Il Prefetto di Cosenza si racconta ai ragazzi dell’Università della Terza Età

di PINO NANOIl loro mantra è una frase famosa di Jean Monnet, “Niente è possibile senza gli uomini, e niente dura senza le istituzioni”.

Parliamo qui dei “ragazzi” e delle “ragazze” che frequentano l’Università della Terza Età di Cosenza e che hanno ricevuto in forma ufficiale la visita del nuovo Prefetto di Cosenza Rosa Maria Padovano, un incontro a metà strada tra l’istituzionale e una tradizionale “visita tra amici” e nel corso del quale il prefetto della città dei Bruzi ha spiegato le ragioni dell’essere oggi un rappresentante del Governo sul proprio territorio. 

«Desideriamo esprimere un sincero ringraziamento alla dott.ssa Padovano – commenta il direttore prof. Mario De Bonis – per averci dedicato il Suo tempo e per averci edotto sull’importanza della Prefettura che si manifesta nella capacità di garantire un equilibrio tra le esigenze locali e le direttive nazionali, contribuendo così alla stabilità e al benessere della comunità. La disponibilità e la passione nel condividere le Sue esperienze hanno reso l’incontro un momento di grande valore e riflessione».

Autorevole, determinata, piena di carisma, Rosa Maria Padovano ha raccontato alla sua assemblea di studenti non più giovanissimi quali sono i suoi compiti istituzionali, che cosa deve fare un prefetto sul territorio dove viene chiamato ad esercitare le sue funzioni, quali sono i limiti della sua mission e quali sono gli obiettivi possibili, insomma una vera e propria lectio magistralis sui poteri dello Stato e sui potere di delegati dal Governo agli enti locali.

Prefetto della provincia di Cosenza dal 15 luglio 2024, nata nel 1962 a Mola di Bari, coniugata, madre di un figlio, laureata con lode in Giurisprudenza, e abilitata all’esercizio della professione forense, Rosa Mara Padovan ha alle spalle un curriculum di grande rispetto.

Entrata nei ruoli dell’Amministrazione civile dell’Interno nel 1990, è stata assegnata alla Prefettura di Bari dove ha svolto le funzioni di Vice Capo di Gabinetto, oltre a ricoprire gli incarichi di Responsabile dello Sviluppo Organizzativo e dei Progetti finalizzati, di Referente per il Servizio Interrogazioni Parlamentari e “Question Time”, del Fondo Antiracket Antiusura e in materia di sicurezza stradale, e di Dirigente dell’Area IV bis Immigrazione.

Trasferita, nel marzo del 2010, alla Prefettura di Lodi, in seguito alla promozione a Viceprefetto, ha ricoperto gli incarichi di Dirigente dell’Area Enti locali e Consultazioni elettorali, Capo di Gabinetto sostituto e Dirigente dell’Area Immigrazione. Presso la Prefettura di Bari, nuovamente dal dicembre del 2010, è stato Capo Ufficio Staff Ufficio di Rappresentante dello Stato e della Conferenza Permanente, dirigente dell’Area Immigrazione, dell’Area Enti locali e Consultazioni elettorali, Presidente Sezione Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, e Presidente della Commissione Provinciale vigilanza sui locali pubblico spettacolo. Alla Prefettura di Ancona, dall’ottobre del 2016, ha ricoperto gli incarichi di Capo di Gabinetto e Dirigente dell’Area Ordine e Sicurezza Pubblica.

Trasferita, alla Prefettura di Bari, nell’aprile del 2017, ha svolto le funzioni di Capo di Gabinetto, Coordinatore, Responsabile e Referente a livello regionale di progetti Pon Legalità 2014-2020, nonché di Dirigente dell’Area Diritti civili, cittadinanza, condizione giuridica dello straniero, immigrazione e diritto d’asilo. Dal 7 ottobre 2019 è stata Vicario – Coordinatore del Prefetto, Dirigente dell’Area Diritti civili, cittadinanza, condizione giuridica dello straniero, e Presidente della Commissione Provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, presso la Prefettura di Taranto. Ha ricoperto il ruolo di Prefetto della provincia di Rimini dal 9 gennaio 2023 al 14 luglio 2024.

