Università Mediterranea: ricco piano formativo per attrarre studenti da tutto il mondo

di SANTO STRATI – La nuova offerta formativa dell’Università Mediterranea, presentata ieri a Reggio, rivela la forte vitalità dell’Ateneo e l’esigenza di marcare un’identità ben definita nell’ambito del Mezzogiorno.
Anzi, il respiro non vuol essere “meridionale”, bensì mediterraneo al fine di mettere al servizio di tutti i Paesi che vi si affacciano un programma di formazione e alta formazione di cui si sente particolarmente bisogno, in vista di una sempre più integrata area dello Stretto.

C’è una vocazione naturale al successo per l’Università Mediterranea, sostenuta da una posizione strategica (nel centro del Mediterraneo) e collocata in un’area a forte destinazione di crescita e sviluppo, tra il Porto di Gioia Tauro e il futuro Ponte sullo Stretto. Occorre dunque seguire l’onda, incrementare le iscrizioni, attrarre un sempre maggior numero di studenti “fuori sede” anche stranieri che possano trovare l’humus ideale non solo per la formazione, ma anche scoprire un luogo di socialità e benessere, da far invidia a molte altre sedi universitarie.

Il problema è come attrarre nuovi studenti, anche fuori del territorio della città Metropolitana e della Regione, ma pure dall’estero: la risposta è facendo conoscere non soltanto la qualità della formazione e dell’alta formazione che è possibile ricevere ma aiutando a individuare le opportunità socio-culturali del territorio e le sue indubbie prospettive di sviluppo. Un’idea da non sottovalutare è quella di creare un contatto stabile con le comunità calabresi sparse in tutto il mondo: un’inversione di tendenza, una migrazione a rovescio, con i figli di calabresi ormai residenti da decenni negli States, in Argentina, e un po’ in tutto il mondo, dove le terze e quarte generazioni, in età da College, possano valutare di fare l’Università nella terra dei padri. E magari, poi, rimanere con iniziative professionali, imprenditoriali, di ricerca, sostenute da capitali di famiglia. Sarebbe un obiettivo e un traguardo formidabile, a doppia valenza: il ritorno dei (figli di) calabresi e la loro probabile futura “restanza”.

In termini qualitativi non ci sono perplessità di alcun genere: l’Università Mediterranea ha mostrato negli anni passati di saper sfiorare l’eccellenza non solo con i suoi percorsi curriculari e i corsi di Laurea, ma anche per l’attenzione che riserva agli studenti. Senza contare alle iniziative di formazione destinate ai profughi e riservate al Polo carcerario, per offrirte opportunità di rinascita non solo culturale. Questo significa avere a cuore il territorio e la sua gente, ma anche aiutare chi ha bisogno di immaginare un futuro diverso, come chi fugge dalla guerra e sbarca nelle nostre coste o chi è, per varie ragioni, richiuso a scontare pene detentive e vuole studiare.

Con la guida di Giuseppe Zimbalatti, Rettore ormai da alcuni anni, l’Ateneo ha operato scelte importanti nel campo dell’orientamento e delle scelte universitarie, con iniziative rivolte alle scuole cittadine e il coinvolgimento di altri Atenei per corsi condivisi. La popolazione universitaria – lo hanno ben capito a Reggio, ma anche alla Magna Graecia di Catanzaro e all’Unical – è una risorsa e una ricchezza degli Atenei, ma gli studenti vanno seguiti e assistiti adeguatamente.

Occorre poter offrire e garantire quanto  necessario per studiare e vivere agevolmente il percorso universitario, ma soprattutto pensare a un coinvolgimento continuo dei ragazzi con il territorio per scoprire cultura, divertimento e stimoli di crescita. Alla Mediterranea funziona così. (s)

L’Università di Reggio, Salerno e Milano insieme per conoscere e valorizzare la biodiversità della Calabria

Conoscere e valorizzare la biodiversità della Calabria. È questo l’obiettivo della “spedizione” di studio, ricerca e formazione che vede insieme l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, di Salerno e di Milano Bicocca.

