GUARDIA PIEMONTESE (CS) – Il grande cinema alle Terme Luigiane dal 5 al 9 settembre

Cast all star per la prima edizione del “Terme Luigiane Film Fest”. Dal 5 al 9 settembre 2023 alcuni tra i più importanti attori e registi italiani si alterneranno sul palco del festival in programma nella rinomata località termale della costa tirrenica cosentina. Tra gli ospiti più attesi Simona Izzo, Pif, Ricky Tognazzi, Sara Serraiocco e Mimmo Calopresti. Insieme a tante altre stelle del cinema italiano, parteciperanno alle cinque serate evento. Il programma completo sarà svelato nel corso della conferenza stampa di presentazione in programma giovedì 31 agosto alle 18 nel Parco delle Terme Luigiane.

La direzione artistica del festival è di Graziella Bildesheim. Due le sezioni in concorso: “Cinema italiano” e “Cinematografia sociale”. La prima sezione vedrà in gara opere cinematografiche italiane dall’elevato contenuto artistico che hanno come tema la giovinezza in tutte le sue espressioni. Nella sezione “Cinematografia sociale” saranno in concorso tre film che si sono distinti per il racconto di tematiche relative a disabilità, inclusione sociale e sostenibilità.

Il galà di apertura, in programma il 5 settembre, sarà condotto da Riccardo Mei, attore, autore e voce narrante Rai e vedrà la presenza di istituzioni, autorità e del commissario straordinario della Calabria Film Commission Anton Giulio Grande.

Numerosi gli eventi collaterali del festival: workshop, masterclass e seminari con la partecipazione, tra gli altri, dei registi Mimmo Calopresti, Giacomo Triglia e Gianfranco Confessore.

Durante la serata finale, che si svolgerà sabato 9 settembre nel suggestivo scenario della Terme Luigiane, saranno assegnati il premio “Terme Luigiane” (miglior film, miglior regia e miglior attore/attrice protagonista per la sezione “Cinema italiano”), il premio “Smile – Terme Luigiane” (miglior film, miglior regia e miglior attore/attrice protagonista per la sezione “Cinematografia sociale”) e il premio speciale “Youth – Terme Luigiane” (miglior film dell’intero festival). Sarà assegnato, inoltre, il prestigioso premio “Stars – Terme Luigiane” a registi, attori e personalità del mondo del cinema. Tra i riconoscimenti anche il premio “Una vita per il mare” a cura del Flag – La perla del Tirreno, che verrà consegnato dalla presidente Gabriella Luciani.

Il progetto è stato finanziato dalla Calabria Film Commission attraverso l’Avviso pubblico per il sostegno alla realizzazione di festival e rassegne cinematografiche e audiovisive in Calabria 2023. Il Terme Luigiane Film Fest è organizzato dall’Associazione Carolina Novello. (rcs)

A Guardia Piemontese la “Festa della Libertà”

Ha preso il via, a Guardia Piemontese, la Festa della Libertà. Si tratta di una iniziativa promossa dal Centro Culturale “Gian Luigi Pascale” in collaborazione con il XV Circuito delle Chiese Valdesi e l’amministrazione comunale in occasione del 175esimo anniversario dello Statuto Albertino del 1848.

Una due giorni, dunque, per commemorare il “XVII Febbraio”, ricordando il riconoscimento dei diritti civili e politici ai valdesi.

Il 17 febbraio 1848, il re di Sardegna Carlo Alberto firmava le “Lettere Patenti” che ponevano fine a un lungo periodo di discriminazione dei cittadini di fede valdese. Qualche giorno dopo un analogo provvedimento riconosceva i diritti civili anche ai cittadini di fede ebraica. Per i valdesi questo significava poter uscire dalle storiche Valli piemontesi dove erano stati per secoli confinati, vessati e perseguitati. Significava aver accesso alle professioni, alle scuole e alla libera residenza nelle città del Regno. Non era ancora la piena libertà religiosa perché le “Patenti” non prevedevano la possibilità di poter avere luoghi di culto e libera predicazione al di fuori delle Valli.

Da diversi anni la settimana intorno al 17 febbraio è stata istituita come “Settimana della libertà”, durante la quale si promuovono incontri e iniziative di solidarietà con chi soffre per la mancanza di libertà religiosa o per la violazione dei diritti umani.

Tanti gli appuntamenti in programma: questo pomeriggio, alle 17.30, nella Sala Consiliare la conferenza sul tema La libertà religiosa in Italia. Modera il pastore Jens Hansen. Relazionano il Prof. Lothar Vogel, professore di storia del Cristianesimo e decano presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma, Don Francesco Castelli, professore di storia e direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Metropolitano  S. Giovanni Paolo II di Taranto.

A seguire accensione del falò e degustazione del vin brulè, in ricordo dei fuochi di gioia che vennero accesi per la prima volta proprio nel 1848 per celebrare la novità della libertà.

