Nicola Gratteri al master in Intelligence dell’Unical: Per contrastare mafie investire in tecnologie

di FRANCO BARTUCCI – «Per contrastare le mafie lo Stato deve investire in tecnologie. Attenzione al fentanil, una droga che potrebbe avere effetti devastanti anche per l’Italia».

Sono due pensieri di sintesi della lezione di Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli, ormai di casa all’UniCal, nell’ambito del Master sulla Intelligence, diretto dal prof. Mario Caligiuri, avente come tema: Le mafie, minacce alla sicurezza nazionale.

Gratteri ha iniziato la sua lezione citando il caso di una famiglia di ‘ndrangheta della provincia di Crotone, che ha ingaggiato degli hacker tedeschi per effettuare una sofisticata operazione di riciclaggio internazionale.

«Oggi il lavoro giudiziario – ha affermato – dimostra non solo quanto i mafiosi siano in grado di comprare e gestire alberghi, ristoranti, latifondi ma anche quanto la ‘ndrangheta sia capace di rivolgersi agli hacker».

In tale quadro ha evidenziato come le truffe online oggi provengano dall’est europeo e in particolare dalla Romania, dove le organizzazioni criminali si avvalgono di specialisti informatici molto validi, frutto di una tradizione di studio per la matematica maturata durante i regimi comunisti.

«Come già accaduto in Puglia con il contrabbando – ha proseguito –, oggi le forze di polizia devono inseguire le mafie dal punto di vista della tecnologia. Un’esigenza che si pone perché solo da 4 o 5 anni sono stati riattivati i concorsi nella pubblica amministrazione, compresi quelli delle forze di polizia. Si è registrato quindi un buco generazionale, perché non c’è stato ricambio e i governi non hanno investito in tecnologia».

Gratteri ha, quindi, ribadito come oggi i reati più gravi si commettano nel dark web, dove è possibile comprare di tutto: droga, armi, organi, bambini, oltre ad organizzare omicidi.

Ha proseguito affermando: «I mafiosi sono in grado di crearsi da soli delle piattaforme tipo whatsapp con cui comunicare in maniera criptata, ma le forze di polizia italiane, a differenza di quelle estere, che hanno investito ingenti somme per dotarsi di apparecchiature in grado di ascoltare le comunicazioni criminali nel dark web, non dispongono delle tecnologie adeguate per consentire un livello elevato d’intercettazione”. Ha quindi ulteriormente precisato che “quando mi si dice che le intercettazioni costano troppo, dico che non è vero, perché, ad esempio, la Procura di Napoli ha speso, in un anno, cinque milioni di euro d’intercettazioni, però ha sequestrato valori per centonovantacinque milioni di euro, quindi ha ottenuto un guadagno di centonovanta milioni di euro».

Il Procuratore di Napoli ha poi aggiunto che, «a livello normativo, bisogna consentire l’utilizzabilità delle intercettazioni dei reati riferiti alla pubblica amministrazione: concussione, corruzione, peculato, intercettati in procedimenti per i cui reati non è previsto l’arresto in fragranza».

Gratteri ha poi continuato sostenendo che «nel contrasto alle mafie, occorre prestare molta attenzione alla “zona grigia” che è spesso funzionale agli interessi in gioco. Infatti, c’è una mafia che controlla il territorio e c’è una mafia che controlla gli appalti e che ha un bisogno continuo di rapporti con la pubblica amministrazione».

Su questo tema ha poi rimarcato che «è utile il tabulato del mafioso, non perché nella conversazione parli di omicidi o altri reati, ma perché chiama un incensurato, che commetterà errori e più di tutti statisticamente è quello che, non abituato al rigore delle carceri, diventerà collaboratore di giustizia».

Il docente ha poi sostenuto che per contrastare le mafie è necessaria una conoscenza multidisciplinare: «Bisogna interessarsi di tutto. Non è solo un fatto materiale, bisogna conoscere la sociologia, la psicologia, le scienze perché servono per avere chiara la situazione delle mafie. Appunto per questo, è importante il lavoro di questo Master, dove coesistono tante discipline, apparentemente sconnesse, ma che in realtà sono importantissime per cogliere spunti essenziali per la comprensione della società e quindi anche del fenomeno mafioso, che per essere efficacemente contrastato ha bisogno di una visione all’interno della quale collocare il singolo reato».

«Chi lotta la mafia – ha proseguito – è proiettato in un mondo dove bisogna fare analisi, dove le persone che hanno ruoli di responsabilità devono essere guidati da una visione, senza la quale non si riuscirà a comprendere in pieno e in profondità il territorio e i suoi attori».

Per Gratteri, la situazione europea è ancora peggiore, perché a parte eccellenze tecnologiche di alcune polizie, la legislazione è poco efficace per contrastare le mafie. Ad esempio «Eurojust, Europol, Interpol, progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) le squadre investigative comuni, sono strutture che hanno una loro utilità nei rispettivi settori, ma presentano difficoltà sia a causa di mancanza di personale, sia per il fatto che, a livello internazionale, ogni polizia lavora a suo modo, con una sua sensibilità e una sua regolamentazione».

Inoltre, per il Procuratore di Napoli per svolgere indagini di qualità, oltre che creare delle sinergie tra le varie forze dell’ordine, «è necessario che ci sia un magistrato, un Sostituto Procuratore capace, autorevole e credibile che abbia la capacità e l’autorevolezza di dire chi fa cosa. Quando mancano questi dirigenti capaci di assumersi le responsabilità e di trasmettere tranquillità e sicurezza alle forze dell’ordine, le indagini non ottengono risultati e le procure non funzionano. Ecco perché è importante il fattore umano».