Oltre ai dottoranti, assegnisti di ricerca e ricercatori, alla missione che si è dispiegata tra la Riserva delle Valli Cupe, l’area dei monoliti in Aspromonte e la Riserva del Marchesale nel Parco delle Serre, hanno partecipato trentuno giovani studenti dei corsi di laurea in scienze biologiche dell’Università della Bicocca.

Il Mediterraneo, infatti, è un hotspot di biodiversità e risorsa fondamentale per implementare la sostenibilità dei processi produttivi soprattutto quelli legati al settore biomedico, agricolo ed alimentare.

«Nelle aree oggetto di studio sono state osservate specie vegetali  e animali di grandissimo interesse e dinamiche ecosistemiche peculiari che solo in questi contesti incontaminati si possono osservare», ha dichiarato il prof. Massimo Labra, coordinatore della spedizione per Unimib e direttore scientifico del National Biodiversity Future Center.
Il prof. Luca Rastrelli, dell’Università di Salerno, coinvolto anch’egli nel National Biodiversity Future Center, ha messo in evidenza come le specie mediterranee osservate offrono un mondo fatto di fitocomplessi e fitocomposti con straordinarie proprietà di interesse biologico.
L«e conoscenze acquisite, non solo sono strategiche nell’ottica di una valorizzazione dell’immenso patrimonio di biodiversità di questo paese, a sostegno di una umanità che necessita di un riallineamento con la natura per il suo stesso benessere psico-fisico, ma possono essere alla base di una vera transizione ecologica urbana, in quanto nel contesto cittadino è sempre più importante scegliere di impiantare specie vegetali che non solo riescono a tollerare l’evidente cambiamento climatico che porta caldo e siccità, ma anche bellezza», ha chiosato Andrea Galimberti del progetto Pnrr Musa,(Ecosistema dell’Innovazione di Milano).
Alla spedizione, per UniRC, ha partecipato la prof.ssa Mariateresa Russo, spoke leader del progetto Pnrr Tech4you (Ecosistema  dell’Innovazione della Calabria e Basilicata) e del National Research Centre for Agricultural Technologies– Agritech, alla quale, con la dott.ssa Sonia Carabetta ed un gruppo tra dottorandi e assegnisti Pnrr, in stretta collaborazione con il prof. Luca Campone di Unimib, è affidata la caratterizzazione chimica dei materiali vegetali prelevati nei vari siti.
La professoressa Russo ha voluto rimarcare come questa prima esperienza abbia dimostrato che è concretamente possibile strutturare delle solide collaborazioni tra gli ecosistemi dell’innovazione nord e sud come Musa e Tech4You e tra questi ed i Centri Nazionali creati grazie al Pnrr.
«L’auspicata formalizzazione di specifici accordi tra le Università coinvolte è in linea ed arricchisce – ha dichiarato il prof. Giuseppe Zimbalatti, Rettore dell’Università Mediterranea – gli obiettivi di politica della ricerca nazionale ed è in forte continuità con la prima esperienza di condivisione tra università del nord e sud del Paese che si è concretizzato nel progetto pilota sviluppato dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria e Università di Bergamo e che ha portato al programma dell’Erasmus italiano».
Il Rettore Giuseppe Zimbalatti e la Prorettrice Russo hanno espresso un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno favorito il successo della spedizione ed in particolare al Gen. Raffaele Manicone, Comandante del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, al Col. Luca Toti, Comandante provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia, al Col. Rocco Pelle del  Reparto Carabinieri Biodiversità di Mongiana e all’Appuntato scelto Q.S. Luigi Cavallaro nonché al dott. Carmine Lupia e le guide Ufficiali del Parco Nazionale di Aspromonte in particolare Demi D’Arrigo.
«L’approccio collaborativo latu sensu, è fondamentale – ha concluso Russo – in quanto consente lo scambio di conoscenze, esperienze, competenze ed è la strada maestra per  favorire la crescita  armonica dell’intero paese e garantire il futuro dei nostri giovani». (rrc)

 

REGGIO – Venerdì alla Mediterranea il seminario sulle acque reflue urbane

Venerdì 31 maggio, all’Università Mediterranea, alle 9, nell’Aula Magna dei Dipartimenti di Ingegneria, si terrà il seminario Problematiche aperte e nuove frontiere per il trattamento delle acque reflue urbane.

