Arone (Copagri): Comparto del Bergamotto di RC in crisi, intervenga la Regione

«Vorrei conoscere le iniziative che la Regione intende intraprendere per offrire sostegno concreto al settore bergamotticolo in ginocchio». È quanto ha chiesto Giuseppe Arone, componente del Consiglio di amministrazione del Consorzio del Bergamotto e vicepresidente provinciale Copagri, «e formulare espressa richiesta per l’avvio di una verifica sull’operato dei due Consorzi presenti, che dovrebbero tutelare il tanto celebrato oro verde di Calabria».

Arone, infatti, ha chiesto, anche, a Ezio Pizzi, presidente del Consorzio del Bergamotto, «che venga inserita la discussione sulla grave crisi del bergamotto all’ordine del giorno del Consiglio del Consorzio del Bergamotto», a seguito del mancato inserimento del punto “crisi del bergamotto” all’ordine del giorno del Consiglio convocato per mercoledì 9. Arone si appella, quindi, al presidente della Regione Roberto Occhiuto e all’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo perché prendano in mano la situazione.

Anche Copagri Calabria, con il presidente Francesco Macrì, è già intervenuta rappresentando la questione alle istituzioni regionali, evidenziando la necessità di intervento in un momento di grave difficoltà per il settore del bergamotto.

«Davanti alla crisi che attanaglia il comparto, appare troppo evidente il totale disinteresse sulla problematica da parte di chi di dovere, perseguendo soltanto il fine di approvare i bilanci per mantenere il posto di potere e percepire indennità e rimborsi, senza tutelare i produttori», ha incalzato Arone.

Al momento, a causa della sospensione delle attività da parte delle industrie estrattive, più del 40 per cento della produzione dell’area vocata, inclusa tra Villa San Giovanni e Monasterace, rimane invenduta sugli alberi, di conseguenza la mancata raccolta e commercializzazione, oltre a mettere in crisi le aziende, rischia di pregiudicare anche la futura produzione. Non più di qualche settimana fa, era stato l’Assessore regionale Gianluca Gallo a manifestare, nel corso di un incontro tenutosi presso la cittadella regionale, preoccupazione la situazione venutasi a creare, impegnandosi a offrire il proprio sostegno ai produttori» e mostrando apertura a «qualsiasi confronto, anche a livello nazionale», per superare la crisi.

«Ma nulla si è mosso», ha concluso. (rrc)

Copagri RC chiede tavolo a Gallo per crisi bergamotto di RC

«Di fronte a questa emergenza, chiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico con l’assessorato, le associazioni di categoria e il Consorzio del bergamotto per dichiarare lo stato di crisi e individuare soluzioni concrete a sostegno dei produttori in tempi rapidi». È quanto ha chiesto Vincenzo Lentini, presidente di Copagri Reggio Calabria all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo.

«Si tratta – ha spiegato – di un comparto strategico per l’agricoltura calabrese, auspichiamo perciò si apra un confronto costruttivo con le istituzioni e gli attori della filiera per trovare risposte efficaci e tutelare il futuro del settore»

Giuseppe Arone, vicepresidente di Copagri RC, ha denunciato come «la mancata raccolta e commercializzazione di questo prodotto d’eccellenza sta mettendo a rischio un intero settore, con conseguenze pesanti per le aziende e per l’economia del territorio».

Di punto in bianco, infatti, le industrie che estraggono le essenze dal bergamotto hanno sospeso l’attività – a loro dire per le mancate richieste dei profumieri – e, quindi, hanno cessato il ritiro degli agrumi. Il 50% dei bergamotti rimane così invenduto, causando una perdita enorme agli agricoltori della fascia jonica reggina, che si trovano in una situazione di grave difficoltà.

«I coltivatori, infatti – ha spiegato – non solo rimangono senza introiti, ma devono anche necessariamente scaricare le piante per preparare la nuova stagione, lasciando i frutti per terra. Oltre al danno la beffa. Non possiamo permettere che un prodotto unico come il bergamotto venga abbandonato nei campi per mancanza di sbocchi commerciali o inefficienze nella filiera».

