TAVERNA (CZ) – Il Museo Civico: I resti della Chiesa di San Marco Evangelista a rischio crollo

I resti dell’antica chiesa di San Marco Evangelista sono a rischio crollo. È l’allarme lanciato dal Museo Civico di Taverna, che sollecita interventi immediati per salvaguardare la Chiesa fondata nel 1102 dal veneziano Marco Vainero e testimonianza dei rapporti culturali esistenti all’epoca tra la Presila Catanzarese e la città di Venezia.

«Le ultime piogge – ha dichiarato il direttore del museo tavernese, Giuseppe Valentino all’Ansa – hanno causato il disfacimento di fondamentali parti murarie della costruzione e delle rocce di basamento, a picco sul fiume. In mancanza di interventi di ‘somma urgenza’, attuabili nel sito di notevole interesse culturale e naturalistico, risulta ormai imminente il rischio di un crollo definitivo di quest’ultima testimonianza storica dell’antica via della seta tra la Calabria e la Repubblica di Venezia; citata da Padre Fiore nel secolo XVII come edificio sacro che accolse per primo la miracolosa icona della ‘Madonna delle Grazie’, oggi conservata nella chiesa di San Martino in Taverna». (rcz)

TAVERNA (CZ) – Al Fata Museum la mostra “La Quinta Essenza – L’Intangibile”

Domani mattina, a Taverna, alle 11, al Fata Museum, s’inaugura la mostra personale La Quinta Essenza – L’Intangibile di Rosa Spina.

L’evento, patrocinato dal Comune di Taverna, si realizza in collaborazione con la Minotauro Fine Gallery di Palazzolo sull’Oglio, Brescia, e il F.A.T.A. Museum Sila Science Park, e prevede gli interventi di Sebastiano Tarantino, sindaco di Taverna, Luca Mazzetti project manager Sila Science Park, Giovanna Vecchio, artista e critico d’Arte, Mario Iannelli, presidente Associazione Jone, Antonio Falbo, critico e storico dell’Arte, alla cui curatela è affidata la mostra.

Un titolo impegnativo, su cui ci sarà sicuramente da riflettere per le implicazioni che assume, coniato e non a caso, considerati i tempi, da Antonio Falbo, critico e storico dell’Arte, direttore della Minotauro Fine Art Gallery di Palazzolo sull’Oglio, Brescia, il quale, citando Leonardo da Vinci, così si è espresso: «La pittura è poesia che si vede in luogo d’esser sentita e la poesia è pittura che si sente in luogo d’esser veduta».

Concetto, questo, che fornisce l’incipit per definire in modo compiuto la personalità dell’artista, Rosa Spina, e l’unicità del suo stile nel comunicare con l’Arte la sua immensa poetica. Le sue straordinarie installazioni e le sue opere testimoniano di una genialità della quale, però, si può avere “compiuta intelligenza” solo attraverso l’osservazione diretta e la conoscenza della sua storia personale e di contesto. 

Un’eccellenza artistica, nel panorama internazionale delle Arti visive, che si esplica in tutta la sua pienezza e si svela in creazioni originali, alcune di diverse datazioni, altre più recenti, appositamente realizzate per questo evento che, afferma Falbo, rappresenta l’occasione per puntare i riflettori sull’antica, millenaria, questione  dell’interdipendenza tra i quattro elementi (Fuoco Aria Terra Acqua) e la Quinta Essenza “che coesistono in noi e muovono le dinamiche di creazione-preservazione-distruzione della vita”.

E Rosa Spina, continua Falbo, «veicola le virtù della saggezza realizzando, con i suoi fili intrecciati, percorsi intangibili, senza forme permanenti” e lasciando le sue reti  fluttuare nell’aria in piena libertà». 

Artista autentica, nonostante la notevole maturità, seguita a sperimentare, ricercare, e sorprendere con le sue novità, pur mantenendo intatto il suo linguaggio espressivo. (rcz)

TAVERNA (CZ) – Successo per la Notte della Biodiversità

Nei giorni scorsi, il Centro Visita di località Monaco di Villaggio Mancuso (Taverna), nella Riserva Naturale statale “Poverella – Villaggio Mancuso”, si è svolta la Notte della Biodiversità, organizzata dal Comando del Reparto Carabinieri Biodiversità di Catanzaro con l’obiettivo di favorire l’osservazione e lo studio della fauna notturna sia di favorire la conoscenza e divulgazione delle Riserve naturali statali e delle attività che in esse si svolgono.

