L’OPINIONE / Franz Caruso: Assessore Caracciolo supporti dichiarazioni con norme e documenti ufficiali

di FRANZ CARUSO – Non abbiamo alcun dubbio sul fatto che l’assessore Regionale ai LLPP, Maria Stefania Caracciolo, abbia interlocuzioni quotidiane con RFI , ma vengono invece  seri dubbi e perplessità sulla proficuità di tali incontri,  visto il perdurante stato di degrado della rete ferroviaria calabrese, ed in particolare della linea ionica, che nonostante i cospicui finanziamenti assegnati dalla ex  Giunta Regionale  di centrosinistra per la elettrificazione della stessa  risente  di ritardi intollerabili ad esclusivo svantaggio per i cittadini.

Nondimeno le rassicurazioni riportate nel suo ultimo intervento sulla sussistenza  dei finanziamenti e sulla volontà di realizzare l’alta velocità ferroviaria Sa-RC per come decisa e finanziata con PNRR e Fondo complementare di cui ad DL 59/21 dal governo Draghi, risultano  assolutamente superficiali e fuorvianti  specie se correlate  al silenzio che sull’argomento contraddistingue  il Governatore Occhiuto.

A noi risultano, al contrario, attualmente in essere il finanziamento Pnrr  del già appaltato lotto 1a Battipaglia –  Romagnano , ed il finanziamento da AdP/ F/C  del raddoppio della Galleria Santomarco.  Per il resto sappiamo invece che nella relazione conclusiva il dibattito pubblico dei lotti 1b e 1c Romagnano – Buonabitacolo e Buonabitacolo – Praja  la  stessa Rfi afferma che non esiste adeguato finanziamento, così come della  tratta Praia – Tarsia – Montalto non c’è più  traccia né si intravvede posta finanziaria alcuna  per la relazione Praja – Paola.

Quindi l’assessore Caracciolo o supporta le sue affermazioni con atti, norme e documenti ufficiali, oppure, invece, di diffondere imprecisioni e cercare di creare confusione, si adoperi perché l’ennesimo scippo ai danni della Calabria e del Mezzogiorno non venga impunemente portato a termine. (fc)
[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

ARCO JONICO, UN TERRITORIO IN CUI LE
PRIORITÀ SI AFFRONTANO AL CONTRARIO

di DOMENICO MAZZA – Oggi si parla tanto di AV, di nuove connessioni alle reti Ten-t Core, di intermodalità delle basi logistiche sullo scacchiere europeo e mediterraneo, di imprimere una forte velocizzazione al collegamento tra la Calabria (o almeno alcune parti di essa) e le principali aree di mobilità del Paese. Poco, se non per nulla, di contro, si discute della necessità di armonizzare le correlazioni fra le aree insite al contesto regionale.

Una visione più coerente delle dinamiche socio-economiche che potrebbero crearsi dalla interdipendenza strutturale tra ambiti affini e omogenei, andrebbe fatta. Almeno per rompere steccati ideologici, superati dalla storia e dai fatti, che vogliono gli abitanti di un determinato territorio conoscere a stento le contingenti problematiche dell’area in cui vivono.

Lungo l’Arco Jonico, poi, i richiamati steccati acquisiscono una valenza ancor più marcata. Non sarebbe azzardato, infatti, sostenere che, quasi a cadenza giornaliera, il brogliaccio delle inutilità acquisisce ulteriori capitoli che concorrono efficacemente alla stesura del libro dell’assurdo. Da un lato si trova il tempo per discutere di un quarto aeroporto, a fronte di una demografia regionale che non giustificherebbe neppure i tre attualmente presenti.

Dall’altro si tace riguardo al terzo restyling sulla tratta A2 Cosenza-Altilia o del raddoppio della Santomarco che porterà i tempi di percorrenza dal centro di Cosenza a Paola a circa 7 minuti, mentre nulla si dice del definanziamento delle opere complementari (sottopassi e cavalcavia) alla velocizzazione del binario jonico o dei paventati progetti di ammodernamento della Statale 106 finiti nel limbo del dimenticatoio.

