CONCLUSO CON SUCCESSO IL PRIMO FORUM DEL MEZZOGIORNO “ANTONIO SERRA”;
DA COSENZA PARTE UNA NUOVA NARRAZIONE DEL SUD: DA FANALINO DI CODA A RISORSA

DA COSENZA PARTE LA NUOVA NARRAZIONE
DEL SUD: DA FANALINO DI CODA A RISORSA

Di ANTONIETTA MARIA STRATI – Se non cresce il Sud non cresce il Paese. È stato questo il filo conduttore della prima edizione del Forum del Mezzogiorno “Antonio Serra”, svoltosi alla Camera di Commercio di Cosenza.

Una due giorni attraverso cui «abbiamo voluto fornire – ha detto il presidente dell’Ente camerale, Klaus Algieri, in chiusura del Forum – ricchezza di risposte sul Meridione. Siamo riusciti ad alzare l’asticella e ad avere realmente una viosione del futuro. Il numero elevato di presenze è già testimonianza di una reazione da parte del Sud».

«Il forum – ha evidenziato Algieri – parte da Cosenza perché è proprio dal Sud che dobbiamo iniziare a raccontare il Mezzogiorno in modo diverso: da fanalino di cosa a risorsa e opportunità. C’è bisogno di visione condivisa e competenze per superare gli stereotipi».

Tantissimi gli argomenti trattati nel corso del Forum, alla presenza dei protagonisti italiani dell’Economia, del lavoro, della politica e delle più alte istituzioni dello Stato.

Ad aprire il giro dei saluti istituzionali, Mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo metropolita di Cosenza- Bisignano: «Questo forum – ha detto – è una grande possibilità nel farci carico della nostra storia e del nostro territorio. Anche con il riferimento della fede dobbiamo sentirci orgogliosi di opportunità di questo tipo».

A fargli eco il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, sottolineando come «le tematiche affrontate sono di vitale importanza per la nostra città e per provare ad affrontare, con risolutezza, i problemi strutturali del territorio. Sfruttiamo le potenzialità del Sud e il suo esser al centro del Mediterraneo».

Il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, ha ricordato come «il Pnrr è un’opportunità e occasione di sviluppo importante per migliorare il territorio e colmare il divario tra Nord e Sud. Fare rete fra tutti i protagonisti è fondamentale per promuovere politiche di sviluppo di rilievo».

Giampiero Pizziconi, consigliere della corte dei Conti, ha sottolineanto la portata di un Forum così prestigioso, che ha visto la presenza di personalità di rilievo nazionale riunite sotto un minimo comune denominatore: concentrare in maniera sinergica le attenzioni e gli spunti di riflessione su una tematica pregnante per le prospettive di crescita del Sud Italia.

«L’intento è ribadire come il “nuovo” Mezzogiorno possa essere descritto con due parole chiave: riscatto e perseveranza. Concentriamo, in maniera più sinergica, le riflessioni su una questione così pregnante».

La tavola rotonda sul Pnrr si è aperta con le parole di Andrea Prete, presidente di Unioncamere, che ha ribadito come la la transizione digitale e green, attuabile anche grazie alle risorse del Pnrr, potrebbe contribuire a ridurre i divari di competitività rispetto al Centro-Nord.

«Nel Mezzogiorno – ha ricordato Prete –  più alta la percentuale di imprese che si sono già attivate sul Pnrr rispetto a quelle del Centro-Nord, con una probabilità doppia di investire nella transizione digitale e green».

Nel dibattito ha preso la parola Gino Sabatini, vicepresidente di Cna nazionale, che ha sottolineato come «per far crescere le piccole e medie imprese è vitale il supporto dei corpi intermedi. Fare squadra, in questo senso, diventa risorsa essenziale per la comunità».

Giovanni Da Pozzo, vicepresidente di Confcommercio nazionale, ha posto l’accento sull’export eccezionale che il Paese sta registrando nel post pandemia: «si tratta di una capacità che riguarda l’insieme di piccole e medie imprese», mentre nelle parole di Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria, si percepisce la volontà di colmare le distanze tra il Nord e il Sud del Paese, intervenendo primariamente su quelle opere strategiche che rivestono carattere di urgenza.

«L’obiettivo del Pnrr – ha ricordato – è colmare le distanze. È vitale che nell’attuazione del Piano e nell’utilizzo delle risorse vengano individuate con criterio le opere strategiche che rivestono un carattere d’urgenza».

