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Lo stand della Regione Calabri al Salone del libro 2024

Al via il Salone del Libro di Torino 2024: la Calabria protagonista

di SANTO STRATI – Alla XXXVI edizione del Salone del Libro, la Calabria vuole giocare un ruolo da protagonista con numeri importanti, sia come presenza di editori che operano in Calabria, sia per la qualità degli ospiti, dei relatori, degli autori.

È una sfida significativa quella che la neodirettrice Annalena Benini (che reggerà il Salone per tre anni ha lanciato), con un tema affatto banale: la vita immaginaria che fa parte del nostro essere quotidiano e che diventa parte integrante di ciascun individuo. Anche il Salone, nella sua interessa, rivela cifre straordinarie che danno la misura di quanto interesse ci sia nei confronti del libro – nonostante si legga ancora troppo poco in Italia rispetto al resto dell’Europa e del mondo. La cultura è soprattutto studio e conoscenza e il libro è lo strumento principe per avvicinare gli studenti a scoprire non solo “la vita immaginaria” ma anche e soprattutto  il piacere della scoperta, con l’approfondimento che la lettura riesce a offrire. Oggi ci sono nuovi modi di apprendere, ma il libro rimane l’elemento fondamentale di qualsiasi tipo di formazione.

I nostri ragazzi non hanno l’abitudine a leggere, disgraziatamente non solo i libri ma anche i giornali: è cambiato il modo di informarsi (con tutti i rischi della più terribile superficialità quando ci si ferma ai social e alle due righe di notizia) e manca l’abitudine alla lettura, al piacere della cultura e della conoscenza. Fatta salva la meritevole opera di tantissimi insegnanti che con grande fatica educano al bello e al piacere di formarsi attraverso lo studio dei classici, del passato, della letteratura, della storia, ai nostri ragazzi non viene insegnato soprattutto il modo di costruire  il percorso della propria formazione. Va spiegato fin dai primi anni di scuola che si deve studiare non per sostenere un’interrogazione, ma per acquisire conoscenza e cultura. Aprire un libro non scolastico e leggerlo è un ulteriore importante tassello per formarsi un’opinione, poter sostenere un dialogo, imparare a scrivere ed esprimersi correttamente. C’è questa forma strisciante di nuovo analfabetismo che deriva dalla cialtroneria intellettuale di  qualche insegnante incapace (purtroppo ce ne sono) che va combattuta con ogni mezzo. Agli esami di abilitazione professionale (avvocati, medici, anche giornalisti) emerge anno dopo anno un’“ignoranza” inammissibile della lingua italiana e una povertà di vocabolario davvero ingiustificabile.

Partire dalla scuola è l’imperativo categorico se vogliamo guardare al futuro e offrire alle generazioni future quel “sacro fuoco” della conoscenza che non solo li farà diventare uomini e donne “di cultura” ma darà loro strumenti indispensabili per costruire una carriera professionale, crescere figli, formarsi una coscienza civile. Purtroppo, nel nostro Paese la scuola non è sicuramente in cima agli interessi dei nostri governanti: sempre meno risorse, con gli insegnanti sottopagati e malformati, sempre per assenza di risorse specifiche. Al contrario, servono investimenti importanti e puntare sulla qualificazione culturale della scuola.

Gli eventi, come questo di Torino, servono anche a risvegliare le coscienze di chi ci governa, mettendo in evidenza la “fame” di cultura che i giovani esprimono seguendo dibattiti, incontrando autori, narratori, saggisti, poeti, che con i loro libri li orientano e li guidano alla scoperta del loro futuro.

La Calabria crede in tutto ciò e sta cambiando rotta. E le iniziative nell’ambito della Cultura e della Scuola avviate, finalmente con visione di futuro, dalla vicepresidente Giusi Princi (già preside di Liceo Scientifico) permettono un largo ottimismo. La nuova narrazione della Calabria parte anche da qua.  n