IL COMPARTO AGROALIMENTARE È IL CUORE
PULSANTE DELLA CALABRIA: PORTA 29 MLD

di ELIA FIORENZA – La Calabria contribuisce con un valore aggiunto annuo di circa 29 miliardi di euro, sostenendo un’economia prevalentemente orientata al settore terziario, seguito dall’industria e dall’agricoltura. Il comparto agroalimentare si distingue per la qualità delle sue produzioni locali e rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia regionale. Le principali colture includono fichi, agrumi, drupacee e uva, oltre a cereali come frumento e segale.

L’olivicoltura e la produzione di agrumi caratterizzano il paesaggio agricolo, con un’abbondante raccolta di arance, clementine, fichi e cedri. Tra i prodotti più rappresentativi della regione spiccano il bergamotto, il rosmarino, il gelsomino e la liquirizia. Quest’ultima, in particolare, vanta una lunga tradizione e un riconoscimento ufficiale: la Liquirizia di Calabria Dop. Dal 2011, questo prodotto ha ottenuto la denominazione di origine protetta dall’Unione Europea, garantendo qualità e autenticità.

Negli ultimi anni, la produzione di liquirizia è stata incentivata, portando alla coltivazione e raccolta di circa 1.000 ettari di liquirizieti, sia spontanei che coltivati, con una produzione media annua di 2.500 tonnellate di radici. Numerosi prodotti calabresi vantano marchi di qualità IGP, tra cui la Cipolla Rossa di Tropea, le Clementine di Calabria, il Limone di Rocca Imperiale, la Patata della Sila, il Finocchio di Isola di Capo Rizzuto, l’Olio di Calabria e il Torrone di Bagnara. Anche il settore apistico ricopre un ruolo significativo, favorito da un ambiente incontaminato. Con circa 100.000 alveari censiti nel 2019, la Calabria è tra le principali regioni italiane per la produzione di miele. La pratica del nomadismo, diffusa tra gli apicoltori, sfrutta la varietà di pascoli disponibili nelle aree agrumicole della Piana di Sibari e nelle zone ricche di Eucalipto del Crotonese. La coltivazione del riso assume un ruolo strategico, grazie alla presenza della Società Agricola Terzeria e della riseria Magisa.

Ogni anno vengono prodotti tra gli 8.000 e i 10.000 quintali di risone, trasformati in varietà pregiate come arborio, carnaroli e riso nero. L’olivicoltura affonda le sue radici in una tradizione secolare. Le varietà autoctone, tra cui Dolce di Rossano, Grossa di Gerace, Carolea, Cassanese, Ottobratica e Sinopolese, coprono una superficie pari al 17,3% della produzione nazionale di olive da olio. La Calabria ospita 718 frantoi attivi, a conferma della rilevanza del settore. La Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP si distingue per le sue qualità nutrizionali e organolettiche. La filiera, che coinvolge oltre 1.600 operatori, genera un valore di consumo pari a 60 milioni di euro. Ricca di antiossidanti e minerali essenziali, questa varietà viene definita “oro rosso di Calabria”. Il settore vitivinicolo si estende su circa 10.000 ettari, distribuiti in territori collinari e montani.

La produzione annua si attesta sui 368.000 ettolitri di vino, di cui il 43% è rappresentato da vini Dop e il 34,6% da vini Igp. Tra le denominazioni più rinomate figurano Cirò Doc, Savuto Doc e Greco di Bianco Doc La viticoltura calabrese ha radici antiche, arricchite nel X secolo dall’arrivo dei monaci orientali, che introdussero nuove tecniche di coltivazione. L’agroalimentare calabrese si distingue per l’eccellenza dei suoi prodotti certificati. La regione conta 12 marchi Dop e Igp, tra cui tre oli extravergine d’oliva Dop e l’olio essenziale di Bergamotto di Reggio Calabria Dop. Tra i salumi spicca la Soppressata di Calabria Dop.

La Bivongi Doc, situata nella valle bizantina dello Stilaro, in provincia di Reggio Calabria, rappresenta una delle denominazioni vinicole più antiche, testimonianza di un patrimonio enologico tramandato nei secoli.

L’insieme di queste produzioni conferma il ruolo centrale dell’agroalimentare nell’economia calabrese, esaltando un connubio tra tradizione e innovazione che valorizza il territorio e le sue risorse. (ef)

 

Tutto pronto per l’approvazione dell’IGP del Bergamotto di Reggio Calabria

Martedì sarà il giorno in cui sarà approvato l’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria”. Il ministero dell’Agricoltura, infatti, dopo quattro anni dalla richiesta di riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta per il cosiddetto principe degli agrumi e “frutto della salute”, ha convocato, in Cittadella regionale, la Riunione di pubblico accertamento.

