COSA C'È DIETRO IL CONTINUO RIFIUTO DELLA POLITICA A CONSIDERARE LA STRATEGICITÀ DELL'OPERA;
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CON IL PONTE E IL CORRIDOIO EUROPEO
PREVALE LA CENTRALITÀ MEDITERRANEA

di MARCO SANTORO e ROCCO LA VALLE – Caro Direttore, a proposito del Ponte sullo Stretto di Messina vorremmo invitare i suoi lettori a riflettere su qualcosa di diverso, qualcosa su cui tutti i grandi contestatari del Ponte evitano di parlare, ma tutti sanno ed a tutti sta bene che cali un grande silenzio sull’opera Ponte.

Ma perché ostacolare il Ponte sullo Stretto di Messina? Forse perché non ci credono, o perché lo ritengono inutile, o forse perché pensano che sia uno spreco di soldi, o come dicono alcuni ambientalisti deturpa il paesaggio!

Queste sono solo alcune ipotesi, che spesso ci vengono propinate nei dibattiti pubblici e che i grandi gestori della Logistica dell’Europa del Nord alimentano consapevolmente sulla stampa solo per nascondere il loro vero interesse.

Tutti sanno che il Ponte sullo Stretto se realizzato si porta dietro il corridoio ferroviario di Alta Velocità e Alta Capacità (AV-AC) da Battipaglia a Reggio Calabria e da Messina-Catania-Palermo. Ed è proprio per questo motivo che la grande opera viene bloccata.

Il vero problema per chi gestisce la Logistica nell’Europa del Nord è rallentare il più possibile la nascita di una piattaforma logistica nel Mediterraneo, tra i Porti Meridionali.

Per colpa di una classe politica cieca e di una burocrazia interessata non è stato ancora realizzato il corridoio ferroviario di AV-AC Battipaglia-Reggio Calabria e Messina-Catania-Palermo. La mancanza di un collegamento stabile nello stretto, inoltre, è uno dei motivi principali per cui una grandissima maggioranza di navi commerciali e porta conteiners, che escono dal Canale di Suez, non si fermano tra i Porti Meridionali di Augusta e Gioia Tauro (per citare i più importanti), preferiscono navigare ancora per 7 (sette) giorni, con un aumento dei costi di carburante, risalire l’Atlantico e consegnare il proprio carico tra i Porti di Anversa, Rotterdam e Amburgo, considerati tra i più efficienti al mondo.

Uno dei motivi, forse il più importante, per cui non si realizza il Ponte sullo Stretto è legato alla logistica. Grandi economisti insegnano che la logistica per i grandi gestori dell’Europa del Nord è come il petrolio per gli Arabi.

L’Italia si trova al centro del Mediterraneo, purtroppo i Governi passati hanno consentito che la piattaforma logistica del Mediterraneo si realizzasse nell’Oceano Atlantico tra i porti olandesi, belgi e tedeschi.

Ci sono grandi nazioni, regioni e aziende multinazionali che per perseguire i loro interessi operano negativamente per bloccare la crescita infrastrutturale nel Meridione d’Italia. Lo strumento che più utilizzano per realizzare questo obiettivo è il Ponte sullo Stretto di Messina, se si blocca il Ponte si blocca tutto il sistema di crescita economica al Sud.

Ci sono altri indizi che ci spingono a pensare questa volontà di continuare a rimandare l’opera, l’indicazione del Governo Conte di insediare una Commissione Ministeriale istituita dalla Ministra Paola De Micheli, una Commissione che valuta la possibilità di realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina a tre campate, scelta che è stata già scartata in passato.

Il Ponte sullo Stretto ha avuto l’avvio dei lavori con il Governo Berlusconi nell’anno 2009, e con l’apertura dei cantieri per realizzare un’opera propedeutica al Ponte, la famosa Variante di Cannitello realizzata a fine 2014. Sotto l’aspetto tecnico va ricordato che l’iter procedurale dell’Opera Ponte è stata portata fino all’aggiudicazione dell’appalto, vinto da un gruppo di imprese, con a capo l’Impregilo del Gruppo Salini che in 180 giorni avrebbe potuto aprire i cantieri.