L’evento rientra nella “Mission” dei Due progetti Finanziati, nonché sulla costante e crescente attività “Istituzionale” del Raggruppamento, incentrata su tematiche fondamentali come: Mettere al centro le competenze sui temi ambientali; Recuperare il rapporto con l’ambiente inteso come valore di spazio di vita e con le risorse e le diversità, naturali e socio-culturali; Comprendere la complessità e interdipendenze delle sfide globali e promuovere una società più sostenibile; Stimolare scelte consapevoli: alimentazione, turismo, uso dell’energia e acqua, che tengano conto delle ripercussioni; Riscoprire il senso del limite e affrontare i limiti e i vincoli come “risorse” creative e innovative; Imparare a valutare criticamente le informazioni e i comportamenti e dunque apprezzare le esperienze virtuose; Aumentare la capacità di lettura del paesaggio, maggiore consapevolezza di ciò che si vede; Riconoscere il paesaggio e l’unicità di ognuno di esso come insieme di elementi in relazione tra di loro; Migliorare l’offerta formativa della scuola inserendo i temi dell’educazione ambientale e della sostenibilità.

Su tutti questi temi, si è concentrata la Due giorni della “Notte Bianca della Biodiversità”, grande è stato l’apprezzamento dei visitatori ai quali sono state offerte diverse occasioni sia di svago ed intrattenimento che di arricchimento culturale e sociale.

Lo staff di educatori ambientali del Centro Visita dei Carabinieri, grazie anche al contributo dell’Ente Parco Nazionale della Sila, ha offerto ai numerosi visitatori, in un clima di interesse e partecipazione oltre le aspettative, una serie di eventi per far conoscere come nelle aree protette sia possibile abbinare momenti di svago con approfondimenti culturali sul tema del rispetto dell’ambiente.

L’iniziativa, e il suo evidente successo, sono il risultato dello spirito con il quale si è voluto rendere il patrimonio culturale godibile ai numerosi visitatori, partecipando al clima di festa collettiva che nella Notte Bianca potrà trovare da ora in avanti un punto di riferimento positivo.

Naturalmente, l’Attività che mette in campo il Raggruppamento composto da Provincia CZ, Reparto Carabinieri Biodiversità di Catanzaro e Wwf, nell’ambito dei Progetti Finanziati dalla Regione Calabria denominati: La Presila Scrigno della Biodiversità e Tra Terra e Mare Biodiversità e Paesaggio non si ferma qui, per cui diamo appuntamento ai prossimi eventi. (rcz)

 

Taverna (CZ) – La seconda edizione dell’Hyle Book Festival

Prende il via domani, a Taverna, al Teatro Verde del Centro Visite “A. Garcea” in Località Monaco di Villaggio Mancuso, la seconda edizione dell’Hyle Book Festival, il  festival letterario promosso dall’Amministrazione Comunale di Taverna con il sostegno economico e il patrocinio dell’Ente Parco Nazionale della Sila.

La rassegna, curata da Elena Dardano, nasce con il fine di valorizzare attraverso la letteratura e la multidisciplinarietà, il  territorio del Parco Nazionale della Sila e il patrimonio socio-antropologico della Calabria, promuovendo al contempo il rispetto della natura  e dell’ambiente, sensibilizzazione necessaria in un momento in cui le contraddizioni dell’odierno modello di sviluppo appaiono in tutta la loro forza. 

La parola Hyle, dal greco hyle/ ὕλη, è il nome etimologico del toponimo Sila con il significato di «foresta», «selva», «bosco», ma  anche «materia», «essenza», «sostanza», e il sostantivo ricorre in filosofia da Plotino ad Aristotele. Hyle allude dunque alla doppia accezione  del festival: una rassegna immersa nella natura che, attraverso incontri letterari, reading e performance vuole essere momento di discussione,  riflessione e dibattito.