Il riconoscimento dell’Igp al Bergamotto di Reggio Calabria rappresenterebbe la 22esima indicazione geografica regionale, non tenendo conto dei vini.

«Sarà un momento di festa e di incontro con tutta la filiera, con i sindaci, le associazioni di categoria, le organizzazioni professionali, i Gal, i cittadini in genere», ha sostenuto l’agronomo Rosario Previtera, presidente del Comitato promotore per l’Igp costituito oggi da più di 500 aziende per più di 800 ettari di bergamotteti sui 1500 ettari censiti.

«La Riunione di pubblico accertamento è l’ultimo step prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e della successiva approvazione di Bruxelles», ha detto Previtera, che ribadisce essere «un’audizione obbligatoria durante la quale i funzionari ministeriali daranno lettura del Disciplinare di produzione e chiunque potrà proporre modifiche e integrazioni».

«Naturalmente non saranno ricevibili “opposizioni” o dichiarazioni che non riguardino le specifiche tecniche – ha aggiunto – per come previsto dal regolamento comunitario. Purtroppo ancora oggi, a iter concluso, riscontriamo sul territorio la diffusione ad arte di notizie false anche da parte di organismi che dovrebbero invece contribuire a tutelare il bergamotto e i bergamotticoltori».

«Mi riferisco, per esempio – ha continuato – a quanto sostengono falsamente alcuni ovvero che con l’Igp si darà la possibilità di ingresso di prodotto dall’esterno dell’areale di produzione, da altre province e regioni, oppure alle notizie infondate che la ipotesi della richiesta di riconoscimento della Dop per il frutto  sia a buon punto quando tutti sanno che l’iter non è mai stato intrapreso e non verrà mai attivato dal Ministero. Purtroppo vige questo metodo di raccontare superficialmente senza approfondire, leggere e studiare come invece sarebbe giusto fare anzicché continuare a prendere in giro i bergamotticoltori, pur di non ammettere la verità dei fatti».

«Agricoltori che, in questi mesi – ha continuato – stanno vivendo la piena crisi del comparto con i prezzi del bergamotto al minimo storico, con il frutto per l’essenza che giunge sottocosto addirittura dal cosentino e dal crotonese, con il rischio di dover lasciare i frutti sull’albero e con la consapevolezza che non riceveranno mai i ristori promessi per la siccità dello scorso anno e nella impotenza rispetto al maltempo attuale che procura ulteriori danni alle colture. Auspichiamo che non ci facciano più perdere tempo nel raggiungere il pieno riconoscimento dell’Igp almeno per la prossima campagna di produzione». 

«Abbiamo ricevuto conferma – ha spiegato Previtera – che già coloro che hanno finora boicottato l’iter hanno presentato inutili ricorsi al Ministero contro la conclusione dell’iter dell’Igp. Il Comitato promotore dell’Igp e le sigle che hanno supportato l’iter in questi anni hanno espresso la volontà di lasciarsi alle spalle tutte le recriminazioni, le menzogne diffuse dalle controparti, le azioni di boicottaggio che hanno fatto sprecare tempo prezioso».

«È, infatti, intenzione comune – ha concluso – voler ripartire con un nuovo percorso inclusivo e finalizzato al bene e allo sviluppo del territorio per il quale tutti saranno i benvenuti per collaborare fattivamente sin da subito: cambiare idea e manifestarlo è segno di intelligenza. Tuttavia coloro che invece vorranno continuare nella inutile battaglia contro un obiettivo ormai raggiunto, tramite eventuali opposizioni che causeranno ulteriori perdite di tempo, si autoproclameranno veri nemici del territorio con tanto di nomi e cognomi». (rrc)

L’OPINIONE / Nuccio Chirico: Al Capodanno Rai ignorato il Bergamotto di RC

di NUCCIO CHIRICO –  Ho assistito alla diretta Rai sul Capodanno, in onda dallo stupendo scenario del nostro Lungomare, il più  bel chilometro d’Italia.

