Lunedì a Catanzaro si presenta l’iniziativa nazionale sulla sicurezza sul lavoro di Uil Calabria

Lunedì 4 luglio, alle 9.30, a Piazza Matteotti a Catanzaro, è in programma la presentazione dell’iniziativa nazionale Scendiamo in campo per la sicurezza. Un camper per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, che è stata rilanciata dalla Uil Calabria e della Uil artigianato Calabria.

L’iniziativa, che si inserisce nella campagna Zero morti sul lavoro promossa dalla Segreteria nazionale della Uil, sarà itinerante e in Calabria darà vita a sette tappe.

Si partirà da Catanzaro e Catanzaro Lido il 4 luglio, per poi proseguire alla volta di Vibo Valentia e Pizzo, dove il camper sosterà l’11 luglio; Polistena e Reggio Calabria con sosta prefissata il 13 luglio; Crotone il 15 luglio; Rossano il 18 luglio e Cosenza come tappa conclusiva il 20 luglio. (rcz)

Incidenti sul lavoro: una tesi di laurea calabrese ricorda la povera Luana

di MARIACHIARA MONACO – Ilaria Colombraro, originaria di Strongoli, e neolaureata in economia aziendale presso l’Università della Calabria con una tesi incentrata sull’importanza della sicurezza sul posto di lavoro, ha deciso di ricordare la sua giovane cugina, Luana D’Orazio, morta a soli 22 anni a Prato, in un’azienda tessile che l’aveva assunta da soli 2 anni.
Sono passati molti mesi dalla tragedia, ed il suo ricordo è ancora molto vivo, soprattutto nella neodottoressa, “incoronata” proprio dalla madre di Luana, Emma Marrazzo, legata indissolubilmente alla nipote come alla figlia.
Ilaria racconta con voce spezzata: « È stato emozionante che mia zia abbia fatto questo gesto. La storia di Luana ha toccato tutto il paese, ed è giusto che anche a livello universitario di diffonda la cultura della sicurezza ».
Continua poi, parlando del loro forte legame: «Ci sentivamo quasi tutti i giorni, prendevo spesso il pullman, il treno, l’aereo per andare a trovarla ».
Ma la sua, come quella di molte altre vittime, era una morte che si poteva evitare? Questa domanda aleggia indisturbata, nella mente dei familiari della giovane vittima, ed in ognuno di noi. Perché quella di Luana è solo una delle tante “morti bianche”, che apprendiamo ogni giorno quando accendiamo la TV.
Secondo la ricostruzione del perito del Tribunale di Prato, la giovane operaia di origine calabrese, perse la vita mentre lavorava accanto ad un orditoio sprovvisto di rete protettiva, manomesso di proposito dai titolari dell’azienda tessile proprio per favorire una più veloce e proficua produzione.
La ragazza era stata assunta come apprendista da poco più di due anni, e per questo, avrebbe dovuto essere affiancata da un supervisore, che in realtà non è mai esistito.
Luana lascia l’affetto della sua famiglia ed un bambino di sei anni, cresciuto amorevolmente dai nonni e dai numerosi cugini , che quando possono, partono dalla lontana Calabria per recarsi a Prato dal piccolo.
Se è vero che la Costituzione (negli articoli 2, 32 e 41), prevede la tutela della persona umana nella sua integrità psico-fisica, come principio assoluto ai fini della predisposizione di condizioni ambientali sicure e salubri, allora perché nel nostro paese, ogni giorno muoiono almeno due persone sul posto di lavoro?
I dati Inail aggiornati al primo semestre 2022, raccontano di un trend in costante aumento, che probabilmente continuerà a crescere se non si effettuerà un cambio di rotta, proveniente dalle stanze del potere. (mcm)

Venerdì l’iniziativa pubblica di Cgil Area Vasta, Cisl Magna Graecia e Uil sulla sicurezza sui luoghi di lavoro

Venerdì 25 febbraio, alle 10, nella Casa della Cultura del Palazzo della Provincia di Catanzaro, l’iniziativa di Cgil Area Vasta Cz, Kr, Vv, Cisl Magna Graecia e Uil sul tema “Un impegno comune per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro”, le cui conclusioni saranno affidate dal segretario nazionale Slc-Cgil, Riccardo Saccone.

«L’appuntamento di venerdì 25 febbraio arriva a conclusione della settimana di iniziative e assemblee nei luoghi di lavoro organizzata dalle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil per fermare le morti sul lavoro», ha spiegato il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.

