Terme Luigiane: l’incontro domani in Prefettura dei due sindaci interessati

di FRANCO BARTUCCI – Ci siamo e speriamo che l’incontro per le Terme Luigiane dia buoni frutti. Stiamo parlando della convocazione fatta dal Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio, per domani, martedì 29 dicembre,ai due Sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, ad un rappresentante della Regione Calabria,  della S.A.TE.CA. spa (l’attuale gestore delle terme), al sindacato Cisl e Federterme, per trovare la giusta soluzione alla vicenda relativa alla concessione per le acque delle Terme Luigiane, dopo l’annuncio della chiusura dell’attività da parte della S.A.TE.CA. Vicenda che sta mettendo a rischio l’apertura della prossima stagione termale 2021, a causa principalmente del regolamento per l’utilizzo delle acque termali, approvato dai due Consigli comunali.

Come noto il Regolamento, e non il bando di gara non ancora predisposto, guarda non più alla ricerca di un solo sub concessionario, ma a più figure tanto che si parla di “spacchettamento” dell’erogazione dell’acqua termale. Ciò sottovaluta i rischi e la pericolosità dell’acqua sulfurea delle Terme Luigiane. Infatti, essa ha una composizione chimico-fisico e biologica di particolare efficacia in medicina termale. Classificate come acque ipertermali (43-47°C) solfuree salso bromo iodiche e, in riferimento all’elemento zolfo, come solfuree forti, queste acque hanno un grado solfidrometrico di 168-175 mg/L, che le caratterizza come quelle a più alta concentrazione di zolfo in Italia. Nelle acque sono presenti sostanze organiche di natura planctonica, denominate “bioglee”. L’elevato grado solfidometrico e la presenza di bioglee possono rappresentare un pericolo se non gestite in modo corretto e con impianti e protocolli adeguati, come fa da anni la S.A.TE.CA. spa.

Per quanto riguarda il rapporto fra le Amministrazioni comunali e la Società Sateca, sub concessionaria del compendio idrotermale delle Terme Luigiane, narriamo quanto segue. Siamo nel 1935 quando  viene data al Comune di Guardia Piemontese, in seguito diviso nei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, la concessione perpetua per lo sfruttamento delle acque. Nel 1936 i due comuni affidano l’uso e l’esercizio del compendio idrotermale in subconcessione alla Società Anonima Terme Luigiane  (diventata poi S.A.TE.CA. S.p.A.) per un periodo di  40 anni, modificato in seguito in 80 anni, e quindi con scadenza nel 2016.

Nel 2006 viene pubblicato il Decreto legislativo n° 152/06 (Testo Unico Ambiente) che sopprime le concessioni perpetue e ne consente la trasformazione in temporanee per un periodo massimo di trent’anni. Nel frattempo nel 2009, viste le evidenti inadempienze contrattuali da parte dei due comuni, la SATECA promuove un arbitrato per l’ottenimento (previsto in contratto) dei terreni dove ha costruito tutte le strutture ricettive. Il giudizio entra nel merito di tutto il rapporto di subconcessione e gli arbitri impongono all’unanimità ai  due comuni il rispetto di quanto previsto in contratto.

La Regione Calabria con l’art.9 della legge regionale n.40/2009 prende atto della necessità di trasformazione delle abrogate concessioni perpetue in concessioni temporanee, stabilendo che i due Comuni presentino un progetto di sviluppo della stazione termale. Nel 2015 la legge regionale 27 aprile n.11 apporta ulteriori modifiche all’art. 9 della legge di cui sopra, con un forte interessamento del consigliere regionale Carlo Guccione, che soddisfa le attese dei sindaci dell’epoca dei due Comuni. Nel 2016, visto che l’iter di trasformazione della concessione per l’uso delle acque delle Terme Luigiane da parte dei due Comuni non è stato completato e vista la scadenza imminente del contratto di subconcessione, al fine di non interrompere le attività, la Regione Calabria, i due Comuni, le parti sociali e la SATECA, con la collaborazione della Prefettura di Cosenza, firmano un Protocollo d’intesa che prevede il differimento della scadenza della subconcessione al 2018. Nel febbraio del 2019, visto che la trasformazione non risulta ancora completata, sempre in Prefettura a Cosenza viene raggiunto un nuovo accordo che prevede la prosecuzione delle attività fino al 31 dicembre 2020 e che comunque la SATECA è chiamata  a  continuare a gestire fino all’effettivo subentro del nuovo subconcessionario. Nello stesso accordo viene previsto che i comuni entro il 30 giugno 2020 predispongano le procedure per l’individuazione del nuovo subconcessionario.