La giornata si concluderà con l’agape bianca, con un rinfresco offerto ai presenti. Durante la manifestazione si potranno ammirare gli splendidi abiti da sposa guardioli, che rappresentano per il paese l’orgoglio della riscoperta della sua identità storica e culturale.
Domenica 19 febbraio, presso la Sala Operaia, dopo i saluti del parroco di Guardia Piemontese, Don Ernesto Piraino, con il quale si è intrapreso un cammino ecumenico, si svolgerà alle ore 10.30 il Culto pubblico, con Santa Cena, presieduto dal Prof. Lothar Vogel. (rcs)

Terme Luigiane, le precisazioni dei sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese

I sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, Francesco TripicchioVincenzo Rocchetti, tramite una nota stampa hanno voluto fare delle precisazioni in merito all’incontro avvenuto lo scorso 7 dicembre per la “mancata” riconsegna dei beni delle Terme Luigiane dopo la sentenza del Tar della Calabria per via delle “condizioni” poste.

I due primi cittadini, infatti, hanno ribadito che «non ci sono condizioni:le Amministrazioni comunali hanno convocato la SATECA per la riconsegna dei beni, lo hanno scritto ad inizio verbale e lo hanno ribadito a chiusura dello stesso. Le Amministrazioni comunali si sono limitate, unicamente – hanno spiegato – a precisare le condizioni d’uso del compendio e delle sorgenti alla stregua della sub-concessione esistente che il Tar Calabria ha ritenuto – fermo restando il diritto dei Comuni di proporre appello avverso tale sentenza, come sarà fatto – tuttora vigente sino alla “individuazione del nuovo sub-concessionario” ma precisando che “non potrebbe comunque che essere regolato dalle pattuizioni che avevano regolato il rapporto di sub-concessione tra le parti”».

«Così la sentenza – hanno proseguito –. E non v’è dubbio (sfidiamo, sul punto, i raffinati interpreti del diritto, sia pubblici che anonimi) che la sub-concessione regola lo svolgimento delle attività unicamente nel compendio. Non v’è incertezza, ancora, che: lo stabilimento “S. Francesco”, all’interno del compendio, risultasse vuoto ed inutilizzato al momento dell’apprensione: alle farneticazioni altrui rispondiamo con le riprese audio-video effettuate quel giorno anche, peraltro, dal personale della Questura di Cosenza»;

E ancora, «che i beni del compendio e delle sorgenti termali erano e sono (salvo gli interventi, tutti documentati, eseguiti nel frattempo dalle Amministrazioni comunali) in grave stato di abbandono ed in assenza di manutenzione che, per sub-concessione, gravava e grava su Sateca; che i lavori e gli interventi eseguiti dai Comuni avrebbero dovuto essere effettuati, negli anni, da Sateca, sempre in ossequio alla sub-concessione e che, quindi, come per ogni fattispecie di questo tipo, devono essere risarciti da chi non li ha eseguiti (Sateca) a chi li ha eseguiti in suo danno (i Comuni), tanto al pari di tutte le altre spese richieste».

«I cittadini – hanno spiegato Tripicchio e Rocchetti – e  ben comprendono che queste non sono ‘condizioni’ bensì precisazioni – peraltro già annunciate alla società a mezzo diffida inviata nei giorni antecedenti ma taciuta dalla stessa – perché, ove fossero state tali, nel verbale avrebbero scritto “si riconsegna a condizione che…”». 

«Nulla di tutto questo – hanno detto ancora – se non la volontà, ripetuta e manifestata, di riconsegnare i beni in data 7 dicembre 2021 e, immediatamente, ribadita con convocazione per il giorno 17 dicembre 2021 sempre per la riconsegna. La società, del resto, se avesse voluto – anche a tutela dei “250 lavoratori” (i quali, però, sono sempre, poco meno di 20 a ogni ‘incontro’) – avrebbe potuto riprendere i beni e contestare, nelle dovute sedi, le richieste dei Comuni ma nel frattempo riprendere le attività».

«Avrebbe potuto, appunto – si legge nella nota – ma non lo ha fatto perché, in verità, non ha alcuna voglia di rispettare la sub-concessione e pretende, esclusivamente, di esercitare l’attività al di fuori del compendio nel proprio stabilimento che con l’interesse pubblico termale non ha nulla a che fare».

«Le Amministrazioni comunali – che perseguono l’interesse della collettività e non quello dei sindaci – hanno sempre rispettato la legge e non intendono sottrarsi all’esecuzione di una sentenza (fermo restando il diritto di impugnazione) tanto da aver convocato la società per la riconsegna dei beni; le stesse, tuttavia, non intendono più tollerare l’esercizio di attività al di fuori del compendio ed in violazione della sub-concessione (ad effetti precari sino all’individuazione del nuovo sub-concessionario) perché la legge devono rispettarla tutti: Comuni, società e lavoratori».

«Per le medesime ragioni le Amministrazioni comunali ed i loro legali agiranno, in ogni sede, per l’accertamento e la punizione dei responsabili di tutte le fattispecie delittuose consumatesi in questa vicenda, da ultimo nella giornata di ieri» hanno concluso. (rrm)

FederAnziani Calabria e l’Ass. Gàrdia protagoniste a Guardia Piemontese per l’ambiente

L’Associazione socio culturale “La Gàrdia” di Guardia Piemontese, guidata da Silvio Carnevale, e FederAnziani Calabria, guidata da Brunella Stancato, protagoniste a Guardia Piemontese per l’ambiente e la riqualificazione della città.