L’opera aveva ed ha tutti i requisiti per accedere ai finanziamenti del PNRR. L’Europa ha sempre raccomandato di spendere il 70% delle risorse nel Sud Italia, ma la Commissione voluta dal Governo Conte e dalla Ministra De Micheli rimanda ancora una volta un’opera che avrebbe potuto cambiare il Sud Italia.

Con la realizzazione del Ponte e di conseguenza dei corridoi ferroviari ci si sarebbe avvicinati in quella direzione indicata dalla COP 26 (la conferenza sul clima organizzata annualmente dalle Nazioni Unite) con gli accordi di Glasgow che prevedono entro il 2030 la data entro la quale tagliare le emissioni di CO2 del 45% rispetto ai livelli del 2010.

Quindi il progetto c’era, l’appalto già giudicato, le risorse del PNRR già assegnate, poteva essere la volta buona, e invece si materializza subito la sorpresa di un GdL al Ministero che pensa che ad un ponte a tre campate, ma non è finita qui, oltre il danno la beffa. Il piano F.S. già finanziato con 109.2 miliardi, da PNRR, Fondo Complementare, Controllo di Programma R.F.I. e altri fondi U.E. e Nazionali, non prevede per il 2026 alcun corridoio ferroviario di AV-AC nel tratto calabrese e, vergogna delle vergogne, in un primo tempo uniche risorse erano state assegnate per realizzare la nuova Galleria Santomarco tra Paola S. Lucido e Cosenza per agevolare principalmente i treni merci che da Gioia Tauro venivano indirizzati al Nord. Bene, anche queste risorse vengono indirizzate per altre opere poco importa, ma ci chiediamo cosa ancora si deve subire?

Anche questa volta ci sono riusciti, blocco Ponte, blocco Corridoio ferroviario, blocco Porto di Gioia Tauro ed Augusta. L’unica voce che si fa sentire in questo silenzio è quella del Governatore della Calabria Occhiuto che su Gioia Tauro sta puntando moltissimo insieme alla sua Giunta, e ai calabresi onesti.

Con il Ponte sullo Stretto, il collegamento ferroviario, l’alta velocità, il gateway, l’autostrada Messina-Catania-Palermo, si potrebbe formare una piattaforma logistica di grandi prospettive, lì davanti a Suez, nel Meridione d’Italia.

La cosa più incredibile è che quello che noi immaginiamo e raccontiamo oggi, cioè l’interesse dei grandi gruppi dell’Europa del nord per la logistica che bloccano le infrastrutture del sud Italia, un grande politico milanese lo aveva già scritto.

Il Canale di Suez è stato inaugurato il 17/11/1869. Cesare Correnti, nel Bollettino della Società Geografica Italiana editato a partire dall’agosto 1868, ricordava ai soci come la nuova centralità del Mediterraneo, imponesse all’Italia post unitaria, una politica di grandezza.

Per il politico milanese bisognava però agire con la massima celerità per porre il paese nella condizione di intercettare i flussi provenienti dall’oriente e non essere sopraffatti da grandi e medie potenze.

“Se non si riesce a pigliar posto subito, non si sarà fatto nulla. Marsiglia e Trieste minacciano di girar per due fianchi l’Italia di rendere inutile il molo della Penisola Japigica, di tirar a sé tutte le navi che sboccheranno dal bosforo egiziano e di far considerare le costiere italiane nulla più che un inciampo buttato in mezzo al Mediterraneo”. Cesare Correnti fu suo malgrado buon profeta.

Il vero obiettivo dei grandi gestori della logistica del Nord Europa e dei loro amici politici è solo ed esclusivamente bloccare la grande potenzialità dei porti meridionali, obiettivo naturalmente nascosto perché si fa di tutto per bloccare il Ponte, ma si nasconde che il loro grande interesse è bloccare o rimandare più tardi possibile la realizzazione dei corridoi ferroviari che assicurano ai porti meridionali di poter esprimere tutta la loro potenzialità.