Gratteri ha, poi, effettuato una differenza tra la ‘ndrangheta e la camorra. Ha spiegato che ci sono tante camorre, con un’elevata capacità di utilizzare il dark web. Infatti, ha ricordato che a Napoli si producono i migliori passaporti falsi del mondo, alimentando un’attività illegale internazionale da cui trae vantaggio anche il terrorismo.

Ha poi ribadito il grave rischio che potrà presto esplodere collegato con la diffusione del Fentanyl, la droga degli zombie, che, prodotta in Cina ed esportata per ora prevalentemente negli Usa, sta causando effetti devastanti sui giovani. Per il docente, tra uno o due anni questa droga potrebbe invadere anche il nostro Paese con esiti devastanti.

Il docente ha anche affrontato i profili criminali della fornitura delle armi all’Ucraina, sulle quali ha suggerito di apporre un gps, in modo che siano immediatamente individuabili per evitare quello che è accaduto nel conflitto bosniaco, dove, terminata la guerra, le organizzazioni criminali hanno acquistato gli armamenti.

Gratteri ha concluso affermando che per avere degli Stati più liberi, più democratici, più competitivi c’è bisogno di contrastare efficacemente le mafie. Per cui occorre una forte volontà politica che fornisca strumenti globali per un problema globale. (fb)

L’Unical cerca nuovi medici altamente qualificati

di FRANCO BARTUCCIL’istituzione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD e i rapporti di collaborazione instaurati tra la stessa Università, l’Azienda Ospedaliera “Annunziata” e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, con il bene placito della Regione Calabria, ha creato in primo luogo le condizioni per trasformare l’Annunziata in Policlinico Universitario ed in secondo luogo la costituzione di un corpo docenti medici da inserire sia in ambito universitario che ospedaliero.

Tutto ciò sta portando alla creazione di una squadra di docenti medici altamente qualificati che l’Unical arruola per formare i futuri medici e per offrire assistenza d’eccellenza nella sanità locale.

«Dopo il grande interesse mostrato – viene precisato in una nota stampa dell’Ateneo – da professori affermati in Italia e all’estero nella precedente call, l’ateneo ha deciso di aprire una nuova manifestazione di interesse in area medica. La procedura prevede l’assunzione di altri professionisti che insegneranno nel corso di laurea in Medicina e chirurgia e Tecnologie digitali e che avranno un ruolo, che potrebbe essere anche apicale in alcuni reparti già definiti a guida universitaria, presso l’Azienda ospedaliera e l’Irccs – Inrca di Cosenza». 

La nuova call, che si chiuderà il 2 aprile 2024, è destinata a professionisti interessati a ricoprire il ruolo di professore universitario o ricercatore in diversi settori scientifico-disciplinari di area medica. Alti gli standard richiesti: elevata qualificazione scientifica e didattica, attestata da un’ampia e riconosciuta attività di ricerca e di produzione scientifica, nonché da un’intensa attività didattica a livello universitario o in enti di ricerca.  Si tratta della seconda call di questa portata, che l’ateneo ha scelto come modalità privilegiata di reclutamento da due anni a questa parte, da quando, cioè, ha attivato il corso di Medicina e chirurgia TD e ha avviato un progetto più complessivo per contribuire al rilancio della sanità territoriale, in una regione da cui tanti medici tendono a fuggire.

Le call, in linea con gli obiettivi programmatici del rettore Nicola Leone, si propongono di accrescere il valore competitivo dell’ateneo, ampliarne i confini, rafforzare la qualità della didattica e della ricerca, facendo ricorso a tutti gli strumenti ministeriali per poter attrarre alte professionalità, offrendo un posto da professore ricercatore con l’opportunità di svolgere attività assistenziale nell’Azienda ospedaliera, anche nel ruolo di primario. 

«Queste manifestazioni di interesse – si precisa sempre nella nota del settore di comunicazione dell’Ateneo – hanno, inoltre, il valore aggiunto di richiamare molti “cervelli di ritorno”, calabresi validi e preparati che per mancanza di opportunità nella loro regione o per scelta di formazione estera hanno lasciato la loro terra, attendendo l’occasione giusta per potervi fare ritorno e partecipare alla sua crescita sociale e culturale». 

La prima call, lanciata un anno fa, ha rappresentato un punto di svolta, con un boom di circa 300 domande pervenute da tutta Italia: Milano, Napoli, Palermo, Bologna, Roma, Bergamo, solo per citarne alcune. Tra le adesioni, 55 sono state di professori universitari, 22 di primari in ospedali pubblici, 106 di dirigenti, 28 da medici in ruoli apicali nella sanità privata e ben 44 domande sono arrivate proprio da “cervelli di ritorno”. Alla fine delle procedure, nello scorso gennaio, sono stati reclutati quattro docenti medici, tre dei quali sono andati a ricoprire il ruolo di direttore di Unità operativa complessa rispettivamente di Oncologia, Cardiologia e Nefrologia, dialisi e trapianti presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

«Reclutando professionisti di alto profilo – ha dichiarato il Rettore, Nicola Leone – l’ateneo punta a formare nuove generazioni di medici sempre più competenti, in grado di contrastare il problema della fuga dei camici bianchi dalla regione. Al contempo, l’arrivo di questi esperti potrà contribuire a potenziare prestazioni di eccellenza nell’Azienda ospedaliera di Cosenza, a vantaggio di tutta l’area, contribuendo a ridurre gradualmente la migrazione sanitaria». (fb)                  

RENDE (CS) – Il film Kissing Gorbaciov sbarca all’Unical

Mercoledì 20 marzo, alle 20.30, al Cinema Campus Unical, in piazza Vermicelli, ci sarà la proiezione esclusiva di Kissing Gorbaciov.