L’Associazione, infatti, ha voluto contribuire alla riqualificazione di alcune aree della cittadine, iniziativa che l’Amministrazione comunale, da subito, ha accettato, concedendo in affidamento la cura delle fioriere poste in piazza cav. Saverio Rocchetti.

L’associazione ne avrà cura per tutto il corso dell’anno e saranno i custodi della bellezza auspicando che tutti rispettino il lavoro fatto dagli anziani che hanno inteso adottare le aiuole. Ma l’instancabile Silvio Carnevale ha fatto di più, sposando in pieno la campagna contro l’inquinamento da cicche di sigarette, la terra è da proteggere, da lasciare agli altri così come l’abbiamo trovata; e se possibile migliore di come è stata lasciata dagli altri prima di noi.

Con il sostegno di Senior Italia Federanziani Calabria e di Maria Brunella Stancato, è stato ideato un progetto di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente, sono stati realizzati posaceneri particolari e posti su tutta la ringhiera del lungomare di Guardia Piemontese marina. I posaceneri sono stati realizzati riciclando barattoli di salsa donate dai ristoratori del luogo.

I posaceneri riportano i loghi delle associazioni e del Comune che ha patrocinato l’attività: saranno custoditi dagli anziani che provvederanno a svuotarli e riposizionarli ogni qualvolta sia necessario. Il nostro esempio, la nostra sensibilità all’ambiente ed il pensiero che una cicca di sigaretta impiega mezzo secolo per decomporsi ci ha spinto a realizzare dei contenitori adatti. Speriamo che tutti- sia turisti che abitanti- abbiano rispetto dell’ambiente e dei posaceneri speciali realizzati da Silvio Carnevale e dagli altri soci dell’associazione.

Le persone adulte hanno bisogno di sentirsi parte attiva e collaborativa della società civile. L’esempio dell’associazione socio-culturale “La Gàrdia” di Guardia Piemontese dovrebbe essere preso a modello anche da altri presidenti e comunità. Rispettare l’ambiente ed il pianeta è una priorità globale. Dobbiamo tutti adoperarci per allontanare il punto di “non ritorno”.

Mai come adesso copiare è importante, speriamo che il nostro gesto sia riprodotto e moltiplicato. Collaborare alla vita sociale è uno dei nostri obiettivi, siamo felici di farlo per il nostro paese anche se ci costa una fatica quotidiana. Confidiamo nel buon senso di tutti a usarli in modo adeguato e ci rendiamo disponibili ad aiutare chi vuole copiare e replicare i posaceneri speciali. Il nostro slogan è amore per la vita e la semplicità nelle cose(rcs)

Acquappesa e Guardia Piemontese sono morosi nei pagamenti per concessione acqua termale delle Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – I due comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese sono morosi nel pagamento del canone spettante alla Regione Calabria sulla concessione dell’acqua termale delle Terme Luigiane e i legali  della Sateca chiedono il ritiro della concessione.

Lo aveva fatto notare nei giorni scorsi la stessa Sateca, attraverso i propri legali, con una lettera inviata al dirigente generale del Dipartimento Lavoro della Regione, Roberto Cosentino. Un canone da calcolare sulla base del fatturato prodotto dalla stessa Società per gli anni 2018-2019-2020, dati necessari per poter calcolare la componente variabile del canone dovuto alla Regione Calabria. 

Nella lettera i legali della Sateca, Enzo Paolini e Ivan Incardona, facevano notare la morosità dei due Comuni sul pagamento del canone dovuto alla Regione da almeno tre anni, sia nella componente variabile, sia nella quota fissa. 

«In tal modo – hanno scritto i due legali – i Comuni, da una parte, chiedono alla Sateca un canone pari alla metà del totale di quanto pagato dalle circa 550 terme italiane, e dall’altro, si guardano bene dal versare quanto dovuto. Tale atteggiamento mostra la chiara ‘disattenzione’ delle amministrazioni comunali sulla vicenda, ma anche la disattenzione del soggetto preposto alla verifica del pagamento, ossia la Regione».

Una lettera che ha prodotto, comunque, un sollecito da parte del dirigente regionale ai due Sindaci, di procedere al pagamento delle quote dei canoni dovuti per gli anni di cui sopra, spingendo gli stessi a chiedere alla Sateca il fatturato prodotto negli anni 2018-2019-2020 per adempiere al calcolo del canone di produzione da versare alla Regione Calabria.

«L’improvvisa richiesta formulata dai Comuni – dicono dalla dirigenza della Sateca – è sicuramente motivata dalla lettera dei  nostri legali, nella quale si chiedeva pure l’emanazione  provvedimenti di legge con riferimento alle varie inadempienze che ci sono state nel corso della vicenda tra cui, appunto la morosità dei Comuni con riferimento al canone concessorio».

La normativa regionale, infatti, prevede un canone composto da una quota fissa e da una componente variabile, quest’ultima da calcolarsi in percentuale sul fatturato prodotto dalla stazione termale. Inoltre, la stessa normativa prevede esplicitamente la sospensione/decadenza della concessione in caso di morosità trascorsi 240 giorni. 