Partendo da una “necessaria ricollocazione della visione del Sud nelle dinamiche di crescita nazionali”, la riflessione del vicepresidente Coldiretti, Gennarino Masiello, si concentra su una visione di rilancio del Mezzogiorno che si colloca a pieno titolo in una prospettiva Euro-Mediterranea. La finalità è realizzare un nuovo modello di crescita del Sud coerente con lo scenario geopolitico attuale.

Per Masiello, infatti, «il ruolo del Sud può e deve essere centrale, non solo per la crescita del Paese, ma per la creazione di una nuova governance mediterranea, dove porre le basi per traiettorie di sviluppo innovative che abbiano al centro i valori del territorio».

«Il Pnrr rappresenta un’opportunità da non perdere a supporto della crescita del Mezzogiorno».
Con queste parole il Segretario Confederale Uil, Ivana Veronese, ha rimarcato l’importanza delle nuove risorse stanziate dal Pnrr, ribandendo la necessità di investire tali fondi non soltanto per un aumento del Pil, ma soprattutto per una crescita dell’occupazione di qualità. Ma, soprattutto, è fondamentale il «monitoraggio sull’assegnazione effettiva al Mezzogiorno».
Sul tema del Pnrr è intervenuto anche Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria, sottolineando la necessità di «fare uno step importante per riuscire a livellare la situazione, soprattutto a livello infrastrutturale, tra la realtà del Nord e quella del Mezzogiorno».
«Il Pnrr è uno strumento fondamentale per creare crescita e occupazione, a partire dal nostro Mezzogiorno. Le previsioni di crescita del nostro Paese sono legate strettamente alla realizzazione dei progetti del Pnrr», ha dichiarato il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga, chiudendo la prima tavola rotonda, conclusasi con la consegna del libro della Camera a tutti i relatori.
Ad aprire la seconda sessione, dedicata al Pnrr, Pnc e le risorse per il Sud: Stato dell’arte e prospettive, è stato il presidente della sezione centrale di Controllo sulla Gestione delle amministrazioni dello Stato, Mauro Orefice.
Secondo Orefice, «aumentare le risorse non equivale ad una aumentata capacità di spesa della pubblica amministrazione: il problema non risiede nella disponibilità ma nella capacità di saperle utilizzare».
Dopo le parole del Presidente Orefice, la giornalista Giancarla Rondinelli ha intervistato il Sottosegretario all’interno Wanda Ferro.
L’intervista tocca molte tematiche: dalle infiltrazioni mafiose all’interno del Pnrr, alle soluzioni adottate dal Governo per arginare tale problematica, alla situazione delle aree Zes in Calabria.
Il focus, successivamente, è stato spostato sui nuovi progetti in tema di Pnrr – tra cui efficientamento energetico e cybersecurity – e sulla necessità di rivedere tale Piano in relazione ai mutamenti dello scenario odierno. Per Ferro «il Pnrr è uno strumento sicuramente da rivedere in relazione alle vicende odierne. In questo senso, c’è bisogno di maggiore assunzione di responsabilità da parte delle forze dell’ordine».
La parola, poi, è passara al segretario generale Anci, Veronica Nicotra, che ha focalizzato il suo intervento sui passi in avanti richiesti alla pubblica amministrazione per allinearsi ai requisiti richiesti dall’Europa: «le misure a sostegno dei Comuni del Mezzogiorno ammontano a 40 miliardi, il 19% del Pnrr. La distribuzione è differenziata: le prime cinque misure hanno riguardato la salute e la transizione digitale».
Da remoto è intervenuto anche il Presidente della Commissione Via-Vas e della Commissione Pnrr – Pniec, Massimiliano Atelli, il quale sposta l’attenzione sulle autorizzazioni ambientali quale precondizione per apertura dei cantieri per la fase esecutiva dei progetti. Proprio la realizzazione di nuove opere ambientali, sfruttando le risorse del Pnrr, si attesta quale obiettivo essenziale nell’ottica di un divario da colmare.
Il ministro Raffaele Fitto, intervenuto in collegamento al Forum “Antonio Serra”, ha testimoniato in maniera diretta la presenza del Governo all’interno delle questioni relative al Mezzogiorno. Intervistato dalla giornalista Rondinelli, il ministro ha ribadito come la percentuale di 40% dei fondi del Pnrr destinati al Mezzogiorno rappresenti un investimento notevole, sottolineando come l’ago della percentuale penda sulla qualità della spesa.
«Nel Mezzogiorno – ha detto Fitto – sappiamo di dover spendere in fretta, ma abbiamo l’obbligo di farlo nel migliore dei modi. I fondi garantiti al Sud saranno del 40%: un tale investimento è prezioso per il Mezzogiorno».
