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Fiom Cgil: Politica sostenga azienda MetalReborn può aiutare crescita del territorio

La politica sostenga la MetalReborn, «un’azienda che ha tutte le promesse per essere elemento di crescita per il territorio». È l’appello lanciato dal segretario generale Fiom Cgil Calabria, Umberto Calabrone e del segretarui generale Fiom Cgil Area Vasta Antonio Callà.

«Il territorio vibonese – hanno detto – non è solo socialmente povero, ma lo è anche produttivamente ed economicamente. Per superare questa condizione ormai consolidata, servirebbero decisi interventi per rendere meno fragile e frammentata l’economia territoriale dando, dunque, struttura alle imprese che già esistono e a quelle che eventualmente potrebbero essere interessate ad investire con nuove installazioni».

«Ma per fare ciò, tanto per il Vibonese, quanto per tutta la regione Calabria – ha continuato – bisognerebbe sicuramente avere una chiara visione di prospettiva nell’adozione di politiche industriali, inesistenti in passato e molto timide oggi. Queste considerazioni, per quanto ci riguarda, nascono a margine dell’incontro che, come sindacato della Fiom Cgil, insieme ad altre sigle sindacali, abbiamo avuto modo di fare, presso la sede di Confindustria, con i rappresentanti dell’Azienda MetalReborn, che in mattinata hanno annunciato il proprio investimento per un nuovo impianto su parte dell’ex sito della Italcementi».

«L’incontro è stato proficuo, e sicuramente abbiamo avuto modo di verificare la solidità sia dell’azienda quanto del progetto industriale – hanno detto ancora i sindacalisti – che finalmente prova a insediarsi in un contesto che negli ultimi anni ha conosciuto solo desertificazione e gravi depressioni occupazionali, abbandonata a se stessa, senza più servizi. Ci sentiamo, per questo, di sollecitare la politica e le istituzioni, nel caso specifico, a garantire un impegno serio e concreto per aiutare il processo di insediamento di una nuova azienda che ha tutto il potenziale per offrire al territorio una nuova prospettiva di crescita e ripresa economica, anche grazie alla possibilità di nuova occupazione e dell’indotto che ne deriva».

«Ma non solo: l’attività di impresa non può essere solo e semplicemente d’iniziativa imprenditoriale – hanno proseguito –. Negli anni non sono mancate le solite promesse di rilancio e ripresa, le classiche speculazioni politiche che hanno annunciato grandi rivoluzioni, per poi disperdersi come bolle di sapone. Tutte cose, queste, che hanno anche innescato un processo di disincanto e diffidenza da parte della popolazione e dei lavoratori. Quello che serve, per l’intera regione, è che la politica assuma come prioritaria la questione delle politiche industriali per affrontare le transizioni ecologiche e digitali mettendo al centro la buona occupazione con la compatibilità ambientale».

«Occorre un progetto complessivo, organico, soprattutto in questa delicata fase di transizione, che guardi alla reale composizione delle imprese e delle produzioni locali, con interventi strategici e mirati – hanno concluso –. Da qui, e solo da qui, passa una idea nuova di sviluppo e crescita sostenibile in un contesto di legalità che deve essere promosso e sostenuto da tutti gli attori coinvolti. E ancor più importante, è che solo dentro un perimetro di garanzia e tutela, attraverso l’applicazione dei Contratti collettivi nazionali, si potrà avere il riscatto e l’emancipazione dei lavoratori e dei cittadini vibonesi e calabresi, per superare le disuguaglianze povertà». (rvv)