«Nonostante ciò, la Regione Calabria – puntualizzano ancora i dirigenti della Sateca – come ormai siamo abituati a vedere in questa vicenda, continua a non fare nulla e un altro motivo di decadenza della concessione si aggiunge ai numerosi che la Sateca spa segnala e denuncia da mesi. Continua così, nella totale indifferenza di istituzioni e politici e soprattutto nel silenzio della Regione Calabria, proprietaria delle acque e garante del loro regolare sfruttamento (vanno ricordate le vane promesse fatte ai lavoratori dal presidente f.f. Nino Spirlì), l’amara vicenda delle Terme Luigiane, chiuse a causa dell’incapacità dei due comuni di intraprendere un qualsiasi percorso dopo la scadenza nel 2016 della subconcessione della Sateca e dopo che le amministrazioni comunali hanno disconosciuto senza motivo alcuno due accordi sottoscritti per garantire la continuità del servizio sino al subentro del nuovo sub-concessionario». 

I 250 lavoratori delle terme e le migliaia di persone che lavorano nell’indotto, i 22.000 curandi e 600 soci della società Sateca si chiedono oggi: perché la Regione Calabria, venendo meno ai suoi obblighi,  non prende alcun provvedimento per garantire la continuità del servizio pubblico? Perché si consente che un bene prezioso di proprietà regionale non produca nulla e sia versato in mare? Chi pagherà i danni che certamente si dovranno ripagare alla Corte dei Conti, alla società e al territorio? Chi è responsabile di questa scempio e perché? A chi giova tutto questo?

Non può essere dimenticato e trascurato che il Comune di Acquappesa è già in dissesto finanziario da qualche mese su dichiarazione della Corte dei Conti, che ha prodotto l’insediamento di un commissario.

La notizia è di oggi e riguarda la mediazione annunciata dal locale circolo del Partito Democratico per un  intervento sui due sindaci in modo da trovare il giusto canone rispetto alla proposta di 90.000,00 euro chiesto dai due primi cittadini per l’anno 2021, dimenticando che non spetta ai due comuni stabilire il canone, ma alla Regione Calabria, a norma della delibera della Giunta regionale n.183 del 26 aprile 2012, come notificato dal Consigliere regionale Pietro Molinaro, tramite apposita lettera, al presidente Spirlì e all’assessore Fausto Orsomarso. Ma quest’ultimo intervento, scaturito dalla lettera dei legali della Sateca, pone ed evidenzia una nuova situazione che deve trovare a breve una regolamentazione incanalata nella immediata apertura delle Terme Luigiane, pena grossi guai giudiziari per i due amministratori locali, per il presidente f.f. Spirlì e l’assessore alle attività produttive ed il termalismo.

Intanto è doveroso dire che la Sateca negli anni del fatturato richiesto ha versato puntualmente alle casse dei due Comuni un canone annuale di 44 mila euro, da cui le due amministrazioni dovranno individuare e versare alla Regione la quota dovuta. (fb)

                                                                                 

La nuova farsa delle Terme Luigiane: l’accordo ancora lontano

di FRANCO BARTUCCI – La nuova farsa delle Terme Luigiane. Una brutta pagina è stata scritta ieri dai Sindaci dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, nonché dell’assessore regionale alle attività produttive, Fausto Orsomarso, visto in coincidenza in diretta in una trasmissione televisiva, che non si sono presentati questo pomeriggio all’incontro organizzato dal Presidente facente funzioni Spirlì per risolvere la questione delle  Terme Luigiane, suscitando nei lavoratori rabbia, delusione e vergogna per quanto accaduto. Della loro assenza non è stata data alcuna giustificazione; eppure si trattava di assicurare una continuità lavorativa a 250 lavoratori delle stesse Terme e le cure termali agli oltre ventiduemila curanti che annualmente frequentano questo gioiello calabrese termale. Il presidente Spirlì per dare seguito all’impegno preso con i lavoratori ha pure rinunciato ad un incontro istituzionale romano.

«Un gesto inqualificabile, sia sul piano dell’educazione che su quello istituzionale» – hanno dichiarato i lavoratori perplessi per il comportamento tenuto da questi illustri figure del nostro firmamento politico calabrese.  Un autentico schiaffo in faccia inferto, non solo alla Regione Calabria, ma anche alla persona di Nino Spirlì.  Una vergognosa offesa a noi Lavoratori, oltre che al Sindacato, agli imprenditori ed all’intero territorio.

«Con un tale atteggiamento, i Sindaci hanno calato la maschera, vanificando tutto il percorso da noi proposto e sollecitato – hanno proseguito –  per giungere ad un ragionevole compromesso,al fine di assicurare la salvaguardia dei livelli occupazionali e la continuità del servizio pubblico termale. I Sindaci, infatti, dopo avere rinnegato l’Accordo solennemente firmato in Prefettura nel 2019 e ratificato dai rispettivi Consigli Comunali, hanno, in sequenza, proceduto alla violenta spoliazione del compendio termale, rifiutato la proposta avanzata dalla CISL, respinto al mittente quella avanzata dalla Sateca, completamente ignorato quella della Curia vescovile e, da ultimo, mortificato l’autorevole mediazione del Presidente della Regione».

