Senese (Uil Calabria): Convocare tavolo tecnico permanente sulla sicurezza sul lavoro

«Chiediamo al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di convocare con urgenza un tavolo tecnico permanente sulla sicurezza sul lavoro». È la richiesta fatta dalla segretaria generale di Uil Calabria, Mariaelena Senese, «al fine di addivenire ad un Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro, coinvolgendo tutti gli attori interessati, al fine di elaborare strategie concrete e tempestive per prevenire ulteriori tragedie».

Una richiesta arriva a seguito della morte di Pietro Falbo, 59 anni, ha perso la vita cadendo da un’impalcatura di 9 metri in un capannone della zona industriale di Lamezia Terme.

«Questo drammatico evento segue di pochi mesi un’altra tragica perdita: il 3 gennaio scorso, Francesco Stella, un operaio di 38 anni, è deceduto in circostanze simili nella stessa area industriale», ha detto Senese, esprimendo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Falbo.

«Queste ripetute tragedie – ha sottolineato – rappresentano un fallimento collettivo della nostra società e sottolineano l’urgenza di intervenire con determinazione per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. La sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune. Serve l’impegno di tutti gli attori interessati, va migliorato e rafforzato il coordinamento tra i vari soggetti della filiera sicurezza: Regione, Asl, Inail, Itl, Inps, Rlst».

«Questi devono saper parlare fra di loro – ha detto – incrociare i dati a disposizione, monitorare le specificità del territorio. Occorre potenziare con urgenza l’organico delle Asp, come da noi più volte chiesto e, coordinare i vari organi ispettivi: Itl, Asp, Inail e Inps, perché ciascuno deve fare il suo compito nel contesto di un unico intervento ispettivo: l’Asl controlla la sicurezza sanitaria, l’ispettore del lavoro i contratti, l’Inps la previdenza e l’Inail le coperture assicurative».

«Bisogna rafforzare, infine – ha aggiunto – l’idea che dietro un mercato del lavoro competitivo e concorrenziale, in grado di garantire crescita e sostenibilità, è necessario un lavoro regolare, delle giuste tutele in termini di formazione, salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori».

«Questi devono saper parlare fra di loro, – ha concluso –incrociare i dati a disposizione, monitorare le specificità del territorio. Occorre potenziare con urgenza l’organico delle Asp, come da noi più volte chiesto e, coordinare i vari organi ispettivi: Itl, Asp, Inail e Inps, perché ciascuno deve fare il suo compito nel contesto di un unico intervento ispettivo: l’Asl controlla la sicurezza sanitaria, l’ispettore del lavoro i contratti, l’Inps la previdenza e l’Inail le coperture assicurative».

«Bisogna rafforzare, infine – ha concluso – l’idea che dietro un mercato del lavoro competitivo e concorrenziale, in grado di garantire crescita e sostenibilità, è necessario un lavoro regolare, delle giuste tutele in termini di formazione, salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori». (rcz)

Si è costituito l’Ente Bilaterale OPNR per la sicurezza sul lavoro

Nella sede di Confapi Cosenza è stata firmata la costituzione dell’Ente Bilatelare OPNR per  la Sicurezza sui Luoghi di Lavoro.

L’evento ha rappresentato un momento fondamentale per rafforzare la collaborazione tra le parti sociali nella promozione della cultura della sicurezza. L’incontro ha avuto come obiettivo quello di consolidare l’impegno condiviso per la protezione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, puntando su una continua collaborazione tra le parti sociali.

Francesco Napoli, presidente di Confapi Calabria, ha evidenziato come «la bilateralità rappresenta una pietra miliare per il welfare, sottolineando l’importanza del ruolo degli enti bilaterali nella costruzione di un sistema di welfare inclusivo e orientato alla tutela dei lavoratori».

Sono intervenuti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, Gianfranco Trotta, Giuseppe Lavia e Maria Elena Senese, esprimendo grande soddisfazione per il percorso avviato da Confapi, riconoscendo il valore dell’iniziativa e l’importanza di una collaborazione sinergica tra le parti sociali per garantire la sicurezza e il benessere nei luoghi di lavoro.

