si potrà apprezzare l’etoile mondiale e solista del Teatro Nazionale Rumeno, Viviana Olaru, danzatrice dalle superbe capacità espressive e tecniche, in particolare nei due splendidi pas de deux del I e del II atto.

Altri grandi momenti dello spettacolo saranno: la danza dei quattro piccoli cigni, la danza dei grandi cigni, che sinuosamente si muovono su un lago illuminato dalla luna, e gli splendidi valzer nella sala da ballo del Palazzo Reale. La scena, come si ricorderà, si svolge in un parco vicino al Castello del principe Sigfrid il quale, durante i festeggiamenti per il suo compleanno, si allontana dalla sua residenza attirato da uno stormo di cigni.

Giunge fino ad un lago e mentre cerca di colpire un cigno con il suo arco, questo si trasforma improvvisamente in Odette, regina delle giovani fanciulle, vittime di un incantesimo da parte del mago Rothbart. Affascinato da tanta bellezza, il principe rimane a guardare, mentre i cigni riacquistano un aspetto umano e cominciano a danzare.

Infine, ritrovata la sua prescelta, Sigfried le giurerà amore eterno, unico modo per spezzare l’incantesimo che trasforma le fanciulle in cigno ad ogni sopraggiungere dell’alba. Il mago Rothrbart si presenterà al Castello il giorno in cui il principe dovrà scegliere la sposa. Con lui c’è la figlia Odile, il Cigno Nero, che assume le stesse sembianze di Odette per attirare l’attenzione del giovane. Sigfried sceglie Odile come sposa, ma poi riconosciuto l’inganno del mago, lo sconfigge, ritrovando l’amata Odette. (rcs)

Dalla Duse a Marta Abba a Cosenza con uno scavo tra teatro e personaggi con celebrazioni dusiane

di MARILENA CAVALLO – Eleonora Duse, Sarah Bernhardt, Marta Abba, Mata Hari. Si scende negli inferi dell’angoscia e nel risalire a cercare le stelle.

Al centro Gabriele D’Annunzio. Il D’Annunzio che ripropone “Francesca da Rimini” investendo il personaggio di Eleonora Duse in una Francesca trepida amante di Paolo.
Dante qui abita Gabriele. Ma è l’amore che scava fossati e solleva luce.  “Francesca da Rimini”. Francesca è un ulteriore personaggio che metaforizza Eleonora Duse.
Il D’Annunzio del “Notturno” vibra. Ovvero quello dei cartiglio, degli appunti, del pensiero in solitudine. Struggenti sono i dialoghi tra Eleonora e Gabriele.
Un racconto dolcissimo nel quale si racconta la storia di un amore che ha segnato non solo la vita dello scrittore e dell’attrice ma della storia del teatro e della letteratura del primo Novecento. Una celebrazione del Comitato nazionale celebrazioni Eleonora Duse.
“Francesca da Rimini”.  Un dramma in cui la Duse ha la profondità armoniosa e inquieta del V Canto dell’Inferno di Dante.
Tra finzioni e maschere il gioco del dialogare diventa una potentissima esaltazione lirica.
Un particolare importante è senza dubbio l’aver messo davanti allo specchio due grandi storie d’amore: quella di Pirandello con l’attrice Marta Abba e quella di D’Annunzio con Eleonora Duse. La letteratura e l’amore tra la vita e il teatro. Una unicità straordinaria che rende sublime una passione non solo sul piano letterario, finzione, ma interiorizzandola nel profondo tra  letteratura vita, facendo della vita letteratura e dando alla letteratura non più la finzione ma il mistero.
Dante mistico è nel D’Annunzio paradisiaco. Raccontando la genesi del romanzo metaforizzando il tutto si può  affermare: La letteratura mi ha fatto amare l’amore. La donna che amo è letteratura vita carnalità.  Eleonora resterà sempre la Divina.
Metafore, sogni, allegorie? L’intreccio con donne come Sarah Bernhardt e Mata  Hari che abitano le pagine del libro è unico e sono un percorso tra amore e bellezza.
È un legame tutto da leggere proprio in occasione del centenario della edizione definitiva del “Notturno”, che vide la pubblicazione del testo definitivo nel 1921.
Donne in teatro. La Divina resta sempre Divina. Nella tradizione. Marta è nella modernità. Un incontro a Cosenza per andare oltre. Un grande evento. (mc)

