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PILLOLE DI PREVIDENZA/ Ugo Bianco: Il panorama dei lavori usuranti

PILLOLE DI PREVIDENZA/ Ugo Bianco: Il panorama dei lavori usuranti

di UGO BIANCO –  La pensione anticipata rappresenta un importante beneficio previdenziale che consente ai lavoratori di concludere la propria attività lavorativa prima del traguardo previsto dalla pensione di vecchiaia. Tuttavia, per alcuni di essi, impegnati in professioni particolarmente faticose e rischiose, questa possibilità assume un’importanza ancora maggiore.

Mi riferisco ai lavoratori usuranti che quotidianamente affrontano condizioni di lavoro estreme o sono esposti a rischi nocivi per la salute. In questo contesto è fondamentale comprendere i requisiti necessari per accedere alla pensione anticipata. Iniziamo con spiegare quali sono i beneficiari designati dalla normativa vigente. Certamente occorre partire dal decreto legislativo 67/2011 che ha stabilito le regole del gioco. Sono quattro le macro aree che l’articolo 1, della predetta norma, indica ai fini del beneficio economico: 

  1. Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, classificate dall’articolo 2 del decreto del Ministero del lavoro del 19 maggio 1999. Riguarda tutti quei soggetti che espletano lavori in galleria, cava o miniera; lavori con esposizione corporea ad alte temperature; lavori eseguiti in cassoni ad aria compressa; attività con esposizione all’amianto; la lavorazione del vetro cavo; i lavori svolti in spazi ristretti e le attività dei palombari. 
  2. Lavoratori notturni distinti nelle seguenti categorie: a) lavoratori soggetti a turnazione, che svolgono l’attività notturna per almeno 6 ore ed almeno 64 giorni all’anno; b) lavoratori in attività notturna per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino per l’intero anno;
  3. Lavoratori addetti alla linea di catena con compiti ripetitivi e costanti nel ciclo di produzione su parti staccate di un prodotto finale. Ad esempio la produzione di autoveicoli. Sono esclusi gli addetti alle lavorazioni accessorie alla produzione, alla manutenzione, al rifornimento dei materiali. Così come tutte le attività di regolazione e controllo computerizzato della produzione e del controllo di qualità;
  4. I conducenti di veicoli, destinati al servizio pubblico, con capienza non inferiore a 9 posti.

Ma non è sufficiente rientrare in una di queste casistiche per dire di appartenere ai lavoratori usuranti. Tale riconoscimento è subordinato alla durate dell’attività svolta. Mi spiego meglio, tutte le attività usuranti devono essere svolte per un periodo minimo di 7 anni negli ultimi 10 di attività lavorativa oppure riferirsi almeno alla metà della vita lavorativa complessiva.

Vediamo adesso qual’è l’età pensionabile. La pensione anticipata dei lavoratori usuranti prevede il meccanismo della “quota”, basata sulla riduzione dell’età anagrafica e del numero dei contributi, con esclusione della disoccupazione e della malattia. La determinazione dell’accesso si differenzia a seconda dell’attività svolta e dalla gestione contributiva di riferimento. Fino al 2026 occorre un’anzianità contributiva minima di 35 anni ed un’età base contestuale al perfezionamento della quota. La prestazione decorre dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti.

A stabilirlo è l’articolo 1 comma 206 della legge 232/2016 che ha mandato in soffitta le cosiddette “finestre mobili”. Infatti, fino al 31/12/2016, era prevista un’attesa di 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi, per ricevere il primo rateo. (ub)

[Ugo Bianco è presidente Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]