Pasquale Mazzuca, direttore di Confapi Calabria, che ha coordinato i lavori, ha guidato il dibattito sul ruolo fondamentale degli enti bilaterali nella sicurezza e nel benessere dei lavoratori.

Ance dispone investimenti per oltre 1 mln per i corsi di edilizia

Ridurre i rischi da infortuni nei cantieri. È questo l’obiettivo di Ance Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia che ha stanziato oltre 1 milione di euro per l’implementazione dei corsi di formazione per il 2025.

Si tratta di una misura che sarà strutturata nel tempo anche per gli anni a venire, decisa nel corso dell’incontro per analizzare gli indicatori di riferimento che hanno caratterizzato l’andamento produttivo del comparto delle costruzioni del 2024. Hanno partecipato i Presidenti: Luigi Alfieri, Giuseppe Sammarco, Domenico Letizia, il Direttore di Unindustria Calabria Dario Lamanna, il Direttore Ance Calabria Luigi Leone, il Responsabile delle Relazioni Industriali Stefano Corea, e le Organizzazioni Sindacali dell’Edilizia Feneal Uil Vittorio Vattini – Filca Cisl Ernesto Lombardo e Luigi Lombardo – Fillea Cgil Emanuele Scalzo, Antonio Scigliano e Abdel Ilah El Afia.

Le imprese, pertanto, potranno usufruire di contributo pari a € 25,00/ora per ogni ora di formazione necessaria al conseguimento dell’attestato formativo a condizione che la formazione si svolga, esclusivamente, presso l’Ente Edile di Formazione delle province di Catanzaro Crotone e Vibo Valentia.

Tale iniziativa si aggiunge, peraltro, a quella già attuata nel 2023 finalizzata al rimborso totale del costo delle visite mediche obbligatorie previste dal CCNL a carico delle imprese, in un percorso virtuoso di valorizzazione degli Enti Bilaterali che, sempre di più sono chiamati a rispondere con efficacia alle esigenze delle imprese e dei lavoratori.

Tutti i risultati ottenuti dal recente incontro, infatti, sono coerenti con le linee guida programmatiche contenute nel contratto integrativo interprovinciale di secondo livello sottoscritto il 24 09 2021, a conferma che il percorso già da tempo intrapreso dalle Parti sociali riesce a mettere in campo  strumenti concreti per la tutela e la crescita del settore delle costruzioni nelle province di Catanzaro- Crotone e Vibo Valentia.

In linea con gli anni precedenti, tutti gli indicatori di riferimento hanno registrato il buon andamento del settore delle costruzioni, pertanto le parti sociali hanno confermato l’incremento premiante della retribuzione degli operai anche per l’anno in corso, garantendo livelli retributivi più alti.

È stato anche condiviso – per una più forte integrazione socio culturale dei lavoratori stranieri – di far fruire ai lavoratori di religione musulmana, in organico nelle imprese edili delle tre province, 16 ore (8+8) aggiuntive di permesso retribuito, rispetto a quanto contrattualmente previsto, in occasione della festività musulmana del fine Ramadan e della Pasqua. (rcz)

Uil Calabria: È urgente un piano straordinario per sicurezza sul lavoro

«Il piano straordinario per la sicurezza sul lavoro deve essere una priorità assoluta per la Regione Calabria». È quanto ha ribadito Mariaelena Senese, segretaria generale di Uil Calabria, sottolineando come «solo attraverso il potenziamento degli organi ispettivi, la condivisione dei dati e una formazione capillare sarà possibile ridurre il rischio di incidenti e garantire un futuro dignitoso ai lavoratori».

«La Uil Calabria è pronta a collaborare per l’attuazione di misure efficaci che restituiscano centralità alla sicurezza sul lavoro, tutelando vite umane e migliorando la qualità delle condizioni lavorative sul territorio», ha continuato la segretaria.

La Uil, infatti, ha sottolineato, con fermezza, l’urgenza di interventi strutturali per garantire standard adeguati di sicurezza sui luoghi di lavoro. Le continue inadempienze, la carenza di risorse e l’assenza di una cultura radicata della prevenzione rappresentano criticità non più tollerabili. È indispensabile passare dalle dichiarazioni di principio all’attuazione di misure concrete ed efficaci.