L’evento è una preview della quarta edizione di Aghia Sophia Fest, che si svolgerà, lungo le rive della splendida cornice del Lungofiume, a Cosenza Vecchia, i prossimi venerdì 24 e sabato 25 maggio.

La proiezione sarà anticipata con un aperitivo musicale tematico, in compagnia di Dario Della Rossa e Mattia Argieri nel foyer del Tau, in programma alle 19 e, poi, da un talk di presentazione del film, in collegamento diretto con i due registi. Dopo la proiezione, fino alla mezzanotte, ancora dj set e convivialità in quel del foyer del Tau.

Un piccolo paese del Salento, alcune rock band sovietiche, i Cccp e un viaggio di 8 giorni tra Mosca e Leningrado. L’incredibile storia di un tour tra due Mondi che non sarebbero stati più gli stessi.
Un film imperdibile, finalista ai Nastri d’Argento, una pellicola che riconnette i Cccp ancor prima della loro recente reunion berlinese.

Per maggiori informazioni 3282207753 oppure ilfilodisophia@gmail.com. Posti limitati, prenotazione obbligatoria al 3282207753 (anche whatsapp). Ingresso 5 euro (tessera associativa).  (rcs)

All’Unical il seminario speciale del prof. Anthony Mollica per una nuova didattica della lingua arbereshe

di ADRIANO MAZIOTTI – Il Laboratorio di Albanologia, attivato presso il Dipartimento Culture, Educazione e Società dell’Unical, che da ormai 50 anni dedica una articolare attenzione al patrimonio linguistico, letterario e culturale della comunità minoritaria arbëreshe, ha organizzato martedì 12 marzo, al Centro Culturale “Girolamo De Rada”, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di San Demetrio Corone, un seminario dedicato alle nuove tecniche di insegnamento applicate all’albanese d’Italia.

Si tratta di una esperienza nuova maturata da alcune ex-studentesse dei corsi di Lingue straniere e di Scienze dell’educazione alle lezioni tenute all’Unical da uno dei maggiori specialisti di ludolinguistica applicata alla didattica delle lingue, il prof. Anthony Mollica, emerito della Brock Università – Provincia dell’Ontario – Canada, che hanno presentato i loro testi scolastici destinati agli alunni delle scuole dell’obbligo delle comunità italo-albanesi.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco, il dr. Ernesto Madeo, anche commissario della Fondazione Regionale Minoranza Arbëreshe e del delegato comunale alla cultura, l’avv. Emanuele D’Amico, ha introdotto i lavori Giuseppe Liguori, docente della cattedra di Albanese presso il locale Liceo Classico, cattedra che si accinge a ricordare quest’anno il suo secolo di vita. È seguita la presentazione del testo Arberisht? Pse jo? Gjuha jonë, un agile e innovativo manuale scaturito dalla esperienza didattica delle autrici – le docenti Annunziata Bua, di San Cosmo Albanese, Francesca Prezzo, di San Demetrio Corone e Daniela Zanfini, di San Giorgio Albanese – incentrato sui giochi linguistici e che non trascura affatto la centralità dell’immagine, presentando contenuti sia tradizionali – e cioè filastrocche, fiabe e leggende della antica tradizione arbëreshe come la leggendaria ballata di Costantino e Jurendina, ma anche moderni, mutuati dai fumetti dei personaggi waltdisneyani, come Paperino e Topolino “çë fjasën arbërisht” (che parlano arbërisht).

Quindi è intervenuta la dr. Daniela Meringolo, docente esperta in ludolinguistica che è stata la prima studentessa Unical a cimentarsi nella sua tesi di laurea con l’applicazione di questa metodologia alla didattica dell’italo-albanese.
È seguita la presentazione da parte dell’ing. Battista Sposato, assegnista di ricerca Unical sull’impatto che i progetti nazionali di ricerca coordinati dalla cattedra di Albanologia dell’Unical, rispettivamente nell’ambito dei Prin e del Pnrr – Tech4 You, per assicurare nuovi strumenti tecnologicamente avanzati da utilizzare nella didattica dell’arbërishtja (albanese d’Italia), come il Grande Dizionario Digitale Arberesh, in progettazione.

La lezione del prof. Anthony Mollica, su La ludolinguistica nella didattica delle lingue (anche di quelle minoritarie) ha rappresentato l’evento clou del seminario, che è stato concluso dal prof. Francesco Altimari, direttore del Laboratorio di Albanologia e presidente della Fondazione Universitaria “papas Francesco Solano”, che ha illustrato il lavoro già prodotto e quello in programma in questo ambito, che coinvolge anche altre cattedre albanologiche italiane (Palermo, Lecce, Napoli L’Orientale, Venezia) nonché la Unità di ricerca sugli Arbëreshë e gli Arvaniti dell’Accademia delle Scienze di Tirana. Si tratta degli stessi soggetti istituzionali promotori della proposta avanzata alla Commissione nazionale Unesco per il riconoscimento dei riti arbëreshë della primavera tra i beni immateriali di valore universale. (am)

RENDE (CS) – Mercoledì l’Unical presenta i corsi di laurea magistrale

Mercoledì 13 marzo l’Università della Calabria, al Centro Congressi “Beniamino Andreatta”, dalle 10 alle 17, presenta i corsi di laurea magistrale.

Quella dell’Unical, infatti, è una ricca offerta formativa composta da un totale di 38 corsi laurea magistrale, di cui ben 10 internazionali erogati interamente in lingua inglese e 10 corsi in cui è possibile seguire uno dei due anni all’estero e conseguire, in aggiunta, una seconda laurea magistrale estera.