Tema della seconda edizione sarà palingenesi, dal greco palin/πάλιν «di nuovo» e genesis/γένεσις «generazione», per un’edizione  – come afferma la curatrice – «che vuole riflettere sul momento storico in atto come momento di ripartenza, dove la scienza viene in aiuto per  far fronte all’emergenza sanitaria che da più di un anno attanaglia il mondo intero. Una rinascita, quindi, che si auspica sia sociale, scientifica  e umana e una rigenerazione vista anche nella sua seconda accezione di ristorazione del corpo e dell’animo. Palingenesi, dunque. Il festival  riparte dalla cultura, dall’arte e dal senso di comunità dei piccoli borghi e della Sila calabrese».

IL PROGRAMMA 

Venerdì 6 agosto 

Gli eventi della rassegna si aprono venerdì 6 agosto alle ore 17.30 con lo spettacolo poetico di Franco Arminio, autore e poeta tra  i più amati in Italia, definitosi «paesologo» e la cui attività si spende da anni a favore delle aree interne italiane e contro lo spopolamento. «I  paesi per prima cosa bisogna guardarli, andare a trovarli con un moto di passione. Attraversarli e guardarli».

«I paesi si salvano con gli occhi»,  afferma Arminio in una delle sue poesie più toccanti. A partire dal suo ultimo libro, Lettera a chi non c’era (Bompiani), lo spettacolo unirà  poesie edite e inedite, riflessioni e approfondimenti dello stesso poeta. Una performance letteraria tra rovine, canti e palingenesi, per riflettere  sul valore della rinascita dopo il crollo, della parola dopo il vuoto, della poesia dopo il silenzio. 

Sabato 7 agosto 

Il pomeriggio di sabato 7 agosto si aprirà alle ore 17 con la presentazione del libro Il tempo dell’attesa (Albatros) libro d’esordio  di Giuseppe Meta, in dialogo con Clemente Angotti (Ansa). Quando l’amore è più forte delle avversità, partire non fa paura, e sognare è una  cosa semplice. Il racconto di un’attesa, di una speranza, di una gioia, tra le bellezze della terra calabra di fine ottocento e le avventure di un  viaggio oltreoceano. 

Conclude il pomeriggio del sabato la presentazione alle ore 18 del libro Turbare una stella (Rubbettino) di Francesco  Bevilacqua, in dialogo con lo scrittore Massimiliano Capalbo. Tra spirito e materia, un racconto-viaggio per svelare i legami nascosti e  indissolubili tra il mondo e l’uomo, all’insegna della natura, del cammino, della palingenesi. 

Domenica 8 agosto 

Il pomeriggio di domenica 8 agosto si aprirà alle ore 16 con la presentazione del documentario Le montagne della Sila, a cura  di Ross Earney, Angelo Pascuzzi e Simone Puleo, con Eugenio Attanasio (Cineteca della Calabria) e Carmelo Sanzi (Cultore della Sila).  L’evento si svolgerà presso la Sala Convegni del Centro Natura.

Un Londinese viaggia nel Sud Italia in Sila e resta affascinato dagli ampi  spazi naturali. Attraverso il racconto delle sue esperienze e le sue riflessioni, attraverso le testimonianze raccolte dagli abitanti del posto, il  documentario è il racconto del rapporto tra l’uomo e la natura e della Calabria, vista con occhi nuovi. 

Il pomeriggio continuerà alle ore 17 con la presentazione del libro La vertigine dell’ombra (Ensemble) di Teresa Murgida, in  dialogo con la scrittrice e giornalista Eliana Iorfida. Luce e ombra, palingenesi di realtà e sospensione del sogno, paesi abbandonati e  quotidianità ritrovata: i nuovi versi della poetessa calabrese. 

Conclude la rassegna la presentazione del libro Il popolo di mezzo (Piemme) di Mimmo Gangemi, in conversazione con la sociologa  e giornalista Carmen Pupo, alle ore 18. La storia di un’emigrazione intensa: dal passato, una storia epica per rivivere il racconto di una  palingenesi: quella in un nuovo mondo, dove il senso di estraneità cedeva il passo a una nuova appartenenza. 

Hyle Garden: spazio ai più piccoli

Spazio anche ai più piccoli con i laboratori della sezione Hyle Garden sabato 7 e domenica 8 alle ore 11. I laboratori, curati dal  festival in collaborazione con le case editrici Coccole Books e Le Pecore Nere, hanno il fine di promuovere la lettura, la creatività e  l’importanza della natura tra i più piccoli.  (rcz)

TAVERNA (CZ) – La prima edizione del Premio Internazionale “Riflessi e Trasparenze”

Da sabato 7 agosto, al Parco Nazionale della Sila, al Centro Visita “A. Garcea” in località Monaco Taverna, al via la prima edizione del Premio Internazionale per le Arti Visive di Mail Art “Riflessi e Trasparenze”, a cura dello Studio Fiber Art Rosa Spina di Catanzaro.