La Uil Calabria, quindi, «torna a chiedere l’apertura immediata di un tavolo tecnico di confronto regionale, che coinvolga attivamente le parti sociali, gli enti di vigilanza, la bilateralità del settore edile, con l’obiettivo di definire e attuare un Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro».

«Per la Uil Calabria – si legge nella nota – sono tre gli assi di intervento fondamentali per affrontare in maniera sistematica le criticità: Rafforzamento degli organi ispettivi; condivisione e monitoraggio dei dati e formazione e prevenzione».

«La Regione Calabria deve riconoscere l’urgenza di potenziare gli organici delle Aziende sanitarie provinciali – ha sottolineato il sindacato – con particolare attenzione ai servizi di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Per ottenere questo risultato è necessario: incrementare il numero di ispettori tecnici dedicati ai settori ad alto rischio, come edilizia, agricoltura e industria manifatturiera; garantire una maggiore frequenza e capillarità dei controlli, con interventi mirati su cantieri e altre aree ad alta esposizione al rischio e fornire agli ispettori adeguati strumenti tecnologici per il monitoraggio in tempo reale delle attività produttive».

«La creazione di strumenti di condivisione dei dati tra Enti, poi – viene sottolineato – è essenziale per migliorare l’efficacia degli interventi ispettivi e prevenire incidenti. Per questo la Uil Calabria ritiene non più procrastinabile l’istituzione di una banca dati regionale delle notifiche preliminari, condivisa tra Cassa edile, Ispettorato del lavoro e Asp, per monitorare in tempo reale l’andamento dei cantieri e il rispetto delle normative».

«Così come di importanza determinante – continua la nota – è la digitalizzazione dei processi di raccolta e analisi dei dati, per identificare rapidamente le aree più critiche e pianificare interventi mirati e la realizzazione di un sistema integrato di monitoraggio regionale, che consenta il tracciamento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e il rispetto degli obblighi di legge».

«La sicurezza sul lavoro, ancora – prosegue la nota – deve essere garantita attraverso percorsi di formazione continua e sistematica. Anche in questo ambito appare importante l’istituzione di una piattaforma regionale sulla formazione, per  consentire agli ispettori di portare a compimento con maggiore celerità le verifiche presso le aziende».

«Ogni lavoratore ha diritto di tornare a casa sano e salvo. Ogni morte evitabile – ha concluso Mariaelena Senese–  rappresenta una responsabilità collettiva, che richiede un intervento deciso e immediato». (rcz)

Celebre (Fillea): È nostra responsabilità promuovere cultura della sicurezza

«È nostra responsabilità collettiva promuovere una cultura della sicurezza, in cui la prevenzione diventa una priorità». È quanto ha detto Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, in occasione della 74esima Giornata Nazionale in ricordo delle vittime e invalidi sul lavoro, sottolineando come «ogni infortunio, ogni incidente, è una sconfitta per tutti e non possiamo più tollerare infortuni mortali nei luoghi di lavoro».

«Perciò – ha sottolineato  Celebre – invitiamo tutti i lavoratori, i datori di lavoro e le istituzioni a collaborare attivamente per ridurre i rischi e adottare pratiche sicure. Investire nella formazione, nell’adeguamento delle attrezzature e nel monitoraggio delle condizioni di lavoro è fondamentale».

«Solo attraverso l’impegno condiviso possiamo dire basta – ha concluso il segretario generale della Fillea Cgil Calabria – a queste stragi e costruire un futuro in cui la sicurezza sia un diritto di tutti. La vita e la salute dei lavoratori non possono essere compromesse. Facciamo in modo che ogni giornata di lavoro sia una giornata sicura».

L’OPINIONE / Maria Elena Senese: Servono proposte e atti concreti per sicurezza sui luoghi di lavoro

di MARIA ELENA SENESEProposte e non parole, atti concreti e non approcci filosofici, è questo quello che serve in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. 

Per questo il nostro Segretario generale Pierpaolo Bombardieri ha chiesto al Governo: lo stop al lavoro povero; una procura speciale per gli infortuni sul lavoro; l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro; più formazione per le imprese; lo stop agli appalti pubblici per le aziende che subiscono infortuni; l’assunzione di più ispettori; più potere agli Rls per attività ispettiva. 