Negli spazi antistanti l’aula magna saranno allestiti alcuni stand informativi suddivisi per aree disciplinari (Area Formazione Educatori e Insegnanti, Area Ingegneria e Tecnologia, Area Medico-Sanitaria, Area Scienze, Area Socio-Economica, Area Umanistica) in cui si potranno chiedere informazioni su requisiti di accesso, obiettivi formativi, internazionalizzazione e sbocchi occupazionali delle lauree magistrali offerte dall’Unical e attività post-laurea (dottorato, master, insegnamento, esami di Stato, scuole di specializzazione).

Contemporaneamente, al primo piano del Centro congressi, nella sala stampa e nella sala A, si terranno dei seminari di presentazione dei corsi di laurea magistrale, tenuti dai docenti, dai coordinatori e dagli studenti che già frequentano le magistrali dell’Università della Calabria. (rcs)

Il programma della giornata

Area Formazione Educatori e Insegnanti – 14.30-17.30 – Sala A Centro congressi
Area Ingegneria e Tecnologia – 14.30-17.30 – Aula Magna
Area Medico-Sanitaria –  10.00-12:50 – Aula Magna
Area Scienze – 10.30-12.40 – Sala A Centro congressi
Area Socio-Economica – ore 10.00-13.30 – Sala stampa Centro congressi
Area Umanistica – ore 14.30-17. 30 – Sala stampa Centro congressi

Al master in intelligence dell’Unical con le parole si difende la democrazia e la sicurezza

di FRANCO BARTUCCIAnche il Master sull’Intelligence all’UniCal, diretto dal prof. Mario Caligiuri, dà lustro alla festa delle donne con una lezione della prof.ssa Vera Gheno, dell’Università di Firenze, che parlando sul tema: La sociolinguistica nell’era digitale, ha evidenziato che con le parole si difende la democrazia e la sicurezza.

Per la docente dell’Università di Firenze il linguaggio svolge un ruolo fondamentale nella comprensione e nell’interpretazione della realtà.

«Le parole che usiamo per descrivere esperienze, concetti e idee – ha precisato – aiutano a costruire significati e comprensione del mondo che ci circonda”. Ha quindi proseguito sostenendo che “fin dalle prime fasi della nostra vita, le parole ci accompagnano e svolgono un ruolo cruciale nel definire la nostra identità e, di conseguenza, il nostro percorso esistenziale. L’atto di dare nome alle cose è una caratteristica distintiva dell’essere umano, consentendoci di rendere comprensibile la realtà ie di trasmettere informazioni in modo efficace».

«Ogni codice linguistico – ha precisato – è soggetto a un costante processo di evoluzione e adattamento alle mutevoli esperienze umane e alle emergenze sociali. Il legame tra linguaggio, pensiero e visione del mondo è profondamente intrecciato: la lingua delinea il confine delle nostre capacità immaginative e plasma la nostra percezione della realtà. In tale quadro, la sociolinguistica è una disciplina interdisciplinare che indaga la complessa interazione tra linguaggio, società e cultura. Si situa al crocevia di diverse discipline, tra cui linguistica, sociologia e antropologia culturale, e si pone l’obiettivo di esaminare in che modo il linguaggio rifletta e modifichi le dinamiche sociali e culturali all’interno delle diverse comunità linguistiche».

«Pertanto – per la prof. Vera Gheno – a promuovere una educazione linguistica democratica implica lo sviluppo di competenze linguistiche avanzate per affrontare l’ampio orizzonte cognitivo dell’essere umano. La scuola, tradizionalmente concentrata sulla grammatica, ortografia e coniugazione dei verbi, ha spesso trascurato domande fondamentali sull’uso del linguaggio. Tuttavia, la complessità della comunicazione umana va oltre le singole parole, coinvolgendo gesti, espressioni facciali, intonazione e altri aspetti para- e non-verbali del nostro linguaggio».

Gheno ha quindi affrontato la comunicazione online, con i suoi canali specifici e le forme di espressione limitati. Ha evidenziato che è particolarmente vulnerabile ai fraintendimenti, generando tensioni, malintesi e danni reputazionali che possono coinvolgere individui e intere comunità, anche a livello internazionale.

«La permeabilità tra il mondo online e offline ha plasmato una nuova concezione dell’esistenza, conosciuta come “onlife”, che evidenzia la fusione sempre più stretta tra la vita reale e la nostra presenza nel mondo digitale».

«Tale fusione è diventata – ha detto la prof.ssa Vera Gheno – una parte essenziale della società contemporanea “liquida”. Allora, per la docente, l’uso distorto del linguaggio può compromettere la nostra capacità di comprendere e accogliere nuove dinamiche linguistiche e sociali. L’adozione di termini più inclusivi, sia nella vita reale che online, può favorire una maggiore consapevolezza e comprensione delle esperienze e delle sfide affrontate da specifici gruppi comunitari, contribuendo a contrastare pregiudizi e discriminazioni».

Secondo la docente «c’è bisogno di un linguaggio ampio, che rappresenta un processo per definire un nuovo vocabolario che non solo rispetti, ma valorizzi la diversità, evitando di attribuirle connotazioni negative».

In tale contesto, è fondamentale 1riconoscere come la trasformazione nel tempo del concetto di “normale” – associandolo implicitamente a qualcosa di “migliore” – abbia alimentato forme di discriminazione ed emarginazione nei confronti di coloro che non rientrano negli standard sociali dominanti».