La trasmissione ha visto una straordinaria ed entusiasmante partecipazione popolare, ed è stata la più seguita con oltre 5.000.000 milioni di telespettatori.
La nota negativa che ho riscontrato e che non è stato menzionato il nostro Bergamotto, non certo per colpa del bravo presentatore o del regista.
Certo non mi aspettavo che questo suggerimento fosse dato da Occhiuto.
Ma la nostra amministrazione comunale, con in testa il Sindaco, avrebbe dovuto informare debitamente l’equipe Rai sulle eccezionali qualità del nostro prezioso agrume, affinché di Reggio si parlasse anche come Città del Bergamotto.
Ancora una volta si è persa una straordinaria occasione per valorizzare il nostro oro verde, per colpa di una classe politica che ha palesemente evidenziato l’incapacità nella gestione delle nostre eccellenze.

Pasquale Amato: Una grave mancanza

«Bravissimo Nuccio Chirico. Ho colto anche io, pur nella positività generale dell’evento, questo unico neo: nessuno – né a livello regionale né a livello reggino – ha fatto presente l’esistenza del Bergamotto di Reggio Calabria. Nello spot sulle Eccellenze reggine è stato ignorato e nello spot sull’area cosentina sono invece stati esaltati gli agrumi prodotti in quella provincia: cedri, arance e clementine (che si producono in tate altre realtà).
Ancora una volta il Bergamotto di Reggio Calabria, unico al mondo, è stato ignorato. Una grave mancanza non della Rai, ma di coloro che localmente hanno curato le relazioni con gli autori della Rai. (nc e pa)

A Locri il talk su Igp e prospettive future per il Bergamotto di Reggio C.

Si è parlato de Il Bergamotto di Reggio  Calabria – Prospettive future con l’Igp nel corso del talk promosso dalla Città di Locri nell’ambito delle manifestazioni di promozione e valorizzazione delle filiere agricole e agroalimentari di eccellenza sostenute dall’Arsac.

Imprenditori, addetti al settore e appassionati hanno partecipato all’incontro, moderato dalla giornalista Maria Teresa D’Agostino: dopo i saluti del sindaco Giuseppe Fontana, che ha sottolineato l’importanza di valorizzare le produzioni d’eccellenza in chiave di sviluppo concreto per il territorio, sono intervenuti l’agronomo Rosario Previtera, presidente del “Comitato Promotore per il Bergamotto di Reggio Calabria Igp e la sua tutela e valorizzazione (ATS)”, il prof. Filippo Arillotta, autore del libro “Storia fantastica del bergamotto di Reggio Calabria” (Kaleidon editrice), Giuseppe Falcone, tecnico e coordinatore del “Comitato dei bergamotticoltori reggini”, Denis Nesci, parlamentare europeo e membro, tra le altre, della “Commissione per lo sviluppo regionale”.

Si va ormai verso la conclusione dell’iter per l’approvazione dell’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria”, iniziato il 5 giugno 2021: il 28 gennaio 2025 alla Cittadella regionale di Catanzaro si terrà la riunione di Pubblico Accertamento convocata dal Ministero dell’agricoltura.

I relatori, da diverse angolazioni hanno evidenziato l’importanza del bergamotto per il territorio e il valore dell’IGP per dare nuova forza a un prodotto d’eccellenza riconosciuto. Il prof. Arillotta ha approfonditi elementi storici e tante curiosità sul bergamotto di Reggio Calabria e la sua presenza in Europa e in Italia già prima del 1750, tracciando la vita di un prodotto prezioso per l’economia da tre secoli ma che oggi deve essere innovato a livello culturale e colturale.

«Il bergamotto, inizialmente destinata all’industria profumeria e alla farmacopea, a partire dagli anni Novanta diviene un prodotto riconosciuto per il suo potere antiossidante, nutraceutico e vero cibo funzionale, per cui oggi possiamo parlare di un elemento gastronomico a tutti gli effetti e un fattore di attrazione turistica. L’ottenimento dell’IGP rappresenta una vera svolta e consentirà ai produttori di superare l’attuale crisi del comparto, proiettandolo verso il mercato nazionale e internazionale del prodotto fresco e dei derivati del food», ha affermato Rosario Previtera.

«Il prezzo del frutto viene stabilito da pochi trasformatori oligopolisti e non dalle regole di mercato. Sin dall’800 l’essenza veniva adulterata e tagliata: ancora oggi con una produzione di 160.000 Kg di olio essenziale di bergamotto all’anno,  in Italia, se ne commercializzano circa 2 milioni di chilogrammi. Le grandi catene della distribuzione organizzata ci chiedono il bergamotto con un marchio di certificazione come l’IGP: speriamo per ottobre prossimo di poterle accontentare», ha detto Giuseppe Falcone.

