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Il ministro Salvini: Ponte sullo Stretto non porterà devastazione

Il ministro Salvini: Ponte sullo Stretto non porterà devastazione

«Le zone in cui dovranno sorgere le opere del ponte, sulle due sponde dello Stretto non subiranno alcuna devastazione». È quanto ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine della presentazione del treno ibrido intercity di Trenitalia a Reggio Calabria.

«Le opere, anzi – ha aggiunto Salvini – arricchiranno i territori, sia sulla sponda calabrese che su quella siciliana. Ci sarà un aumento di lavoro, di turismo, di valore degli immobili, sia pubblici che privati. Penso che sia un’operazione vincente da tutti i punti di vista. Poi, fortunatamente, il ponte lo fanno gli ingegneri. Non lo fanno i ministri. E lo fanno perché resista al vento, ad eventuali, Dio non voglia, terremoti, alle maree. É un’infrastruttura che porterà soprattutto migliaia di posti di lavoro in due terre come Calabria e Sicilia che hanno diritto ad avere collegamenti moderni e speranza per i loro giovani».

«Il progetto del ponte sullo Stretto non è assolutamente quello del 2011. Il nuovo progetto – ha aggiunto – è stato approvato all’unanimità da un Comitato tecnico-scientifico che rappresenta le migliori Università italiane, composto da docenti di primario livello: ingegneri, geologi, strutturisti, architetti. Ne fanno parte specialisti italiani, spagnoli, danesi, giapponesi e americani che rappresentano una garanzia».

«Chi attacca il ponte – ha detto ancora il ministro – non attacca Salvini o la Lega. Attacca la Calabria, la Sicilia ed i migliori professionisti al mondo. Se il ponte ha avuto l’ok del Comitato tecnico-scientifico, io mi fido dei professori e degli ingegneri. Per la realizzazione del ponte sullo Stretto ci saranno protocolli di legalità ai massimi livelli. Escludo, dunque, qualsiasi rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori per la realizzazione dell’infrastruttura».

«E, poi – ha aggiunto Salvini – penso che sia irrispettoso nei confronti dei calabresi e dei siciliani dire che non si possono fare opere, ponti, gallerie, strade ed autostrade, perché altrimenti arrivano la mafia e la camorra e la ‘ndrangheta. Io penso che la Calabria e la Sicilia siano tanto altro e abbiano imprenditori, giovani, professionisti ed operai che non c’entrano nulla con la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta».

«Io, piuttosto – ha concluso il ministro – non vedo l’ora che dopo 50 anni arrivi, entro il 2024, la posa della prima pietra di un manufatto che unisce l’Italia, l’Europa, la Sicilia, la Calabria. E per me è gratificante sapere che non dico siamo vicini, ma ci stiamo arrivando». (rrc)