Concludendo la sua lezione la prof.ssa Vera Gheno  ha sostenuto che «l’inclusione sociale e linguistica, insieme al concetto di intersezionalità, che significa possedere una visione linguistica, culturale e sociale, deve tenere conto in contemporanea delle varie dimensioni dell’essere umano che possano dare adito a discriminazioni e marginalizzazioni, considerando che il peso della combinazione di più discriminazioni che arrivano da più direzioni è infinitamente più gravosa da sopportare delle varie discriminazioni prese singolarmente».

«Tutto questo implica un sincero impegno verso la diversità e il dialogo interculturale, superando la mera tolleranza o integrazione e riconoscendo il valore intrinseco della diversità umana». (fb)

RENDE (CS) – Giovedì al Tau “L’Abisso”

Giovedì 7 marzo, al Teatro Auditorium dell’Unical, andrà in scena L’Abisso, uno spettacolo di e con Davide Enia, tratto dal testo dello scrittore palermitano Appunti per un naufragio (Sellerio Editore / Premio Mondello 2018).

Lo spettacolo rientra nell’ambito del cartellone Meridiano Sud, predisposto dal Comitato Tecnico Scientifico presieduto da Francesco Raniolo, che è il frutto di un progetto culturale, pedagogico e didattico di ampio respiro e garantirà nell’arco di tutta la stagione un confronto vivo tra teorie e pratiche della composizione scenica lungo un costante scambio dialettico di esperienze tra artisti, studiosi e studenti.

«Quando ho visto il primo sbarco a Lampedusa ero con mio padre – scrive Davide Enia –. Approdarono tantissimi ragazzi e bambine. Era la Storia quella che stava accadendo davanti ai nostri occhi. Nell’arco degli anni sono tornato sull’isola, costruendo un dialogo continuo con i testimoni diretti: pescatori, personale della Guardia Costiera, residenti, medici, volontari e sommozzatori».

Le loro parole e, soprattutto, i loro silenzi sono diventati un racconto, testimonianza storica e percorso esistenziale: «Dalla registrazione delle loro voci – ha continuato Enia – sono emersi frammenti di storie dolorosissime eppure cariche di speranza. Le loro parole aprivano prospettive e celavano abissi».

La messa in scena di Davide Enia fonde diversi registri e linguaggi teatrali: gli antichi canti dei pescatori, intonati lungo le rotte tra Sicilia e Africa, e il cunto palermitano, sulle melodie a più voci che si intrecciano fino a diventare preghiere cariche di rabbia quando il mare ruggisce e nelle reti, assieme al pescato, si ritrovano i cadaveri di uomini, donne, bambini.

Il giorno prima della rappresentazione Davide Enia terrà una masterclass rivolta a studenti già opportunamente selezionati. Un cartellone ricco ed eterogeneo quello della nuova stagione del Teatro Auditorium Unical che vuole offrire al pubblico differenti sguardi sull’arte scenica. (rcs)

L’Associazione nazionale per il Diritto allo Studio all’Unical per riflettere sulle diversità di genere

di FRANCO BARTUCCI – È la seconda volta che questa Associazione di carattere nazionale per il diritto allo Studio, con tutti i delegati che si occupano del diritto allo studio nelle Università italiane, ritorna a svolgere nell’Università della Calabria la sua giornata di lavoro, per merito questa volta del prof. Gianpaolo Iazzolino, delegato del Rettore Nicola Leone per il diritto allo studio nell’Ateneo calabrese e componente del Comitato esecutivo dell’Andisu, per fare il punto  sullo stato del diritto allo studio per gli studenti universitari nel nostro Paese e inoltre per discutere, attraverso un workshop, sul tema dell’inclusione di genere. 

Ad introdurre e moderare il workshop, organizzato in presenza e in remoto nell’University Club, è stato il prof. Gianpaolo Iazzolino, che ha dato il via presentando, per dei brevi saluti istituzionali, la pro Rettrice con delega al Centro Residenziale, prof.ssa Patrizia Piro; nonché la prof.ssa Ines Crispini, Presidente del Comitato Unico di Garanzia, un ufficio di fresca costituzione all’Università della Calabria. Un Ateneo che per le sue specificità si distingue per gli effetti della residenzialità che crea comunità.

Nel porgere il suo saluto, la pro Rettrice Patrizia Piro, ha sottolineato che il diritto allo studio è di “casa” all’Università della Calabria nel senso che con il Centro Residenziale si garantiscono tutti i servizi che fanno parte dei contenuti della stessa legge, ma dove si vive socialmente in comunità con buone pratiche comportamentali che danno valore all’inclusione e di conseguenza esportabili al territorio; dove si rispettano le pari opportunità puntando alla formazione delle persone come lavoro d’insieme.

 Mentre per la presidente del Comitato unico di garanzia prof.ssa Ines Crispini, il lavoro da compiere è notevole guardando all’apparato della Pubblica Amministrazione dove le pari opportunità tardano ad essere rispettate ed applicate nel garantire forme di benessere.

«Il lavoro che ci apprestiamo a compiere nell’Università della Calabria – ha detto la presidente Crispini – è quello di costituire un presidio sulle discriminazioni e l’identità di genere, avendo una visione prospettica per il futuro mediante la creazione di un modello culturale condiviso».

Il workshop è entrato nel vivo con la relazione del prof. Vincenzo Bochicchio dell’Università della Calabria, seguito da una relazione dell’ing. Raffaele Sundas, Direttore Generale di Ersu Cagliari. Una terza relazione è stata svolta dalla dott.ssa Patrizia Mondin, direttrice Generale di Er-Go dell’Emilia Romagna. Una tavola rotonda ha chiuso i lavori dell’incontro, in cui sono stati messi a confronto le varie esperienze da parte del personale dei vari enti tra cui la stessa Università della Calabria. La giornata Andisu è poi proseguita con la riunione del Comitato Esecutivo nella sala consiglio del rettorato.