«Nel contempo, gli stessi Sindaci – prosegue la nota dei lavoratori – hanno letteralmente sabotato le Terme Luigiane: hanno interrotto il flusso dell’acqua delle sorgenti termali, provocando così un danno alla condotta termale che, se protratto ulteriormente, può divenire irreversibile. Con la definitiva perdita del patrimonio idrotermale appartenente alla Regione Calabria che, attualmente, stanno sversando in un torrente attraverso uno scarico abusivo.  Esattamente l’opposto di quanto previsto dalla Legge Regionale, che fa obbligo ai concessionari di salvaguardare e sviluppare adeguatamente il patrimonio idrotermale, nel rispetto del preminente interesse pubblico».

I lavoratori delle Terme Luigiane, preso atto di quanto è accaduto oggi,  considerata l’evidente incapacità di gestire e di valorizzare la risorsa termale e, al contrario, la palese volontà di distruggere una ‘scomoda’ realtà aziendale ed una risorsa ambientale inestimabile, hanno testualmente dichiarato che: «Non possiamo che ribadire la nostra richiesta al Presidente Spirlì di assumere un provvedimento forte ed immediato, che assicuri la sopravvivenza delle Terme Luigiane e delle famiglie dei Lavoratori, con la revoca della concessione ai Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese e l’assunzione diretta della responsabilità da parte della Regione».

Sull’accaduto è pure intervenuto il segretario della Cisl di Cosenza, Gerardo Calabria, presente anch’egli all’incontro, dichiarando che i due Sindaci boicottando il tavolo di lavoro, convocato dal Presidente Spirlì, si sono assunti una responsabilità grave. «Non riteniamo giusta – ha dichiarato il sindacalista –  la scelta fatta dai due Comuni. Correttezza ed etica politica vuole che si partecipi e si discuta nel trovare le giuste soluzioni. Visto che da mesi sbandierano la tutela dell’occupazione dei lavoratori delle Terme Luigiane, con la loro assenza hanno dimostrato il contrario».

Tutti i lavoratori si ritroveranno oggi in riunione telematica in assemblea  per decidere le iniziative da intraprendere. (fba)

Terme Luigiane: Carlo Tansi si schiera con i lavoratori a rischio occupazione

Carlo Tansi, ex capo della Protezione Civile calabrese ed ex candidato governatore alle passate elezioni regionali (si presenta alle prossime con Luigi De Magistris) si schiera con i lavoratori delle Terme Luigiane che rischiano di restare senza lavoro.

«C’è da sempre – ha dichiarato Tansi – un dilemma con cui fare i conti, soprattutto in Calabria, quando ci si determina di stare a fianco dei meno privilegiati, ossia se tale presa di posizione possa pure comportare, in parecchie situazioni, l’inevitabile difesa di quanti li usano o strumentalizzano per trarne profitto facendo pressione sull’opinione pubblica, e quindi sulla politica, affinché i più deboli siano ‘salvati’ con ad esempio conseguenti grossi vantaggi per i proprietari di un’azienda in cui sono occupati che altrimenti chiuderebbero ‘baracca e burattini’. Ecco perché, e voglio precisarlo a chiare lettere, il mio intervento odierno è soltanto indirizzato a sostenere in tutto e per tutto dei lavoratori, da sempre l’anello debole della catena in qualsiasi contesto, che subiscono immancabilmente le scelte della parte datoriale da cui sono stipendiati e soprattutto della politica, non meno opportunista di coloro i quali devono trarre profitto dalle rispettive attività. Semmai il contrario.
Fatta la doverosa premessa, nel caso di specie, mi voglio occupare, spendendomi in loro favore, delle 250 unità finora impiegate a vario titolo nelle Terme Luigiane. Ma non mi limiterò a farlo con un comunicato stampa, quasi di prammatica. Dal momento che, viceversa, è mia ferma intenzione capire bene come stiano le cose anche alla luce di quanto letto sugli organi di informazione da moltissimo tempo.

«È il motivo per cui profonderò, nei limiti della mia funzione attuale s’intende, il massimo impegno personale, battendomi insieme ai dipendenti delle Terme a cui ho peraltro chiesto un incontro a breve. Un confronto a cui parteciperò al fine di avere un quadro ancora più chiaro dell’ormai lunga storia che dal 2016 a oggi, anno di scadenza del contratto di concessione della gestione delle acque alla Sateca SpA da parte dei Comuni di riferimento Guardia Piemontese e Acquappesa, hanno vissuto la grama prospettiva del precariato a oltranza. Io, lo ribadisco, non voglio addentrarmi in questioni di gestione o accordi aziendali, benché vada ricordato come i diretti interessati nella circostanza difendano a ‘spada tratta’ i vertici della stessa Sateca. Ma è un aspetto che, ripeto, a me interessa poco.
«Credo però sia doveroso a… prescindere supportare questa gente che nella difficile fase corrente potrebbe ritrovarsi in mezzo a una strada in preda a un’emergenza assoluta. Senza un euro in tasca, insomma. Mi preme allora sollecitare la Regione, che in base alla legge avrebbe un ruolo da protagonista nella vicenda ma finora ricoperto all’insegna della più totale inerzia, e le due amministrazioni municipali citate in precedenza. Che, qualunque sia lo sbocco finale dell’ormai annosa querelle fra enti pubblici a ogni livello e impresa privata, dovrebbero avere l’imperativo categorico di salvaguardare il tasso occupazionale della loro area di pertinenza. Sempre e comunque. Perché il resto sono vuote chiacchiere fatte da chi coltiva interessi, diversi e particolari, sulla pelle di brave persone, che hanno il solo torto, lo dico per paradosso come ovvio, di voler continuare a guadagnarsi il pane onestamente e con sacrificio».  (rcz)