Quanto basta per capire quanto pesi lo spessore istituzionale di questa donna che a Cosenza e provincia viene oggi considerata un punto di riferimento importante ed essenziale soprattutto in tema di rispetto della legalità. (pn)

Aumento tariffe Arrical, Caruso: Non si scarichi sui Comuni e sui cittadini costosa gestione

«Non si scarichi sui Comuni e, di conseguenza, sui cittadini la costosa e complessa gestione della neonata  Arrical che, per come dichiarato dall’assessore Calabrese “non può fare fronte ai debiti nei confronti dei gestori se non incassa le relative somme dai Comuni”». È l’appello lanciato dal sindaco di Cosenza, Franz Caruso, dopo che Calabrese ha negato la rimodulazione in aumento delle tariffe regionali imposte dall’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria.

«Nel 2020- 2021 le tariffe di conferimento infraregione erano di € 188,01 per t. di Rur e di € 130,68 per t. di Ford – ha spiegato –  mentre quelle extraregione erano di € 325,09 per t. di Rur e di € 177,06 per t. di Ford – prosegue Franz Caruso – Arrical, invece, rimodulando gli oneri di conferimento per come erano stati determinati dai soppressi Ato, li ha fortemente incrementati.  Rispetto a questi dati di fatto, come può l’assessore Calabrese  sostenere che non c’è stato alcun sostanziale aumento?».
«Anche la matematica è diventata un’opinione, evidentemente – ha proseguito – per questo governo regionale che sta mettendo in ginocchio la Calabria ed i calabresi, non solo per un evidente peggioramento della qualità dei servizi offerti, quanto per il continuo aggravio economico degli stessi che si riverbera su una popolazione già molto sofferente  ed alla quale non si garantiscono più i diritti elementari, tra cui quello alla salute risulta il più a rischio».
«Ed, invero – ha aggiunto – l’allarme lanciato già nei giorni scorsi nei confronti di Arrical con tanti colleghi sindaci, risiede proprio nella preoccupante consapevolezza che gli aumenti abnormi degli oneri di conferimento dei rifiuti residuali e della frazione organica, rispetto a quelli comunicati, in via preventiva, dalla stessa Arrical e poi da quest’ultima revisionati in aumento, per ben due volte, a consuntivo, con richiesta di conguaglio ai Comuni, potrebbero tradursi in un consistente aumento delle bollette della Tari e dell’idrico per molte famiglie».
«Cosa inaccettabile, soprattutto se si pensa che ancora oggi i settori dei rifiuti e dell’idrico nella nostra regione sono assai critici, con particolare riferimento al sistema idrico integrato che coinvolge, tra l’altro, l’importante segmento depurativo che ha riflessi rilevanti sul piano ambientale e turistico per i Comuni costieri. Altro che efficienza, ma dove vive l’assessore Calabrese?», ha chiesto il primo cittadino.
«L’unica efficienza nel settore rifiuti – ha spiegato ancora – è data dai nostri cittadini, che stanno migliorando le pratiche della raccolta differenziata su cui i Comuni hanno puntato moltissimo con importanti investimenti anche per dar luogo a campagne di informazione e sensibilizzazione. Ciononostante, ci troviamo di fronte a tariffe altissime, che le nostre comunità non possono sostenere».
«Per cui, essendo abituato a proporre e non solo a denunciare difficoltà e malesseri – ha detto – chiedo alla Regione Calabria  di ricercare ed addivenire, nel più breve tempo possibile, a soluzioni adeguate affinché il ciclo dei rifiuti si completi nella nostra regione e non anche fuori regione o addirittura all’estero».
«È questo stato di cose, infatti – ha aggiunto – che contribuisce a determinare i  motivi reali per i quali i costi di conferimento lievitano e lieviteranno nel tempo a discapito dei cittadini  che si ritroveranno a pagare bollette tari sempre più alte».
«Per il resto – ha concliuso Franz Caruso –  ribadisco, sperando che siano accolte, le richieste già formulate con gli altri colleghi sindaci di dar vita ad un tavolo di confronto urgente con Regione e ArriCal, al fine di individuare possibili meccanismi correttivi dei costi di conferimento, per come da ultimo comunicati dalla stessa Arrical, che siano il risultato di un necessario bilanciamento tra la necessità di garantire il regolare conferimento dei rifiuti agli impianti di trattamento e il contenimento, in termini di sostenibilità, dei relativi costi di trattamento. Si favorisca, inoltre, maggiore coinvolgimento delle amministrazioni comunali nei processi decisionali relativi alla gestione dei rifiuti». (rcs)

COSENZA – Si ricorda don Luigi Maletta a 50 anni dalla morte

Domani, a Cosenza, si terranno due iniziative per ricordare don Luigi Maletta a 50 anni dalla morte.