Tale evento, a completamento della rassegna Maestri Contemporanei avviata il 06 luglio e conclusasi il 30 dello stesso mese, è promosso dalla Fiber Artist Rosa Spina, art director dell’Associazione Jone di Catanzaro, esponente della Factory Minotauro Fine Art Gallery di Palazzolo sull’Oglio, Brescia, con la collaborazione dell’Associazione L’Arca di Montepaone, Progetto Caraffa, Casa Comune della Cultura Europea di Udine, Ristorante La Cabana di Caminia e la compartecipazione del Comune di Taverna, e si inserisce nel più corposo progetto Vie d’Acqua – Waterways – Una Proposta per un Museo dell’Acqua, ideato da Lamberto Correggiari, e avviato dall’Associazione ArtEuropa di Avellino con il progetto espositivo “Percorsi d’Acqua”, una mostra itinerante in diverse località italiane, accompagnata da un corposo catalogo, per la cui copertina è stata selezionata proprio un’opera della stessa Spina che, nell’intervista rilasciata, così si è espressa:

«Il progetto – si legge in una nota – per la tutela del bene Acqua, può diventare palestra di dialogo internazionale e opportunità di denuncia da trasmettere nel periodo difficile che il mondo intero sta vivendo; è un invito a riflettere “insieme” sulle responsabilità dell’uomo nei confronti della natura. Il progetto rientra in un discorso ambientalista che non è secondario all’Arte, tutt’altro!»

«Nell’arte – continua la nota – l’acqua è da sempre protagonista, con le sue trasparenze e l’inafferrabile mutevolezza in virtù della forza dell’aria che l’accarezza o la scuote agitandola, i paesaggi con le coste frastagliate e rocciose che bagna e trasforma, con gli infiniti colori e i riflessi con cui accoglie l’immagine dove si specchia il cielo e tutta la natura. E’ grazie a queste immagini nell’acqua, sempre più distorte ed evanescenti per il progressivo peggioramento delle sue capacità visive, che Monet conia il nome predittivo dell’Impressionismo, dipingendo a Giverny, lungo il corso del fiume che lui stesso ha deviato perché vi fiorissero, le sue ninfee». 

All’evento di Mail Art, per le tre sezioni previste, hanno aderito artisti italiani e stranieri di consolidata esperienza.

Sezione Pittura

Augusto Ambrosone, Avellino; Valentina Angeli, Terni; Enzo Angiuoni, Avellino; Svetlana Boyarkina, Russia; Alan Lacke Cairo, L’Avana, Cuba; Giancarlo Caneva, Cividale del Friuli; Marisa Cortese, Verbania; Giovanni Duro, Taverna CZ; Arliah Elmi Amda, Elsinki, Finlandia; Massimo Fabian, Padova; Claudio Feruglio, Udine; Cianne Frangione, Washington; Roberto Gianinetti, Vercelli; Nicola Guarino, Avellino; Edoardo Iaccheo, Avellino; Maria Elisa Leboroni, Perugia; Dorotea Li Causi, Catanzaro; Giancarlo Mariniello, Avellino; Cettina Mazzei, Caraffa CZ; Achille Quadrini, Frosinone; Eleonora Sala, Catanzaro; Franco Secone, Città Sant’Angelo, Pescara;  Rosa Spina, Catanzaro; Leo Strozzieri, Perugia; Enzo Trepiccioni, Alicante, Spagna; Giovanna Vecchio, Montepaone CZ; Generoso Vella, Avellino.

 

Sezione Fotografia Digitale

Francesco Mercadante,  Reggio Emilia; Anna Lacroce, Catanzaro; Sara Lizzio, Catanzaro; Giuseppe Spina, Rende CS; Giovanna Vecchio, Montepaone, CZ.