Globalmente la giornata ha dato l’opportunità di mettere in vetrina il Campus Universitario di Arcavacata, che fa dei servizi agli studenti una bandiera, testimoniata dal costante primato nelle classifiche Censis, dall’esplicito riconoscimento dei servizi e del diritto allo studio come 4° missione dell’Ateneo e dalla quotidiana dedizione di tutto il personale del Centro Residenziale, che incarna i valori costitutivi e unici dell’Università della Calabria, quale università residenziale, sanciti fin dalla sua legge istitutiva del 12 marzo 1968, n. 442.

Un po’ di storia a ritroso dell’UniCal nel rapporto con l’Andisu

La prima volta che questa Associazione nazionale si ritrovò nel Campus Universitario di Arcavacata fu nel mese di novembre del 2007, per iniziativa del prof. Pietro Brandmayr, delegato del Rettore Giovanni Latorre alla Presidenza del Centro Residenziale dell’UniCal, che in funzione di tale incarico venne eletto e nominato presidente nazionale dell’Andisu, ricoprendo pure le funzioni di vice presidente  EcstA, l’Associazione europea delegata ad occuparsi del diritto allo studio nelle Università Europee.

Il tema di quell’importante incontro, che si svolse in due giorni a livello europeo, 5 e 6 novembre 2007, nel Campus dell’UniCal, riguardò: “Le residenze universitarie in Italia ed in Europa: idee nuove e confronti”. Ad organizzare l’evento fu il Centro Residenziale dell’Università della Calabria. Da precisare che il Convegno, fu preceduto nella giornata del 5 novembre dall’Assemblea generale dell’EcstA, “European Council for Student Affairs”, che si svolse nella sala Antonio Guarasci del Consiglio di Amministrazione dell’Università.

Il convegno si concluse con il Consiglio Nazionale dell’Andisu (6 novembre pomeriggio), a coronamento di un anno molto intenso per l’associazione, impegnata nella stesura e nell’approvazione di una nuova legge in materia di diritto allo studio universitario, essendo la vecchia legge 390/91 ormai superata dai nuovi ordinamenti universitari. L’Andisu riteneva che la figura dello studente universitario era poco valorizzata e riconosciuta nel nostro paese, ed i servizi connessi del tutto insufficienti, per non parlare dello sforzo finanziario ed in materia di edilizia, irrisorio rispetto alle reali esigenze di uno stato competitivo e moderno. 

Non è stato un caso che il convegno si tenne all’Unical, il cui Centro residenziale veniva considerato, almeno in Italia, un modello da imitare per qualità e quantità dei servizi offerti, anche rispetto a regioni come Lombardia e Piemonte, ma molto cammino restava ancora da percorrere affinchè gli studenti si rendessero finalmente protagonisti delle proprie scelte in materia di studio, studenti “cittadini” nel senso auspicato da tempo dall’Andisu.

Poi ci fu la nomina del prof. Luigino Filice, della Facoltà di Ingegneria, che in qualità di Presidente del Centro Residenziale ebbe l’incarico di Presidente nazionale dell’Andisu nel triennio 2018/2021.

Un Convegno Nazionale del Codau

Va inoltre ricordato che nel 1998, il dott. Gaetano Princi, direttore amministrativo dell’UniCal, in funzione anche del suo mandato di Presidente del Codau (Conferenza dei direttori amministrativi delle Università italiane), organizzò nell’aula magna “Beniamino Andreatta” un convegno nazionale di due giorni facendo confluire nel Campus Universitario i direttori amministrativi degli Atenei italiani.

L’esempio dell’Opera Universitaria dell’UniCal 

Ancora prima nella storia dell’Università della Calabria il diritto allo studio per gli studenti è sempre stato al centro della sua programmazione per effetto della sua caratteristica legata alla residenzialità, che nei primi otto anni se ne occupò l’Opera Universitaria, istituita, a norma di legge nel mese di dicembre 1972 dal Rettore prof. Beniamino Andreatta.

Per effetto di ciò nel 1976 il prof. Salvo Andò, non ancora parlamentare, in qualità di Presidente delle Opere Universitarie delle Università italiane, stimolato dal fratello, prof. Sebastiano Andò, docente dell’Università della Calabria nell’ambito della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, volle portare nel 1976  nel piccolo centro residenziale, all’epoca esistente nell’area di Arcavacata con le prime maisonnettes e l’edificio polifunzionale, i vari delegati delle Opere Universitarie degli Atenei italiani per far conoscere la novità del Campus universitario della prima università statale calabrese, ed affrontare in un convegno nazionale le nuove strategie per un diritto allo studio di qualità a sostegno degli studenti universitari italiani. Salvo Andò successivamente divenne un lider del Partito Socialista Italiano e ministro della difesa con il governo del presidente Giulio Amato. Dal 2004 al 2010 è stato anche Rettore dell’Università Kore di Enna. 

