Il sindaco Fiorita: Occhiuto firmi protocollo per nascita dell’Azienda Dulbecco

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, pur trovando aperture da parte del Governatore Roberto Occhiuto sulla Facoltà di Medicina, si è chiesto come mai «perché non abbia ancora firmato il protocollo d’intesa Regione-Università per dare vita all’Azienda unica universitario-ospedaliera ‘Renato Dulbecco’», se «davvero punta a rafforzare l’Umg e la sua Scuola di Medicina».

«La nascitura azienda, forte dei suoi 885 posti letto – ha spiegato – di un secondo pronto soccorso e di un Irccs per la medicina di precisione, irrobustirebbe la Facoltà di medicina, fornendo agli studenti e ai ricercatori gli spazi, le risorse e le tecnologie per un’alta qualità formativa. La ‘Dulbecco’ diventerebbe così il principale polo sanitario della Calabria e renderebbe ancora più inutile la duplicazione della Facoltà di medicina a Cosenza dove, peraltro, non esiste un Policlinico di riferimento e l’ospedale dell’Annunziata non sembra in grado, per i suoi gravi problemi logistici, di supportare un’attività didattica e formativa così importante».

«Se davvero il presidente Occhiuto – ha proseguito – ha a cuore la Facoltà di medicina di Catanzaro, non abbia esitazioni nel firmare il protocollo d’intesa, anche perché il termine di un anno fissato dalla legge regionale sull’Azienda unica è già stato superato. Ma anche questo non basta. La nuova Azienda ‘Dulbecco’ ha bisogno di più spazi e crediamo che la somma destinata dalla Regione al ‘nuovo ospedale di Catanzaro’ appaia insufficiente e sicuramente molto inferiore a quella destinata al ‘nuovo ospedale di Cosenza’, parliamo di ben 500 milioni di euro».

«Quanto al poderoso piano di investimenti per le Scuole di specializzazione dell’Umg – ha continuato – annunciato dal presidente Occhiuto, attendiamo ovviamente di conoscerne i dettagli e gli importi».

«Rispetto alla decisione adottata dal Coruc – ha concluso – la nostra posizione non cambia. Noi riteniamo sbagliata, inutile e giuridicamente discutibile l’istituzione della seconda Facoltà di medicina all’Unical e la contrasteremo in tutte le sedi. Solo a bocce ferme, si potrà discutere di un nuovo assetto del sistema universitario calabrese che non dovrà vedere – e in questo siamo d’accordo con il presidente Occhiuto – rendite di posizione». (rcz)

A Rende incontro sulla Dulbecco Institute

di MARIA CRISTINA GULLÌ –  Incontro sabato sera a Rende per illustrare lo stato di avanzamento dell’importante progetto di ricerca scientifica e innovazione battezzato “Calabria Silicon Valley”. Il prof. Giuseppe Nisticò, ex presidente della Regione Calabria e illustre farmacologo di fama mondiale “padre” del progetto, insieme con Mario Occhiuto ex sindaco di Cosenza, ha riunito gli amici dell’Università e del mondo della Ricerca Scientifica della Calabria per un doveroso aggiornamento sul progetto Calabria Silicon Valley, che, dopo quattro anni dalla sua prima presentazione, con il progetto Renato Dulbecco Institute capofila delle altre iniziative in itinere, sta facendo significativi passi in avanti.

Mario Occhiuto, candidato alle prossime elezioni del 25 settembre al Senato nelle liste di Forza Italia, già nel 2019 era stato protagonista dell’evento in cui era stato conferito a Roma al Roof Garden dell’Hotel Hassler il Pericles International Prize (una sorta di premio Nobel italiano assegnato ogni anno a scienziati ed eccellenze del mondo della cultura, al prof. Yuk-Lam, lo scienziato considerato uno dei massimi esperti di biotecnologie nel mondo. Infatti, a Hong Kong come rappresentante del Governo e in Cina ha già realizzato strutture di ricerca di eccellenza fra cui quelle dove è stato prodotto il primo vaccino – Sinovax – contro il Covid-19. 