«Davanti ai continui infortuni – ha spiegato – che hanno stroncato le vite di uomini e donne, spesso anche molto giovani, usciti di casa per guadagnarsi il pane o per imparare un mestiere che di fatto sono morti di lavoro, servono provvedimenti concreti, norme rigide in grado di fermare quella che si configura come una vera e propria strage».

«Migliorare e potenziare i controlli, garantire una formazione specifica, agli studenti, ai tutor e ai dipendenti già presenti in azienda con linee guida condivise su come operare in queste situazioni, sono solo alcune delle misure da attuare per dare risposte concrete in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro», ha aggiunto il segretario generale Scalese. 

«Nel corso di questa settimana ne abbiamo discusso e ne discuteremo ancora a lungo nelle assemblee con i lavoratori e le lavoratrici organizzate dalle federazioni di categoria, ma venerdì 25 febbraio alle ore 10.00 a Catanzaro –ha concluso Scalese – avremo modo di allargare la partecipazione, il dibattito e quindi la sintesi per produrre idee e una progettualità concreta da promuovere ai livelli istituzionali in grado di trasformare le proposte in azioni». (rcz)

L’Associazione Slc Calabria: La sicurezza nei cantieri calabresi è un optional, serve patente a punti per imprese

L’Associazione SLC Calabria, ha sottolineato come «la sicurezza, in tanti, troppi, cantieri calabresi è un optional. Il rispetto delle norme di legge fissate per la salvaguardia dell’integrità fisica delle lavoratrici e dei lavoratori è carente», e ha ribadito la necessità di «un potenziamento dei servizi di controllo nei cantieri da parte degli ispettori del lavoro, la cui categoria, necessita in tempi brevissimi di un’immediato potenziamento».

Per l’Associazione, poi, «non è più rinviabile la patente a punti per le imprese che rispettano le norme sulla sicurezza ed una legge sull’omicidio colposo sui luoghi di lavoro. Solo così facendo si premiano le imprese virtuose che investono in formazione e sicurezza».

«Prendiamo, ad esempio – si legge in una nota – lo stato di fatto della provincia cosentina, quella nella quale come associazione regionale “Slc Calabria” abbiamo portato a compimento un primo giro di verifica nei cantieri, grazie ai nostri Rappresentanti Territoriali per la Sicurezza (Rlst), per misurare il grado di rispetto delle predisposizioni di legge. Ebbene, la fotografia scattata è a tinte fosche!»

«Non ci lascia certo ben sperare – prosegue la nota – e ci dice chiaramente che le norme finalizzate alla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori non vengono assolutamente rispettate.  Tutte le imprese presso le quali è stata svolta la prima visita risultano essere in regola con i documenti prescritti dalle norme. Questo rispetto, però, si ferma alla carta, si tratta di un espletamento formale dovuto per legge a partire dalla nomina degli Rls. I documenti risultano essere un copia e incolla  delle norme generali della sicurezza sui cantieri e non trovano alcun riscontro con l’applicazione veritiera dell’attività di cantiere. Insomma, in questo caso la forma non è sostanza».

«La maggior parte delle imprese, poi – prosegue ancora la nota – non fornisce ai propri dipendenti i Dispositivi individuali di protezione. Il materiale, dove presente in cantiere, rimane conservato gelosamente da qualche parte ed i lavoratori, soprattutto quelli impegnati in lavorazioni ad altezze superiori ai due metri, quasi mai indossano il casco. Scarsa, se non scarnissima, è apparso il grado di percezione della cultura della sicurezza».

«Nemmeno la pandemia da Covid-19 – dice ancora la nota – con le sue pesanti ricadute, pare essere stata presa in considerazione dai datori di lavoro. Il protocollo anti contagio, infatti, non è stato preso in considerazione su molti cantieri. Poca considerazione, infine, viene prestata alla cura degli ambienti nei quali le lavoratrici ed i lavoratori si ritrovano per consumare un pasto frugale o riposare nei momenti di stacco dal turno di lavoro».

«Con il nostro impegno, declinato nell’attento lavoro di controllo e verifica dei nostri Rlst – conclude la nota – stiamo provando a far cambiare la percezione della sicurezza, stiamo cercando di elevare il grado di sicurezza nei cantieri distribuiti su tutto il territorio calabrese».

 

Infortuni sul lavoro aumentati del 12%, l’Ugl Calabria chiede urgente incontro con Spirlì

Ornella Cuzzupi, segretario Ugl Calabria, ha chiesto un incontro urgente al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, per definire una strategia condivisa per la sicurezza sul lavoro.

