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IL RICORDO / Natale Pace: La Calabria si scopre più povera con la scomparsa di Villari

IL RICORDO / Natale Pace: La Calabria si scopre più povera con la scomparsa di Villari

«Zio Lucio non c’è più – scrive sui social il nipote Francesco – l’ultima colonna portante della nostra famiglia ci ha lasciati a poche settimane dalla scomparsa dell’amata sorella, la nostra meravigliosa Mirella. È giusto che ora si celebri Lucio Villari, uno dei più grandi intellettuali del dopoguerra, ma per noi è la perdita di un affetto insostituibile, un altro colpo durissimo al cuore e ci stringiamo nell’abbraccio con Fausta, Alberto e Anna, nel momento più straziante. Ci resterà l’onere di essere all’altezza del suo ricordo e della sua grandezza. Buon viaggio zio Lucio».

Aveva 91 anni Lucio Villari, essendo nato a Bagnara Calabra il 26 agosto 1933; si era laureato all’Università di Messina per specializzarsi poi nel secolo XVIII all’Istituto di Studi storici di Napoli sotto la guida di Federico Chabod. In quel periodo di studi napoletani, nella fucina creata da Benedetto Croce, Villari preparò il suo primo saggio a tema settecentesco, Il pensiero economico di Antonio Genovesi (Le Monnier, 1958).

Storico e saggista, specializzato nel periodo di storia tra il Settecento e il Novecento e autore insieme al fratello Rosario di un manuale per le scuole medie su cui hanno studiato generazioni di studenti. Si è spento domenica 16 marzo al Policlinico Gemelli dove era ricoverato da venerdì scorso in seguito a una caduta in casa in cui aveva battuto la testa. Villari aveva insegnato storia contemporanea all’università di Roma Tre, affermandosi anche per le grandi capacità divulgative. Nei suoi studi si era distinto per profondità dell’analisi e varietà dei temi, anche se l’Unità d’Italia è stato quello su cui più aveva focalizzato il suo impegno.

Con il fratello Rosario, morto nel 2017, Lucio Villari pubblicò il manuale ‘La società nella storia. Corso di storia per la scuola media inferiore’, edito da Sansoni alla fine degli anni ’70 e ristampato per due decenni.

Tra l’altro ha anche pubblicato Il capitalismo italiano del Novecento, L’economia della crisi, La roulette del capitalismo, Romanticismo e tempo dell’industria, Niccolò Machiavelli, L’insonnia del Novecento e America amara. Storie e miti a stelle e strisce. Grande divulgatore e comunicatore, come dimostrano i saggi La rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari del 1997 e Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento del 2009, ha collaborato con Rai Storia e vari programmi televisivi; per il piccolo schermo è stato membro del comitato scientifico dei programmi televisivi della Rai ‘Il tempo e la storia‘ e Passato e presente, dove è apparso anche in veste di ospite. Fino alla scorsa settimana ha registrato puntate di Passato e presente con la conduzione di Paolo Mieli., oltre che con diversi quotidiani tra cui Repubblica fin dalla sua fondazione nel 1976 a fianco dell’amico Eugenio Scalfari.

Protagonista della vita accademica e culturale, Lucio Villari è stato un appassionato cultore delle arti dello spettacolo, un amore alimentato da tante e importanti amicizie come quelle con Eduardo De Filippo, Ettore Scola e Marcello Mastroianni. Si spiega così, ad esempio, la sua autoironica partecipazione nel 1980 al film La terrazza di Scola, nel quale interpretava il ruolo del padrone di casa che ospita un gruppo di intellettuali e artisti progressisti.

Amava la musica, in particolare il jazz (era un grande amico di Lino Patruno) e suonava benissimo al pianoforte. Da ricordare anche una sua esperienza teatrale: nel 1986 curò la riduzione, l’adattamento e la regia di un classico della letteratura francese dell’Illuminismo. le Lettere persiane di Montesquieu, interpretato da Pino Micol (nel ruolo del protagonista), prodotto dal Teatro Stabile di Roma e andato in scena al Ridotto di Venezia in occasione del Carnevale.

Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione regionale di Storia Patria della Calabria, istituto del quale Lucio Villari faceva parte da tempo immemorabile, nel ricordare l’amico e lo studioso, ha voluto esprimere i sensi del dolore di tutti i soci della Deputazione calabrese, partecipando il dolore per la triste notizia ai figli Alberto e Anna, alla moglie Fausta Cataldi e ai congiunti. Lucio Villari è stato e resterà nella memoria degli studiosi calabresi come un sicuro punto di riferimento per le sue capacità di ricerca e di analisi. La dichiarazione di Giuseppe Caridi.

Tra i messaggi di cordoglio: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Sono addolorato per la scomparsa di Lucio Villari, studioso insigne e fine intellettuale, riferimento di generazioni di storici, uomo di grande cultura, capace di coniugare rigore scientifico e passione per la democrazia e la giustizia. Ai suoi familiari rivolgo sentimenti di vicinanza e di cordoglio».

Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli: «Lucio Villari è stato uno dei maggiori storici italiani. Uno studioso raffinato che ha saputo analizzare in profondità i principali snodi della storia nazionale e le dinamiche economiche internazionali, sempre con la massima libertà intellettuale. Intere generazioni di studenti si sono formati sui suoi manuali di storia. A nome mio e del ministero della Cultura esprimo la mia vicinanza alla sua famiglia e a tutti i suoi cari».

Corrado Augias per l’AdnKronos:

«Lucio Villari era uno storico di scuola meridionalista che leggeva gli eventi con impegno. E il suo impegno era una difesa – lui che era calabrese – dell’Unità d’Italia e del valore che quell’impresa, compiuta da Garibaldi nel 1860, aveva per la nostra convivenza. Lì ha dato il meglio della sua scienza e della sua passione».

Con Lucio Villari ci eravamo scambiati alcuni messaggi in occasione della pubblicazione del mio lavoro Leonida Repaci, critiche teatrali su l’ordine Nuovo nel 1921 e sull’Unità nel 1924/1925 che riporto perché a me tanto cari e per rimarcare il suo amore per la cultura calabrese:

7 febbraio 2024

Caro Professore, grazie della sua gentile lettera e delle tante preziose cose che mi ha detto su Repaci. Apprezzo molto il lavoro che ha svolto su lui e sulla sua attività di intellettuale e di testimone e partecipe di anni complessi e problematici della nostra storia.  La ringrazio anche dei volumi che spero di ricevere in tempo per dare il cofanetto a Paolo Mieli che incontrerò il 13 febbraio.  Come presidente del Premio Viareggio Mieli dovrebbe impegnarsi di più per ricordare Repaci e, grazie a lei, lo solleciterò in questo senso. A presto e cari saluti anche a Pino Bova.

Lucio Villari.

6 marzo 2024

Buonasera, carissimo, scusi il ritardo ma sono stato molto impegnato in questi giorni. Ho dato il cofanetto a Mieli con la raccomandazione di occuparsi, come presidente del premio Viareggio, di Repaci e della sua figura. Speriamo che lo faccia. Lei ha curato molto bene (sia filologicamente sia storicamente) gli scritti teatrali di Repaci. Quando lo presenterà alla libreria Minerva verrò senz’altro. Cari saluti

Lucio Villari.

22.8.2024

Grazie, caro Pace della sua gentile lettera e in particolare della copia della lettera a Leonida. Grazie di cuore. Non siamo venuti a Reggio per il gran caldo…. speriamo di poterlo fare più tardi…. Non ho più sentito Mieli e. non so nulla sul cofanetto che aveva ricevuto regolarmente. Questi comunque non sono tempi normali… .un caro saluto.

La lettera a Leonida Repaci che gli avevo allegato nell’ultimo messaggio, ci racconta della straordinaria amicizia tra i due intellettuali e della umanità di Villari. Da pochi mesi era morta Albertina, l’eterna compagna di Leonida e Lucio gli esprime una dolorosa vicinanza:

Caro Leonida,

ho atteso invano una tua telefonata a Scilla. Pensavo, infatti, di venirti a trovare alla Pietrosa. Non ti ho chiamato io (anche se mi hai dato il numero telefonico) perché non volevo disturbarti. Capisco che per te, quest’anno, il ritorno alla Pietrosa è particolarmente doloroso. Le case, i luoghi non sono solo pietre e paesaggi, ma soprattutto sono fatti di persone, di voci, di ricordi. Senza questi, tutto sembra vuoto. Ed è facile dire che, comunque, Albertina è presente. In verità certe assenze, certe perdite sono veramente incolmabili.

Comunque, caro Leonida, ti sono sempre vicino col pensiero e l’affetto che sai. E insieme a me ti sono vicini Fausta e i ragazzi, i quali mi chiedono spesso tue notizie. Ora siamo tornati a Roma e fra qualche giorno ci trasferiamo a Porto Ercole per trascorrere in vacanza il mese di agosto.

Quanto al “pezzo” sul tuo teatro, seguirò le indicazioni che mi hai dato nella tua lettera e lo riscriverò ampliandolo.

….

Il testo te lo invierò a Roma entro agosto. Comunque ti telefonerò in uno dei prossimi giorni.

Spero di rivederti al più presto e di ritrovarti un po’ più sollevato spiritualmente.

Un abbraccio dal tuo

Lucio.

Ci siamo sentiti al telefono con Lucio Villari; lui sempre con la sua gentilezza “esagerata” a complentarsi per il mio lavoro di ricerca e di promozione della conoscenza di Repaci e degli scrittori calabresi: un lavoro competente e importante, ma non ti aspettare di essere ripagato, di vedertelo riconosciuto! mi diceva.

Caro Lucio, intanto lo hai riconosciuto tu e me ne hai ripagato ben oltre i miei meriti e questo tuo riconoscimento, me lo tengo conservato tra le cose più care che mi siano capitate. Grazie e buon viaggio, grande Lucio Villari: la Calabria, questo Paese non potrà dimenticarti! (np)