Il progetto presentato dai Comuni per ottenere la trasformazione della concessione è stato oggetto di vari esposti alla magistratura da parte dei lavoratori e di svariate inchieste giornalistiche, in quanto non rispecchia minimamente la realtà delle Terme Luigiane e prevede delle incongruenze, come una forte riduzione del numero dei lavoratori, un enorme incremento del fatturato. Pertanto, l’associazione dei lavoratori delle terme, denominata “Comitato lavoratori Terme Luigiane”, ne ha dato un giudizio estremamente negativo.

La Regione Calabria, dopo avere più volte sostenuto la non conformità della documentazione progettuale presentata dai Comuni, ha trasformato la concessione da perpetua in temporanea con il provvedimento N. 16199 del 18/12/2019, concedendo quindi ai due comuni la concessione per 30 anni a partire dall’entrata in vigore del d.lgs. 152/2006. In sostanza il nuovo sub concessionario avrebbe a disposizione soltanto 15 anni circa di gestione prima del ritorno definitivo della concessione alla Regione. Un tempo troppo breve per rendere interessante la stazione termale per eventuali investitori.

Tuttavia, in maniera del tutto incomprensibile, dopo aver ottenuto la concessione, i due comuni hanno fatto ricorso al TAR chiedendo l’annullamento del provvedimento di concessione. Anche la SATECA, in conseguenza del ricorso al TAR fatto dai due comuni, convinta del fatto che tutto l’iter seguito sia viziato da errori, dal non totale rispetto della normativa e che la legge presenta aspetti incostituzionali, ha fatto ricorso al TAR chiedendo l’annullamento del provvedimento di concessione. I  due comuni hanno fatto pure opposizione alla richiesta avanzata al TAR da parte della SATECA e quindi da una parte chiedono l’annullamento del provvedimento al TAR e dall’altra si oppongono alla richiesta di annullamento del provvedimento fatta da SATECA.

A questo punto si innestano tutte le vicende relative all’approvazione del Regolamento per la distribuzione delle acque termali e le relative diffide fatte dai due comuni sulla consegna delle strutture di proprietà comunale entro il prossimo 7 gennaio 2021. Fra esse si ricordano il centro commerciale “Il triangolo”, la palazzina di accoglienza ed uffici amministrativi, nonché lo stabilimento San Francesco, nella cui corte si trovano le vasche di lavorazione dei fanghi e delle alghe utilizzate per le cure termali, che assicurano la funzionalità dei servizi termali per la nuova stagione 2021. Già questo costituisce il vincolo primario nell’assicurare alle Terme Luigiane una continuità del servizio alla sua clientela, focalizzata attorno alle ventiduemila unità prima del coronavirus. L’incontro di domani dovrà servire a chiarire molte cose, dando certezze ai lavoratori e all’azienda che in data 4 dicembre ha annunciato di essere costretta a chiedere la propria attività a causa delle iniziative dei Comuni che impediscono di fatto la futura gestione delle terme. Inoltre, dovrà garantire che, al di là dei potenziali interessi comunali, non ci sia danno per le migliaia di curandi italiani e stranieri che ogni anno vedono nelle Terme Luigiane uno strumento valido nella cura del loro stato di salute.

Le  Terme Luigiane sono un patrimonio per la salute e il benessere, che non appartiene solo ai due comuni, bensì all’intera regione, al paese ed al mondo. Il loro futuro va valutato tenendo conto di questo, delle prospettive occupazionali, del futuro sviluppo sostenibile  e degli investimenti effettuati nei decenni passati da imprese locali e piccoli investitori, che, quali soci delle S.A.TE.CA, hanno creduto in un uso corretto delle risorse del territorio. (fb)

 

 

 

 

 

Terme Luigiane, il prefetto Guercio convoca i sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese

di FRANCO BARTUCCI – Finalmente, dopo tante richieste fatte da più giorni, arriva la convocazione del Prefetto di Cosenza con l’auspicio che l’incontro possa essere una valida opportunità per dare alle Terme Luigiane una sua continuità di servizio e soddisfare le attese di quelle oltre 22mila persone, che fino al 2019 hanno usufruito di questo bene inestimabile per la salute fisica acquisita attraverso oltre cinquecentomila  cure inalatorie, fisiatriche e di fanghi. 