Poetica dell’acqua

Claudio Feruglio, Udine; Cecilia Piscionieri, Roma; Rosa Spina, Catanzaro; Francesco Stirparo, Caraffa CZ; Giovanna Vecchio, Montepaone CZ. (rcz)

TAVERNA (CZ) – La seconda edizione dell’Hyle Book Festival

Dal 6 all’8 agosto, a Taverna, è in programma la seconda edizione dell’Hyle Book Festival, promosso dall’Amministrazione Comunale di Taverna con il sostegno economico e il patrocinio dell’Ente Parco Nazionale della Sila.

La rassegna, curata da Elena Dardano, nasce con il fine di valorizzare attraverso la letteratura e la multidisciplinarietà, il territorio del Parco Nazionale della Sila e il patrimonio socio-antropologico della Calabria, promuovendo al contempo il rispetto della natura e dell’ambiente, sensibilizzazione necessaria in un momento in cui le contraddizioni dell’odierno modello di sviluppo appaiono in tutta la loro forza.

La parola Hyle, dal greco hyle/ ὕλη, è il nome etimologico del toponimo Sila con il significato di «foresta», «selva», «bosco», ma anche «materia», «essenza», «sostanza», e il sostantivo ricorre in filosofia da Plotino ad Aristotele. Hyle allude dunque alla doppia accezione del festival: una rassegna immersa nella natura che, attraverso incontri letterari, reading e performance vuole essere momento di discussione, riflessione e dibattito.

Tema della seconda edizione sarà palingenesi, dal greco palin/πάλιν «di nuovo» e genesis/γένεσις «generazione», per un’edizione – come afferma la curatrice – «che vuole riflettere sul momento storico in atto come momento di ripartenza, dove la scienza viene in aiuto per far fronte all’emergenza sanitaria che da più di un anno attanaglia il mondo intero. Una rinascita, quindi, che si auspica sia sociale, scientifica e umana e una rigenerazione vista anche nella sua seconda accezione di ristorazione del corpo e dell’animo. Palingenesi, dunque. Il festival riparte dalla cultura, dall’arte e dal senso di comunità dei piccoli borghi e della Sila calabrese».

Spazio anche ai più piccoli con i laboratori della sezione Hyle Garden sabato 7 e domenica 8 alle 11. I laboratori, curati dal festival in collaborazione con le case editrici Coccole Books e Le Pecore Nere, hanno il fine di promuovere la lettura, la creatività e l’importanza della natura tra i più piccoli.

Si parte venerdì 6 agosto Gli eventi della rassegna si aprono venerdì 6 agosto alle 17,30 con lo spettacolo poetico di Franco Arminio, autore e poeta tra i più amati in Italia, definitosi «paesologo» e la cui attività si spende da anni a favore delle aree interne italiane e contro lo spopolamento. «I paesi per prima cosa bisogna guardarli, andare a trovarli con un moto di passione. Attraversarli e guardarli».

Il pomeriggio di sabato 7 agosto si aprirà alle 17 con la presentazione del libro Il tempo dell’attesa (Albatros) di Giuseppe Meta, in dialogo con Clemente Angotti (Ansa). Quando l’amore è più forte delle avversità, partire non fa paura, e sognare è una cosa semplice. Il racconto di un’attesa, di una speranza, di una gioia, tra le bellezze della terra calabra di fine ottocento e le avventure di un viaggio oltreoceano.

Conclude il pomeriggio del sabato la presentazione, alle 18, del libro Turbare una stella (Rubbettino) di Francesco Bevilacqua, in dialogo con lo scrittore Massimiliano Capalbo. Tra spirito e materia, un racconto-viaggio per svelare i legami nascosti e indissolubili tra il mondo e l’uomo, all’insegna della natura, del cammino, della palingenesi.

Il pomeriggio di domenica 8 agosto si aprirà alle 16 con la presentazione del documentario Le montagne della Sila, a cura di Ross Earney, Angelo Pascuzzi e Simone Puleo, con Eugenio Attanasio (Cineteca della Calabria) e Carmelo Sanzi (Cultore della Sila). L’evento si svolgerà presso la Sala Convegni del Centro Natura. Un Londinese viaggia nel Sud Italia in Sila e resta affascinato dagli ampi spazi naturali. Attraverso il racconto delle sue esperienze e le sue riflessioni, attraverso le testimonianze raccolte dagli abitanti del posto, il documentario è il racconto del rapporto tra l’uomo e la natura e della Calabria, vista con occhi nuovi.