L’evento è stato organizzato all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Reggio Calabria e dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Energia, dell’Ambiente e dei Materiali|Laboratorio di Ingegneria sanitaria e tecnologie per la transizione ecologica e mira a fornire un panorama sulle problematiche aperte (in particolare sul cronico deficit tecnico-organizzativo della depurazione in Calabria) e sulle nuove frontiere per il trattamento delle acque reflue urbane.

In particolare nell’ambito della depurazione delle acque reflue urbane, oltre a consentire lo scarico a norma di legge è necessario implementare processi che permettano di recuperare sostanze chimiche, biocarburanti, fertilizzanti e acque da riutilizzare nei settori agricolo e industriale.

L’evento è rivolto ai professionisti del settore, ai tecnici degli Uffici tecnici della Regione e degli Enti locali, agli Ufficiali di Polizia Giudiziaria che si occupano di prevenzione e repressione dei reati ambientali, agli studenti ed a tutti i cittadini interessati. (rrc)

L’Università Mediterranea di Reggio premiata a Forum PA 2024

È con il progetto 4Smart che l’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha vinto l’evento nazionale Forum Pa 2024 del premio “PA a colori” 2024 nella categoria PA sostenibile.

l progetto, realizzata da una partnership composta dall’Università degli Studi di Torino, l’Università Sapienza di Roma, l’Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e Università del Piemonte Orientale e Consorzio Interuniversitario sulla Formazione Co.In.Fo, risponde alla crescente necessità degli Atenei di adottare soluzioni sostenibili e tecnologicamente avanzate per migliorare il benessere, l’efficienza e l’innovazione all’interno degli ambienti universitari.

Il progetto si focalizza sull’analisi di dati sul comfort ambientale (temperatura, inquinamento acustico, smog ecc.) all’interno di spazi degli Atenei, attraverso un «ecosistema sperimentale» di misure derivate da sensori, che sfruttano le potenzialità dell’IoT e Cloud. I dati raccolti sono stati in seguito elaborati, condivisi e confrontati con gli Atenei coinvolti.
Il progetto ha coinvolto a vario titolo il personale dell’Ateneo reggino, sulle tematiche della gestione dei consumi energetici, degli spazi, della didattica e dei sistemi informativi. In particolare, nell’ambito di un articolato percorso di formazione, è stata effettuata l’installazione di sensori ambientali in alcune aule dell’Ateneo ritenute significative ai fini dell’analisi. È stato effettuato il monitoraggio dei parametri ambientali (temperatura, qualità dell’aria, ecc.) per un arco temporale di un anno, consentendo di ricavare utili informazioni volte al miglioramento della qualità della vita della popolazione studentesca nell’ambito delle proprie attività didattiche. (rcz)

Alla Mediterranea il Simposio “Network, Markets & People”

Prende il via domani, all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il Simposio Nmp (Networks, Markets & People), che vede coinvolti oltre mille studiosi, molti dei quali in arrivo da 20 Paesi, oltre 350 articoli presentati, 45 sessioni scientifico e 12 eventi speciali.

Un evento, quello del Simposio Nmp, che vuole promuovere il dibattito interdisciplinare e accompagnare il trasferimento al territorio dei risultati della ricerca.

L’Ateneo reggino, dunque, rivendica una centralità sullo scacchiere universitario euromediterraneo che guardi non più verso un Nord mitteleuropeo spesso mitizzato (e non sempre a proposito), ma piuttosto a inedite sinergie tra Est e Ovest d’Europa che risultino incardinate sulla ricerca e l’approfondimento.