Tanto nella Sibaritide quanto nel Crotonese, ormai, trionfano atteggiamenti compassati e remissivi. Gli unici momenti di passione politica, invero, si riducono a effimere attestazioni di fedeltà alle relative scuderie di appartenenza. Poco importa, poi, se quelle scuderie vengono cambiate e ricambiate alla velocità della luce. Del resto, ormai, i partiti si stanno trasformando sempre più in comitati elettorali che guardano con attenzione solo alle prossime campagne elettorali e poco si interessano della pianificazione politica o di fornire prospettive di crescita nelle aree in cui operano, ma tant’è.

Calabria: un sistema di collegamento tra aree inefficiente e inefficace

L’unica logica finora utilizzata nei processi di mobilità che hanno caratterizzato la Calabria ha risposto soltanto a deviate visioni centraliste che hanno favorito le comunicazioni tra determinati ambiti, condannandone all’isolamento altri. Tale dato, se raffrontato a quello di altre Regioni meridionali, dimostra una discrasia tra la punta dello stivale e altri Enti amministrativi. Nei casi campani e pugliesi, pur essendo maggiore (rispetto la Calabria) il distacco tra le aree componenti i relativi mosaici sistemici regionali, si riducono i tempi di tragitto tra un ambito e l’altro. In Calabria, invece, seppur in presenza di minori distanze tra contesti, si dilatano gli intervalli di percorrenza. Quanto esposto rende la nostra Regione un ecosistema di cloni ed accozzaglie in cui ogni territorio, talvolta senza neppure i minimi requisiti demografici per definirsi tale, vorrebbe ogni servizio sotto casa.

Ciò detto, a giustifica della difficoltà a spostarsi da un ambito all’altro e, soprattutto, considerata la mancata conoscenza capillare del territorio regionale nel suo insieme. Giocoforza, la sfida di propagare i rapporti di funzione geografica delle aree omogenee rivestirebbe un ruolo fondamentale per portare questa Regione ad essere competitiva sullo scacchiere nazionale, internazionale e, soprattutto, nei nuovi equilibri geo-politici mediterranei.

L’organizzazione dei servizi di mobilità per ambiti ottimali, omogenei e demograficamente rappresentativi

La concentrazione dei servizi e dei sistemi di mobilità sostenibile, quindi, andrebbe armonizzata in maniera tale che gli agglomerati demografici compresi tra i 350 ed i 450mila abitanti rappresentino i distretti di riferimento per il cittadino. Sanità, giustizia, mobilità, logistica, non possono continuare ad essere disposti in maniera spesso ripetitiva e duplicata in alcune aree e rappresentare invece chimere per altre. Tutto ciò, fra le tante, contribuisce anche a congestionare e ingessare detti servizi nelle capitali storiche del centralismo, non fornendo, neppure dove presenti, un sistema organizzato e rispondente alle esigenze della popolazione. Motivo per cui, tale impianto, risulta percepito come inefficiente, improduttivo, inutile e funzionale solo all’ingrassamento delle burocrazie malate e deviate che gozzovigliano come avvoltoi sulle spalle del Sistema Paese.

Va tenuta in debita considerazione, altresì, che la popolazione della Regione si attesta intorno a 1,8mln d’abitanti: una cifra ridicola se parametrata a quella di altre realtà, anche, contermini alla nostra. Quanto esposto non invoglia e non invoglierà mai i mercati a considerare la nostra terra come un buon investimento. Sommando, anche, la mancanza di una pianificazione industriale-aziendale e la costante emorragia demografica, la Regione appare sulla via della deriva.

La Calabria e i contesti regionali del Nord: l’inefficienza contro l’organizzazione

Le Regioni del Nord, negli anni, hanno costruito reti di interdipendenza tra le aree che le compongono. Nel caso del Veneto, l’Ente, ancor prima di porsi il problema della globalizzazione interregionale, si è mobilitato riguardo la necessità di armonizzare, senza duplicare, i servizi e le peculiarità in ambito regionale. L’area lagunare si è specializzata nei servizi turistici, mentre nel Trevigiano è stata favorita la piccola media impresa nel settore vitivinicolo.

A Padova, invece, si è sviluppato un distretto sanitario di qualità e l’ambito bellunese ha risposto con la creazione di un’offerta peculiare degli sport invernali. Ecco, quindi, una biogeocenosi che è riuscita a mettere in connessione tutte le aree regionali, in sussidiaria interdipendenza, attirando flussi anche da aree extraregionali e costruendo con le Regioni contermini politiche di sviluppo comuni.