Terme Luigiane: ultima spiaggia. Oggi incontro dei lavoratori ad Acquappesa

di FRANCO BARTUCCI – Circola la voce negli ambienti territoriali dei due comuni che i primi cittadini starebbero per lanciare un piano “B” risolutorio per la questione delle Terme Luigiane. A queste voci i lavoratori delle Terme in un loro documento hanno chiarito che domani, lunedì, si recheranno in massa al comune di Acquappesa per cercare di avere un contatto ed un confronto con il sindaco Francesco Tripicchio.

Intanto diramano un loro comunicato in cui si dice: «Ormai siamo quasi arrivati ad Aprile e, purtroppo, noi lavoratori delle Terme Luigiane ci prepariamo ad una Pasqua amara all’insegna dell’incertezza per il nostro futuro. Le tante domande che in questi mesi abbiamo posto sul futuro della stazione termale sono rimaste tutte senza risposta e ogni giorno in noi cresce la certezza che stiamo assistendo alla fine dell’ultima importante realtà lavorativa del tirreno cosentino che, nell’indifferenza delle Istituzioni, sta seguendo la fine della Marlane, della Foderauto e della Faini. Sono settimane che chiediamo di essere ricevuti dai sindaci di Guardia Piemontese ed Acquappesa e non riceviamo risposta: le nostre PEC sembrano essere indirizzate all’ignoto e, nonostante i ripetuti “domani vi faccio sapere” del buon vicesindaco di Acquappesa De Caro, questo domani non è mai arrivato. Ai signori sindaci vorremmo fare essenzialmente una domanda: “cosa prevede il piano B?”. Noi lavoratori e le comunità interessate da questa complicata vicenda vorremmo sapere ora cosa succede. Non vogliamo entrare nel merito di questioni che a noi non competono, ma la determinazione con la quale le amministrazioni hanno di fatto impedito alla Sateca di immaginare un futuro, non può che lasciarci senza orizzonti.

«In cosa consiste il piano B? Del famoso bando, nonostante le continue rassicurazioni “a giorni esce” – dicono i lavoratori nel loro documento –  non ne vediamo traccia e in ogni caso non solo non c’è alcuna certezza sulla qualità dei partecipanti (e i nomi che girano non ci rassicurano), ma rispetto al prosieguo del nostro lavoro, è totalmente irrilevante, poiché le strutture in cui veniamo impiegati non sono oggetto del bando. Abbiamo letto la nota della Sateca, inviata alla Cisl, e ci sembra che esprima la volontà di trovare un accordo sul futuro con richieste abbastanza legittime, e voi che intenzione avete? Ci piacerebbe saperlo, ed è per questo che lunedì verremo, anche “senza invito”, al comune di Acquappesa per parlare con il sindaco e sapere cosa prevede il piano B.  Vogliamo continuare a credere che una strada possibile e percorribile per salvaguardare realmente l’esistente, possa convivere con qualsiasi piano di sviluppo immaginato o immaginabile da parte delle amministrazioni».

Fin qui la lettera dei lavoratori, mentre una delegazione del Partito Democratico locale ha avuto la fortuna di avere un incontro e dialogare con il sindaco di Acquappesa senza avere un minimo di disponibilità ad addivenire ad una risoluzione bonaria della questione. Per loro resta la disponibilità a concedere alla Sateca tutta l’acqua necessaria per aprire la nuova stagione termale con termine improrogabile al 30 dicembre 2021 ed un costo di canone da rivedere.

Per la Sateca è opportuno rivedere la percentuale effettiva dell’acqua necessaria all’erogazione dei servizi e cure termali sufficiente a soddisfare le esigenze dei consueti. 22/25mila curanti  abitudinari annuali, che fino al 2019 hanno usufruito delle cure, provenienti da tutta la Calabria e da altre regioni italiane. Che a stabilire tale percentuale fosse un gruppo di specialisti dell’Università della Calabria, senza alcun sospetto di parzialità. Sulla base di questo riconoscimento si potrà stabilire il canone dell’acqua da erogare ai due comuni e di conseguenza alla Regione Calabria

Una volta stabilita la quota necessaria, questa dovrà essere riconosciuta permanentemente negli anni a venire alla Società Sateca, in modo da essere autonoma nella  funzionalità  del proprio stabilimento, assicurando all’organico continuità lavorativa a partire dalla nuova stagione di quest’anno, coronavirus permettendo. Questo porterebbe la Sateca ad un suo atteggiamento di completo disinteresse verso il bando di concorso che i due comuni sono chiamati ad indire per la ricerca del nuovo sub concessionario, eliminando i conflitti presenti e futuri. Tutto questo è stato chiarito in una lettera che la Sateca ha inviato  ai due sindaci senza ricevere alcuna risposta.

