DI FRONTE AI DESOLANTI DATI DELL'ANVUR, C'È IL CASO DELL'UNICAL CHE, INVECE, AUMENTA LE IMMATRICOLAZIONI;
UNIVERSITÀ, CROLLANO LE ISCRIZIONI IN CALABRIA CI SONO -20,5% STUDENTI

UNIVERSITÀ, CROLLANO LE ISCRIZIONI
IN CALABRIA CI SONO -20,5% STUDENTI

di FRANCESCO CANGEMI – Le università calabresi non attraggono più e le iscrizioni calano. Secondo i dati Anvur hanno perso poco più del 20% degli iscritti ma il Rettore dell’Unical gongola per numeri in crescita.

Partiamo dal dato Anvur intanto. In Italia, negli ultimi 10 anni, c’è stata una forte variazione a livello regionale degli iscritti all’Università: sono aumentati al Nord, soprattutto in Piemonte (+23,8%), Emilia-Romagna (+21,3%) e Lombardia (+17,9%), mentre al Sud si registra un calo importante, guidato da Abruzzo (-30,3%), Basilicata (-24,6%) e Calabria (-20,5%). Sono proprio questi i dati presentati dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, alla Camera dei Deputati, che mettono a confronto il biennio 2011-12 con quello 2021-22.

Complessivamente, dunque, il calo delle iscrizioni al Sud arriva a -16,7% e nelle Isole a -17,1%, controbilanciato dall’aumento nel Nord-Ovest del 17,2% e nel Nord-Est del 13,4%. Le Regioni del Centro non registrano invece grandi variazioni, con una lieve diminuzione dello 0,9%.

Il totale degli iscritti, tuttavia, vede una cifra in aumento: +10,3%, per quasi 1 milione e 950mila studenti, con una forte crescita soprattutto delle università telematiche, alle quali oggi sceglie di iscriversi circa 1 universitario su 10. Nelle strutture telematiche, infatti, gli iscritti passano dal 2,5% del biennio 2011-12, all’11,5% del 2021-22.

Scendono dell’1,2%, invece, gli atenei statali. Il numero maggiore sia di corsi che di studenti universitari si concentrano soprattutto in Lombardia, che ospita 683 corsi e oltre 289mila studenti, e nel Lazio, dove ci sono 657 corsi e più di 219mila iscritti. Negli ultimi 10 anni, le immatricolazioni e le iscrizioni hanno visto seguire prima un andamento decrescente, che ha toccato un picco negativo nel 2015-16 con più di 1 milione 675mila studenti, per poi tornare ad aumentare nel periodo successivo.

Si diceva, però, che all’Università della Calabria si sorride per le nuove immatricolazioni. «Studiare all’Unical è un obiettivo per un numero sempre più crescente di studenti – recita un comunicato dell’ateneo di Arcavacata di Rende –. A chiusura del bando di ammissione anticipata le domande fanno segnare un dato davvero straordinario: 31% di studenti in più rispetto all’anno accademico precedente. Dopo oltre un decennio di costante calo degli iscritti fino al 2019/20, dall’insediamento del rettore Nicola Leone l’Unical continua a crescere, lo fa per il quarto anno consecutivo, in assoluta controtendenza rispetto al quadro nazionale».

Lo scorso anno erano arrivate 1.719 domande di ammissione anticipata, correttamente corredate dal certificato ottenuto con il Tolc (Test on line Cisia); mentre quest’anno sono 2.252. Rispetto allo scorso anno l’aumento è di ben 533 studenti, pari al 31%; mentre rispetto al 2019/20, anno di inizio dell’attuale mandato rettorale, le domande sono quasi raddoppiate con un aumento di 1.071 studenti pari al 91% di incremento.

In crescita la quasi totalità dei 37 corsi di laurea triennali e a ciclo unico che prevedono l’ammissione anticipata: tra i più richiesti Ingegneria informatica con 242 domande, Economia aziendale con 170 domande, Ingegneria gestionale con 158 domande, Lettere e beni culturali con 149, Informatica e Biologia con 135 ciascuno. Chi non riuscirà ad entrare in questa prima fase, potrà comunque partecipare all’ammissione standard, il cui bando sarà pubblicato a fine giugno, con accesso previsto in base al solo voto di diploma o all’esito del test Tolc, a seconda dei corsi di laurea.

«L’aumento delle domande di giovani che hanno scelto l’Unical come sede di studio universitaria – spiega il Rettore Leone – mette in luce il cambio di passo che abbiamo impresso sin dall’inizio del mio mandato, ribaltando una tendenza che, tra denatalità e migrazione al Nord, era negativa da più di un decennio».

«Certo, dovremo aspettare i dati delle due successive fasi di ammissione per avere una percentuale definitiva – ha concluso – ma le premesse sono ottime e siamo fiduciosi di poter ottenere un buon numero di iscrizioni. Anche perché a queste domande si andranno a sommare quelle dei corsi ad accesso programmato a livello nazionale, che non hanno potuto partecipare a questa fase, ovvero Medicina e chirurgia TD, Infermieristica, Scienze della formazione primaria, Ingegneria edile-architettura e Conservazione e restauro dei beni culturali». (fc)