In Calabria, invece, vige ancora un sistema semifeudale, demograficamente ridicolo, qualitativamente incomparabile ad altre Regioni e intriso di atteggiamenti anacronistici e di facciata. In questo sconquassato ambiente geo-politico, i termini utilizzati nella nomenclatura delle Aree appaiono totalmente inappropriati e ridicolmente ingigantiti. Utili, forse, a giustificare un’ostentata superiorità insita solo nelle piccole menti di chi la pensa.

È la correlazione e il bilanciamento tra aree a interesse comune che restituisce grandezza ad un sistema regionale, non il contrario.

Il ruolo della Politica e la necessità di svecchiare un sistema amministrativamente improduttivo

Il Governo dell’Ente calabrese dovrebbe interrogarsi su quali vantaggi abbia portato un apparato amministrativo interno caratterizzato da diffusi fenomeni centralisti e spicciati processi diseconomici tra aree della stessa Regione. Andrebbe posto rimedio a una condizione scriteriata che ha generato povertà nelle aree joniche, potenzialmente fra le più produttive dell’intero Mezzogiorno. Superare l’attuale paradigma degli Enti intermedi, impostato su visioni antiquate e inefficienti, riallacciando i rapporti economici con aree affini e contermini anche di altre Regioni, sarebbe il minimo sindacale da cui partire. Operazioni d’apertura e rottura degli steccati, artatamente costruiti dai dettami centralisti, aiuterebbe notevolmente la Calabria ad uscire dalla condizione di cenerentola che si è costruita negli anni.

Se si vorrà tamponare la dilagante forza centrifuga in atto dalla Regione e spiccatamente dai contesti jonici, sarà necessaria una forte presa di posizione e il coraggio di riformare un sistema inadeguato, malato, deviato e attento solo alla forma, pur nella consapevolezza di essere totalmente deficitario nella sostanza. (dm)

[Domenico Mazza è del Comitato Magna Graecia]

Da Rfi 37, 1 mln per interventi sulle ferrovie calabresi

Sono 37,1 milioni di euro la somma che Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS Italiane ha destinato per gli interventi sulla rete ferroviaria della Calabria.

Tale somma fa parte di una gara di circa 1,3 miliardi di euro per lesecuzione di un programma di interventi di manutenzione sistematica dell’armamento ferroviario su tutto il territorio nazionale.

La procedura rientra nel più ampio piano di investimenti di RFI per attività di manutenzione finalizzate a innalzare gli standard di affidabilità della rete. L’Accordo Quadro ha una durata di tre anni.

Gli interventi saranno diffusi su tutto il territorio regionale e consisteranno nel rinnovo di binari, traverse e massicciate oltre alla sostituzione degli scambi.

Le attività di ammodernamento garantiranno un incremento dell’affidabilità dell’infrastruttura e un miglioramento del servizio di trasporto su ferro.

A livello nazionale è di circa 9 miliardi di euro il valore economico degli investimenti per il 2024, mentre ammonta a 3,5 miliardi di euro l’investimento medio annuo destinato a interventi di manutenzione sulla propria rete. (rrm)

Rugna (Ance Calabria): Significativi ritardi nelle opere del Pnrr, soprattuto nelle ferrovie

«Attualmente, si rilevano significativi ritardi nelle progettazioni esecutive necessarie per rispettare le scadenze richieste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), con particolare attenzione alle grandi infrastrutture, come le ferrovie». È quanto ha rilevato Roberto Rugna, presidente di Ance Calabria, nel corso della due giorni organizzata dall’Ance Nazionale a Vico Equense sul tema delle “Opere Pubbliche oltre il 2026”, un’occasione importante per fare il punto sul settore alla presenza di una platea numerosissima di imprenditori, professionisti ed esperti.

Ad affiancare Rugna, Giovan Battista Piercacciante, vicepresidente nazionale di Ance con delega al Mezzogiorno, il presidente e dal vice presidente di Ance Cosenza, Giuseppe Galiano e Vincenzo La Pietra: dal presidente e dal vice presidente di Ance RC Michele Laganà e Herbert Catalano, oltre ai direttori Luigi Leone ed Antonio Tropea.