Il pomeriggio continuerà alle 17 con la presentazione del libro La vertigine dell’ombra (Ensemble) di Teresa Murgida, in dialogo con la scrittrice e giornalista Eliana Iorfida. Luce e ombra, palingenesi di realtà e sospensione del sogno, paesi abbandonati e quotidianità ritrovata: i nuovi versi della poetessa calabrese.

Conclude la rassegna la presentazione del libro Il popolo di mezzo (Piemme) di Mimmo Gangemi, in conversazione con la sociologa e giornalista Carmen Pupo, alle 18. La storia di un’emigrazione intensa: dal passato, una storia epica per rivivere il racconto di una palingenesi: quella in un nuovo mondo, dove il senso di estraneità cedeva il passo a una nuova appartenenza. (rcz)

TAVERNA (CZ) – Riapre il Sila Science Park

Domani, a Taverna, riapre il Sila Science Park,  uno spazio innovativo di cultura scientifica e ambientale.

Diventato nel tempo un attrattore per le delle famiglie, oltre che per il turismo internazionale, il Sila Science Park, con i suoi ottanta ettari di bosco, i sentieri naturalistici di cicloturismo ed escursionistici, la fattoria didattica, le uscite in barca sul lago, il ristorante a Km0, sarà di nuovo fruibile con eventi che metteranno insieme la scienza e il divertimento.

«Siamo pronti ad accogliere i nostri visitatori – hanno dichiarato i responsabili del Parco scientifico – dopo mesi di isolamento torniamo ad accogliere quanti vorranno venire a trovarci nel cuore della Sila per fare un’ esperienza unica tra Scienza e natura».

Si riparte con un omaggio a Dante, il sommo Poeta di cui in questo 2021 ricorrono i 700 anni dalla morte, metaforicamente sarà il traghettatore verso la rinascita del Sila Science Park.

«Proprio un percorso ispirato ai 4 elementi fondativi – hanno proseguito i responsabili – che sono anche l’ acronimo del nostro Museo Fata (Fuoco, Aria, Terra, Acqua) e Dante Alighieri saranno i protagonisti dell’ iniziativa: Dallo smarrimento alla Diritta via: un percorso esperienziale di consapevolezza e crescita personale in natura ispirato alla Divina Commedia, evento tra teatroterapia e meditazione».

Un’esperienza unica capace di mettere insieme nuove tecnologie, scienza e natura e coniugare l’ esperienza virtuale con una immersione nella natura dove l’ apprendimento fa rima con divertimento e dove ognuno può trovare la propria dimensione a contatto con l’ ambiente.

Il museo è aperto su prenotazione per evitare assembramenti, è importante presentarsi puntuali, l’ultima visita è possibile un’ora prima della chiusura del museo.

Orari apertura del Sila Science Park: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 16

Sabato e domenica dalle 10 alle 18

Giorno di chiusura: Lunedì

Museo F.A.T.A. aperto tutti i fine settimana di giugno. (rcz)

TAVERNA (CZ) – Il progetto “Coltiva la bellezza: Adotta un quadro”

Si intitola Coltiva la bellezza: Adotta un quadro il progetto promosso dall’Istituto Comprensivo di Taverna, guidato da Susanna Mustari e curato dal restauratore Giuseppe Mantella.

Il progetto è nato grazie all’iniziativa degli studenti delle terze classi scuola scuola secondaria di I grado dell’istituto che, nell’anno scolastico 2017-2018, con la dirigente Rita Elia, hanno vinto il concorso nazionale indetto dalla Banca d’Italia dal titolo Inventa una banconota e hanno deciso di utilizzare la cifra vinta per porre l’attenzione sull’immenso patrimonio artistico di Taverna.

Con questo progetto, con un’azione sinergica tra diverse istituzioni, si porrà l’attenzione sul quadro titolare della Chiesa di Santa Barbara dal titolo Il Patrocinio di Santa Barbara, opera del celebre pittore barocco Mattia Preti, detto nel XVII secolo Il cavaliere Calabrese, il più illustre cittadino di Taverna. Il dipinto, vero capolavoro dell’arte barocca, olio su tela di cm 460 X 305 rappresenta santa Barbara accolta in cielo dal Cristo seduto su nuvole.