Una nazione come l’Italia bagnata in quasi tutte le sue parti dal Mediterraneo deve ritornare ad essere grande nel mare nostrum e sviluppare appieno la logistica nei porti del meridione d’Italia, soprattutto in quelli di Augusta, Gioia Tauro anche per ingrandire e migliorare gli scambi economici con l’Africa.

Ci sarebbe da discutere molto sul blocco dell’ex corridoio 1 Berlino-Palermo fermo da sempre a Battipaglia, o sulla scelta di impegnarsi sul corridoio ferroviario Helsinki-La Valletta che molti esperti considerano pensato e realizzato per non far proseguire il corridoio verso il Porto di Gioia Tauro e la Sicilia, oppure la caducazione dei contratti legati al Ponte sullo Stretto ad opera del Governo Monti che insieme ad RFI raccontano che è antieconomico realizzare il corridoio ferroviario di AV-AC Battipaglia-Reggio Calabria Messina-Catania-Palermo se non si costruisce il ponte. Per il momento si favoriscono gli interessi dei grandi gestori della logistica del Nord Europa sempre attenti a che non si faccia crescere la portualità meridionale bloccando le infrastrutture.

Da quando si parla del PNRR tutti sono molti attenti a precisare che una grande percentuale di quelle risorse devono essere spese al Sud.

Nei fatti vediamo che la ex Ministra De Micheli oltre a rimandare la questione Ponte sullo Stretto con l’istituzione di un GdL impegna i primi 500 milioni del PNRR e ne prevede altrettanti per il Porto di Genova, mentre il suo collega triestino Patuanelli ne prevede 388 milioni per il Porto di Trieste, a cui vanni aggiunti i 112 milioni di euro che RFI prevede per aumentare il traffico merci nello stesso Porto.

Ci saremmo aspettati che eguali risorse, rispettando la volontà dell’Europa sul PNRR fossero impegnate e spese nel Porto di Gioia Tauro e Augusta, ma non è così. Se dovessimo giudicare questi Ministri per quello che hanno fatto al Sud, diremmo che somigliano a quegli Assessori regionali che guardano ai loro interessi politici.

Se oggi con la guerra in Ucraina l’Europa sente il bisogno di guardare al Mediterraneo, possiamo affermare che nulla è stato fatto per realizzare nel Meridione quelle infrastrutture necessarie per poter dialogare con l’Africa del Nord, anzi si continua a bloccare o rimandare il Ponte sullo Stretto sapendo bene che bloccando il Ponte si impedisce la crescita dei Corridoi ferroviari e dei Porti Meridionali, vera preoccupazione per chi non vuole perdere la propria posizione vantaggiosa sulla gestione della Logistica in Europa.

E mentre nel Sud Italia, dove si potrebbe realizzare una Piattaforma Logistica nel Mediterraneo, tutto viene rimandato, grandi Nazioni come la Cina, la Russia e la Turchia occupano spazi vuoti nel Mediterraneo, perché con ragione sono convinti che chi si posiziona nel Mediterraneo ha voce nel mondo.

Concludendo è necessario e fondamentale la sinergia tra le varie istituzioni, per il completamento del Corridoio ferroviario Helsinki-La Valletta, la realizzazione dell’AV/AC nel Meridione d’Italia Battipaglia-Reggio Calabria e Messina-Catania-Palermo, il completamento e l’ammodernamento dell’autostrada, con la creazione di una task force che lavori insieme con l’autorità portuale al fine di attuare la connettività dei porti, per fare decollare la Piattaforma logistica del Mediterraneo principalmente attraverso l’anello di congiunzione del Ponte sullo Stretto di Messina. (ms/rlv)

[Rocco La Valle è stato sindaco di Villa S. Giovanni,
Marco Santoro è stato candidato sindaco di Villa nel 2022.
Sono autori del saggio “Uno sviluppo impedito”)