L’europarlamentare Denis Nesci, poi, ha ripercorso l’iter burocratico, annunciando il proprio sostegno a Bruxelles l’iter successivo all’approvazione dell’IGP in Italia: «Il bergamotto di Reggio Calabria rappresenta l’identità storica del territorio e lavoreremo per un ulteriore valenza: quella ambientale, come fattore di resilienza contro la desertificazione e il cambiamento climatico e potrà essere strumento di valorizzazione e reddito green ulteriore per i bergamotticoltori».

A seguire, l’intervento del presidente di Copagri, Francesco Macrì, che ha sottolineato: «Siamo giunti alla conclusione di un iter travagliato, che poteva essere meno lungo, più veloce, ma che rappresenta comunque un traguardo molto significativo per il comparto».

«L’Igp non è solo un riconoscimento formale – ha sottolineato – ma è un passaggio importante che tanti produttori attendono da tempo per dare nuova forza alla produzione e meglio posizionarsi su mercati più ampi. Un’occasione per consolidare l’identità economica e culturale del nostro territorio e un’opportunità per tutto il comparto agricolo della nostra regione, che potrà beneficiare di un modello di sviluppo più sostenibile e competitivo».

A concludere, l’assessore all’Agricoltura del Comune di Locri, Giuseppe Arone che ha dichiarato: «Tra le produzioni di eccellenza sostenute dal progetto dell’Arsac per la valorizzazione dei prodotti agricoli del territorio, il bergamotto di Reggio Calabria ha un posto di rilievo».

«L’iter per il riconoscimento del marchio di qualità Igp – ha concluso – è stato sostenuto sin dall’inizio e con forza dall’amministrazione comunale di Locri e da tantissimi sindaci della Locride e dell’area grecanica, è molto importante che si sia giunti alla conclusione in maniera positiva. Sempre per la valorizzazione della produttività, il 14 gennaio avremo la manifestazione sull’olio e il 20 gennaio sul caciocavallo di Ciminà».

Un gustoso buffet a base di prodotti al bergamotto di Reggio Calabria è stato curato da “La Cascina”. (rrc)

Successo per Bergarè, la Festa del Bergamotto di Reggio Calabria

Si è conclusa, con successo, la terza edizione di Bergarè, la manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria con il supporto istituzionale della Città metropolitana e Comune di Reggio Calabria e l’obiettivo di valorizzare l’oro verde della Calabria.

Il Presidente della Camera di commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana, ha ripercorso nel talk di chiusura i momenti salienti di questa edizione che ha visto la novità (molto apprezzata) dello street food, la mostra mercato dei produttori del territorio, gli spettacoli per grandi e piccini, la mostra sulla storia del bergamotto e sull’editoria, degustazioni e un convegno conclusivo sul bergamotto come attrattore turistico.

«Dal 3 ottobre – ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà – abbiamo davvero visto piazza Castello e il castello Aragonese invasi da cittadini curiosi, famiglie e quest’anno soprattutto da turisti. È la fotografia degli effetti di una programmazione di destagionalizzazione dell’offerta turistica che nel nostro territorio sta iniziando a produrre effetti positivi. Intorno a questi eventi si possono promuovere prodotti locali, le numerose eccellenze, le unicità di tutto il nostro territorio metropolitano, anche in chiave turistica».

Il  presidente della Camera di Commercio ha anche parlato del parco urbano dedicato agli agrumi, nel cuore della città, un giardino botanico aperto alla cittadinanza e ai turisti pensato per documentare le varie specie di agrumi ed ha inoltre ricordato la proposta emersa dal convegno di studio del mattino.

«Analogamente a quello che si fa per l’enoturismo e l’oleoturismo, vorremmo fondare una nuova offerta turistica: l’agrumiturismo, una nuova rete di accoglienza da creare insieme a tutte le associazioni di categoria, università, regione per coinvolgere l’intero territorio regionale. Si può creare una ”rotta” degli agrumi che abbracci anche le molte altre  eccellenze del territorio (cedro, clementine, limone). Si tratta di una proposta che integra il turismo locale e parte appunto dal Bergamotto come attrattore turistico», handetto Tramontana.