«Questo ritardo è il risultato di diverse concause, inclusa la debolezza strutturale delle amministrazioni locali, che faticano a far fronte alle complessità delle procedure», ha aggiunto Rugna, spiegando come «secondo i dati aggiornati, il 54% delle opere realizzate fino a oggi riguarda il settore edilizio. È importante ricordare che il Pnrr tocca una vasta gamma di settori; non solo quello delle infrastrutture, ma più della metà degli interventi (56%) si concentra su opere edilizie e infrastrutturali. Le imprese, dunque, stanno facendo la loro parte, sostenendo l’esecuzione di queste opere in un contesto che però presenta difficoltà significative».

«Uno dei principali problemi riscontrati – ha rilevato – riguarda i tempi di pagamento. Sebbene la normativa preveda che i pagamenti debbano avvenire entro 30 giorni dall’emissione del S.A.L. (Stato di Avanzamento Lavori), nella realtà, i tempi si estendono fino a 5-6 mesi. A questo si aggiunge l’impatto del caro materiali, un fattore che ha reso molti lavori economicamente insostenibili, portando a frequenti interruzioni. Le revisioni dei prezzi, fondamentali per adeguarsi all’aumento dei costi, stanno procedendo con molta lentezza. Alcuni adeguamenti sono stati erogati nel 2023, ma restano fermi quelli relativi al 2022 e per il 2024 non si intravedono ancora soluzioni. Questa situazione aumenta ulteriormente l’incertezza sull’effettiva conclusione dei progetti entro il 2026, termine previsto per il saldo finale del Pnrr».

«Al di là delle difficoltà amministrative – ha concluso – un’altra questione che preoccupa riguarda la natura delle opere incluse nel Pnrr. Circa il 70% delle opere non è di natura aggiuntiva, ma si tratta di progetti già esistenti che sono stati ripresi. Sebbene questa scelta sia comprensibile, solleva interrogativi su quali nuove opere saranno finanziate e realizzate dopo il 2026».

Per Perciaccante «la vera sfida sarà capire come il settore potrà continuare a crescere dopo la conclusione del Pnrr. Il futuro del settore edilizio e infrastrutturale dipenderà dalla capacità di immaginare nuove opere che possano avere un carattere propulsivo, simile a quello atteso dai fondi comunitari».

«Resta da vedere, quindi – ha concluso – se il contesto operativo sarà in grado di rispondere a queste esigenze o se continueranno a prevalere le difficoltà attuali». (rrm)

L’OPINIONE / Francesco Garofalo: Sospensione treni durissimo colpo per il turismo

di FRANCESCO GAROFALO – La Calabria fuori dell’Italia. Dal 22 al 26 luglio prossimi, sospesi i treni per la nostra regione. Cristo in questo caso, si ferma a Battipaglia.

Un durissimo colpo per il turismo e non solo, siffatta situazione, rischia di far saltare tantissime prenotazioni presso gli stabilimenti balneari, le strutture alberghiere e i villaggi turistici. Nella zona della Sibaritide, diventa ancora più grave, per la mancanza di un aeroporto.

Se avessimo avuto una classe politica lungimirante e capace di saper guardare oltre il proprio pianerottolo di casa, così come ha fatto la Regione Campania, con un nuovo aeroporto, Salerno – Costa d’Amalfi, qui dalle nostre parti non avremo i problemi che ogni anno siamo costretti a denunciare.

La Sibaritide, una terra amata da Dio ma non dagli uomini che l’amministrano. E, poi, parliamo di turismo. Per non parlare, per chi viaggia per questioni di salute, di lavoro e dei tanti studenti che rientrano in Calabria. Ci attendiamo, con le nuove deleghe assegnate dal Presidente Occhiuto, ci sia un cambio di rotta nel settore dei trasporti. (fg)

[Francesco Garofalo è presidente del Centro Studi Giorgio La Pira di Cassano]

IL POTENZIALE INESPRESSO DELLA LINEA
JONICA, PREZIOSO PER L’ITALIA E L’EUROPA

di ROBERTO DI MARIA – Dal 25 marzo sono in servizio tra Reggio Calabria a Taranto i nuovi treni Intercity. Si tratta di convogli del tipo “Blues” della Hitachi, ad alimentazione ibrida, che montano sia motori elettrici, alimentati da linea aerea o da batterie, che motori diesel a basse emissioni. Si prevedono inizialmente sette treni ibridi Intercity, destinati a collegare la Calabria, la Basilicata e la Puglia, composti da 4 carrozze per un totale di 200 posti, in parte dedicati ai passeggeri con disabilità o mobilità ridotta; ci sarà posto anche per 8 posti bici. Dal 9 giugno, questi treni arriveranno anche a Bari e Lecce.