COSENZA – La mostra fotografica diffusa “Gli invisibili”

Venerdì, a Cosenza, alle 11, al Palazzo di Giustizia, sarà inaugurata la mostra fotografica diffusa “Gli Invisibili. Ammazzati dalla mafia e dall’indifferenza”, a cura di Lavinia Caminiti.

L’evento è stata promossa dall’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) di Catanzaro in collaborazione con la Fondazione Trame Ets di Lamezia.

L’iniziativa parte simultaneamente da Cosenza e Catanzaro e si concluderà a Lamezia Terme, valorizzando l’unità del territorio e degli uffici nonostante le distanze geografiche. Protagonisti saranno i Palazzi di Giustizia delle Città, intesi non solo come luoghi di esercizio della giurisdizione, ma come veri e propri centri culturali per una rinnovata coscienza collettiva.

L’esposizione, visitabile fino a febbraio 2025, racconta le storie delle vittime della mafia spesso dimenticate, e dei luoghi in cui si consumarono quelle tragedie, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria collettiva e sensibilizzare il pubblico sui temi della legalità e della giustizia.

La mostra è patrocinata dall’ANM e si inserisce nel quadro delle attività della Fondazione Trame ETS, che da oltre un decennio organizza il primo festival in Italia dedicato ai libri sulle mafie. Attraverso immagini che confrontano il passato e il presente, l’esposizione costruisce un itinerario riflessivo, evidenziando come alcune delle più dolorose tragedie italiane siano cadute nell’oblio o siano sconosciute alle nuove generazioni.

Le fotografie raccontano storie di vite spezzate, mostrando come la mafia abbia inciso profondamente non solo sulla vita delle vittime dirette, ma anche sul tessuto sociale e culturale del Paese. Questo racconto per immagini si pone come strumento di educazione civile, rivolgendosi soprattutto ai giovani, per aiutarli a distinguere tra legalità e illegalità e per sviluppare una coscienza critica contro la cultura mafiosa, sia manifesta che implicita.

Un’intera sezione della mostra allestita a Catanzaro, intitolata “Le Rose Spezzate”, è dedicata ai 28 magistrati assassinati dalla mafia, tra cui figure emblematiche come Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’obiettivo è umanizzare la figura del magistrato, spesso percepito solo attraverso il suo ruolo istituzionale, e ricordare che, dietro l’uniforme della giustizia, si celano persone, affetti e vite private. Le immagini proposte invitano a riflettere sul valore della loro opera e sull’impatto delle loro perdite, non solo a livello istituzionale, ma anche umano.

La mostra “Gli Invisibili” non vuole essere solo un tributo alle vittime della mafia, ma anche un appello a guardare al passato con coraggio per costruire un presente e un futuro fondati sulla giustizia e sulla memoria, lanciando un messaggio «a sostegno dell’impegno di legalità dei vari operatori presenti nel nostro territorio – come sottolineato dal presidente della giunta Anm di Catanzaro, Giovanni Strangis che pubblicamente vogliamo incoraggiare».

Segnando la nuova sinergia nata con l’Associazione Nazionale Magistrati, il progetto segue il nuovo filone inaugurato da Trame in occasione della tredicesima edizione del Festival dei libri sulle mafie sulla valorizzazione dell’arte come strumento per veicolare messaggi e valori. Il via è stato dato lo scorso giugno con il taglio del nastro della mostra “Visioni Civiche – L’arte restituita. Dalle opere confiscate alle mafie al bene comune”. (rcs)