Su questa proposta il sindaco Falcomatà si è detto favorevole, anche perché il turista di oggi è diventato un viaggiatore che vuole fare esperienza e correla al viaggio la conoscenza del prodotto del territorio.

Natina Crea,  segretario generale della Camera di Commercio, ha parlato della recente competizione Bergathon, che ha dimostrato che ci sono soggetti innovatori e che ci sono progetti complementari tra loro che possono fare rete per partire con un’autentica promozione del bergamotto in chiave turistica. «Circa la mostra mercato – ha detto – le imprese hanno dato il meglio di sé e siamo veramente orgogliosi di questo mondo imprenditoriale che rappresentiamo»

Il rettore dell’università, Giuseppe Zimbalatti, ha ricordato gli anni durissimi di inizio Novecento che hanno visto gli operatori rinascere per poi vedere il territorio agricolo aggredito dalla nascente industria.

«Hanno saputo preservare la coltivazione e  la cultura del bergamotto. Ora si fa ricerca e formazione – ha aggiunto – servono anche master che coinvolgono tutta la filiera».

Sono quindi intervenute le categorie territoriali. Per Claudio Aloisio (Confesercenti) Bergarè è un importante evento per una città sempre più attrattiva, per Giuseppe Febert (Confindustria) si può ormai  parlare di una Reggio Bergacentrica e l’evento va in questo senso. Maria Clelia Zagarella (Coldiretti) ha detto che si tratta di una manifestazione indispensabile, mentre Lorenzo Labate, (Confcommercio) ha evidenziato come Bergarè dà un impulso determinante alla promozione del bergamotto ed ha accennato all’esperienza di VisitRC per favorire l’incoming. Diego Suraci (Confagricoltura) ha parlato di un evento eccezionale e portato i complimenti anche delle aziende, mentre Gianni Laganà (CNA) ha suggerito di puntare su enogastronomia e sui centri di benessere alla persona.

Ada Arillotta, curatrice tecnico scientifica della mostra sul Bergamotto, ha parlato di un’esperienza bellissima che è venuta dal rinnovato archivio della SSEA.

Sono, quindi,  intervenuti Ezio Pizzi del Consorzio di tutela del bergamotto e Tommaso Macheda (Copagri). Infine la vicepresidente della Camera di Commercio, Patrizia Rodi Morabito, che ha voluto dare pubblico ringraziamento a tutto il personale della Camera di Commercio coinvolto nell’organizzazione di questa manifestazione, coordinato dal segretario generale Natina Crea.

L’OPINIONE / Emilio Errigo: La storia di degrado ambientale dell’Arenella

di EMILIO ERRIGO – Invito il sensibile e sempre attento alle tematiche sociali e ambientali della Calabria, il Signor Presidente del Consiglio Regionale della Regione Calabria, dott. Filippo Mancuso, il carissimo sindaco della mia Città natale Reggio di Calabria, l’avv. Giuseppe Falcomatà e quanti ne avvertono il piacere-dovere, di visitare e constatare lo stato di vistoso e crescente degrado ambientale della antica fabbrica dei derivati del Bergamotto di Reggio Calabria, denominata Arenella di Reggio Calabria, per non confonderla con la gemella antica Fabbrica dei derivati degli agrumi Arenella di Palermo.

Adiacente alle storiche e in parte integre infrastrutture da mettere in sicurezza e renderli fruibili alla Comunità della Città Metropolitana di Reggio Calabria, fino a qualche anno addietro era perfettamente funzionante a pieno regime produttivo la storica Fabbrica dell’Essenza del Bergamotto di Reggio Calabria, sita in Via Nazionale San Gregorio al n.74, della vecchia SS 106. Ora tutto è fermo, nessun segno di vita, alcuna apparente attività parrebbe attivata da parte del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria.

Perché questo stato di silenzio produttivo, si e mi chiedono gli abitanti increduli e disorientati della piccola realtà abitativa di San Gregorio?
Sono circa 2 ettari di territorio dove sono presenti infrastrutture di gran pregio architettonico, storico e industriale. Si vedono solo arbusti di ogni specie in libera crescita e animali incontrollati presenti nell’area edificata e incontrollata, anche se la carissima amica di tutti noi ragazzi di San Gregorio la sempre presente Caterina, una delle Figlie del compianto Custode Antonino Campolo, non ci fa mancare il Suo ben augurante saluto amichevole.