A organizzare le iniziative, la Parrocchia cosentina di San Gaetano: la prima alle 17, nella Sala conferenza del Cai, mentre la seconda è una Santa Messa nella Chiesa di San Gaetano.

L’incontro, che si terrà a Cosenza Casali, è stato organizzato congiuntamente da 4 associazioni: “La Via Popilia”, “Mistery Hunters, il Club Alpino Italiano sezione di Cosenza e l’Universitas Vivariensis.

I lavori inizieranno con i saluti di: Maria Talarico (CAI Cosenza), Alfonso Morelli (Mistery Hunters), Ferdinando Morelli (La Via Popilia) e il vice sindaco di Cosenza, Maria Locanto; proseguiranno con una proiezione di fotografie storiche – molte delle quali inedite – facente parti dell’Archivio fotografico della famiglia Spadafora, con una narrazione di Alfredo Salzano, a cui seguirà la relazione di Demetrio Guzzardi “La stagione sociale del cattolicesimo cosentino. Don Luigi Maletta, il prete degli ultimi”. Alle ore 19 è prevista la celebrazione eucaristica presieduta dal parroco di San Gaetano don Francesco Bilotto.

Luigi Maletta è nato a Parenti (Cs) il 13 novembre 1903, il padre Giuseppe era un sarto, che si unì in matrimonio a Caterina Capellupo (12 aprile 1877 – 28 agosto 1943). Nacquero cinque figli: Luigi, Vincenza, Giuseppina, Iolanda e Adelina. Don Benedetto Renzelli indirizzò il piccolo Luigi verso la vocazione al sacerdozio e l’11 giugno 1927 fu ordinato prete.
Mons. Trussoni lo volle vice parroco a Cosenza, prima a San Nicola e poi a San Gaetano. Dal 1935 al 1937 fu cappellano militare volontario in Etiopia, ma per il clima torrido e la mancanza di acqua potabile, si ammalò e fu rimpatriato nel novembre 1937; aveva contratto la malaria e per un anno fu ricoverato all’Ospedale militare di Caserta. Mons. Nogara, nel 1940, lo nominò parroco di San Gaetano e nei suoi 35 anni di apostolato, tutta la sua vita fu dedicata ai giovani, in particolar modo al movimento scout.

Costruì a Caricchio il Villaggio del fanciullo, dove trovarono accoglienza 200 ragazzi abbandonati e lui divenne «il padre per chi padre non ha e il padre che porta al Padre». Morì a Cosenza il 17 marzo 1975.

Il 28 agosto 1943 gli aerei che bombardavano Cosenza colpirono in pieno la Chiesa di San Gaetano; proprio davanti al portone principale furono colpite e rimasero uccise Caterina Capellupo e Adelina Maletta, rispettivamente madre e sorella di don Luigi.

Il sacerdote «dolente e rassegnato levava alte le sue preghiere» raccogliendo i loro resti mortali. Nella sua chiesa, don Luigi volle la lapide commemorativa per le vittime civili dei bombardamenti del 1943. (rcs)

Presentati agli industriali cosentini i risultati del programma Unical Pathways

di MONICA PERRIFavorire il trasferimento al mercato di nuove soluzioni tecnologiche frutto delle ricerche svolte nei laboratori d’ateneo è stato l’obiettivo dell’evento di disseminazione che si è svolto in Confindustria Cosenza e che ha permesso di presentare i risultati del Programma “Unical Pathways (UP)”. 

Si tratta di un programma di ricerca che ha finanziato otto progetti “PoC”, che riguardano sei brevetti dell’Università della Calabria e due dell’Università degli Studi di Udine ed interessano vari ambiti: dalla cura contro il cancro al contrasto ai cambiamenti climatici, dalla salute del suolo alla sicurezza agroalimentare.