«L’Università “Mediterranea”, attraverso Nmp, continua a offrire il proprio significativo contributo al dibattito scientifico nazionale – ha rilevato il Rettore, Giuseppe Zimbalatti – e riafferma la propria centralità nel dialogo tra i Paesi del Mediterraneo».

E Francesco Calabrò, direttore scientifico del Simposio Nmp, rimarca quanto sia stata certosina l’opera di preparazione della “tre giorni” di studi e confronto in riva allo Stretto.

«Le trasformazioni urbane, lo sviluppo delle aree interne, la valorizzazione del patrimonio culturale, la transizione ecologica e digitale saranno un po’ il cuore della nostra ‘tre giorni’ di studi – ha dichiarato il docente di Estimo del Dipartimento Diceam (Ingegneria civile, energia, ambiente e materiali) dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria –. Alla promozione nuove generazioni sarà dedicato il conferimento di due premi: l’ “Edoardo Mollica” destinato a giovani ricercatori e il “Valeria Morabito”, riconoscimento per giovani ancora in formazione. La cerimonia d’apertura, col tributo a Roberto Camagni portato dal panel internazionale di keynote speakers, traccerà gli orizzonti della ricerca in questi settori».

Nell’intensa sequenza di sessioni di lavoro, tre i momenti-chiave

Intanto il Tavolo nazionale del Turismo culturale promosso da Icomos Italia e Icomos internazionale, tra promozione dei territori turisticamente periferici e il sovraffollamento turistico dei luoghi più visitati. Un secondo “zenit” riguarderà il progetto d’Itinerario culturale del Consiglio d’Europa sul Paesaggio culturale bizantino nelle aree interne del Mediterraneo. E non mancherà un approccio scientifico agli effetti generati dalla realizzazione del Ponte sullo Stretto: focus promosso dal Diceam sulle ricadute del collegamento sul mercato immobiliare di Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria. (rrc)

Al prof. Federico Butera il dottorato di ricerca honoris causa in Architettura della Mediterranea

Nei giorni scorsi, nell’Aula Quistelli dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il Rettore, Giuseppe Zimbalatti, ha conferito il dottorato di Ricerca Honoris Causa in Architettura al professore Federico Butera per la sua 1attività di ricerca, di divulgazione scientifica e progettazione nel settore dell’uso razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili nell’ambiente costruito».

L’evento, promosso dai Dipartimenti Pau e d’ArTe della Mediterranea, segna il riconoscimento all’attività di ricerca del prof. Butera, per i suoi molti interventi energeticamente sostenibili nel campo della progettazione edilizia e urbana, anche nei paesi in via di sviluppo.
Nella Lectio Magistralis, Butera ha mostrato quanto l’efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia può indirizzare la nostra società verso un cammino sostenibile, ricco di interconnessioni tra le parti di quel sistema meravigliosamente complesso che è il nostro pianeta.
È autore di circa 250 articoli scientifici, di 15 fra libri e manuali e di numerosi articoli, per una divulgazione scientifica che ha accompagnato la formazione di almeno tre generazioni di studenti. (rrc)

Alla Mediterranea un corso di formazione informatica per i medici con applicazioni di IA

L’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Reggio Calabria, assieme all’Università Mediterranea di RC, ha organizzato un Corso di Educazione Continua in Medicina sul tema Corso Office di formazione informatica per medici chirurghi ed odontoiatri con applicazioni di intelligenza artificiale.

Un corso resosi necessario in quanto le competenze digitali e, in generale, l’innovazione tecnologica, rappresenteranno, entro i prossimi due decenni, il novanta per cento di tutti i posti di lavoro afferenti al Sistema Sanitario Nazionale. Genomica, Medicina digitale, Intelligenza artificiale e Robotica cambieranno i ruoli e le funzioni del personale clinico di tutte le professioni nel prossimo futuro e garantiranno un approccio olistico e personalizzato alla salute.