E ancora lo stop ai subappalti a cascata; la patente a punti per le imprese e la denuncia immediata di ogni incidente attraverso gli sportelli di patronato Ital Uil. Occorrono urgentemente ispettori dedicati ai settori maggiormente colpiti da infortuni mortali.

Non possiamo pretendere che un ispettore possa controllare con pari competenza un’azienda agricola, un’industria chimica, un cantiere edile o una centrale elettrica.

Occorre potenziare con urgenza l’organico delle Asp e coordinare i vari organi ispettivi: Itl, Asp, Inail e Inps, perché ciascuno deve fare il suo compito nel contesto di un unico intervento ispettivo, in cui l’Asl controlla la sicurezza sanitaria, l’ispettore del lavoro i contratti, l’Inps la previdenza e l’Inail le coperture assicurative.

Siamo convinti, poi, che per provare a ridurre il rischio correlato ai subappalti a cascata sia necessario tenere nella debita considerazione la figura del Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione. In capo a questa figura, prevista dall’articolo 90 del Decreto legislativo numero 81 del 2008, spetta il coordinamento delle attività delle diverse imprese impegnate nell’esecuzione dei lavori al fine di ridurre i rischi per la sicurezza dei lavoratori. 

Avere questa figura operativa sui cantieri è un obbligo per il datore di lavoro, potrebbe diminuire il rischio di incidenti ed aumentare i controlli su tutta la filiera. Il Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione governa l’area del cantiere, la sua organizzazione e le sue interferenze.

Siamo persuasi, anche, che la sicurezza non è soltanto la sommatoria di norme, è anche il modo con cui vengono applicate e sanzionate, perché come tutte le norme anche queste si prestano a essere eluse, aggirate, ma questo dipende dall’etica dell’impresa. Parliamo tanto di etica del lavoro ma troppo poco di etica di impresa.

I lavoratori pagano con la loro vita il veleno dei subappalti perché è lì che si annida il lavoro nero, perché il subappaltatore deve risparmiare il più possibile per conseguire la commessa e poi ricavare il proprio profitto, ma questo lo può fare risparmiando essenzialmente su due cose: sul costo della sicurezza e sulla qualità dei materiali.

Profitto mortale che miete vittime che ancora aspettano giustizia. Non c’è stato neanche il rinvio a giudizio per la strage di Brandizzo, dove sono morti 5 operai edili, e si sta ancora cercando di fare chiarezza su quanto accaduto nel cantiere di Esselunga a Firenze (altri 5 morti) e nella centrale Enel di Bologna (7 morti) che arriva la notizia dell’ennesimo gravissimo infortunio sul lavoro.

Altri 5 operai edili sono morti e 4 sono rimasti intossicati a Casteldaccia mentre eseguivano lavori sulla rete fognaria, vittime delle esalazioni di gas tossici. Siamo davanti all’ennesima strage multipla di operai!

Basta con la retorica del dolore è il momento della responsabilità. Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile,  soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la non applicazione di norme in materia di sicurezza.

Incidenti mortali plurimi, infine, che confermano il fatto che la colpa ricade nella gestione ed organizzazione del lavoro. (mes)

[Miaria Elena Senese è segretaria generale di Uil Calabria]

La Cgil Calabria in Piazza a Roma per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro

Ci sarà anche la Cgil Calabria alla manifestazione di domani a Roma promossa da Cgil e Uil sui temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, per la difesa e il rafforzamento della sanità pubblica, per una riforma fiscale e la tutela dei salari.

In tanti partiranno da tutta la regione per il corteo che si concluderà a piazzale Ostiense seguendo La Via Maestra, il percorso avviato dallo scorso anno che punta a dire con chiarezza il nostro “No” alle politiche distruttive di questo governo.