Nello specifico, il progetto si articola in diversi momenti: Agli alunni, protagonisti assoluti affiancati dalla referente del progetto, prof.ssa Annalisa Ganci, e dalla collaboratrice del progetto, prof.ssa Marialuisa Pudia, e dal restauratore Giuseppe Mantella, è stato affidato il compito di raccontare la vita e le opere dell’artista attraverso una serie di pannelli esplicativi, video, filmati, che avranno lo scopo di creare una mostra itinerante, per far conoscere Mattia Preti nelle scuole, prima del comprensorio di Taverna e in seguito della intera Calabria, se non in tutto il territorio nazionale.

La seconda fase del progetto, in accordo con la Curia dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, rappresentata dal Responsabile diocesano dell’Ufficio Beni Culturali don Maurizio Franconiere, la “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Catanzaro e Crotone” del Ministero della Cultura, con a capo la dott.ssa Francesca Casule, assieme alle parrocchie di Taverna, sotto la guida di don Simone Marchese, vedrà impegnato Giuseppe Mantella, restauratore di fama internazionale e profondo conoscitore del genio del “cavaliere calabrese”, come curatore e coordinatore del progetto scientifico.

Iniziativa che ha come fine la ricognizione degli studi fin ora eseguiti sul “Il Patrocinio di Santa Barbara” e la realizzazione di tutte le indagini diagnostiche finalizzate ad una più profonda conoscenza e quindi ad una corretta lettura del dipinto, attualmente compromessa da un “pentimento” dell’artista che è stato riportato alla vista durante l’ultimo restauro e che attualmente non permette una univoca lettura dell’opera. Le indagini scientifiche, che saranno di supporto anche per la valutazione dell’attuale stato di conservazione della monumentale tela “Il Patrocinio di Santa Barbara”, rientrano nel quinquennale progetto di ricerca (2017-2021) promosso dalla “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, Catanzaro e Crotone”, che ha interessato negli anni l’approfondito studio diagnostico di tutti gli altri cinque dipinti di Mattia Preti conservati nella stessa chiesa di Santa Barbara.

Tale progetto quinquennale, coordinato dal restauratore Giuseppe Mantella con la consulenza del prof. Sante Guido, vede impegnati ormai da anni il Prof. Mauro Francesco La Russa, dell’Università di Calabria, associate Professor in Applied Petrography to Cultural Heritage e Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (DiBEST) e presidente dell’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr); la prof.ssa Valentina Venuti, professore ordinario di Fisica Applicata ai Beni culturali, ambientali, biologia e medicina, Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra, dell’Università degli Studi di Messina. Le tecniche di indagine utilizzate per “Il Patrocinio di Santa Barbara” saranno la spettroscopia di fluorescenza a raggi X (XRF) e la spettroscopia Raman. Si tratta di tecniche di analisi su scala spaziale, rispettivamente, elementare e molecolare. Grazie alla loro non distruttività e non invasività, unitamente alla possibilità di effettuare analisi in situ tramite l’utilizzo di strumentazione portatile. Tali metodologie di indagine trovano vasta applicazione nella caratterizzazione di molti materiali di interesse per il Patrimonio Culturale, quali dipinti, affreschi e pitture murali, ceramiche, gemme.

L’impiego congiunto delle suddette tecniche permette l’identificazione dei pigmenti utilizzati nella realizzazione di un’opera, a partire dai quali è possibile risalire alla tavolozza dell’artista.

E ancora, Il dott. Sebastiano D’Amico ed il dott. Emanuele Colica del Department of Geosciences – University of Malta, che stanno investigando con tecnologie e metodologie scientifiche all’avanguardia, le opere in esame fornendo agli operatori una più precisa e dettagliata chiave di lettura. Dati che forniscono un valido aiuto alla interpretazione delle opere grazie alla ricostruzione digitale dei manufatti nonché l’ausilio della “geomatica”, la disciplina che si occupa di acquisire, interpretare, archiviare e divulgare informazioni georeferenziate, ovvero informazioni caratterizzate da una posizione in un prescelto sistema di riferimento. Per far ciò, vengono utilizzati diversi strumenti al fine di ricostruire un modello digitale dell’opera. Questi modelli sono usati anche per la fruizione virtuale delle opere d’arte indagate. (rcz)

In copertina, foto di Giuseppe Mantella

Parentela (M5S): Si salvaguardi l’Albergo delle Fate di Taverna

Il deputato del Movimento 5 StellePaolo Parentela, ha interrogato il ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini, «affinché si pongano in essere tutte le misure utili per il recupero e la tutela» dell’Albergo delle Fate di Taverna, in quanto «patrimonio storico comune».