Nel corso del primo quadrimestre 2021, in Calabria, si è registrata una crescita degli infortuni sul lavoro di oltre il 12%. Un dato che dimostra in maniera inequivocabile come la mancanza d’interventi atti a limitare il fenomeno porta ad una diminuzione della soglia di attenzione. Questo vale per le aziende ma anche per gli enti delegati alla prevenzione che mostrano lacune di personale enormi. Il tutto senza dimenticare la necessità di formare un’educazione alla sicurezza che troppe volte latita. 

«Non è possibile – ha sottolineato Cuzzupi – assistere passivamente a questa sorta di strage silenziosa che dimostra come la sicurezza sul lavoro sia ancora un qualcosa di formale e non di sostanziale nel mondo produttivo. Un dato, quest’ultimo, da modificare con urgenza attraverso azioni mirate e precise nelle quali le Organizzazioni Sindacali, le Associazioni Datoriali e il mondo politico locale e nazionale devono essere elementi determinanti».

«Non nascondiamo la realtà – ha proseguito la segretaria Ugl Calabria – spesso il tema è affrontato con una certa superficialità e riportato alla luce solo per drammatiche evenienze. Una cosa inammissibile e sulla quale occorre intervenire. Da qui la nostra lettera ai Presidenti delle Regioni, da qui le nostre proposte che vanno dall’assunzione di personale per i controlli alla definizione di adeguati e costruttivi corsi di formazione sulla prevenzione; dall’attivazione dei Comitati di Coordinamento regionale sino ad un monitoraggio sull’applicazione del Testo Unico sulla Sicurezza; dalla collaborazione organica di tutti gli Enti interessati sino ad una appropriata azione nelle scuole per la formazione di una cultura del lavoro basata sulla sicurezza».

«Senza queste cose – ha concluso – ci troveremo ancora a piangere su tragedie evitabili e quindi, se possibile, ancora più dolorose. Da parte nostra aspettiamo di essere convocati per presentare le proposte e dare seguito concreto alle parole!». (rcz)

Sicurezza sui luoghi di lavoro, vertice tra Cgil, Cisl e Uil Calabria con Anas

Sicurezza sui luoghi di lavoro e i flussi occupazionali sono stati al centro dell’incontro, avvenuto nella sede Anas di Catanzaro, tra i rappresentanti di CgilCisl Uil Calabria con i dirigenti Anas.

Presenti, dunque, Mariaelena Senese (FenealUil Calabria), Simone Celebre (Filca Cgil), Mauro VenuleoFabio Blandino (Filca Cisl) e i dirigenti Anas Silvio CanalellaDomenico Renda.

In apertura, il tavolo ha espresso la volontà di costruire una collaborazione sinergica con i sindacati di categoria per promuovere good practices e strumenti operativi funzionali alla promozione di una cultura basata sul valore della sicurezza e degli appalti pubblici.

È emerso, inoltre, durante il dibattito, l’importanza della formazione specialistica per i lavoratori edili che valorizzi le competenze della manodopera locale e abbatta i rischi legati all’incidentalità sui cantieri. Su questo tema, i rappresentati di categoria hanno evidenziato l’importante ruolo degli Enti bilaterali per costruire competenze e professionalità da impiegare sui cantieri calabresi ed hanno annunciato l’avvio dell’associazione regionale, Slc Calabria, la quale vanta di tre Rlst che si muoveranno su tutto il territorio regionale con il compito precipuo di contribuire a realizzare un effettiva prevenzione dei rischi.

Collaborazione, intesa e sinergia sono le tre parole chiave emerse durante il tavolo, condivise da tutti i partecipanti.

Lo scopo della tavola rotonda è stato quello di condividere utili idee operative, partendo dall’esperienza del protocollo sperimentale Cavis, il cantiere virtuale per la sicurezza sul lavoro, condiviso da Anas, Prefettura di Cosenza, Ispettorato Territoriale del Lavoro e Asp nel ottobre del 2019. Una piattaforma digitale per scambiare informazioni e documentazione utile ai Rup e ai Cse dei lavori, prima dell’avvio di ogni lavorazione.

Al termine dell’incontro, i partecipanti suggeriscono incontri periodici, per promuovere la cultura alla sicurezza, coinvolgendo anche i principali stakeholders: stazioni appaltanti, imprese, rappresentanti sindacali, e l’Ance.

L’incontro è terminato  con l’auspicio di cercare nuovi approcci, anche comunicativi, e di continuare ad investire concretamente su temi fondamentali, come la sicurezza dei lavoratori e le opportunità di crescita economica del territorio. (rcz)