Grazie all’opera straordinaria del prof Yuk-Lam è stata creata a Hong Kong e in Cina una rete di centri industriali per decine e decine di miliardi di dollari nel settore farmaceutico, competitive con quelle presenti negli Usa e in Europa. Fra le altre, una piattaforma ad Hefei nel Bantang che ha un’estensione di 31 kmq di laboratori e di uffici.

Alla cerimonia del premio Pericles del 2019 avevano partecipato Mario Occhiuto, allora sindaco di Cosenza, architetto stimatissimo a livello internazionale tanto da essere stato consulente del Governo cinese, e l’on. Lorenzo Cesa europarlamentare esperto di fondi europei. 

Il prof. Nisticò aveva già intravisto le grandi potenzialità di realizzare in Calabria una rete mirabile di centri di eccellenza con il suo progetto Calabria Silicon Valley. Il primo di questi progetti previsto con lucidità in grande anticipo e poi accolto entusiasticamente da Roberto Crea di San Francisco, uno dei padri delle biotecnologie mediche (ha scoperto l’insulina umana ricombinante ed è in possesso di centinaia di brevetti biotecnologici di grande interesse terapeutico), è stato il Renato Dulbecco Institute che sorgerà a Lamezia nell’area della Fondazione Mediterranea Terina. 

Il progetto del Dulbecco Institute era stato indicato come orgoglio della Regione Calabria dalla compianta presidente Jole Santelli che aveva subito intuito le sue grandi potenzialità e aveva convinto il prof. Roberto Crea a rientrare in Calabria per dirigere il prestigioso istituto che sarebbe sorto presso la Fondazione Mediterranea Terina di Lamezia. 

Peraltro, quello del Renato Dulbecco Institute è stato l’unico, nell’ambito dei progetti PNRR che riguardano gli ecosistemi per l’innovazione al Sud, a essere selezionato e approvato in Calabria dall’Agenzia per la Coesione Territoriale che lo ha finanziato assegnando un contributo di 8.244 mln di euro.

Il cronoprogramma dell’Agenzia di Coesione Territoriale detta, tuttavia, tempi molto ristretti per avviare l’iter realizzativo e la scadenza del prossimo 31 dicembre per aprire il cantiere è molto vicina, pena la decadenza del finanziamento.

Il prof. Nisticò avrebbe voluto, come richiesto in una lettera al Presidente Occhiuto già a luglio scorso – che fosse la stessa Regione beneficiaria delle risorse ministeriali e responsabile della gestione amministrativa e contabile. L’Agenzia per la Coestione Territoriale ha, invece, fatto rilevare che secondo la convenzione firmata dovrà essere la Fondazione Renato Dulbecco non solo il soggetto proponente del progetto, ma anche responsabile dei lavori di ristrutturazione dei laboratori. Pertanto, il prof. Nisticò, superando le sue preoccupazioni iniziali,  ha deciso di assumersi le responsabilità di soggetto attuatore di un’opera estremamente complessa e sofisticata.

Allo stato attuale è quindi necessario che la Regione in tempi brevissimi, senza perdere neanche un giorno, completi l’iter amministrativo per la concessione dei locali della Fondazione Terina e la relativa consegna degli stessi, essendo fra l’altro firmataria della Convenzione come partner capofila degli altri  (Comune di Lamezia, Università della Calabria, Università di Roma La Sapienza e Università di Roma Tor Vergata). In tali condizioni, il bando per la selezione dell’impresa che dovrà realizzare le opere infrastrutturali potrà procedere in maniera spedita.