Un compromesso che potrebbe far superare l’empasse del momento sarebbe da prendere in considerazione, sulla base  dell’accordo sottoscritto dalle parti l’8 febbraio 2019, presso la Prefettura di Cosenza, la seguente modifica:  «la Sateca può continuare a gestire i servizi termali fino al 30 dicembre 2021 e comunque in caso di impossibilità fino all’effettivo subentro del nuovo sub concessionario nella gestione del servizio»”.

In questo modo i due comuni sarebbero tutelati, sia rispetto alla data da loro richiesta come termine del rapporto, così delle cose impreviste e non considerate al momento, che potrebbero sorgere nel frattempo e ce ne sono già tante. In primo luogo la  “vacatio della governance” regionale, come anche il periodo bianco dell’attuale amministrazione comunale di Guardia Piemontese; un bando non supportato dall’approvazione della regione Calabria, soprattutto in mancanza di quel piano finalizzato alle potenzialità di sviluppo delle Terme Luigiane indicato nelle leggi regionali n.40/2009, n.11/2015 e relative successive deliberazioni 405/2015, 64/2016 e verbale 14 gennaio 2019; come anche lo stesso regolamento di distribuzione delle acque termali approvato solo dalle maggioranze dei due consigli comunali con la disapprovazione delle rappresentanze di minoranza; la mancanza dell’ illustrazione e presentazione del Regolamento e come questo andrà a condizionare il sistema della vita sociale ed economica in quel contesto territoriale, così come ha rilevato al sindaco di Acquappesa la delegazione del Partito Democratico nel corso del loro ultimo incontro; ed infine gli stessi percorsi giudiziari aperti presso la Procura della Repubblica di Paola.

Sono tutti argomenti e posizioni che impediranno o quanto meno rallenteranno di molto la fase concorsuale per la ricerca del nuovo sub concessionario delle Terme Luigiane, nei tempi che i due sindaci rivendicano come possibile al 30 dicembre 2021. Oltre all’iniziativa presa dai lavoratori di presentarsi quest’oggi, lunedì 22 marzo, presso la sede comunale di Acquappesa,  per chiedere al Sindaco spiegazioni in merito al “Piano B”; resta ancora una nuova opportunità prevista per domani, martedì 23 marzo, presso la Regione Calabria, dove, grazie a una richiesta ufficiale fatta dal segretario di categoria del sindacato provinciale Cisl, Gerardo Calabria, le parti interessate  si ritroveranno insieme per decidere sul da farsi. Le soluzioni ci sono e le abbiamo indicate nel servizio. Occorre buon senso e collaborazione reciproca comune guardando e rispettando i tanti curanti delle Terme Luigiane, che hanno anch’essi un legame forte con questo bene, avendo l’ambizione di trovare un ambiente accogliente sano e sereno per un suo percorso di crescita e sviluppo. Che tutti diano un segnale di grande responsabilità e maturità nel dare ascolto ai lavoratori ed ai curanti, a cominciare dal Presidente Spirlì e dall’Assessore Orsomarso.  (fb)

Interrotta trattativa per definizione iter di restituzione volontaria dei beni delle Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – L’incontro fra i sindaci dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, e l’azienda Sateca S.p.a., gestore delle Terme Luigiane, programmato per ieri, giovedì 21 gennaio, al fine di concludere il concordato iter di restituzione volontaria dei beni del compendio termale e procedere alla definizione dell’accordo per il prosieguo dell’attività, da parte della società termale, non è giunto a conclusione.

Un’attività lavorativa che la Sateca, per evitare soluzioni di continuità e perdita di posti di lavoro, si sarebbe fatta carico fino all’effettivo subentro del nuovo soggetto gestore.

«I sindaci, però, mutando la linea di ragionevolezza sin qui tenuta – spiega la Sateca in un comunicato stampa – ed espressa ripetutamente nei precedenti accordi siglati dinanzi al Prefetto di Cosenza, secondo cui la gestione temporanea chiesta a Sateca avrebbe dovuto proseguire fino alla definitiva conclusione della procedura di selezione e subentro del nuovo soggetto gestore, nella fase contrattuale e di confronto di stamani, si sono presentati imponendo per la stesura dell’accordo una data ultimativa fissata inderogabilmente al 30 novembre 2021, indipendentemente dall’effettivo subentro del nuovo concessionario».

«Ad una simile pretesa la Sateca – si puntualizza nel comunicato – non ha potuto aderire, rilevando che, con una tale formulazione, qualora alla scadenza del 30 novembre 2021 non dovesse essersi conclusa l’articolata procedura di individuazione e subentro del nuovo gestore, l’attività termale si interromperebbe automaticamente, con gravissime ripercussioni sulla certezza dei posti di lavoro e con drammatici effetti sulla sopravvivenza stessa dell’azienda e dell’indotto di tutto il territorio».