I miei ricordi di quelle due Fabbriche del Bergamotto e suoi derivati, affondando negli anni ’60/’70, anche perché frequentavo quegli ampi spazi ambientali per giocare con i miei amici e compagni di Scuola Elementare. Poi solo delle apprezzabili iniziative dell’Associazione Culturale e Sportiva Pro San Gregorio, con il mitico Presidente il Comandante Cavaliere della Repubblica Italiana, Ettore Errigo, con la tradizionale settimana di eventi sportivi marinari e spettacoli musicali di Estate Insieme e connesso evento successivo Sapori d’Autunno, manifestazioni a forte caratterizzazione sociale coinvolgenti, che si concludevano ogni anno con il conferimento del Premio Internazionale San Gregorio di Reggio Calabria.

Ora dopo un breve periodo di funzionamento della Fabbrica dell’Essenza del Bergamotto di Reggio Calabria, gestita dalla nota e storica Società della Famiglia Capua, nulla di concreta operatività sembra vedersi all’orizzonte marino di San Gregorio. Tante promesse e atti di buona volontà per l’Istituzione dell’Istituto Internazionale Superiore della Profumeria in Calabria, finanziato in parte con il c.d. Decreto Reggio Calabria, di cui alla legge n246 del 5 luglio 1989, approvava il finanziamento per la realizzazione di interventi e opere pubbliche di Interesse nazionali, indifferibili e urgenti a favore della Cittá e abitanti di Reggio Calabria e Provincia.

Recentemente dopo i reiterati interventi giornalistici del quotidiano digitale on line Calabria.Live, anche il bravo, sensibile e noto giornalista Filippo Diano, di GS Channel, ha curato un ottimo e molto seguito in verità servizio televisivo, ricco di gradevoli immagini intervistando l’Ing. Domenico Giandoriggio, colui che ha coordinato il team di tecnici e specialisti per la progettazione esecutiva delle opere e aree didattiche.

Rimane in tutti noi abitanti e Cittadini di San Gregorio, la fiduciosa attesa che il nostro carissimo sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, riprenda in mano esperta e competente questa realtà a rilevante interesse pubblico per il prevedibile positivo ritorno occupazionale e ambientale che riguarda il comprensorio di quella che doveva essere la Zona Industriale e Mercatale di San Gregorio- Mortara – San Leo, area costiera marittima di pregio ambientale situata a circa 2 chilometri dall’Aeroporto di Reggio Calabria.

[Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, docente universitario di “Diritto Internazionale del Mare e Management delle Attività Portuali” presso l’Università della Tuscia di Viterbo]

LA BEFFA DEL BERGAMOTTO “SICILIANO”
REGGIO TUTELI LA SUA UNICITÀ MONDIALE

di SANTO STRATI – Siamo alle comiche finali: mentre si aspetta che la Regione porti a risultato l’operazione Dop per il Bergamotto di Reggio Calabria (avendo bocciato l’istanza di IGP (Indicazione geografica protetta) e che ristori i danni agli bergamotticoltori reggini per i danni del maltempo e della siccità, ecco che dalla Sicilia parte una grande campagna-beffa che svilisce e mortifica ogni tutela fin qui tentata.

La storia è nota: il Bergamotto non è “di Calabria” né tantomeno “siciliano” perché solo nella fascia vocata che va da Villa San Giovanni a Monasterace  crescono i frutti che sono il non plus ultra del benessere (per le proprietà nutraceutiche certificate da scienziati di prim’ordine). I vari tentativi di imitazione nel territorio siciliano e anche nel Cosentino sono stati penalizzati da un risultato che beffa i consumatori e i coltivatori: la qualità è scarsa e il frutto coltivato al di fuori del territorio reggino risulta privo di tutte le caratteristiche organolettiche che ne hanno fatto e continuano a fare non una tipicità locale, bensì un’unicità mondiale.

La campagna per la tutela del Bergamotto di Reggio Calabria e del suo marchio (con tanto di nome e cognome) condotta per anni dal prof. Pasquale Amato è riuscita persino a far modificare le etichette di prodotti alimentari e specialità gastronomiche dove veniva indicato genericamente (ingannando l’utilizzatore finale) “bergamotto”.