Lo scorso 15 settembre, il presidente Roberto Occhiuto ha incontrato alla Cittadella regionale il prof. Nisticò accompagnato dal prof. Enzo Mollace, vicepresidente della Fondazione Renato Dulbecco, e dal prof. Elia Colabraro (economista – pupillo del prof. Onida – che in passato è stato direttore generale dell’IMI-San Paolo e AD della Banca OPI- Opere Pubbliche infrastrutture e ha realizzato per centinaia di miliardi di lire opere pubbliche di interesse per la Ricerca sia in Italia che in Giappone e in Portogallo). Il Presidente Occhiuto ha concordato con loro che per realizzare l’Istituto Dulbecco non bisogna perdere neppure un giorno: «Insieme con l’assessore Gianluca Gallo in breve tempo prepareremo la delibera per la concessione dei locali e delle attrezzature e individueremo un soggetto finanziatore, come per esempio la FinCalabra, attraverso cui assicurare le anticipazioni per le spese di ristrutturazione dei locali sulla base dell’esistenza di finanziamenti certi e già assegnati dal Ministero per il Sud».

Abbiamo chiesto al prof. Nisticò quaòi difficoltà pensa di incontare in questo percorso.

– Rispetto alla realizzazione dell’Istituto Levi Montalcini di Roma registra delle difficoltà?

«Il progetto Rita Levi Montalcini si è realizzato con un iter molto più veloce in quanto sono intervenute risorse finanziarie private italiane, ma anche internazionali (UK e Cina). Nell’arco di un anno siamo riusciti  a farlo diventare una realtà operativa a livello internazionale con circa 60 ricercatori molto qualificati che svolgono ricerche competitive sulla malattia di Alzheimer.

Va ricordato che la Fondazione Renato Dulbecco ha già raggiunto risultati straordinari perché con i laboratori messi in rete tra la California (dove opera il prof. Roberto Crea, direttore scientifico dell’Istituto Dulbecco) e la Calabria i primi prodotti biotecnologici (pronectine o nanoanticorpi) si sono rivelati attivi contro alcune forme di cancro ad oggi incurabili (cancro dell’ovaio a cellule chiare, alcune forme di sarcoma, mieloma multiplo, leucemie linfoblastiche, etc). Inoltre, la Fondazione Dulbecco, in collaborazione con la Protelica e la Twist di San Francisco, ha potuto screenare da una banca dati di circa 12miliardi di pronectine le tre più attive per il trattamento del Covid-19 e di tutte le sue varianti. I primi campioni sono stati già inviati per la sperimentazione preclinica presso l’Ospedale Spallanzani di Roma (proff. Giuseppe Ippolito e Mauro Piacentini) nonché presso il Dipartimento di Virologia dell’Istituto Superiore di Sanità (prof.ssa Teresa Palamara).

– Riuscirà la Calabria a utilizzare queste risorse per realizzare questa infrastruttura di eccellenza di grandissimo impatto sociale, economico e sanitario?

«È una bella sfida ma io sono sicuro – avendo grande fiducia nel presidente Occhiuto, che sento quotidianamente, nell’assessore Gianluca Gallo (assessore all’Agricoltura, responsabile dei locali della Fondazione Terina) e nella Giunta regionale – che la Regione saprà assumere le determinazioni finalizzate alla consegna degli immobili alla Fondazione Dulbecco entro la fine del corrente mese». 

Alla riunione di Rende il prof. Nisticò ha formalmente chiesto all’ex sindaco Occhiuto di farsi garante della Ricerca scientifica in Calabria e in particolare del progetto Renato Dulbecco Institute e delle altre iniziative previste. Infatti, il successo del primo progetto avvierà a grappolo una serie di altre iniziative culturali e scientifiche come l’apertura della Summer School della Magna Graecia di Filosofia ed Etica pitagorica a Crotone, diretta dal filosofo Salvatore Mongiardo, considerato anche all’estero la massima autorità della civiltà della Magna Grecia, e quella di Zaleuco di Locri-Gerace. 