I treni sono caratterizzati dal nuovo brand presentato da Trenitalia il 22 marzo scorso nella stazione centrale di Reggio Calabria. Una cerimonia in pompa magna durante la quale è stato sottolineato che l’investimento complessivo è di 60 milioni di euro, con fondi PNRR assegnati a Trenitalia, e consentirà di ridurre le emissioni di CO2 dell’83% rispetto agli attuali treni a trazione diesel.

Un indubbio passo avanti sia per la sostenibilità dei trasporti che per le condizioni di viaggio in Calabria. Peccato che questi treni continueranno a viaggiare su una linea ferroviaria, la Jonica, che mantiene intatto il tracciato che le diedero nella seconda metà del 1800, ad Italia appena unificata, ma soltanto politicamente.

Tale è rimasto il Paese tuttora, se è vero, come è vero, che sono ben altri i treni che percorrono la rete Rfi al nord, anche su tratte molto meno importanti della Reggio C.- Taranto, che sui suoi 472 km vede ricadere 3 capoluoghi di provincia ed uno di regione. Anche i treni a lunga percorrenza, come gli Intercity, a quelle latitudini hanno tutt’altra composizione. In Alta Italia, infatti, nessuno si sognerebbe di utilizzare per servizi di questo tipo treni come i Blues, progettati per le relazioni di tipo regionale.

Meglio non lamentarsi troppo, però. Nonostante permangano, sia nelle infrastrutture che nel materiale rotabile, le evidenti arretratezze a cui abbiamo accennato, ci lasciamo dietro molto peggio. I calabresi della fascia Jonica, infatti, sanno benissimo quale fosse la tipologia di convoglio utilizzati per le relazioni Intercity fino a pochi giorni fa.

Sulla Jonica, per anni, la stessa presenza degli Intercity è stata un rebus per Trenitalia, costretta a comporre i treni sulla Reggio Calabria Centrale–Taranto, con vagoni che risalgono agli anni ’80, anche se sottoposti a “revampizzazione” ovvero riqualificazione funzionale che li ha resi un pò più consoni al comfort richiesto da questi servizi. Le locomotive utilizzate sono state per decenni le vecchie D445, che risalgono agli anni ’70 (le prime entrarono in esercizio nel 1975), anche perché da allora, in Italia, non si sono più prodotte locomotive diesel: la più “giovane” in circolazione risale al 1988.

Ma si è riusciti a fare di peggio, esercendo il servizio con vecchie “littorine” ALn668, con soli 68 posti a sedere.  Automotrici rumorose, inquinanti e spesso prive di aria condizionata, regolarmente guasta. Una situazione che farebbe rabbrividire il Terzo mondo: basti pensare che sia le mitiche 445 che le Aln 668 sono normalmente utilizzate per i treni storici, nell’Italia che conta. Non in Calabria, almeno fino a qualche giorno fa, dove oltre agli Intercity servivano anche le relazioni regionali.

Adesso ci sarebbe da aspettarsi qualcosa in più che la semplice sostituzione del materiale rotabile, ormai resa obbligatoria dalle normative UE in fatto di comfort, accessibilità e sicurezza. Non si può più prescindere da un riammodernamento dell’infrastruttura, per la quale l’elettrificazione, da sola, non basta. La vicenda della galleria di Cutro, nei pressi di Crotone, inadatta persino all’installazione della catenaria e, probabilmente, da ricostruire ex-novo, dovrebbe insegnare qualcosa a chi programma la riqualificazione della rete ferroviaria nel Gruppo FS. Con un minimo di lungimiranza, si può guardare alla Jonica come ad un corridoio importante per la regione, ma non solo.

La realizzazione del Ponte sullo stretto, infatti, porrà la linea al centro di nuove relazioni, oggi impensabili. Il collegamento con la rete siciliana consentirebbe nuove relazioni tra l’isola ed il continente, collegandola non soltanto con la Calabria Jonica ma anche con la Basilicata e la Puglia. Si renderebbe possibile, ad esempio, prolungare gli stessi treni Intercity Reggio C.-Taranto alle due estremità, consentendo di raggiungere, per esempio, Bari da Palermo. O instradare su questa linea gli Intercity notte provenienti dalla Sicilia e diretti al nord. Una prospettiva non da poco, se si considera che il ruolo dei treni notturni viene rivalutato da anni in tutta Europa, come alternativa sostenibile all’aereo che, come è noto, inquina 20 volte più del treno per passeggero trasportato.