Adesso, siamo da capo a dodici, come si dice: l’offensiva disinvolta dei siciliani (che vendono persino le pianticelle) e l’utilizzo improprio del termine generico “bergamotto” rischiano di far tornare indietro di anni la comunità produttiva reggina che si vede così non solo “derubata” di un marchio  distintivo e univoco, ma persino danneggiata nella distribuzione dell’agrume “principe” e dei suoi derivati. La cui esportazione, per intenderci, copre i grandi numeri dell’intera regione.

Reggio deve insorgere e tutelare a spada tratta la sua unicità mondiale, ma avrà bisogno di avere a fianco tutte le istituzioni, a partire dalla Regione, dalla Camera di Commercio, dal Consorzio, e via discorrendo. Occorre un’accelerazione al processo di estensione della DOP (che già esiste per l’essenza) a tutto il comparto produttivo. Oltre a un’azione di rivalsa e di diffida nei confronti di chiunque tenti di “svalutare” il marchio “di Reggio Calabria”, quasi che si trattasse di una varietà agrumicola ottenuta al pari di altre specialità tentate (con successo, c’è da dire) dai produttori siciliani e dell’Alto Cosentino.

Il Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria, presieduto dal prof. Pasquale Amato, apprezzato storico e docente universitario reggino si è già attivato per studiare le iniziative necessarie per la tutela del marchio, a difesa del “principe mondiale degli agrumi”: è opportuno che l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo e tutti gli attori reggini trovino una corale intesa per evitare un ulteriore e insanabile “rapina” nei confronti di Reggio e della Calabria tutta. Il bergamotto di Reggio Calabria va difeso e tutelato, senza alcun compromesso e l’estensione della DOP sarà il punto di partenza per una controffensiva seria contro le “imitazioni”.  (s)

Il 25 agosto a Reggio la Festa del Bergamotto

Il 25 agosto, a Reggio, al Cric di Cannavò, si terrà la Festa del Bergamotto, organ

L’evento, che prende il via alle 19, prevede il convegno dal titolo Coltivazione e Mercati, introdotto da Ninni Tramontana. Modera Francesco Cuzzola. Ne discutono Nino Siclari, agronomo e imprenditore agricolo, Filippo Cogliandro, chef accademia Gourmet, Vittorio Caminiti, presidente Accademia e Museo Nazionale del Bergamotto ed Ezio Pizzi, presidente del Consorzio del Bergamotto.

Intervengono Mimma CatalfanoGiuseppe ZimbalattiDemetrio CaraFrancesco SaccàGiuseppe Marcianò. Ad arricchire l’evento, la degustazione di prodotti al Bergamotto e canti e balli a cura dei Tarantulati. La Festa si chiuderà con il libro Storia fantastica del Bergamotto di Reggio Calabria di Filippo Arillotta, edito da Kaleidon Editrice.

«Negli anni della nostra infanzia – ha raccontato Enzo Cuzzola, portavoce del Comitato organizzatore – nella intera nostra Valle del Calopinace, il tempo era scandito da alcuni calendari, quello dell’anno scolastico, quello della coltivazione del bergamotto e quello delle festività religiose. L’anno scolastico divideva le stagioni a partire dal primo giorno di scuola, con i trimestri ed i compiti, le vacanze di Natale e di Pasqua, gli scrutini o gli esami finali e le pagelle, prima delle vacanze estive. Ma il nostro tempo era scandito soprattutto dai riti e dalle festività religiose. Iniziata la scuola, il primo tempo della attesa era quello per il Santo Natale, preceduto dal tempo e dai riti dell’Avvento, riti religiosi della tradizione popolare compresi».

«Seguiva il Carnevale che precedeva le Ceneri e la Quaresima – ha proseguito – cioè l’attesa della Santa Pasqua, sempre con i suoi riti religiosi e della tradizione popolare. Finita la Pasqua e ripresa la scuola, dopo le relative vacanze, si passava all’attesa della Festa di Madonna, che avrebbe segnato per noi ragazzi la fine dell’estate e l’attesa del nuovo anno scolastico. Nelle frazioni, l’attesa della Festa di Madonna era inframmezzata dalle feste dei vari Patroni. Faceva da sfondo il tempo della coltivazione del bergamotto, scandito dal tempo della potatura, con la concatura e la concimazione, i fumogeni e la fioritura, l’irrigazione e la raccolta del cascolo, fino a giungere alla raccolta finale e la successiva lavorazione». (rrc)