Da parte sua, il prof. Nisticò si è impegnato a prendere contatti nei prossimi giorni con la Rettrice de La Sapienza Antonella Polimeni e promuovere un incontro con la Vicepresidente della Regione Giusi Princi per attivare in Calabria una serie di corsi di Laurea de La Sapienza come quella della lingua grecanica (nella Locride, a Bova e Roghudi) quella di lingua arbëreshë nell’area cosentina (in particolare S. Demetrio Corone e Acquaformosa) e quella della lingua e della cultura occitana a Guardia Piemontese, per studiosi e ricercatori di ogni parte del mondo.

La giornata si è conclusa con l’impegno di incontri periodici per aggiornare i calabresi sui progressi che si stanno facendo per valorizzare il patrimonio di giovani ingegni di cui la Calabria è una vera miniera, come diceva lo stesso Premio Nobel Rita levi Montalcini. Dopo la presentazione del prof. Nisticò è seguito l’intervento del prof. Sebastiano Andò, che è stato Preside, stimatissimo a livello nazionale, della Facoltà di Farmacia dell’Unical negli ultimi 20 anni e già da qualche anno anche lui impegnato nella realizzazione del Renato Dulbecco Institute. Andò ha ribadito che bisogna rapidamente attivare un comitato scientifico esecutivo con docenti dell’Unical e dell’Università Magna Graecia per finalmente cominciare a utilizzare gli immobili e le attrezzzature della Terina che rischiano di diventare obsoleti e fatiscenti. È l’ora – ha detto – di superare vecchie mentalità campanilistiche e trovare sinergieper ricerche complementari tra i due Atenei. Per esempio, mentre l’Oncologia di Catanzaro ha già sperimentato con successo le pronectine del Renato Dulbecco Institute, nel trattamento del carcinoma ovarico a cellule chiare, il nostro dipartimento nel prossimo mese di ottobre intende invitare il prof. Crea e gli alti consulenti della Fondazione e cioè i due premi Nobel Aaron Ciechanover di Tel Aviv e Thomas Südhof della Stanford University per iniziare anche a Cosenza  a sperimentare le pronectine anche nel trattamento di quelle forme di carcinoma della mammella che non rispondono alle terapie attuali e continuare le indagini che già abbiamo in corso in collaborazione con l’Istituto di Oncologia di Aviano.

I lavori sono stati conclusi da Mario Occhiuto il quale ha voluto precisare fin dall’inizio di avere sposato già da anni, quando era ancora sindaco di Cosenza, ilprogetto Calabria Silicon Valley del prof. Nisticò. Difatti nel giugno del 2019 ha ricordato con dovizia di particolari ha partecipato alla riunione con una delegazione di scienziati di Hong Kong e della Cina e già da allora aveva proposto la disponibilità per ingenti investimenti per la ricerca farmaceutica nella nostra regione. Inoltre ha accolto con grande entusiasmo la richiesta di farsi garante per il futuro non solo in Calabria, ma anche a livello nazionale ed europeo, dei progetti di ricerca della nostra regione, sulla scia – ha riconosciuto – di quanto realizzato da Riccardo Misasi padre fondatore dell’Unical e delle due Facoltà di Farmacia in Calabria. 

Infine, con la sua esperienza, Occhiuto ha suggerito che per non perdere le risorse del PNRR già assegnate dal Ministero per il Sud per il Dubelcco Institute, occorre dotarsi in tempi rapidi di un Comitato tenico con professionisti di alto profilo nella gestione amministrativa, contabile e tecnico-ingegneristica dell’opera. Questo consentirà di utilizzare tutte le risorse ed essere alla base dello sviluppo economico della nostra regione e in particolare di quest’area che da Cosenza arriva alla piana di Lamezia dal momento che già esiste una richiesta di insediamenti da parte di altre industrie con le quali si potrà creare una massa critica per intrecciare rapporti di collaborazione con Paesi più avanzati. 