Il ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, nel suo intervento ha focalizzato l’attenzione sul vero snodo del Pnrr, rappresentato «dagli obiettivi concordati con l’Unione Europea. Programmare e definire gli obiettivi: questa è la sfida verso il futuro nei confronti delle giovani generazioni».
Tommaso Miele, presidente della Corte dei Conti, si è concentrato sullo stato di attuazione del Pnrr, le cause dei ritardi emersi, il ruolo della Corte dei conti in relazione ad una corretta gestione delle risorse e la riduzione del divario Nord-Sud. Miele espone dei rimedi per riallinearsi ai tempi previsti dal Pnrr, con un focus specifico all’approvazione del nuovo codice dei contratti al fine della semplificazione e velocizzazione degli appalti.
Per Miele, infatti, «è importante prendere coscienza dello stato di attuazione del Pnrr e delle cause dei ritardi emersi. La Corte dei Conti svolge un ruolo importante nella gestione delle risorse: tutto ciò ha un peso specifico notevole nella riduzione del divario».
La dirigente per l’attuazione del Pnrr della Regione Campania, Roberta Santaniello, si è soffermata sull’abilità delle amministrazioni nell’affrontare momenti di criticità: «dobbiamo essere attenti e vigili a rilevare le criticità che complicano il percorso e porvi rimedio».
Daniela Labonia, dirigente generale presso il Dipartimento per le Politiche di Coesione, ha evidenziato come il ripensamento delle regole di governance per garantire una spesa celere, ma soprattutto di qualità, sia «un passaggio necessario per perdere fondi in prossimità delle scadenze».
La seconda giornata del Forum, poi, è stata interamente dedicata al Sud del Paese. Ad aprire i lavori il segretario generale Erminia Giorno, che ha portato alla luce i numeri relativi alle presenze della prima giornata e dando inoltre lettura del messaggio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, entusiasta per l’organizzazione di un Forum dedicato al Mezzogiorno.
Infine viene menzionata la figura di Antonio Serra, cui il Forum è dedicato, primo economista in Italia e figura fondamentale nel panorama economico del nostro Paese.
Angelo Buscema, giudice della Corte costituzionale, ha aperto i lavori della tavola rotonda, offrendo spunti di riflessione che vertono sulla necessità da parte dei giovani di ottenere un’istruzione il più possibile paritaria, al passo con le esigenze dello scenario odierno. L’aggiornamento delle conoscenze, inoltre, deve essere alla base delle azioni dello Stato.
L’intervento si conclude con un pensiero profondo legato al problema della “fuga di cervelli” che caratterizza il Mezzogiorno: è necessario dare ai giovani la possibilità di esprimere le proprie potenzialità nella terra natia. Ciò è possibile attraverso un rinnovamento che parta proprio dalla Pubblica Amministrazione.
Il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, nonché Presidente Centro Nazionale di Tecnologie per l’Agricoltura (Agritech), dibatte sulle opportunità connesse al momento storico attuale per il Meridione. Ha seguito, poi, un focus su Agritech, il centro che svolge ricerca e promuove lo sviluppo di tecnologie innovative nel settore agricolo per migliorare quantità e qualità delle produzioni, garantendo l’adattamento sostenibile ai cambiamenti climatici anche attraverso la prevenzione, la resistenza e la resilienza rispetto ai rischi.
«Per avere una visione strategica al Sud bisogna portare avanti un gioco di squadra tra le regioni, in particolar modo sui grandi obiettivi come il rinnovamento delle infrastrutture. La prospettiva è divenire risorsa primaria nell’avanzamento del Paese», ha dichiarato Luigi Fiorentino, presidente del Centro Studi Guido Dorso e Capo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria.
Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, nel corso del suo intervento ha fornito svariati spunti di riflessione, mettendo in luce come
l’investimento sul capitale umano rappresenti la chiave di volta per creare occasioni di sviluppo durature anche nel Mezzogiorno.
Il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli ha evidenziato come qualità della spesa e la capacità di cooperazione potrebbe garantire al Sud Italia un vantaggio importante dall’attuazione del Pnrr.
L’intervento del Presidente della Conferenza dei Rettori dell’Università Italiane, Salvatore Cuzzocrea, ha fornito ulteriori punti di vista sull’Università, evidenziando come il sistema universitario «è la nostra ricchezza. Le università, infatti, rappresentano non solo un ascensore sociale molto importante, ma hanno un ruolo pregnante all’interno dei territori».
Delfina Licata, responsabile Studi Emigrazione Fondazione Migrantes, ha evidenziato come «occorre valorizzare il processo migratorio: quando queste competenze verranno riconosciute e saranno consentite pari opportunità, allora sarà possibile porre un freno al continuo flusso migratorio».
Il Componente dei collegi sindacali in rappresentanza Mef, Mauro Zappia, concludendo le riflessioni sul tema dell’immigrazione e del Pnrr, ha dichiarato: «il divario nella produzione del Pil fra il Nord e il Sud del Paese riguarda principalmente il sistema produttivo, il mercato del lavoro, il sistema della formazione, il finanziamento delle imprese e i fattori di contesto».
A chiudere la seconda giornata della prima sessione, la testimonianza dell’imprenditore Antonino De Masi: una storia importante, testimonianza di una Calabria che non si piega ai dettami della malavita e della corruzione.
«Nutro una convinzione: questa terra cambierà non perché arriveranno altri soldi, ma solo quando i calabresi impareranno non solo a esercitare i propri diritti, ma il loro dovere di essere calabresi e cittadini».
Riflessioni sul Pnrr, politiche di sviluppo, autonomie differenziate: tante le tematiche trattate così come numerose le domande poste ai relatori nel corso della sua moderazione ha caratterizzato l’ultima sessione, introdotta dal giornalista de Il Sole24oreGianni Trovati.
«È una fase cruciale per capire quale impatto il Pnrr avrà sulla vita di tutti noi. Sulla revisione del Piano aleggia un’aria preoccupante, i tanti progetti sui singoli territori rischiano di appesantire l’onere e allungare i tempi».
Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha fatto il punto dell’attuazione del Pnrr in Calabria, ribadendo come la qualità della spesa dei fondi sia un fattore fondamentale nella gestione delle risorse: «la soluzione per far crescere il nostro Mezzogiorno è assistere le amministrazioni, migliorare il capitale umano e la gestione delle risorse. Solo così potremmo parlare di sviluppo efficiente».
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha fatto il punto del livello delle prestazioni sanitarie, sottolineando come «l’attuazione di maggiori autonomie in sanità rischia di legittimare, normativamente, il divario tra Nord e Sud, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute».
l Presidente Sezioni Riunite Corte dei conti, Carlo Chiappinelli, ha ribadito come la contabilità pubblica debba garantire il benessere dei cittadini. La funzione dei controlli diventa perciò essenziale per la base di questo processo.
Il presidente della Svimez, Adriano Giannola, ha evidenziato come «il ruolo dello Stato è pregnante: bisogna essere registi e non arbitri. L’autonomia differenziata potrebbe diventare un elemento di conflittualità a causa di obiettivi in contrasto tra di loro».
È il Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, nonché Presidente della Conferenza Regioni e Province autonome, Massimiliano Fedriga, a prendere la parola dopo le domande del giornalista Trovati.
Il presidente ha focalizzato il suo discorso sul Pnrr, riconoscendone l’importanza ma senza miticizzazione: la sua attuazione passa da scelte razionali e da una visione complessiva esaustiva, mentre il presidente Aran, Antonio Naddeo, ha focalizzato il suo discorso sulla
buona amministrazione in relazione alla capacità di spesa del Pnrr. Il focus è poi rivolto alle Politiche di Sviluppo per la crescita dei territori.
La presidente nazionale di Federsanità, Tiziana Frittelli, ha ricordato come «l’organizzazione sanitaria del Sud vive di problemi atavici anche per la penuria di strutture intermedie, cosa che non avviene nel Nord. La fragilità infrastrutturale e sociale crea maggiori problemi nella realizzazione delle opere».
Interessante, poi, l’intervento del direttore delle Risorse Umane della Luiss Guido Carli, Francesco Maria Spanò, con una relazione molto esaustiva sugli interventi in favore di un ripopolamento dei “magnifici borghi” della Calabria.
Per Spanò, infatti, «il ripopolamento dei piccoli comuni e dei magnifici borghi della Calabria rappresenta la principale sfida che abbiamo davanti, proprio per non disperdere quelle straordinarie ricchezze di cui sono portatori».
A chiudere il Forum la sottosegretaria agli Esteri, Maria Tripodi: «ci avviamo come Sud ad accogliere tante prospettive ma anche risultati per il prossimo futuro. Non si tratta di ottimismo: tanti attori istituzionali del nostro Paese hanno una visione innovativa d egli obiettivi da centrare, a partire dalle prossime scadenze». (ams)