«Il nostro contributo – si legge in una nota – arriverà anche dal palco con l’intervento di una Tirocinante di Inclusione Sociale (Tis) del Comune di Villa San Giovanni che rappresenterà una delle nostre vertenze più importanti e che riguarda in Calabria 4 mila lavoratori senza tutele come contributi, tredicesima o Tfr, e che ricoprono incarichi nelle pubbliche amministrazioni calabresi senza certezza del futuro. Se non ci fossero si andrebbe incontro ad una paralisi del sistema, eppure vengono trattati come l’ultima ruota del carro, spesso lasciati anche senza i dovuti dispositivi di protezione e sicurezza».

«Protestiamo per il diritto alla Salute e alla Sicurezza sui luoghi di lavoro – continua la nota – perché il conteggio delle vittime si fermi e non si creino, ad esempio come con il subappalto a cascata, condizioni che deresponsabilizzano i datori di lavoro, scaricando tutti i rischi sui lavoratori. Chiediamo una Sanità Pubblica e Universale contro politiche che hanno spogliato lo Stato Sociale e che tramite l’Autonomia Differenziata renderanno il diritto alla cura un privilegio e il ricorso alla sanità privata una scelta dovuta. Il tutto mentre in Calabria la percentuale di persone che rinunciano a curarsi è altissima, la rete ospedaliera monca, le liste di attesa superano spesso l’anno, l’area diagnostica è carente nelle attrezzature».

«Saremo in piazza – si legge ancora – anche per una giusta Riforma Fiscale che attinga lì dove le risorse ci sono per finanziare sanità, istruzione, non autosufficienza, diritti sociali e investimenti pubblici. Per una riforma che valorizzi chi produce ricchezza. Al contrario, la riforma dell’esecutivo continua a tassare lavoro e pensioni più dei profitti, del lavoro autonomo benestante; non tassa gli extraprofitti e premia l’evasione, che sottrae 90 miliardi di euro ogni anno alle politiche sociali e di sviluppo del Paese».

«Chiediamo la Tutela dei Salari tramite la contrattazione collettiva settoriale – conclude la nota del sindacato – il rinnovo dei contratti alle scadenze naturali, l’abolizione della precarietà, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione, la promozione di azioni per una reale parità e per il superamento del gap salariale tra donne e uomini».

ADESSO BASTA LAVORO INSICURO E POVERO
INVESTIRE SU SICUREZZA E PREVENZIONE

di ANGELO SPOSATO – Lavoro impoverito e insicuro, fisco solo sulle spalle di lavoratori e pensionati, sanità al collasso. Adesso basta! Oggi torneremo in piazza XI settembre a Cosenza, alle 10, aderendo allo sciopero nazionale di 4 ore proclamato per tutti i lavoratori del settore privato.

La mobilitazione di Cgil e Uil continua perché continuiamo a sostenere che: “Adesso Basta!”, questo Paese ha bisogno di risposte concrete su grandi questioni che impattano in maniera rilevante sul mondo del lavoro e quindi sul nostro sistema Paese.

Primo tra tutti il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ogni giorno assistiamo inermi alla strage silenziosa che si consuma sui luoghi di lavoro, più di mille morti l’anno e oltre cinquecentomila infortuni, una guerra civile davanti alla quale la politica fa finta di non vedere.
È ora, invece, di azioni incisive e non più rimandabili. Il Paese ha bisogno di importanti investimenti in sicurezza e prevenzione, di cui tanto si parla, ma le cui pratiche poco si attuano concretamente. È necessario cancellare da subito leggi che nel corso degli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato, contribuendo così a realizzare un ambiente lavorativo insicuro.
Servono misure forti contro i sub-appalti “criminali”, consumati sulla pelle dei lavoratori, che rappresentano vecchie, ma sempre attuali, forme di sfruttamento della manodopera in settori come edilizia, agricoltura e turismo, in cui ancora oggi il valore della vita è subordinato al bisogno di lavorare per sopravvivere.
Bisogna potenziare i controlli con un piano straordinario di assunzioni nell’Ispettorato del Lavoro e nelle Aziende Sanitarie Locali ad oggi paurosamente a corto di organici. Le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza vanno fermate, per questo motivo bisogna introdurre una vera patente a punti e condizionare l’erogazione di finanziamenti o incentivi pubblici alle sole aziende che rispettano le norme sulla sicurezza.
Il Paese ha bisogno di riportare l’attenzione sui temi del lavoro, rinnovando e incentivando la contrattazione nazionale promuovendo anche una legge sulla rappresentanza che limiti i contratti “pirata”. Per finanziare la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e garantire a tutto il Paese diritti sociali e civili, occorre prendere le risorse dove sono.
L’evasione fiscale complessiva continua ad essere ogni anno sopra i 90 miliardi, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare le imposte, lavoratori dipendenti e pensionati, garantiscono oltre il 90% dell’intero gettito IRPEF.
La delega fiscale che dovrebbe cambiare la prospettiva, riducendo le tasse su salari e pensioni, attraverso la lotta all’evasione fiscale, in realtà peggiora la situazione introducendo nuove sanatorie, condoni e concordati, cancellando la progressività dell’imposizione fiscale e tutelando le rendite finanziarie.
Servono misure coraggiose, come la tassazione degli extra profitti delle multinazionali e delle banche per il rilancio dell’economia e per contribuire a ridurre le diseguaglianze che in questo paese diventano sempre più insostenibili.
Per questo motivo saremo in piazza auspicando una partecipazione ampia e trasversale, per continuare a far sentire la nostra voce, la voce di lavoratori e pensionati, la voce di un Paese che soffre e che pretende risposte. (as)
[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