Un incontro che imbatterà nei contenuti abbastanza forti e minacciosi espressi dall’ultima diffida notificata alla direzione della Sateca avente per oggetto la “Restituzione dei beni del Compendio Termale di proprietà dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese”, con una convocazione stabilita per il 7 gennaio 2021 ed in caso di inottemperanza per il giorno successivo alla presenza  della Forza Pubblica (Polizia Municipale o Carabinieri). Nella missiva si chiede la restituzione degli immobili, liberi e sgombri da persone e cose.

Sui contenuti di questa ultima missiva si registra un intervento del Sindacato Cisl, tramite il suo rappresentante, Gerardo Calabria, che stigmatizza la strategia adottata dai due Comuni in quanto «Non contribuisce – afferma nella nota – a rasserenare il clima, già abbastanza teso. Era proprio il caso di inviare questa lettera di diffida ora, se da poco era stato convocato il vertice con il Prefetto?».

«Ogni richiesta o chiarimento, i due Comuni avrebbero potuto certamente sottoporlo ai soggetti partecipanti all’incontro fissato dal Prefetto. C’è bisogno – è l’invito del sindacalista – di confronto e serenità».

A proposito di un giusto confronto e serenità progettuale leggiamo il pensiero espresso in materia dal Presidente dell’Unpli Cosenza, Antonello Grosso Lavalle, che raccoglie oltre cento associazioni Pro Loco dislocati in altrettanti Comuni della Provincia di Cosenza, impegnate a promuovere e valorizzare il turismo mediante un’azione dedita allo sviluppo locale: «La  nostra azione è rivolta a valorizzare il turismo locale e in questo caso il fondamentale segmento dedicato al termalismo e quindi alle Terme Luigiane che rappresentano  un unicum di qualità e benefici delle cure termali, efficacia terapeutica dello zolfo, acque termali sulfuree, fango termale, alghe bianche. Non possiamo trascurare questo segmento che diventa sempre di più vitale alla riorganizzazione turistica dove tutte le componenti, vale a dire pubblica amministrazione, imprenditoria e organismo di categoria devono necessariamente condividere una programmazione unitaria con lo scopo di salvaguardare questo importante patrimonio e l’economia che esso produce con la tutela dei lavoratori e dell’indotto, economico – sociale, collegato».

«Una cooperazione che guardi, appunto, al patrimonio delle acque termali quindi al turismo e con essa alla costruzione di un tavolo al fine d superare le difficoltà con la logica del bene comune e dello sviluppo, e pertanto siamo fortemente preoccupati per il futuro delle Terme Luigiane dopo l’annuncio di chiusura reso pubblico nei giorni scorsi dalla società Sateca che, per ottant’anni, ne ha curato la gestione con notevoli risultati». 

«Riscontriamo sicuramente – continua l’intervento del Presidente dell’Unpli Cosenza, Antonello Grosso Lavalle – visioni che non collegano tanti aspetti  che necessitano per la programmazione con  tutti gli attori territoriali e l’Unpli chiede con forza di salvaguardare questa risorsa. Un’azione pubblica che deve attenzionare e sviluppare un programma di investimenti attraverso  la continuità lavorativa e soprattutto per i tantissimi curanti che in tutti questi anni , residenti in Calabria e in altre regioni italiane, hanno instaurato un rapporto fiduciario con le cure termali erogate presso le stesse Terme Luigiane. Non possiamo permettere l’interruzione delle cure termali ma anzi dobbiamo pensare alla pianificazione delle cure e quindi del turismo termale per tutto l’anno e con diversi servizi – collegati con altri territori e quindi segmenti turistici come determinato negli anni  scorsi anche con l’azione dell’Unpli Provinciale».