Al meeting hanno partecipato qualificati professionisti di Cosenza e della provincia e, fra gli altri, prestigiosi docenti dell’Unical come il prof. Massimo La Deda, uno dei nanotecnologi più ambiti a livello internazionale, nonché la prof.ssa Anna Mastroberardino, docente di Fisica all’Unical, allieva del famosissimo prof Giancarlo Susinno che è stato fra l’altro direttore dei laboratori a Ginevra dove è stato scoperto il Bosone di Higgs, cioè la cosiddetta particella di Dio. (mcg)

Dalla California in Calabria: il ritorno dello scienziato Roberto Crea

ll ritorno dei cervelli in Italia è possibile: il prof. Roberto Crea, scienziato di fama mondiale, padre delle biotecnologie, reggino di nascita e da 40 anni in California, è in Italia per il Renato Dulbecco Institute che andrà a dirigere tra qualche mese a Lamezia Terme. Lo scienziato andrà a visitare insieme con il prof. Giuseppe Nisticò, commissario dello stesso istituto, l’attuale presidente della Regione Nino Spirlì e l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Gallo, i locali della Fondazione Terina e prendere visione dello stato dell’arte del progetto esecutivo per la realizzazione dei laboratori in GMP e GLP secondo standard europei del nascente Renato Dulbecco Institute. Sarà un centro di eccellenza scientifica a respiro internazionale per lo studio e la produzione di nanoanticorpi (detti anche pronectine) in grado di debellare il covid e le sue varianti, nonché forme di cancro resistenti alle terapie attuali.

Dopo 40 anni di successi internazionali (è detentore di oltre 100 brevetti scientifici), Roberto Crea ritorna nella sua terra per dare un contributo con la sua eccezionale esperienza al progresso scientifico, tecnologico e sociale della Calabria. Una regione ricca di risorse umane e del territorio, però da sempre trascurata e dimenticata. Da Lamezia può partire il riscatto, con l’opportunità offerta a centinaia di ricercatori delle Università di Cosenza e di Catanzaro, di poter crescere, formarsi e lavorare nella propria terra su progetti di biotecnologia che il mondo intero vorrà adottare nella lotta alle pandemie e alle patologie ancora incurabili.

Il prof. Crea è il simbolo, il modello del cosiddetto “rientro” dei cervelli italiani in patria: un emigrato partito 40 anni fa in cerca di lavoro e che ritorna, forte della sua esperienza e della sua professionalità, a dare il proprio contributo al Paese e, soprattutto, alla sua Calabria.

Roberto Crea lancia un messaggio di ottimismo: «Noi saremo sottoposti a delle sfide continue che verranno dai virus, da nuove forme di tumore da debellare: abbiamo bisogno di continuare a investire in tecnologie innovative che ci permettono di combattere queste nuove malattie in tempo reale. Non si deve più aspettare un anno, bisogna essere capaci di reagire immediatamente con mezzi sofisticati ma che ci danno la possibilità nel giro di mesi di contrastare le nuove minacce che derivano dalle variante del Covid». 

Dice ancora il prof. Crea: «Possiamo essere ottimisti perché le nuove tecnologie esistono , la scienza ha fatto molti passi avanti e quindi siamo capaci in laboratorio e assieme alle organizzazioni di produzione e sviluppo delle Case farmaceutiche siamo in effetti capaci di disegnare nuovi farmaci da zero e svilupparli nel corso di mesi non più di diversi anni. Quindi bisogna investire di più nella ricerca, selezionare le tecnologie migliori e poi identificare le sinergie che vanno messe assieme per poter arrivare alla creazione di farmaci in tempi molto brevi. È un problema non facile, anzi direi molto complesso, perché coinvolge un gran numero di aziende, esperienze, competenze e tutta una serie di integrazioni dal laboratorio al letto del paziente che devono lavorare insieme. Il progetto del Dulbecco Institute di Lamezia Terme raccoglierà i migliori ricercatori delle università di Cosenza e Catanzaro, offrendo grandi opportunità di formazione e lavoro, ma soprattutto creando quei nuovi farmaci che serviranno a fronteggiare le nuove insidie sanitarie».