L’OPINIONE / Maria Elena Senese: Sicurezza sui luoghi di lavoro è una materia delicata e complessa

di MARIA ELENA SENESE – La sicurezza sui luoghi di lavoro è una materia delicata e complessa. Per realizzare l’auspicato azzeramento delle morti bianche è necessaria la massima sinergia fra le istituzioni interessate. C’è bisogno che il Governo faccia la sua parte, accettando le proposto che il Sindacato ha avanzato in maniera unitaria.

Così come c’è bisogno che la Regione riconosca la necessità di un non più rinviabile potenziamento della pianta organica degli ispettori in forza alle Aziende sanitarie provinciali. Le Asp, infatti, svolgono un ruolo importante nel garantire il rispetto di queste normative, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori.

In collaborazione con l’Ispettorato del lavoro anche le Asp, in particolare con i servizi di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, possono condurre controlli, ispezioni e indagini sui luoghi di lavoro al fine di verificare il rispetto delle normative vigenti.

Procedere al potenziamento di queste strutture periferiche, come è facilmente intuibile, vorrebbe dire allargare la platea ci colo i quali possono verificare il corretto andamento di un cantiere, aumentare il numero delle ispezioni e limitare gli incidenti.

In questa materia, noi abbiamo le idee chiare e le nostre proposte le abbiamo già messe nero su bianco e girate a chi ci governa. Oggi vogliamo ribadirle.

È necessario, poi, rafforzare gli organi ispettivi ma occorre un ispettore dedicato al settore edile; così come è fondamentale la condivisione di una banca dati delle notifiche preliminari tra Cassa edile, Ispettorato e Asp e proprio sugli ispettori delle Asp chiediamo alla Regione di potenziare gli organici attuali.

Riteniamo indispensabile procedere alla tracciabilità della formazione su piattaforma telematica per facilitare i compiti degli ispettori e porre un freno ai certificati falsi.

E’ necessario, infine, anche agire sulla prevenzione, e lo si può fare sensibilizzando Ance a facilitare le visite tecniche in cantiere, predisposte dai nostri Enti edili. Queste ultime consentirebbero all’imprenditore edile di avere a disposizione, gratuitamente, un tecnico che potrà coadiuvarlo nell’individuare eventuali situazioni di rischio e predisporre le relative misure di prevenzione e protezione utili a tutelare la sicurezza fisica dei propri dipendenti e a evitare eventuali sanzioni a suo carico nonché probabili infortuni. (mes)

[Maria Elena Senese è segretaria generale di Fenealuil Calabria]

Fenealuil e Fillea Cgil Calabria presentano lo sciopero per riaccendere i riflettori sulle morti sui luoghi di lavoro

Due ore di sciopero a fine turno per riaccendere i riflettori sull’importanza della sicurezza sul lavoro. È la proposta avanzata dai segretari generali di FenealUil Calabria, Maria Elena Senese e della Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella Sala Conferenze della Uil Calabria a Lamezia, per fermare la «strage senza fine delle morti sui luoghi di lavoro».