Ma non solo: se si pensa allo scopo originario delle ferrovie, quello di trasportare le merci, è innegabile l’importanza di questa linea in un sistema logistico che vede un porto come Gioia Tauro al centro di un futuro sistema portuale interconnesso con i porti di Augusta e Taranto. Senza dimenticare che lungo il suo tracciato troviamo almeno un altro potenziale porto di grandi prospettive, quello di Corigliano-Rossano.

Un sistema portuale che può e deve diventare fondamentale per l’intero continente europeo, e che non può concretizzarsi senza collegamenti ad elevata capacità che soltanto un sistema ferroviario moderno può assicurare. Il Meridione d’Italia potrebbe finalmente mettere a frutto la sua collocazione geografica: un prezioso affaccio del continente europeo sul Mar Mediterraneo, in cui transitano un quarto dei containers in circolazione in tutto il mondo.

Ben vanga, quindi, la presenza di treni moderni e sostenibili sulla rete calabrese, purchè sia la premessa di un consistente impegno per la sua riqualificazione infrastrutturale. Occorre, in sintesi, smetterla di pensare alla Calabria come ad una pittoresca e remota appendice dello stivale, buona solo per le vacanze e basta, e cominciare a considerarla il centro di un sistema logistico vitale per l’intera Europa. (rdm)

[Roberto Di Maria è dottore di ricerca in Infrastrutture dei Trasporti e Amministratore di Sicilia in progress]

Ferrovie, modifiche alla circolazione Reggio Calabria Pellaro-Melito Porto Salvo per lavori

Trenitalia comunica che ci saranno modifiche alla circolazione fra Reggio Calabria Pellaro e Melito Porto Salvo per lavori. Si tratta di lavori di manutenzione programmata che saranno realizzati fra il 4 marzo e l’8 giugno.

Le linee interessate sono: Reggio Calabria Centrale-Catanzaro Lido, Reggio Calabria Centrale-Lamezia Terme/Cosenza e Melito Porto Salvo-Villa San Giovanni.

I canali di acquisto di Trenitalia sono aggiornati con le riprogrammazioni necessarie. E’ possibile trovare informazioni di dettaglio su www.trenitalia.com (sezione Infomobilità, alla pagina Lavori e modifiche al servizio) e tramite Smart Caring personalizzato su App di Trenitalia. Attivo il call center gratuito 800 89 20 21. (rrc)

Alta velocità ferroviaria Praia-Reggio Calabria, i dubbi di OrSa sulla politica di Catanzaro e Reggio

Sul tratto dell’Alta velocità ferroviaria che collega Praia a Reggio Calabria, il sindacato OrSa solleva dubbi sul silenzio della politica proveniente da Catanzaro e da Reggio Calabria.

Vincenzo Rogolino, segretario confederale Calabria OrSa, in una nota dice: «Leggiamo che alcuni politici del cosentino insorgono contro il cambio di rotta di Rfi che, grazie all’intervento del Ministro dei trasporti, ha ricollocato sul tracciato originario (dall’OrSa Calabria sostenuto) il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria per la nostra regione. Non vogliamo più entrare nel merito, l’abbiamo già fatto in questi tre anni di denunce e abbiamo dimostrato con documenti inoppugnabili che la modifica al tracciato originario è dispendiosa economicamente, inquinante e allunga i tempi di percorrenza. Ci chiediamo, invece, come mai che i deputati del reggino e del catanzarese, dal Pd a Forza Italia, insieme ai vari amministratori locali non abbiano speso una parola nel merito?».

«Come sindacato – è scritto ancora nella nota – non facciamo il tifo per una provincia piuttosto che per un’altra (i Comuni di Cosenza e Castrovillari fanno il proprio mestiere sostenendo il tracciato via Cosenza) ma rivendichiamo il diritto di affermare che il tracciato dell’AV FS deve servire tutto il territorio calabrese, senza particolarità per alcuna provincia, partendo dall’assunto che si deve tenere conto dei parametri sopra citati. Da tempo invochiamo, su questo tema, un confronto pubblico con la classe politica calabrese, purtroppo la strada del silenzio continua a prendere il sopravvento sugli interessi dell’intera collettività».