I percorsi personalizzati sono stati pensati per riorientare la ricerca sostenuta con investimenti pubblici verso le esigenze emergenti del settore produttivo, grazie a tecnologie innovative che potranno essere trasformate in nuovi prodotti in grado di attrarre l’interesse di aziende e investitori.

Ad introdurre i lavori del seminario per Confindustria Cosenza il già presidente Renato Pastore ed il presidente dei Giovani Imprenditori, Giorgio Franzese, il responsabile tecnico del progetto e referente Area Ricerca, Innovazione e Impatto dell’Università della Calabria Francesca Buono.

Moderati dal direttore di Confindustria Cosenza, Rosario Branda, i professori universitari e i ricercatori che sono stati impegnati nello sviluppo dei progetti hanno avuto modo di illustrare i risultati delle sperimentazioni. Le presentazioni sono state curate da Franco Battistutta e Marisa Manzano dell’Università di Udine, Riccardo Barberi, Antonio Bilotta, Bartolo Gabriele, Rosamaria Lappano, Teresa Fina Mastropietro, Vincenzo Pezzi dell’Università della Calabria e sono stati registrati anche gli interventi del presidente del Corso di Laurea in Medicina Marcello Maggiolini e del responsabile dell’Area Ricerca Innovazione e Impatto Sociale d’Ateneo Andrea Attanasio.

Il responsabile tecnico del progetto Francesca Buono ha sottolineato come i progetti di PoC siano stati portati avanti grazie ai fondi Pnrr, in particolare attraverso un finanziamento di 490mila euro concesso ad UP dal bando di valorizzazione della Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Per il già presidente Renato Pastore «questa iniziativa di disseminazione dei risultati di tanti interessanti progetti di ricerca rappresenta una importante opportunità affinché soggetti diversi come Confindustria, Università e Centri di Ricerca possano promuovere una rete per l’innovazione che sia in grado di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di ricerca, crescita e sviluppo delle aziende, decollo economico e sociale del territorio. La Calabria ha avuto modo di dare vita a modelli eccellenti nel campo dell’innovazione, occorre che la rete si rafforzi per produrre risultati a lungo termine».

«Le imprese – ha sottolineato il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Cosenza, Giorgio Franzese – per poter essere competitive in un mercato sempre più selettivo, competitivo e globale, hanno la necessità di innovarsi in maniera continua e quindi di investire in ricerca ed innovazione».

«Risulta particolarmente utile – ha concluso – in questo quadro l’attività che svolge sul nostro territorio l’Università della Calabria, in sinergia con altri centri di ricerca avanzati, che prevede attività di trasferimento tecnologico utili a stimolare la diffusione dell’innovazione all’interno delle nostre realtà produttive». (mp)

COSENZA – Si presenta il libro “Minerali della Calabria”

Domani pomeriggio, a Cosenza, alle 17, al Museo dei Brettii e degli Enotri, sarà presentato il libro “Minerali della Calabria” di Luigi Dattola e Gianpaolo Barone.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna libraria “LibrinComune”, iniziativa dell’Amministrazione comunale  guidata dal sindaco Franz Caruso e ideata e coordinata dalla consigliera delegata del sindaco alla Cultura, Antonietta Cozza.

La presentazione del volume, pubblicato con il contributo del Gruppo Mineralogico Lombardo, che cura l’edizione della Rivista Mineralogica Italiana, e della Associazione Micromineralogica Italiana, sarà preceduta dai saluti istituzionali del sindaco Franz Caruso e dell’assessore alle attività economiche e produttive di Palazzo dei Bruzi, Massimiliano Battaglia. Spazio poi agli interventi dei due autori, Luigi Dattola e Gianpaolo Barone. A moderare i lavori, Antonietta Cozza, consigliera comunale delegata alla Cultura del Sindaco Franz Caruso.

La Calabria rappresenta, tra le regioni dell’Italia meridionale, un unicum geologico caratterizzato dalla presenza di rocce metamorfiche provenienti anche dalle porzioni più profonde della crosta continentale europea, antiche intrusioni di rocce granitiche, frammenti della crosta oceanica della Tetide e rocce sedimentarie tipiche dell’Appennino meridionale che si ferma al Pollino. La varietà e ricchezza di mineralizzazioni ne hanno fatto, fin dall’antichità, una terra intensamente sfruttata per le risorse del sottosuolo. A fronte delle secolari attività minerarie e delle numerose scoperte e pubblicazioni scientifiche risalenti per lo più agli ultimi decenni del XIX secolo e fino ai primi del Novecento, la mancanza di un diffuso collezionismo mineralogico ha condizionato finora la conoscenza e la conservazione del ricco patrimonio mineralogico regionale.

