A Crotone il Giardino della memoria per non dimenticare Steccato di Cutro

di MARIACHIARA MONACO – È passato quasi un anno dalla terribile tragedia di Steccato di Cutro, dove persero la vita 94 migranti, tra i quali 35 minori.

Un episodio che puntò sulla piccola cittadina jonica l’attenzione di tutti i media nazionali e delle istituzioni, e che soprattutto toccò una comunità intera, che si unì al dolore di intere famiglie senza neppure conoscerle. Sono stati giorni di rabbia, di dolore, mentre il Pala Milone ospitava la camera ardente di vittime senza nome, simbolo di un’Europa che spesso dimentica le rotte, gli sbarchi, e l’orrore di una storia tragica che ogni volta, puntualmente si ripete.

Ma Crotone non dimentica quanto successo, e per questo motivo sarà inaugurato nella città pitagorica il “Giardino di Alì”, un luogo nel quale verranno piantate 94 alberature, una per ogni vittima di una strage del mare che ha visto annegare uomini, donne, bambini, in cerca di un futuro migliore ma puniti da un crudele destino.

Il giardino della memoria, vedrà la luce il prossimo 26 febbraio, lo ha annunciato l’amministrazione comunale, sottolineando come nei giorni della tragedia la comunità ha saputo dimostrare in quel frangente la sua grande umanità partecipando, in ogni modo, al cordoglio per le vittime, alla assistenza ai superstiti, alla vicinanza ai familiari.

Gli alberi saranno piantati in via Miscello da Ripe, all’ingresso della città a voler simbolicamente testimoniare la volontà di accoglienza della città di Pitagora. Un nome, quello di Alì scelto in ricordo del neonato recuperato tra le prime vittime, che riposa nel cimitero cittadino: «Il bambino da subito diventato il figlio di tutti noi» dice il sindaco Vincenzo Voce.

Sarà un giardino che non vuole celebrare la morte, ma il diritto alla vita.

«Per questo, a ricordo di tutti i bambini coinvolti nella tragedia, sono stati scelti i tamerici, alberi non solo dalla bellissima e colorata fioritura, sempreverdi, ma soprattutto forti, in grado di resistere a qualsiasi temperatura. Una contrapposizione alla fragilità dell’imbarcazione con la quale le vittime hanno affrontato il viaggio, alla fragilità delle loro speranze». (mm)

Migrazioni, i sindaci Versace e Brunetti: Servono supporti strutturali per garantire accoglienza

Quello della migrazione è «un tema assolutamente attuale», hanno dichiarato i sindaci f.f. del Comune di Reggio e della Città Metropolitana di RC, rispettivamente Paolo BrunettiCarmelo Versace, ribadendo la necessità di «supporti strutturali per garantire accoglienza e il rispetto della dignità dei diritti delle persone».

Dichiarazioni dette nel corso del convegno Rotte di pace nel Mediterraneo, forum distrettuale del Rotary Distretto 2102 Italia. All’incontro, alla presenza del Governatore Gianni Policastri, Versace ha ricordato come «la capacità di accoglienza risulta un parametro assoluto per misurare il grado di civiltà di un popolo. Sono concetti che hanno a che fare con la dignità delle persone, con il rispetto dei diritti umani che non deve mai venir meno, anche nelle situazioni di emergenza».

«Di fronte ad una vera e propria emergenza – hanno detto Brunetti e Versace – come quella delle morti nel Mediterraneo, non potremmo mai pensare di girarci dall’altra parte. Le statistiche affermano che il numero degli arrivi è aumentato di quattro volte rispetto agli anni precedenti. Siamo di fronte ad una questione umanitaria macroscopica, ed è nostro dovere reagire in maniera determinata, per evitare che tragedie simili possano ripetersi in maniera sistematica».

«Abbiamo ancora negli occhi le immagini dei bambini sbarcati nella nostra città al fianco dei feretri dei loro genitori – hanno detto ancora –. Una condizione disumana che non possiamo accettare. Per questo è necessario lavorare per costruire una rete di accoglienza che vada oltre l’emergenza, che provi a gestire il fenomeno delle migrazioni mettendo al centro il rispetto dei diritti e della persona, creando delle strutture e degli snodi in grado di accogliere e integrare chi fugge da teatri di guerra o sottosviluppo e guarda a noi come un approdo di salvezza. Bisogna fare molto di più e meglio».

«Certamente la macchina della solidarietà nella nostra città si è sempre dimostrata pronta e all’altezza – hanno concluso – soprattutto grazie alla presenza di tante meritevoli associazioni e club service, che non hanno mai fatto mancare il loro supporto, ma è necessario fare di più, appellandosi alle massime istituzioni nazionali affinché vengano garantiti gli strumenti giusti per evitare che le amministrazioni territoriali siano lasciate sole a gestire l’accoglienza». (rrc)