A chiusura della giornata nazionale Andisu all’UniCal il prof. Gianpaolo Iazzolino, coordinatore dell’evento e promotore in quanto componente del Comitato direttivo e delegato del Rettore Leone al diritto allo studio, ha tenuto a dire che: «È stato un grande piacere ospitare un evento nazionale Andisu presso il nostro Ateneo, votato per costituzione genetica al diritto allo studio e ai servizi agli studenti. Abbiamo voluto con questa giornata inserirci nel solco della nostra tradizione iniziata con l’Opera universitaria di Beniamino Andreatta e continuata con l’istituzione del Centri Residenziale nel 1978, centro che ancora oggi è particolarmente fiorente e attivo per il bene della nostra comunità». (fb)  

La messa in suffragio di Maria Fida Moro e parlare di Aldo Moro, meritevole di costituirne memoria all’UniCal

di FRANCO BARTUCCIIn tanti hanno voluto esserci a Cosenza, nella chiesa delle Suore Domenicane, alla Messa celebrata da Mons. Giovanni Checchinato, Arcivescovo metropolita della Diocesi di Cosenza/Bisignano, in suffragio di Maria Fida Moro, primogenita dell’ex segretario nazionale della Dc e più volte presidente del Consiglio dei ministri, ucciso dalle Brigate rosse il 9 maggio 1978.  

Durante la sua omelia il Presule ha avuto parole molto significative per l’intera famiglia Moro: «Da ragazzo frequentavo la parrocchia di Fregene (vicino Roma) e l’on. Aldo Moro tutte le domeniche sere partecipava alla celebrazione eucaristica. Lo vedevo che arrivava un po’ prima dell’inizio della Messa e tutto compito si comunicava al corpo e al sangue di Cristo».

Checchinato ha avuto anche un pensiero per Maria Fida: «La tragica morte del Presidente Aldo Moro ha toccato tutta la sua vita e se a volte i suoi interventi sono stati percepiti come “aspri” sicuramente erano dettati da un fondo di verità. Provo un profondo senso di rispetto per questa famiglia che ha vissuto e testimoniato un attaccamento al Vangelo, come lo è stato anche quella del giudice Bachelet».

Al termine della celebrazione ci si è soffermati a riflettere, su sollecitazione dall’editore Demetrio Guzzardi, responsabile del Centro studi calabrese “Cattolici Socialità Politica”, a riflettere sulla figura di Fida e del padre Aldo Moro, ricordando il profondo legame che aveva con la città di Cosenza. La mamma dello statista, Fida Stanchi era una cosentina: nata a Cosenza, il 14 luglio 1879, dove aveva conseguito il diploma di insegnante e iniziato la sua attività scolastica, partecipando attivamente alla vita culturale cittadina (collaborò con il settimanale “Cronaca di Calabria” e nel 1911 divenne socia dell’Accademia cosentina). 

Nel 1909, durante un incontro sulle tematiche scolastiche conobbe l’ispettore Renato Moro, che svolgeva la sua missione a Castrovillari; qualche anno dopo (7 febbraio 1914) si sposarono a Cosenza e si trasferirono in Puglia. Fida accompagnò il marito Renato nelle varie sedi dove fu distaccato e successivamente lasciò il suo lavoro di insegnante per curare i 5 figli: Alberto, Aldo, Alfredo Carlo, Salvatore e Maria Rosaria. Fida Stinchi, concluse la sua esistenza a soli 59 anni a Bari (15 febbraio 1938); il figlio Aldo, consegue la laurea il 13 novembre 1938, con una tesi dedicata alla madre che, successivamente verrà pubblicata. La città di Cosenza a Fida Stinchi ha dedicato l’Istituto Magistrale.

Una circostanza quest’incontro con l’Arcivescovo Checchinato che ha consentito all’editore Demetrio Guzzardi, oltre che a fare un accurato ricordo sulla famiglia Moro, di riflettere sull’ opportunità di intitolare, come è stato riportato in un servizio recente del quotidiano online Calabria.live alla figura del Presidente Aldo Moro, firmatario della legge istitutiva dell’Università della Calabria, nel cinquantesimo della nascita della stessa Università, un tratto di strada che da Via Savinio porta al centro congressi “Beniamino Andreatta”, consulente economico del presidente Aldo Moro, oltre ad essere stato più volte ministro del Paese Italia. 

Una proposta condivisa che ha maturato l’intenzione di costituire un Comitato di sostegno per un intervento appropriato, sia sull’Università che sul Comune di Rende, affinché si realizzi tale disegno in modo da consegnare alle nuove generazioni un pezzo di memoria sulla nascita dell’Università della Calabria, a cui hanno partecipato vari politici cosentini, a cominciare dal Ministro Riccardo Misasi, che ha firmato gli atti del Ministero della Pubblica Istruzione di nomina e composizione del Comitato Tecnico Amministrativo e dei Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà previste dalla legge istitutiva 12 marzo 1968 n° 442; nonché firmatario, d’Ordine del Presidente della Repubblica, in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione, del DPR n°1329 del 1° dicembre 1971 che dava alla costituenda Università degli Studi della Calabria il suo primo Statuto, riconosciuto all’epoca come la sua “Carta Costituzionale”. (fb)

Tutto pronto all’UniCal per la nuova stagione di cultura teatrale e cinematografica

di FRANCO BARTUCCI L’Università della Calabria si prepara ad offrire alla comunità universitaria e al pubblico cosentino e non solo una stagione culturale di assoluto prestigio, con un ricchissimo programma di spettacoli dal grande respiro artistico che avrà la durata dell’intero anno. 

Il cartellone Meridiano Sud, così stato battezzato andrà in scena al Teatro Auditorium dell’Unical, predisposto dal Comitato tecnico scientifico, presieduto dal prof. Francesco Raniolo, e dal responsabile artistico organizzativo Fabio Vincenzi. Fanno parte, inoltre, del Comitato i professori: Bruno Roberti, Roberto Gaudio e Daniele Vianello. Si tratta di 20 spettacoli che spaziano dalla prosa alla musica classica fino al grande jazz, e di una rassegna cinematografica con omaggi a Fellini, De Filippo, Garrone, ma anche con la proiezione di film che hanno preconizzato l’avvenire del cinema, immaginando già quelli che sono gli scenari dell’intelligenza artificiale.