Nel volume di Dattola e Barone sono descritti i minerali più rappresentativi, dal punto di vista collezionistico, rinvenuti in numerosi anni di ricerca, inseriti nel contesto geologico in cui si sono formati. Insieme alle foto dei minerali, raffigurati anche con tecniche di macro e microfotografia ed al microscopio elettronico a scansione, sono presenti foto ambientali oltre che originali foto storiche delle coltivazioni minerarie del passato a cui è stato dato ampio spazio nel testo.

Il libro parte dagli studi di geologia e mineralogia pubblicati sulla regione, a partire dal diciannovesimo secolo fino ai giorni nostri, per poi approfondire l’inquadramento geologico e le ipotesi più di recente formulate per spiegarne l’origine e la complessa evoluzione tettonica. Ad essere analizzati sono tutti i settori geografici: la Calabria Settentrionale, la catena costiera tirrenica, la Sila e l’istmo di Catanzaro, il Marchesato crotonese, il promontorio di monte Poro, le Serre e lo Zomaro, l’Aspromonte. Per ogni settore geografico vengono descritte le località in cui sono stati ritrovati minerali, dando particolare risalto alle loro caratteristiche sia quando già oggetto di pubblicazioni storiche, sia quando scoperti dagli autori.

Particolare rilievo è stato dato alla storia delle coltivazioni minerarie che sono state presenti su tutto il territorio regionale, anche con documenti storici e foto d’epoca. Oltre 250 fotografie originali che illustrano i luoghi ed i minerali descritti corredano l’opera, che è diretta non solo agli appassionati di mineralogia ma anche a tutti i cultori della storia e della natura del nostro territorio (rcs)

COSENZA – Al Rendano ““Rocky-The Musical”

Domani e domenica 16 marzo, al Teatro Rendano di Cosenza in scena Rocky-The Musical”, ispirato al celebre film di Sylvester Stallone.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della Rassegna L’Altro Teatro, ideata da Gianluigi Fabiano e Giuseppe Citrigno. Rassegna realizzata con il supporto dell’amministrazione comunale di Cosenza e co-finanziata con “risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’Avviso “Programmi di Distribuzione Teatrale” della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.

Unica tappa calabrese di un musical emozionante, con orchestra dal vivo, che celebra la forza di volontà, il sacrificio e l’amore. Rocky Balboa torna sul ring e ad interpretare il ruolo per pugile di Filadelfia è Pierpaolo Pretelli, che, dopo il successo televisivo, si cimenta per la prima volta con il teatro. Al suo fianco, Giulia Ottonello nei panni di Adriana. La regia è affidata a Luciano Cannito che dopo i successi di “Sette spose per sette fratelli”, “Cabaret” e “Saranno Famosi” si conferma una delle firme di spicco del nuovo musical italiano.

«Al centro della storia – spiega Luciano Cannito – c’è l’intensa relazione tra Rocky e Adriana, un amore che offre un rifugio di emozioni in contrasto con la brutalità del pugilato. Questo legame è la vera forza del protagonista, che lo sostiene nelle battaglie più difficili».

«La mia regia – continua – non poteva che essere ispirata al mitico film che mi ha fatto sognare da ragazzino; dunque, ho cercato di riprodurre emozioni cinematografiche, ma senza privare lo spettatore della magia del teatro che rende già ogni racconto sospeso tra la realtà e il sogno e permette ad ognuno di trasferire la storia nella propria vita. E comunque Rocky non è solo un musical, è una storia universale di riscatto, che dimostra come con cuore e determinazione tutto sia possibile».

La musica e le liriche sono dei vincitori del Tony Award e candidati all’Oscar, Lynn Ahrens e Stephen Flaherty. A rendere il tutto ancora più spettacolare sono le scenografie di Italo Grassi che dal ring fino ai vicoli di Philadelphia creano un’atmosfera suggestiva immergendo lo spettatore nell’immaginario americano. I costumi di Veronica Iozzi e le luci disegnate da Valerio Tiberi, contribuiscono inoltre alla creazione di un’esperienza immersiva ed emozionante.