Continua Rogolino: «Ci piace ricordare quanto dichiarato, tra l’altro, dall’Ing. Prof. Vincenzo Italia di Catanzaro (uno tra i professionisti che ha studiato il tracciato) col quale abbiamo avuto più volte in questi anni, l’occasione di confrontarci su questo tema. L’Ingegnere Italia ha testualmente detto che “…l’Alta velocità non nasce per Cs e Castrovillari, ma per ben 7milioni di cittadini calabresi e siciliani. Se così non fosse anche Catanzaro con Crotone e Locride, potrebbero rivendicare il tracciato AV direttrice Jonica al pari di Cosenza e Castrovillari! L’AV FS deve servire Calabria e Sicilia col più breve tracciato, come ovunque al mondo e non zigzagando”. Non vorremmo, come OrSa Calabria, che questo tira e molla, provocato da certe amministrazioni locali, possa pregiudicare il quadro economico degli investimenti. La politica farebbe bene a rivendicare il tracciato originario, quello per intenderci più favorevole, e sollecitare il potenziamento delle reti cosiddette secondarie.Confidiamo nell’intransigenza del Ministero dei trasporti che già ha dimostrato di muoversi su interessi collettivi e non di cordata. L’OrSa Calabria continuerà a vigilare, così come fatto in questi ultimi anni, affinchè prevalgano i veri interessi del territorio e di tutti i calabresi». (rcz)

Alla scoperta del gusto della Calabria con i treni regionali

Viaggiare in treno sulla costa tirrenica calabrese per scoprire il piacere dei gusti della regione. Si chiama “In Regionale con Gusto – Scoperte enogastronomiche a portata di treno”, il nuovo viaggio su rotaia capace di fotografare le bellezze italiane dal finestrino di un treno: viste privilegiate dai treni del Regionale di Trenitalia, che ogni giorno collegano capillarmente i piccoli e grandi centri italiani, in un viaggio alla scoperta delle bellezze enogastronomiche dei dintorni di ogni regione.

Il viaggio in Calabria di “In Regionale con Gusto – Scoperte enogastronomiche a portata di treno” segnala Ristoranti, Trattorie, Wine Bar e gelaterie migliori, tutte con la distanza a piedi dalla stazione.

La punta del nostro stivale si rivela in tutto il suo splendore e la sua generosità: panorami che incantano da godere assaporando piatti unici basati su ingredienti locali e prodotti agricoli che danno origine a un paniere ricco di varietà, biodiversità e tradizioni.

Sorprendente per le caleidoscopiche soste che attendono il viaggiatore, il primo itinerario inizia da Paola, città di San Francesco da Paola e meta turistica per le sue magnifiche spiagge e il suo notevole patrimonio storico e religioso, per poi proseguire costeggiando l’ampio tratto tirrenico e attraversando la meravigliosa Riviera dei Cedri che ospita: l’incantevole e antico borgo marinaro di Cetraro; Belvedere Marittimo, un altro suggestivo centro storico medievale conosciuto come la città dell’Amore della Calabria per le reliquie di San Valentino conservate all’interno del Convento dei Cappuccini; Diamante nota per essere la città dei murales e del peperoncino e dove la parte nuova si fonde con la moltitudine di colori dei vicoli che caratterizzano il centro storico; Scalea con le sue meravigliose scogliere e Praia a Mare, città dell’Isola di Dino e del Santuario della Madonna della Grotta.

Le ultime due tappe ci spingono un po’ più in su sconfinando prima nella rinomata Maratea, la Perla del Tirreno o Città delle 44 Chiese che offre spiagge da sogno, scorci indimenticabili, grotte da esplorare e infinite possibilità per respirare la sua arte sacra; per poi terminare scoprendo Sapri, la perla del Cilento situata tra lo splendido golfo di Policastro e il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano e meta ideale per gli amanti del mare, della natura, dello sport e del relax.