«Faccio mio – ha detto Parentela – l’appello del sindaco del Comune di Taverna, Sebastiano Tarantino, che ha chiesto nei giorni scorsi alle istituzioni un tavolo d’incontro e programmazione per la salvaguardia e il rilancio del bene».

«L’Albergo – ha aggiunto il deputato del Movimento 5 Stelle – non è solamente un “bene di notevole interesse architettonico”, come peraltro dichiarato dal ministero nel 2007, il suo recupero costituirebbe un’occasione per il rilancio del turismo montano nella nostra regione».

«Lo Stato – ha concluso il parlamentare M5s – può e deve farsi carico della sua tutela. Continuerò ad operarmi nell’impegno affinché l’Albergo delle fate possa tornare alla fruizione di cittadini e turisti e a tal fine mi rendo sin d’ora disponibile a partecipare ad ogni tavolo atto a questo scopo». (rp)

Reggio e Taverna gemellate nel segno di Preti e Frangipane

«Quello che ha ci spinti ad essere qui oggi a sottoscrivere l’accordo è la prospettiva di un futuro culturale di scambio e promozione, vissuto in condivisione» ha dichiarato l’assessore alla Cultura Irene Calabrò, durante la firma del gemellaggio tra i Comuni di Reggio Calabria e Taverna.

Un gemellaggio siglato nella Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, alla presenza di Demetrio Delfino, in rappresentanza di Reggio, del sindaco di Taverna Sebastiano Tarantino e degli assessori alla Cultura, Irene Calabrò e Clementina Amelio, e condiviso dall’Associazione Aiparc, presieduta da Irene Tripodi, che avvia un percorso conoscitivo che mira alla promozione di attività di studio sulla figura di Alfonso Frangipane e sul patrimonio di Arte Moderna (secc. XVI-XX) della Calabria, in cui recita un ruolo di assoluta preminenza l’arte di
Mattia Preti, che ha trovato proprio in Alfonso Frangipane il suo primo ed illuminato studioso.

«Un gemellaggio che oltre, ad avere un aspetto formale, quello della sottoscrizione – ha chiarito l’assessore Calabrò – ha un valore particolare. Innanzitutto il valore di chi opera nell’associazionismo con convinzione, non come iniziative di sport che si fermano alla convegnistica ma con una prospettiva concreta, tangibile ossia quella di costituire le fondamenta per una cooperazione di sviluppo culturale tra due città. In questo caso Reggio e Taverna».

Taverna, perché ha dato i natali a Mattia Preti, e Reggio perché ha annoverato, tra gli esponenti più attivi e propositivi del suo vivace mondo culturale ed artistico – tra il 1919 e il 1970 – proprio Alfonso Frangipane, colui che ha segnalato «lo stato di abbandono e di degrado dei monumenti di Taverne e delle tele pretiane» nel 1907 nelle undici pagine del suo contributo scientifico Fra le ruine dell’arte nostra pubblicato su Calabria Nuova.

Nella sua attività professionale, avviata nel 1919 proprio con il suo trasferimento a Reggio, assegnato in ruolo per l’insegnamento del disegno, Alfonso Frangipane fonda nel 1922 la Società “Mattia Preti”, editrice del glorioso periodico Brutium, veicolo di tutte le novità e le ricerche su Mattia Preti. Lo studioso, sempre a Reggio Calabria, fonda, tra uno studio pretiano e l’altro, la Scuola d’Arte intitolata a Mattia Preti. Non solo, ma si impegna pervicacemente per il restauro delle imponenti tele pretiane di Taverna. 

Inoltre, Frangipane, quasi novantenne, affrontò un viaggio a Malta, partecipando, insieme con i Cavalieri Gerosolimitani, alla riesumazione della salma di Mattia Preti, lì sepolto, portando con sé una bella ed austera urna di quercia silana, disegnata dall’architetto Albanese e realizzata dagli allievi dell’Istituto d’Arte “Mattia Preti” di Reggio Calabria. In tale urna vengono ricomposti i resti mortali del “Cavaliere Calabrese”. 

Taverna ha ricambiato il devoto amore di Alfonso Frangipane verso il suo illustre figlio, dedicando allo studioso una via ed una sala del Museo Civico. (rrm)