«Le coreografie – aggiunge Luciano Cannito – create in collaborazione con Fabrizio Pioli aggiungono dinamica, spettacolarità e divertimento a questo musical che con Fabrizio di Fiore ci onoriamo di rappresentare per la prima volta in Italia, con la direzione musicale di Ivan Lazzara e Angelo Nigro, i quali rispettivamente per la parte vocale e orchestrale, hanno riportato la musica eseguita con l’orchestra dal vivo, ai grandi fasti di West End e Broadway». (rcs)

L’amarezza e il disappunto del sindaco di Cosenza Franz Caruso

«Ci avevamo creduto con convinzione e avevamo assicurato il nostro sostegno alla candidatura a Capitale della Cultura 2027 di Reggio Calabria, la città del mio amico e collega Giuseppe Falcomatà. Purtroppo, la commissione preposta ha scelto Pordenone. Massimo rispetto per la città friulana, ricca di cultura, musei, monumenti e palazzi storici, ma sarebbe ora di invertire una tendenza negativa che continua a penalizzare la Calabria e le sue città che, quanto a cultura, hanno tanto da offrire ed anche da insegnare”. Lo ha affermato il Sindaco di Cosenza, Franz Caruso, esprimendo il suo disappunto per la mancata affermazione della città di Reggio Calabria che era arrivata tra le dieci finaliste.

Con il verdetto odierno – afferma ancora Franz Caruso – non si arresta la corsa né di Reggio Calabria, né di Cosenza – che subì la stessa sorte lo scorso anno – verso un traguardo che – si spera – possa essere raggiunto negli anni a venire. Per quanto più direttamente ci riguarda, seguitiamo a dare corpo e consistenza al Piano Strategico che abbiamo messo in campo per una rinascita non solo socio-culturale, ma anche economica della città di Cosenza e invitiamo Reggio e il suo Sindaco Falcomatà a fare altrettanto. Se la notizia di oggi da un lato ci amareggia notevolmente, dall’altro deve dare a Reggio e a noi stessi la spinta verso un’ambizione che non solo consideriamo legittima, ma che è sorretta da una solida impalcatura che risiede nella storia, nelle eccellenze e nei giacimenti culturali delle nostre rispettive città e territori che non sono certamente secondi a nessuno. La decisione odierna non deve essere interpretata come una sconfitta, ma come il punto di partenza di una nuova strategia che deve accomunare le città calabresi affinché in futuro venga loro riconosciuto il ruolo che gli spetta, al di là delle ragioni politiche, apparenti o veritiere, che potrebbero essere sottese al verdetto finale che ha incoronato Pordenone Capitale della Cultura 2027. Sono sempre più persuaso, infatti – ha concluso Franz Caruso – che solo unendo le nostre forze, in una visione d’insieme e partecipata, le città calabresi potranno ottenere quei risultati che, in una logica individuale, tarderebbero ad arrivare o non arriverebbero affatto”. (rcs)

Verso la Fiera di San Giuseppe a Cosenza

di BRUNELLA GIACOBBEQuest’anno preceduta dalle sonore proteste dei commercianti e degli ambulanti che denunciavano i costi troppi alti degli spazi assegnati, tramite il proprio sindacato di categoria.

Preteste che, per la verità, sono state subito accolte dall’amministrazione comunale intavolando un dialogo atto a chiarire che nessun sovra-prezzo è stato applicato alle tariffe di occupazione del suolo pubblico, ma che sono state applicate le direttive statali.
Era febbraio, esattamente un mese fa, i giornali davano voce ad una e all’altra parte, in egual modo, cercando per primi di venire a capo di questa annosa questione.

Ci sembra giusto dunque, per dovere di cronaca, introdurre questo pezzo dedicato alla tradizionale fiera cosentina con quella che è stata una calda discussione che ha coinvolto commercianti, storici e non, istituzioni e di riflesso in cittadini in attesa di una risoluzione positiva del dibattito, essendoci stata anche ad un certo punto una velata minaccia dei commercianti di non partecipare alla fiera.