«Stando così le cose – prosegue la nota della Sateca – siamo costretti a rinunciare a siglare importanti accordi con diversi tour operator, e bloccare la programmazione della stagione 2021. Al contrario, mantenendo la formulazione in precedenza condivisa tra i Comuni e Sateca, nell’ambito degli accordi siglati in Prefettura – ordinariamente utilizzata in qualunque cambio di gestione di servizi in concessione, appunto per evitare soluzioni di continuità e garantire i livelli occupazionali – si sarebbe potuto assicurare il servizio termale, garantendo e rispettando i diritti e gli interessi di tutte le parti in causa, in primo luogo i lavoratori».

La Sateca manterrà, comunque, fede all’impegno di restituzione volontariamente assunto, riconsegnando anche lo stabilimento San Francesco.

«A questo punto – conclude la nota –  l’azienda, prendendo atto della irragionevole ed irremovibile  pretesa dei sindaci dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, i quali dovranno assumersi la responsabilità dei gravissimi pregiudizi che ciò comporta in termini sociali ed economici, non può che auspicare l’immediato intervento del soggetto titolare delle acque termali,  cioè la Regione Calabria, sinora apparsa silente ed indifferente». (rcs) 

Per la questione Terme Luigiane si è registrato un nulla di fatto in Prefettura

di FRANCO BARTUCCI – Dopo oltre un’ora di colloquio, a tratti anche teso, non  si è registrato alcun passo in avanti durante l’incontro che si è svolto stamani nella sede istituzionale della Prefettura di Cosenza, appositamente convocato per risolvere la controversia sorta tra i comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese con la società Sateca che, per ottant’anni, ha gestito le Terme Luigiane.

Deluso Dante Ferrari, consigliere  delegato della Sateca, presente all’incontro, e molto arrabbiati i lavoratori delle Terme Luigiane che, durante l’incontro, hanno presidiato Piazza 11 Settembre con la speranza che avrebbe potuto uscire una fumata bianca per la vicenda che sta loro a cuore: la tutela del posto di lavoro. Così non è stato, e molti si sono espressi in termini duri parlando dell’adozione di possibili azioni di protesta nei prossimi giorni.

Nella Prefettura di Cosenza non si sono presentati né il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, e neanche l’assessore alle attività produttive Fausto Orsomarso, impegnato  a Paola, nel Santuario di San Francesco, a presenziare una cerimonia di consegna di un presepe elaborato dalla Scuola Partonopea, dato in dono dalla Regione Campania alla Regione Calabria.

L’incontro  è  stato presieduto dal viceprefetto Turco, ed ha visto la partecipazione, oltre che del rappresentante della Sateca, Dante Ferrari, dei sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, del direttore di Federterme, Aurelio  Crudeli e del rappresentante del sindacato Cisl,  Gerardo Calabria.

Intanto, dalla direzione dell’azienda Sateca è stato diramato il seguente comunicato: «Da parte nostra abbiamo posto il tema in termini strategici e di prospettiva di medio-lungo termine per lo sviluppo della risorsa termale, confermando la disponibilità, già formalizzata, alla restituzione degli immobili di proprietà comunale non utilizzati entro i primi di marzo 2021. Non siamo contrari alla logica dei bandi, anche perché abbiamo le competenze per poter riaffermare anche in quella sede la qualità del lavoro sinora svolto. Nutriamo, però, forti perplessità sui contenuti del Regolamento approvato dai Comuni alla base del futuro bando. Infatti, esso appare non tenere nella giusta considerazione aspetti strategici dell’attività termale, arrivando addirittura ad ipotizzare un uso distorto e non pienamente conforme alla normativa della risorsa acqua termale».

«L’azienda – conclude la nota – rimane comunque disponibile ad approfondire ogni utile proposta finalizzata a creare i presupposti per la continuità dell’attività, evitando danni gravi ed irreparabili, sia economici che occupazionali, al territorio già duramente provato in questi mesi dalle ricadute della pandemia».  

Una vicenda che registra, da parte della Regione, spazi di irresponsabilità e negligenza causa, in questo momento così delicato, di non garantire almeno una forma di vicinanza e solidarietà ad uomini e donne lavoratrici, al di là degli impegni istituzionali, nel garantire un ruolo di tutela di quei posti di lavoro, contribuendo a trovare la giusta soluzione pacifica  rispettosa dell’accordo raggiunto dalle parti nel mese di febbraio del 2019, che fino a quando non sarà trovato un nuovo sub concessionario, attraverso la gara, le Terme Luigiane dovranno continuare ad essere funzionanti per la vasta clientela legata a questa struttura termale dislocata in Calabria e in altre regioni del nostro Paese.

Giunge, a proposito, anche una dichiarazione del direttore di Federterme, Aurelio Crudeli, che dichiara: «Le Terme Luigiane devono continuare ad operare. Purtroppo, l’incontro di questa mattina si è concluso con un nulla di fatto. Siamo molti preoccupati per la sorte delle Terme Luigiane nel Cosentino, perché è un’azienda tra le più importanti sul territorio calabrese ma anche italiano. Riteniamo che debbano continuare ad operare e che, chi le gestisce adesso o in futuro, dovrà essere messo in condizione di pianificare e programmare l’attività avendo delle certezze di base». (rcs)      

In copertina, il presidio dei lavoratori delle Terme Luigiane in piazza 11 settembre Cosenza