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Il generale Emilio Errigo

L’OPINIONE / Emilio Errigo: I calabresi sono un popolo troppo intelligente

di EMILIO ERRIGO – Recentemente mi sono immerso nello studio e analisi comportamentale del Popolo Calabrese, con mirate ricerche applicate in teatro operativo, da nord a sud, isole comprese in Italia e in territorio estero.
Devo confidarvi amici e conoscenti lettori e sostenitori di Calabria.Live, che la  bibliografia  dedicata ai Calabresi è corposa, meno rappresentativa del vero è quella dedicata al territorio e il mare della Regione Calabria. Sarebbe stato veramente esagerato dover parlare bene delle incomparabili bellezze della Calabria.
Avremmo rischiato oltre alla gradita presenza dei fratelli e sorelle, (Donne e Bambini) migranti, anche l’invasione dei turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Quando in altra mia sintetica espressa opinione, affermavo che “i Calabresi sono forti”,  sono stati in molti coloro i quali mi hanno compulsato, per  chiedermi quali fossero stati le mie fonti informative e  da dove avessi estrapolato il contenuto  delle mie affermazioni scientifiche. Si carissimi amici, sappiate, ricordate bene e  sempre, ovunque voi siate, vicini e lontani, che: “I Calabresi sono forti e pure molto, molto intelligenti”!
L’intelligenza, questo dono divino patrimonio degli esseri umani e (dicono gli scienziati) anche in talune specie animali, tra gli studiosi e ricercatori, si è concordi nel ritenere,  anche in pregevoli scritti scientifici universitari, sia in lingua italiana, che straniera, che è “la naturale capacità dell’essere umano di risolvere (nuovi) problemi”! Ecco spiegato senza altro aggiungere, il perché i “Calabresi sono intelligenti”.
Cesare Lombroso, piaccia o meno, ha dedicato la Sua esistenza, nello studio e ricerca  medica scientifica applicata, del corpo umano, con particolare concentrazione (fissazione), al cranio e cervello del Popolo Calabrese. Lui Medico e Antropologo, psichiatra, considerato a ragione, il padre dell’antropologia  criminale, (Verona  1835 – Torino 1909),cosa lo attraeva dei Calabresi?
In via deduttiva, mi sono convinto che fosse interessato alla  loro inspiegabile forza fisica, intellettiva e incomparabile intelligenza. Dopo di lui un altro grande studioso del Popolo Calabrese,  innamoratosi  poi perdutamente della Calabria, fu Umberto Zanotti Bianco, (Creta 1889- Roma 1963).
Entrambi gli indimenticabili due studiosi e analisti dei Calabresi,  all’esito delle differenti e per alcuni profili scientifici, convergenti risultati, il primo per aver studiato,  quale Medico aggiunto in per il tempo di guerra, nel Corpo Sanitario Militare, dell’Esercito Piemontese, la  straordinaria forza e resistenza fisica dei Calabresi,  nel corso degli scontri corpo a corpo, tra i “Guerrieri Calabresi”  chiamati impropriamente, “Briganti” e l’esercito piemontese, (In Calabria 1862-1897), con aggiunte di altro Medico “Calabrese di Strongoli, Giuseppe Pelaggi. In tale breve periodo di osservazione sui  campi  di battaglia, il Chirurgo di Guerra Cesare Lombroso , si reso conto che i “Guerrieri   Calabresi” della Sila e dell’Aspromonte, del Pollino, dei Monti e del Mare, dei veri e propri legittimi combattenti a difesa della Calabria, erano astuti, forti, intelligenti, resistenti, invincibili, strateghi, tattici, violenti, cinici, freddi, sensibili e forti, oltre la umana naturale comprensione e giustificazione scientifica-militare del tempo.
Il nostro caro e indimenticabile Umberto Zanotti Bianco, comprese la forza di resistere alla inumana sofferenza indescrivibile e prolungata nel tempo del Popolo Calabrese, sopportata sia nel corso delle battaglie che a seguito di tremendi distruttivi eventi calamitosi, terremoti 1908, alluvioni, maremoti ed altre insudite sofferenze patite dai Calabresi.(Tra la perduta Gente -Mondadori 1959).
La fine intelligenza del Popolo Calabrese, nel corso degli anni post unificazione, si tramutò in cultura, forza psicofisica, resistenza alla sofferenza e solitudine, isolamento, emarginazione, discredito e abbandono. Vennero tempi tristi dopo la prima e seconda guerra mondiale, la grande emigrazione e “apparente rassegnazione”, fu percepita erroneamente, dagli interessati conquistatori e usurpatori delle terre e risorse della Calabria, come sinonimo di evidente  segnale di debolezza, ma così non era e non è! Se la storia contemporanea è la cronistoria degli avvenimenti e luce della verità, oggi possiamo interpretare senza alcun timore di essere smentiti, che il Popolo Calabrese è intelligente e forte.
Intelligente perché ha la naturale struttura neuro-psichica per resistere alle sofferenze inflitte dal prossimo, risolvendo i vecchi e nuovi problemi, che via, via, si presentano nel corso degli eventi, presenti, futuri e incerti,  forti perché  i Calabresi hanno saputo trasformare la indiscutibile è incomparabile forza fisica, in forza di volontà, quest’ultima forza che oggi viene manifestata in ogni campo del sapere, dalle arti, alle scienza, dalla cultura giuridica a quella medica, letteraria, umanistica e militare.
Si cari lettori i Calabresi sono forti, perché “sono un “Popolo troppo Intelligente “!
[Emilio Errigo è nato in Calabria, Generale della Guardia di Finanza in ausiliaria, Docente Universitario e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate. È Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e Pluri Benemeritò al Valor Civile]