Altrettanto suggestivo il viaggio che da Lamezia Terme porta a Rosarno dove, anche qui, le diverse le località sono accumunate dall’identità della materia: il peperoncino, elemento essenziale della cucina calabrese, la cipolla rossa di Tropea, le eccellenze casearie ma anche la produzione di liquori, amari e distillati che esprimono al meglio l’espressione del territorio. Lamezia Terme con il suo nome e antico e le sue origini più moderne è la terza città più popolosa e importante della Calabria e snodo nevralgico per visitare questa regione. Il golfo di Sant’Eufemia e la sua spiaggia, i numerosi punti di interesse del centro e il castello normanno di Nicastro, arroccato a strapiombo sul Colle di San Teodoro la rendono una meta imperdibile e indimenticabile. Pizzo, detto anche Pizzo Calabro, la fermata successiva di questo itinerario, è un antico borgo capace di evocare la storia e le leggende di un tempo che fu.

Ancorato a un promontorio di tufo, contribuisce a rendere unica la rinomata Costa degli Dei che impreziosisce tutta la provincia di Vibo-Valentia, insieme al piccolo borgo di Briatico, un susseguirsi di spiagge, baie e scogliere costellate dai resti delle antiche torri costruite a difesa dei Saraceni, e a Tropea, fiore all’occhiello balneare indiscusso della Calabria con il magnificente Santuario benedettino di Santa Maria dell’Isola che sorge proprio su uno scoglio davanti al paese.

A concludere questo strabiliante viaggio, Rosarno, l’antica città di Medma adagiata sulla collina affacciata sul porto di Gioia Tauro, il cui centro storico ospita la sorprendente Torre dell’Orologio, sopravvissuta a ben due terremoti. (rcz)

Passaggi a livello, Tavernise (M5S): «Via alla loro eliminazione. Interrogazioni sui tempi»

di DAVIDE TAVERNISE – Il tragico incidente ferroviario verificatosi a Thurio, frazione di Corigliano Rossano, costato la vita a due persone e al ferimento di vari passeggeri, ha posto al centro dell’attenzione la sicurezza della nostra linea ferroviaria puntellata da passaggi a livello che possono trasformarsi in vere e proprie trappole mortali.

Risale al maggio 2017 il Protocollo d’intesa tra Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana e Regione Calabria per il progetto di “Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica”, poi confermato nell’Accordo Quadro tra Regione e RFI sancito nell’agosto 2018, con un investimento complessivo di circa 500 milioni di euro. Tra i principali interventi sulla linea sono previsti anche l’eliminazione di passaggi a livello, il prolungamento di alcuni sottopassi e la costruzione di nuovi. Più precisamente già nel 2017 è stata avviata l’attività di rimozione di 77 passaggi a livello pubblici e 12 passaggi a livello privati con 6 passaggi a livello per i quali i lavori risultavano essere stati consegnati.

Il passaggio a livello di Thurio, teatro del disastroso incidente del 28 novembre 2023, era e rimane, fin dal 2017, tra quelli in lista per essere soppressi, allo stesso modo degli altri 5 passaggi a livello situati nel territorio di Corigliano Rossano (Corigliano via Sciacca, Corigliano via Provinciale, Sant’Irene, Rossano Sant’Angelo e Oliveto Longo);

Nell’interrogazione inoltrata al Presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, chiedo quali iniziative stia assumendo la Regione Calabria per velocizzare il piano di eliminazione dei 77 passaggi a livello situati lungo la ferrovia ionica previsto dal Protocollo d’intesa tra Mit, Rfi e Regione Calabria per il progetto di “Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica” siglato e avviato nel 2017.

Inoltre il cronoprogramma dei lavori dei passaggi a livello su cui si interverrà, visto il ruolo assunto dalla Regione, che, per quanto riportato dal Dirigente Generale del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, consiste nel “coordinare i rapporti” tra Rfi e i Comuni interessati e considerando che sui 77 passaggi a livello da eliminare fin dal 2017 risultavano, alla data del 16 febbraio 2022, lavori in corso solo su 7 di essi.

Infine se intende attivarsi, tramite opportune interlocuzioni con Rfi, per installare nei passaggi a livello più problematici a livello di traffico e posizionamento, come quello di Thurio, i sistemi di Protezione Automatica Integrativa – Passaggi a Livello (Pai-Pl), utilizzando questa tecnologia innovativa, già presente sul territorio nazionale e in costante diffusione, che rileva con sistemi laser o radar la presenza di ingombri sui binari in prossimità delle barriere, preesistenti o in seguito alla chiusura del passaggio a livello, e arresta in sicurezza la circolazione ferroviaria fino alla completa risoluzione dell’anormalità. (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle)