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Il rendering del Ponte sullo Stretto

L’OPINIONE / Roberto Di Maria: Il Ponte, un’occasione unica per il rilancio del territorio

di ROBERTO DI MARIA – La notizia della ripresa, da parte del Governo, dei rapporti contrattuali con la ex Eurolink per la realizzazione del Ponte sullo Stretto ha attivato una serie di iniziative intraprese, con lungimiranza, da soggetti come Rete Civica per le Infrastrutture. Soggetti che da più di un decennio aspettano che i cantieri per il Ponte ripartano e che, di fronte alla buona notizia appena annunciata, non hanno perso tempo nel porre in essere quanto è necessario per non far cogliere impreparati i territori di fronte alle enormi potenzialità rappresentate dai cantieri che, si spera al più presto, saranno  i piantati per realizzare il Ponte e le non trascurabili opere di collegamento e di mitigazione ambientale.

Webuild, impresa titolare del contratto appena “rivitalizzato” dall’azione del governo, potrebbe in tal senso attivare il proprio Regional Supply Chain Manager affinché prenda contatto con i Tavoli Ponte creati sia a Messina che a Reggio, riunendo imprese, sindacati e aziende di servizi dell’Area dello Stretto.

Ciò sarebbe perfettamente in linea con la mission esposta nel sito dell’impresa leader nel campo delle costruzioni, che recita: «Il R.S.C.M. diffonde linee guida, procedure e modelli Procurement e coordina i Project Procurement Manager per la corretta impostazione dei processi di acquisto, assicurando l’applicazione delle condizioni dei frame-agreements e la realizzazione dei piani di approvvigionamento per il raggiungimento dei targets per l’area geografica di competenza».

Allo stesso tempo renderebbe concrete le indicazioni dell’Ue, secondo le quali «…considerare lo sviluppo locale semplicemente come l’implementazione a livello locale dei programmi di politica nazionale sarebbe riduttivo oltreche fuorviante… le azioni di sviluppo locale implicano infatti un’attivazione più o meno accentuata degli attori locali pubblici e privati, che determina un cambiamento di governance delle politiche, con un rafforzamento degli attori impegnati a livello sub-regionale».

Queste iniziative possono avere una valenza enorme per lo sviluppo del territorio, o quanto meno per contrastare l’attuale condizione di arretratezza in tutti gli indicatori di benessere sociale: si pensi alla irrefrenabile emigrazione che rende Messina la città a più rapido spopolamento dell’intero continente europeo.

Le iniziative che possono essere intraprese in questa occasione, al di là dei risultati conseguiti in termini di crescita economica ed occupazionale, possono avere ricadute comunque positive, insegnando agli attori locali, nei casi in cui essi non siano già capaci di farlo, a porsi obiettivi comuni e a cooperare per raggiungerli. Il principio di partnership spinge infatti gli attori a creare dei veri e propri policy networks, che si caratterizzano per le relazioni di fiducia e cooperazione tra attori provenienti da ambiti diversi, ma impegnati a perseguire gli stessi obiettivi di sviluppo della realtà territoriale in cui operano.

Un valore aggiunto notevole per il territorio che accoglierà l’opera, moltiplicando l’effetto positivo che la stessa avrebbe sull’economia locale, non più limitata al semplice apporto di manodopera non specializzata ed a qualche fornitura di secondaria importanza.

In questo senso conforta l’apertura mostrata dalla stessa Webuild al territorio, manifestata in occasione dell’apertura dei cantieri che interessano altre importanti opere da realizzare in Sicilia. Si pensi che l’impresa sta già lavorando a 3 lotti dell’asse ferroviario ad Alta Capacità Messina-Catania-Palermo, per un totale di 77 km di nuova linea ferroviaria ed oltre 2 miliardi di Euro. Ma si è anche aggiudicata, in associazione con altre imprese, la realizzazione di altri 3 lotti della stessa infrastruttura per un totale di 97 km e 3,5 miliardi di Euro.

Grazie all’acquisizione di una quantità così rilevante di opere pubbliche da realizzare, l’Amministratore Delegato di Webuild, Pietro Salini, ha già preannunciato la realizzazione in Sicilia, a ridosso dei cantieri, di una fabbrica automatizzata di “conci” in calcestruzzo per la realizzazione del rivestimento delle gallerie. Manifestando, nel contempo, la volontà di realizzare sullo stesso territorio stabilimenti industriali in grado di costruire e riparare le “talpe” meccaniche utilizzate per lo scavo (le Tunnel Boring Machine, o TBM).

Si tratta di insediamenti industriali modernissimi che pochi territori al mondo possono vantare, e che proietterebbero la Sicilia ai vertici del mercato mondiale per questo tipo di macchine operative. Ma è solo un esempio di quello che può essere realizzato nei territori interessati da un’opera che, come il Ponte, comporta una varietà ancor più grande di manufatti ad altissima tecnologia: si pensi agli elementi in acciaio necessari per la costruzione dell’impalcato, come pure alle speciali imbarcazioni che serviranno a trasportarli.

Tutte attività che richiedono non soltanto una grande quantità di manodopera, ma anche un’altissima specializzazione della stessa, per la quale si richiedono corsi di formazione lunghi ed approfonditi da organizzare per tempo. Se veramente si vuole partire con questa grande opera lasciando al territorio tutti i benefici che essa comporta, occorre provvedere subito ad attivare le necessarie sinergie tra parti sociali ed imprenditori impegnati nei lavori.

La politica, in tal senso, ha un ruolo fondamentale: sarà in grado di cogliere questa occasione per ridurre il divario sempre più crescente del Meridione rispetto al resto del Paese? (rdm)