Una stagione che il Rettore, Nicola Leone, ha inteso presentare in una conferenza stampa, che ha registrato pure la presenza della Pro Rettrice, con delega al Centro Residenziale, prof.ssa Patrizia Piro, la quale, come ha evidenziato lo stesso Rettore, il Centro Residenziale è già al lavoro per predisporre il suo manifesto Festa UniCal 2024.

Il rettore Nicola Leone, circondato dal Comitato Tecnico, con la moderazione di Fabio Vincenzi, in conferenza stampa, ha sottolineato come la stagione, nata per la  comunità accademica, sia stata pensata per offrire spettacoli di pregio a tutto il pubblico del territorio. 

«Invitiamo tutti a scoprire o riscoprire i nostri spazi culturali – ha dichiarato Leone – dei quali il bellissimo teatro Tau rappresenta la punta di diamante. Abbiamo deciso di investire molto in questo settore, poiché siamo consapevoli dell’importanza della cultura come strumento di crescita personale e di arricchimento sociale, che è poi lo spirito con cui è nato e continua ad essere animato il nostro Campus. Uno spazio che va oltre la didattica e la ricerca accademica, ma è anche un luogo di incontro, intrattenimento, confronto e scoperta. Ogni spettacolo offrirà uno sguardo privilegiato sui temi del nostro tempo, permettendoci di riflettere ed emozionarci». 

Ma poi ha detto altre cose molto importanti che vogliamo riportare in questo servizio in quanto, inconsapevolmente forse, ci riportano alle radici istitutive dell’UniCal, quando il Rettore Andreatta in persona vedeva nei teatri e sale cinematografiche, come nello sport, le fonti del successo della stessa Università e del rapporto con il territorio.

Il pensiero completo del Rettore Nicola Leone

«È per me un onore promuovere – ha detto e riportato nella sua dichiarazione ufficiale consegnata agli organi d’informazione –  il rilancio delle attività culturali all’interno del nostro Campus, presentando un’offerta culturale che si preannuncia di assoluto prestigio. Il cartellone 2024 dell’Unical, infatti, sarà particolarmente ricco e affronterà diverse tematiche di rilevanza sociale, tra cui l’identità individuale e il ruolo all’interno della società, le aspirazioni e i sogni, affidandosi alla ricchezza di linguaggio e di espressione di artisti provenienti da contesti molto diversi». 

«Desidero sottolineare che questa stagione nasce principalmente per gli studenti – ha detto ancora il Rettore – creando un ponte tra l’ambiente accademico e il mondo del teatro ma è aperta a tutti gli appassionati di prosa, musica e cinema. Molti degli artisti che si esibiranno sul palco del Tau terranno, inoltre, delle masterclass il giorno prima degli spettacoli, un’opportunità unica di incontrare e colloquiare direttamente con i migliori professionisti del settore. D’altronde è una delle missioni principali della nostra università quella di determinare un impatto culturale sulla società, aprendosi al territorio non solo per ciò che concerne le attività scientifiche o tecnologiche, ma soprattutto per quelle educative».

«In questa accezione, i teatri ed i cinema – ha proseguito – rappresentano la porta d’ingresso del Campus nel panorama del contesto urbano e territoriale. Ecco perché abbiamo deciso di investire molto in questo settore, consapevoli dell’importanza della cultura come strumento di crescita personale e di arricchimento sociale, che è poi lo spirito con cui è nato e continua ad essere animato il nostro Campus. Uno spazio che va oltre la didattica e la ricerca accademica, ma è anche un luogo di incontro, intrattenimento, confronto e scoperta.  Invito, quindi, calorosamente tutti a scoprire o riscoprire i nostri spazi culturali, di cui il bellissimo teatro Tau rappresenta la punta di diamante. In questo luogo magico, abbiamo preparato una serie di titoli in cartellone, proposti da importanti compagnie e interpreti del teatro italiano, ma anche tanta ottima musica, dalla classica al jazz, e una ricca rassegna cinematografica». 

«Ogni spettacolo offrirà uno sguardo privilegiato sui temi del nostro tempo – ha concluso – permettendoci di riflettere, emozionarci e crescere insieme.  Ringrazio, pertanto, il Comitato tecnico-scientifico e tutto lo staff dell’Unical che hanno curato attentamente questa stagione, sapientemente modulata per soddisfare pubblici eterogenei, dai cultori del teatro classico agli appassionati di nuove forme espressive». 

Ad integrazione delle parole e pensieri espressi dal Rettore sopra riportati è il caso di dire e sottolineare una dichiarazione importante rilasciata dal prof. Daniele Vianello nell’ambito della conferenza stampa a proposito del patrimonio strutturale della nostra Università. «Sono stato in giro per le Università italiane e nessuna di queste ha spazi teatrali, anfiteatri e sale cinematografiche come l’Università della Calabria. Un patrimonio da tutelare e valorizzare in ogni direzione per renderla sempre più attraente ed aperta al territorio».

Va detto che l’Unical ospiterà  nella rassegna alcune tra le più importanti personalità della scena nazionale e internazionale, tra le quali Eugenio Barba e l’Odin, Alessio Bergamo, Mimmo Borrelli e Roberto Saviano, Elena Bucci e Marco Sgrosso, Ascanio Celestini, Emma Dante, Davide Enia, Lino Musella, Saverio La Ruina, Toni Servillo. Molti degli artisti che si esibiranno sul palco del Tau, su richiesta dell’ateneo, hanno dato la disponibilità a tenere delle masterclass, aperte agli studenti e agli appassionati, il giorno prima della rappresentazione. (fb)