«L’avvento dell’intelligenza artificiale in campo medico – ha sottolineato il presidente dell’Ordine, dottore Pasquale Venezianoè una di quelle cose che potrebbero modificare in maniera davvero efficace il sistema di assistenza ai pazienti, sia riguardo le branche chirurgiche, in particolare la Robotica, che per la Medicina generale. E’ chiaro che la stessa deve essere adeguatamente gestita anche perché solo tra qualche anno si potrà avere la certezza dei suoi benefici in campo medico».

«A dimostrazione – ha continuato il presidente – che è importante, per tutti coloro che conseguono una laurea in Medicina, un costante aggiornamento perché vi è una continua evoluzione sia in campo diagnostico che terapeutico, per cui ciò che oggi risulta una certezza, domani potrebbe non esserlo. Per questo motivo abbiamo pensato di organizzare questo Corso che serve a dare le prime nozioni sull’applicazione di AI in campo medico, cosa che in questo momento è all’attenzione di tutti per le sue future prospettive». 

«Tenteremo non soltanto di dare ai medici che frequentano il Corso una formazione di base riguardo l’informatica – ha spiegato l’ingegnere in Telecomunicazioni, Orientamento informatico, abilitato alla professione, Maurizio Campoloma avremo anche l’occasione di far vivere ai corsisti due fasi: la prima riguarda la comprensione dell’intelligenza artificiale e poi, come ultima data riguardo il corso di Ecm, avremo la possibilità di vedere il parco olografico, proprio perché presente all’interno della Università. Si tratta per i medici di una ottima occasione per conoscere una nuova realtà che, peraltro, già si applica in alcuni settori della medicina, come la chirurgia».

«Nel dettaglio, i corsisti Ecm avranno, quindi – ha spiegato ancora – la possibilità di presenziare ad una demo del Parco Olografico, sistema progettato, realizzato e gestito dal Laboratorio ICare di Ingegneria. La piattaforma sarà presentata durante l’ultimo giorno di corso dal direttore del Laboratorio, professore Giuseppe Araniti, insieme al team di ricerca».  

Per il dottore Antonino Zema, coordinatore della Commissione Formazione ed aggiornamento dello stesso Ordine, «il tempo va avanti così velocemente che non ci rende conto di come si sia arrivati in un’altra epoca ed io mi sento testimone di questo cambiamento epocale. Abbiamo cominciato con le angiografie senza immagini, o quasi, ed i nostri tecnici facevano gli esami indossando guanti di piombo. Nessuno avrebbe immaginato che dopo poco tempo sarebbero stati usati, in maniera routinaria, gli esami per immagini che hanno rivoluzionato la Medicina».

«E poi la telemedicina – ha aggiunto il dottore Zemaper la quale noi neurochirurghi abbiamo attinto a piene mani, la Tac a distanza, operata dai tecnici e collegata al Centro dove i medici in tempo reale guardano e studiano il risultato dell’esame. Per non parlare della robotica, arrivata da pochissimo tempo, fino a sfociare all’intelligenza artificiale per la quale occorre stare molto attenti per un uso corretto, e non distorta, di questa nuova incredibile scoperta».

«Le lezioni del Corso rappresentano, quindi – ha concluso Zema – un insieme di cose che ci porteranno a gestire al meglio la Medicina e quindi la Sanità in generale. Resta il fatto che curare il paziente, ancor prima dell’informatica, resta la base di tutto»

«Abbiamo iniziato questo Corso dando ai medici delle nozioni di informatica mirate alla loro professione – ha detto infine Gianni Posillipo, responsabile delle aule informatiche dell’Università Mediterranea – e il test preliminare di oggi è servito per capire il loro grado di preparazione in modo tale da adattare il Corso a quelle che sono le proprie esigenze». (rrc) 

Alla Mediterranea di Reggio il forum “Il Ponte del Mediterraneo” del Rotary

Domani, nell’Aula Quistelli dell’Università Mediterranea di Reggio, dalle 9, si terrà il Forum Il Ponte del Mediterraneo, organizzato dal Rotary, con la presenza del Presidente della Società Stretto di Messina Giuseppe Recchi, di Pietro Ciucci Amministratore delegato della Società Stretto di Messina e del consigliere del CdA Giacomo Saccomanno.

