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Il Comitato Difesa Ambientale contro la discarica in località La Silva di Cassano allo Ionio

Pietro Francomano, portavoce del Comitato di Agricoltori e Cittadini per la Difesa dell’Ambiente di Lauropoli-Cassano allo Ionio, sono contro la realizzazione della discarica in località La Silva di Cassano allo Ionio, sottolineando «ci opporremo con tutti i mezzi democratici alla realizzazione di questo progetto, denunciando e divulgando mediaticamente l’ignobile determinazione a  declassare  i nostri territori e ad umiliare la nostra dignità».

«Con l’ordinanza n°41 dell’11/6/2021del presidente f.f.  della regione Calabria, Nino Spirlì – viene spiegato in una nota – viene  decretata la definitiva devastazione del territorio di Cassano all’Ionio. La reiterata volontà con la quale si continua ad individuare nella discarica La Silva il sito più idoneo ad accogliere i rifiuti dell’intera regione, fa sorgere il fondato sospetto che gli amministratori regionali e comunali ritengano ormai  l’ecosistema del  nostro distretto  talmente compromesso da poterlo cinicamente immolare sull’altare della costante emergenza rifiuti».

«L’ordinanza in oggetto, infatti – continua la nota – prevede la riapertura e messa a regime della prima delle quattro buche che, peraltro, era stata dismessa e tombata da anni. È come riaprire una ferita cicatrizzata in presenza di un’altra aperta, purulenta e sanguinante, che è la quarta buca. Quest’ultima è talmente colma da innalzarsi per decine di metri sul livello del suolo al punto di essere visibile dai villaggi  turistici costieri a testimoniare la salubrità ambientale. E pensare che il 15 maggio del 2020 numerosi esponenti del comitato contro la discarica si erano incontrati presso la cittadella regionale con l’assessore all’ambiente, Capitano Ultimo, in  presenza del sindaco Gianni Papasso e dell’assessore all’agricoltura, Gianluca Gallo per negoziare una soluzione sostenibile. In quella circostanza i tre amministratori si erano formalmente impegnati a non superare le 30,000 tonnellate di rifiuti, che i conferimenti sarebbero stati rigorosamente controllati e che al massimo entro il settembre successivo si sarebbe messa la parola fine a questo  scempio». (rcs)