Fiera che va avanti da secoli, da quel lontano 1234 quando l’imperatore Federico II decise di istituirla. Negli anni passati una mostra ha offerto al pubblico il racconto degli anni che furono, da quando prese il sopravvento la fotografica, mostrato diapositive di carri e animali in una terra non battuta, ma già allora frequentata da numerosi curiosi visitatori e acquirenti che alla fiera facevano scorta di cibi in purezza o lavorati di vario genere, oltre che di materiali per la tessitura fino ad abiti già finiti e pronti all’uso. Una vera e propria tradizione dunque, che dovrebbe consentire ai cosentini e agli avventori provenienti dalla regione e dalle regioni limitrofe, l’importanza culturale e sociale di questi momenti di incontro.

La Fiera di San Giuseppe di quest’anno avrà luogo da sabato 15 marzo a martedì 19 marzo, giorno della festa di San Giuseppe, dunque la festa del papà.
Da citare indubbiamente una reintroduzione voluta dall’attuale sindaco, la prima edizione si tenne nel lontano 1998 ma da molti anni non se ne sentì più parlare, vale a dire il San Giuseppe Rock, un festival musicale che ospiterà band e singoli durante i giorni di fiera.


«In quegli anni (ndr anni ’90), Cosenza è stata un punto di riferimento per il rock, ospitando band e artisti destinati a calcare le scene nazionali – ha osservato il primo cittadino, Franz Caruso –. Una vera e propria rampa di lancio per talenti emergenti. Oggi vogliamo far rivivere quella tradizione, riportando in vita un evento simbolo di un’epoca vibrante. Abbiamo scelto di riproporlo non solo per celebrare una tradizione positiva, ma anche per dare nuova linfa alla Fiera di San Giuseppe, restituendola al centro storico con un’estensione del periodo di esposizione e spettacolo».

Caruso che, in occasione della conferenza stampa, ha concluso così il proprio intervento: «L’auspicio è che i visitatori possano essere sempre più numerosi e che i residenti comprendano che varrà la pena sopportare qualche piccolo disagio legato alla viabilità, in nome di un evento tanto atteso che, nel segno della tradizione, si proietta nel futuro e nell’avvenire della città di Cosenza. Buona Fiera a tutti!». (bg)

Alla Provincia di Cosenza a il ricordo di Sergio Cosmai e del suo impegno per la legalità

Nel Salone degli Specchi della Provincia di Cosenza si è commemorato Sergio Cosmai, figura indimenticata e tragica della storia italiana, noto per il suo ruolo come direttore del carcere di Cosenza negli anni Ottanta.

La sua carriera è stata segnata da un impegno profondo nel campo della giustizia e della riabilitazione dei detenuti, ma è stata anche tragicamente spezzata da un delitto che ha scosso l’opinione pubblica.

Nel 1985, Sergio Cosmai fu assassinato in un agguato mentre andava a prendere la figlioletta a scuola. Pagò con la vita la sua dedizione allo Stato, punito per aver voluto contrastare il potere dei clan cosentini all’interno della casa circondariale di Cosenza.

La Presidente della Provincia, Rosaria Succurro, in apertura della giornata commemorativa, ha parlato di «un’importante occasione per riflettere sull’eredità morale e il coraggio di un uomo che ha sacrificato la sua vita nella lotta contro la criminalità organizzata».

Per la Presidente Succurro, Sergio Cosmai rappresenta per la comunità cosentina un faro di coraggio e determinazione: «la sua vita e il suo sacrificio ci ricordano che la lotta contro la criminalità organizzata è un dovere civico di ogni cittadino. Oggi, a 40 anni dalla sua tragica scomparsa, dobbiamo rinnovare il nostro impegno a favore della legalità e della giustizia, non solo per onorare la sua memoria, ma per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni».

La Presidente ha poi aggiunto: «Sergio Cosmai ci ha lasciato un’eredità morale preziosa. La sua passione per il servizio pubblico e la sua volontà di combattere l’ingiustizia devono essere una guida per tutti noi. È fondamentale che i giovani comprendano l’importanza di questa lotta, affinché possano crescere in un ambiente libero dalla paura e dall’illegalità. Ed è per questo che considero particolarmente importante la presenza qui, oggi, di tanti giovani studenti dei nostri licei cittadini, ai quali è nostro dovere trasmettere con forza l’impegno per la legalità».