Al forum parteciperanno, tra gli altri, Giuseppe Zimbalatti, rettore della Mediterranea, Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, Giusy Caminiti, sindaco di Villa San Giovanni, Federico Basile, sindaco di Messina, Renato Schifani, presidente della Regione siciliana, Roberto Occhiuto, Governatore della Calabria, Ilario Tassone Presidente dell’Ordine degli Architetti di Reggio e Francesco Foti Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Reggio.

Quest’incontro rappresenta un’opportunità significativa per discutere e promuovere progetti cruciali per il futuro della Calabria e dell’intero Mediterraneo, enfatizzando l’importanza della cooperazione e della legalità nel portare avanti iniziative di sviluppo infrastrutturale.

Aprono i lavori il Governatore del Distretto Rotary 2102, Francesco Petrolo, e Goffredo Vaccaro del Distretto 2110. Dopo il benvenuto di Maria Giovanna Irene Fusca, Prefetto del Distretto Rotary 2102,  saluti istituzionali dei presidenti Rotary Vincenzo Nociti (RC), Domenico Chindemi (RC Nord), Enrico Paratore (RC Parallelo 38), e Cosimo Sframeli (RC Est).

La prima sessione, prevista per le 10, sul Progetto Definitivo Ponte sullo Stretto, moderata da Alberto Porcelli e Giovanni Mollica vedrà gli interventi del Presidente Recchi, del prof. Ciucci e dell’ing. Achille Devitofranceschi, responsabile della macrostruttura del progetto del ponte.

La seconda sessione, in programma alle 10.40, si concentrerà sui Programmi di Sviluppo Rete e Portualità, e sarà moderata da Giovanni Leonardi direttore Dipartimento di Ingegneria, con l’interventi di Dario Lobosco, Presidente RFI, Francesca Moraci, Irene Gionfredda, Luca Bernardini.

Alle 11.40 avrà inizio la terza sessione dedicata alla Legalità. Moderata dal giornalista  Piero Gaeta, vedrà di interventi del gen. Emilio Errigo (commissario SIN Crotone-Cerchiara e Cassano) le sottosegretarie Wanda Ferro e Matilde Siracusano  e il Presidente della Gazzetta del Sud Lino Morgante.

La quarta e ultima sessione, alle 12.20, si occuperà di Sviluppo del Mediterraneo, con una tavola rotonda moderata da Alfredo Focà e Alfio Costa. Partecipano il vescovo Antonio Staglianò e i proff. Agostino Nuzzolo e Angela Marcianò.

Il forum si chiuderà alle 13.00 con l’intervento del viceministro Edoardo Rixi e conclusioni sono affidate ai Governatori 2102 e 21010 Francesco Petrolo e Goffredo Vaccaro. (rrc)

Alla Mediterranea di Reggio l’iniziativa “Il protocollo Liberi di Scegliere”

Domani mattina, a Reggio, alle 10, nell’Aula Magna Quistelli dell’Università Mediterranea, si terrà l’iniziativa Il protocollo Liberi di Scegliere e l’entropatia dei nuovi orizzonti di possibilità, organizzato da Libera Calabria in collaborazioje con il Dipartimento Digies della Mediterranea.