Presenti anche i Segretari generali della Fiom Cgil calabrese, Umberto Calabrone e della Uilm Calabria, Antonio Laurendi.

«La sicurezza sul lavoro – ha ricordato Senese – è una responsabilità comune e oggi più che mai bisogna iniziare a dare alle cose il nome giusto: bisogna parlare di strage e non di tragedia e di omicidi e non di decessi».

«È fondamentale fare sinergia fra le istituzioni interessate – ha ribadito –. Noi abbiamo le idee chiare e le nostre proposte le abbiamo già messe nero su bianco e girate a chi ci governa. Partiamo dall’introduzione della patente a punti per le imprese previsto dal Decreto Legislativo 81/2008. E’ necessario, poi, rafforzare gli organi ispettivi ma occorre un ispettore dedicato al settore edile; così come è fondamentale la condivisione di una banca dati delle notifiche preliminari tra Cassa edile, Ispettorato e Asl e proprio sugli ispettori delle Asl chiediamo alla Regione di potenziare gli organici attuali». 

«Riteniamo indispensabile – ha concluso Maria Elena Senese – l’inasprimento delle pene, la previsione del reato di omicidio sul lavoro e l’istituzione di una Procura nazionale dedicata. Ma anche procedere alla tracciabilità della formazione. È necessario anche agire sulla prevenzione, facendo progetti per visite specializzate in cantiere per sensibilizzare i tecnici preposti e contrastare il fenomeno del dumping contrattuale in edilizia». 

Per il Segretario generale della Fillea Cgil, Simone Celebre, «manca la volontà politica di intervenire con urgenza e determinazione aprendo un confronto serio con le organizzazioni sindacali. Ormai è provato che più lunga è la catena degli appalti più si risparmia sulla sicurezza e sul salario dei lavoratori: solo chi non è stato mai in un cantiere può affermare il contrario».

«L’ultimo subappaltatore dell’appaltatore principale, che ha contrattualizzato l’opera già con un forte ribasso per produrre un minimo di profitto – ha aggiunto – non potrà che tagliare sulla sicurezza, sui controlli e sul salario dei lavoratori, fino al vero e proprio sfruttamento».

«Abbiamo una carenza di organi ispettivi – ha chiarito Celebre – da primato negativo in Europa. Carenza che determina un sistema di controlli insufficiente e del tutto inefficace. Basti pensare che gli ispettori controllano in media un’azienda una volta ogni 14 anni. E in questo scenario si è calata la riforma del codice dei contratti voluta da Salvini, che ha introdotto la “ follia” del cosiddetto subappalto a cascata».

Durante la conferenza stampa sono intervenuti anche i Segretari generali di Uilm e Fiom Calabria, che partecipano allo sciopero di due ore nei cantieri edili, in quei cantieri in cui, per l’effetto distorto del dumping contrattuale, sono sempre di più gli operai a cui viene applicato il contratto metalmeccanico piuttosto che quello edile.

«Oggi – ha detto Antonio Laurendi – è una giornata triste. Dovremmo parlare di rinnovi contrattuali, di miglioramento delle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori e, invece, ci troviamo costretti a parlare di morti sui luoghi di lavoro. La media di tre morti al giorno in Italia è il sintomo di qualcosa che non funziona e che ci obbliga a mettere in campo ogni strumento utile ad invertire la rotta».

«Oggi è fondamentale – ha ribadito – mettere in campo e far funzionare tutti quegli strumenti normativi che già esistono e potrebbero rendere più sicuro il mondo del lavoro».

«Oggi scioperano i metalmeccanici e gli edili – ha concluso Umberto Calabrone, segretario generale della Fiom Cgil Calabria – ma la sicurezza riguarda tutto il mondo del lavoro sempre più precario e senza diritti. Servono azioni forti che vedano il rafforzamento del sistema di controlli, il governo investa nella sicurezza, non servono “condoni” sulla sicurezza, basta con i subappalti a cascata. La sicurezza non è un costo ma un investimento per garantire il futuro ai lavoratori». (rcz)