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L'assessore Calabrese: La Regione investe sugli alberi monumentali

Arrical, l’assessore Calabrese: Nessun aumento di Tari

L’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Calabrese ha evidenziato come «al contrario di quanto affermano i capigruppo di opposizione non c’è stato alcun sensibile aumento della Tari».

«I consiglieri regionali Domenico Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5s) e Antonio Lo Schiavo (Misto) parlano di Arrical ma evidentemente non conoscono le materie delle quali si occupa l‘Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria», ha rilevato Calabrese, aggiungendo come «se analizziamo il dato complessivo, nel 2022 – prima dell’avvio della riforma – i Comuni calabresi spendevano circa 121 milioni di euro per il trattamento dei rifiuti; nel 2023 il costo è stato pari a 127 milioni euro».

«Si tratta di costi che sono sostanzialmente in linea, soprattutto se teniamo conto degli aumenti relativi ai costi energetici che per alcuni servizi hanno superato il 30%. Alle amministrazioni comunali in questi giorni – come avviene ogni anno in questo periodo – sono state comunicate le note riepilogative del 2023 e del 2024, con i relativi rendiconti dei bilanci e i conguagli, in poche parole i costi a consultivo».

«E qui va chiarita – ha proseguito – un’evidenza che i nostri consiglieri regionali del centrosinistra evidentemente ignorano. Arrical non ha determinato alcun aumento così come non c’è ovviamente alcuna determinazione arbitraria delle tariffe».

«Buona parte delle tariffe attualmente vigenti – ha spiegato – sono in continuità con i contratti sottoscritti dalle Ato provinciali. Per gli impianti di non proprietà regionale le tariffe vengono determinate in base alle regole dell’ente nazionale per la vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas, l’Arera».

«Per gli impianti regionali, in concessione ad Arrical – ha spiegato ancora – le tariffe sono il frutto di procedure di evidenza pubblica attraverso le quali si individua il gestore. Al fine di rendere più leggibili i dati a conguaglio, nei prossimi giorni tutti i Comuni riceveranno un ulteriore dettaglio al fine di poter confrontare i dati che hanno a disposizione con i dati a consuntivo approvati da Arrical».

«In merito alla norma di interpretazione autentica approvata in Consiglio regionale – ha continuato Calabrese – sostenere che sono stati scaricati sui Comuni debiti maturati durante il triennio 20-22 appare ridicolo oltre che preccupante se a dichiaralo sono dei consiglieri regionali- I debiti maturati riguardano i servizi che i gestori hanno effettuato nei confronti dei Comuni prima dell’avvio delle attività da parte di Arrical».

«La norma ha semplicemente chiarito che Arrical – ha detto ancora l’assessore regionale – non può fare fronte ai debiti nei confronti dei gestori se non incassa le relative somme dai Comuni che erano e sono i debitori principali».

«Appare, inoltre – ha continuato – paradossale richiamare l’esigenza di una maggiore concertazione quando in base alla normativa vigente è il Consiglio direttivo di Arrical, composto dai sindaci in rappresentanza di tutto il territorio, che determina le modalità di gestione e approva i piani tarriffari, mentre il direttore di Arrical ha una funzione prettamente esecutiva degli indirizzi determinati dallo stesso Consiglio direttivo».

«È evidente – ha evidenziato – che chi accusa Arrical è nostalgico del vecchio sistema di governance, con le città calabresi sommerse dai rifiuti. Il governo di centrodestra ha deciso di chiudere quel triste capitolo e di voltare pagina».

«Arrical – ha aggiunto – ha avviato proficue interlocuzioni con il governo regionale individuando maggiorni investimenti sia sull’idrico che sulla gestione dei rifiuti».

«Infine, mi sento di rassicurare i sindaci – ha concluso – in linea con quanto ha fatto il governo nazionale, stiamo individuando insieme al governo regionale misure specifiche – anche in considerazione del complesso scenario internazionale – per venire incontro agli utenti e fare in modo che i comuni non debbano determinare alcun aumento significativo della Tari». (rcz)