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Catalfamo

Caso Rositani, Catalfamo: un cambiamento culturale per proteggere le donne

«La violenza contro le donne è sempre una sconfitta per la società finché non interviene un reale cambiamento culturale» ha dichiarato l’assessore regionale con delega alle Pari Opportunità, Domenica Catalfamo, dopo aver appreso della condanna a 18 anni di carcere pronunciata dal Gup di Reggio Calabria a carico dell’ex marito di Maria Antonietta Rositani, la donna che il 13 marzo 2019 è sopravvissuta al tentativo, da parte del marito, di darle fuoco a Reggio, e che ha visto il Comune di Reggio Calabria e la Regione Calabria costituirsi parte civile nel processo.

«Oggi – ha dichiarato la Catalfamo – è il momento di stare vicini ad una donna ed una famiglia colpite da così tanta violenza che i tentativi di conforto e di rassicurazioni non saranno mai sufficienti ed adeguati. La terribile vicenda insieme a quelle cui si continua ad assistere attoniti quotidianamente deve costituire un concreto impulso alle azioni che le istituzioni possono mettere in atto».

L’assessore Catalfamo, poi, ha fatto una riflessione su come la risposta giudiziaria, «per quanto arrivi chiara ed incisiva a dare speranza, non può eliminare la sofferenza umana generata e rende anche evidente che tutti i filtri sociali precedenti non hanno funzionato» e ribadisce l’urgenza di «avviare un ampio confronto sui contenuti delle pregresse decisioni regionali con tutti gli attori coinvolti, a partire dai Centri Antiviolenza, in modo da poter favorire sui territori il prezioso ed imprescindibile lavoro di protezione delle vittime, di contrasto e di prevenzione della violenza contro le donne».

«Per indurre un concreto cambiamento culturale – ha aggiunto l’assessore con delega alle Pari Opportunità – sarà importante incentivare l’azione di educazione e prevenzione nelle scuole nonché creare occasioni e luoghi dove una donna può percepire di essere libera di scegliere anche insieme ai propri figli minori, confortata dall’esistenza di un luogo sicuro in cui trovare protezione».

«In definitiva, in linea con le convenzioni internazionali – ha concluso la Catalfamo – sarà necessario perseguire il principio della prevenzione accanto a quello della protezione con approccio integrato, giuridico e sociologico, perché il dolore di Maria Antonietta e quello di tutte le donne vittime di violenza non rimanga più solo oggetto di compassione ed amarezza ma sia impulso ad intervenire, e con la massima attenzione. Alle donne vittime bisogna rispondere che si è ormai compresa l’urgenza di costruire strumenti di vera azione partecipata per non restare assuefatti ad una pietas fine a se stessa». (rrm)