Nelle conclusioni della Presidente, infine, l’esigenza di un’azione comune nella lotta alla criminalità che deve necessariamente coinvolgere non solo forze dell’ordine e magistratura, ma la politica, l’informazione, la scuola e l’università.

Diversi gli interventi che si sono succeduti: Maria Luisa Mendicino, Direttore del carcere di Cosenza; Vincenzo Capomolla, Procuratore della Repubblica; Ercole Giap Parini, Direttore del Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Unical. Il giornalista e scrittore Arcangelo Badolati ha lasciato senza fiato l’intera platea con il racconto vivido e appassionato del delitto, del contesto storico e territoriale, dei mandanti; ma soprattutto della normalità spezzata di una famiglia perbene e di un processo ai sicari colpevolmente “aggiustato”. Parole forti, affermazioni crude. E sullo sfondo una giustizia a metà, arrivata troppi anni dopo. 

Emozionante la testimonianza di Domenico Mammolenti, stretto collaboratore di Sergio Cosmai in quegli anni difficili, che ne ha ricordato soprattutto la dirittura morale e il senso del dovere di un servitore dello Stato.

Il dolore della moglie di Sergio Cosmai, affidato a un messaggio di ringraziamento, è entrato ancora oggi più che mai vivo e bruciante nella Sala della Provincia, sintetizzato dalle parole di Corrado Alvaro: «La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile»(rcs)

COSENZA – Giovedì presenta il libro “Della Calabria e dei pregiudizi”

Giovedì pomeriggio, a Cosenza, alle 17, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, sarà presentato il libro Della Calabria e dei pregiudizi – Appunti per una discussione a cura del giornalista Filippo Veltri, edito da Città del Sole edizioni.

Dopo i saluti del sindaco Franz Caruso, sindaco di Cosenza, ne discutono Franco Ambrogio, dirigente politico, Franco Arcidiaco, editore, Antonietta Cozza, consigliera comunale delegata alla Cultura, Domenico Talia, docente universitario e Filippo Veltri.

La Calabria è da sempre vittima di una narrazione stereotipata e riduttiva, incastrata in immagini di arretratezza, criminalità e fatalismo. Ma quanto c’è di vero e quanto, invece, è il frutto di un pregiudizio radicato?

Filippo Veltri, giornalista e scrittore, affronta questo tema cruciale nel suo nuovo libro Della Calabria e dei pregiudizi (Città del Sole Edizioni), un’opera che raccoglie un intenso dibattito pubblico, nato sulle pagine de Il Quotidiano del Sud, sul modo in cui questa regione viene raccontata dai media, dalla politica e dall’opinione pubblica nazionale.

Settant’anni dopo l’analisi lucida di Corrado Alvaro sulla necessità di una narrazione “leale” della Calabria, il libro di Veltri rilancia la sfida: superare gli stereotipi e restituire alla regione una rappresentazione complessa, autentica e giusta. Attraverso i contributi di giornalisti, intellettuali e studiosi di primo piano, l’opera esplora la contraddizione tra la Calabria dimenticata e quella da dimenticare, tra il peso della ‘ndrangheta e le eccellenze economiche, sociali e culturali che spesso restano nell’ombra.

Tra gli autori che hanno contribuito con le loro riflessioni ci sono Massimo Razzi, Domenico Talia, Santo Gioffrè, Tonino Perna, Franco Arcidiaco, Ilario Ammendolia, Annarosa Macrì, Katia Colica, Laura Cirella, Angelina De Salvo, Giuseppe Smorto, Rubens Curia, Tonino Perna, Agazio Loiero, Nicola Fiorita e Marcello Furriolo. Ognuno di loro, con prospettive diverse, contribuisce a tracciare un quadro realistico della Calabria di oggi, delle sue difficoltà ma anche delle sue opportunità.

Un libro necessario per chiunque voglia comprendere le dinamiche di un territorio straordinario, troppo spesso raccontato solo per le sue ombre e mai abbastanza per le sue luci. Della Calabria e dei pregiudizi non è solo un atto di denuncia, ma una proposta per un nuovo patto culturale e politico che liberi la regione dai luoghi comuni e la riconsegni alla sua vera identità. (rcs)