L’evento è stato organizzato dopo il rinnovo del protocollo Liberi di scegliere, il progetto, nato negli scorsi anni su impulso del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria, che ha l’obiettivo di offrire nuove occasioni di vita a tutti quei minori, e alle loro madri, provenienti da contesti malavitosi sottraendoli da un destino all’apparenza segnato. Il rinnovo del protocollo ha previsto il coinvolgimento di nuovi uffici giudiziari, oltre Reggio Calabria e Catania si sono aggiunti Napoli e Palermo, e nuove associazioni che saranno coordinate da Libera.

L’incontro, le cui conclusioni sono affidate a Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, vuole rappresentare un’occasione importante di confronto, tra gli attori principali chiamati ad attuare il protocollo, sulla progettualità dell’azione di quello che è divenuto uno strumento potente di contrasto alle mafie e alla cultura mafiosa. (rrc)

Camera di Commercio, Mediterranea e agricoltori uniti per il riconoscimento Dop del Bergamotto di RC

Al Bergamotto di Reggio Calabria sia riconosciuto il marchio Dop. È la ferma presa di posizione del presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana, del Rettore dell’Università Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti e delle Confederazioni agricole Borruto (Cia), Basile (Coldiretti), Canale (Confagricoltura) e Lentini (Copagri) espressa nel corso di un recente incontro.

La ragione di tale posizione, espressa dai componenti del tavolo per il riconoscimento del marchio Dop per il frutto fresco del bergamotto già dal lontano 2019, è semplice: il riconoscimento della Dop è l’unico in grado di garantire la massima tutela dell’agrume nella sua globalità al fine di valorizzarne tutti i derivati, legando indissolubilmente il prodotto al proprio territorio in tutte le fasi della produzione; nonché il solo in grado di agevolare la nascita di una filiera produttiva d’eccellenza.

La normativa vigente della Dop stabilisce che debba essere comprovato non solo un legame tra storia, tradizione, “reputazione” o caratteristiche del prodotto e l’origine geografica, bensì che debba sussistere un legame tra la qualità, le caratteristiche del prodotto e lo stesso ambiente geografico di produzione.

Un legame, quest’ultimo, non sempre presente e dimostrabile nei prodotti tutelati, soprattutto nei prodotti agricoli, ma che nel caso del bergamotto è accertabile in quanto le caratteristiche qualitative richieste dal disciplinare sono legate proprio all’areale di produzione, come provato negli anni dai numerosi studi condotti anche dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria che ha condiviso il percorso di tutela attraverso il riconoscimento Dop.  

In altre parole, sarebbe limitativo puntare ad un riconoscimento basato solo un elemento, ad esempio di notorietà, e non ambire invece alla maggior tutela della Dop, trattandosi di un prodotto dalle peculiarità uniche, anche rispetto ad altre produzioni analoghe.

Il “Bergamotto di Reggio Calabria”, le cui qualità aromatizzanti costituiscono l’elemento identitario, qualificante e caratterizzante dell’agrume reggino, è già meritatamente protagonista nei mercati nazionali e internazionali. Oggi è dovere delle Istituzioni e delle Associazioni di categoria (ovvero gli organismi deputati a rappresentare i produttori) credere fermamente che le caratteristiche di unicità ed inimitabilità dell’olio essenziale debbano essere riconosciute anche al frutto. 

Tale risultato, se raggiunto, produrrà un enorme vantaggio competitivo per l’intera filiera anche in termini di crescita delle quote di mercato, considerato che tutte le fasi produttive dovranno svolgersi nella zona geografica di riferimento della produzione. 

L’iter di estensione anche al frutto della Dop esistente è stato seguito dalla Camera di Commercio fin dall’inizio, accompagnando i principali attori, ossia i produttori, per tutte le fasi procedimentali, che come dichiarato recentemente dal Governatore Occhiuto e dall’Assessore regionale Gallo dovrebbe concludersi in sei mesi.

Il mondo agricolo e produttivo, che doverosamente e, soprattutto, orgogliosamente rappresentiamo, potrà contare sul prosieguo del nostro impegno in questo percorso di dignità e sviluppo a favore dell’intera filiera agricola e delle attività di trasformazione. (rrc)