«Sarebbe opportuno – conclude il Presidente dell’Unpli Cosenza – prima di procedere all’indizione del bando, da parte dei due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, provvedere con indirizzo preliminare a raccogliere delle manifestazioni di interesse, e poi, sarebbe necessario sottoporre il documento – Regolamento ad un ulteriore approfondimento attraverso la costituzione di un tavolo pubblico – privato, come anche suggerito dal Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, in attesa anche di trovare l’attenzione della Regione Calabria essendo proprietaria dell’acqua termale». (rcs)

In copertina, Presidente Unpli Cosenza, Antonello Grosso Lavalle

GUARDIA PIEMONTESE – I sentieri Valdesi in Calabria

27 ottobre 2018 – Sarà inaugurato questa mattina, alle 10.00, a Guardia Piemontese, i “Sentieri valdesi in Calabria”.
L’iniziativa è stata organizzata dal Centro Culturale “Gian Luigi Pascale” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, e finanziato con i fondi otto per mille della Chiesa Valdese.
Il progetto, ripercorrendo quei tracciati che collegavano i vari paesi valdesi, e le località di loro interesse, mira a ricostruire un pezzo di storia che ha visto partecipe l’intera Calabria.
La parte dei sentieri mappati, inoltre, interessa i territori di Cetraro, Acquappesa, Fagnano Castello, Guardia Piemontese, Fuscaldo e Montalto Uffugo.
All’inaugurazione saranno presenti Beatrice Grill, presidente del Centro Culturale “Gian Luigi Pascale”, Antonella D’Angelis, vicesindaco del Comune di Guardia Piemontese, Gabriella Sconosciuto, presidente della Fondazione Occitana, Elisabetta Barbuto, Parlamentare della Repubblica, Componente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni alla Camera dei Deputati, Anna Laura Orrico, Parlamentare della Repubblica, Componente X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati, Margherita Corrado, Parlamentare della Repubblica, arlamentare della Repubblica, componente della VII Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato, Renata De Rugeriis Juàrez, docente Università di Teramo e Urbino, esperta di minoranze linguistiche e di sviluppo del territorio, Maria Francesca Corigliano, Assessore all’Istruzione e Alle Attività Culturali della Regione Calabria.
Saranno presenti, inoltre, i sindaci del territorio e i rappresentanti del Cai di Cosenza e Verbicaro.
Alle 11.30, è prevista l’escursione sui sentieri valdesi: si visiteranno il lago Trifoglietti, il Lago dei Due Uomini e il Lago della Paglia. Sarà presente l’Associazione “I Cavalieri delle Grandi Pianure” che, con i loro cavalli, parteciperanno all’iniziativa.
I partecipanti potranno, anche, degustare i prodotti locali presso la Cooperativa Castagne.
Alle 19.30 è previsto, al Centro Congressi Terme Luigiane, il Tavolo tecnico di confronto.
Modererà l’incontro la giornalista Alessia Antonucci. Prenderanno parte al dibattito Antonella D’Angelis, Giorgio Maritato, sindaco di Acquappesa, Elisabetta Barbuto, Anna Laura Orrico, Margherita Corrado, Silvana Abate, parlamentare della Repubblica, Componente IX Commissione Agricoltura del Senato; Renata De Rugeriis Juárez, docente Università di Teramo e Urbino, esperta di minoranza linguistiche e di sviluppo del territorio; Mauro D’Acri, delegato all’agricoltura della Regione Calabria. (rcs)

“La Stampa” parla degli ultimi occitani di Guardia Piemontese

13 ottobre – Il quotidiano La Stampa di Torino dedica oggi una pagina alla comunità occitana di Guardia Piemontese (CS), con un bel servizio dell’inviato Filippo Femia. Una minoranza tra le minoranze, rischiamo di sparire – dice al gironalista – la maestra elementare Silvana Pietramala, ultima custode della tradizione occitana e della lingua “guardiolo” (una variante locale dell’occitano) che insegna a scuola come materia extra facoltativa. “Un’isola linguistica – scrive Femia – creata nel XII secolo dai valdesi in fuga dalla Val Pellice, in Piemonte, dopo le persecuzioni religiose seguite alla scomunica per eresia. Da allora la lingua è stata tramandata, per secoli, di padre in figlio. Ma ora rischi di sparire: sono rimasti 200-300 parlanti, pe rlo più anziani. L’atlante Unesco delle lingue a rischio cataloga il guardiolo come «gravemente in pericolo: «Viene parlato dai più vecchi, le generazioni successive lo capiscono ma non lo usano con i figli»”.
Scrive ancora Femia: “L’occitano di Calabria, per qualche anno resisterà. Fino a quando SIlvana Pietramala andrà in pensione. «Mi manca poco, poi bisognerà trovare un’insegnante di ruolo che sappia anche la nostra lingua: è praticamente impossibile, spiega: «Non sono ottimista: nel giro di due generazioni la nostra lingua potrebbe non esistere più», dice amaro il preside”. (rrm)