ANNO UNESCO DELLE LINGUE INDIGENE: IL PREMIO MONDIALE DI POESIA DI REGGIO LE VALORIZZA DA 36 ANNI;
Pasquale Amato

Minoranze linguistiche, la tutela in Calabria. E il “Nosside” riscopre l’antico idioma Incas

di MARIA CRISTINA GULLÍ – Per una singolare coincidenza, nell’anno ONU delle lingue indigene, al Premio mondiale di poesia, inventato 36 anni fa a Reggio dal prof. Pasquale Amato, e riservato prevalentemente alle minoranze linguistiche, si affianca la lodevolissima iniziativa del presidente Nicola Irto che vuole creare al Polo Culturale “Mattia Preti” del Consiglio regionale una sezione multimediale dedicata alle comunità arbëreshë, occitana e grecanica della Calabria.

Il progetto sarà presentato martedì 22 in Consiglio regionale (vedi altro articolo) e rappresenta un grande passo per dare la giusta dimensione alla realtà delle minoranze linguistiche nella nostra regione, valorizzando gli antichi idiomi e raccogliendo una vastissima documentazione da mettere a disposizione di chiunque, a partire dagli studiosi, voglia approfondire i vari aspetti di quest’area di cultura e tradizione che la Calabria ha il compito di preservare.

Un impegno che il Premio di Poesia Nosside, a rilevanza internazionale, che si svolge ogni anno a Reggio, ha rispettato sin dal primo momento, ovvero dalla sua nascita 36 anni fa: valorizzare lingue e dialetti che rischiano di andare perduti non è solo l’appassionata testimonianza di chi crede nel valore delle tradizioni da tramandare alle future generazioni, ma anche il sigillo di un obbligo morale nei confronti dell’umanità. Non a caso, L’Unesco ha indicato il 2019 come anno delle lingue indigene, a conferma della validità dell’intuizione del prof. Amato. E guardando alle partecipazioni di queste 34 edizioni viene fuori un universo di lingue e idiomi (oltre 100) che rischiavano di andare perduti: quest’anno, peraltro, tra i due vincitori ex-aequo spicca un colombiano che ha scritto una poesia utilizzando l’antica lingua degli Incas quechua, ma trovano menzione anche liriche nella lingua catalana di Alghero, nel dialetto reggino di Africo, nella grika salentina. Un vortice di lingue e dialetti che non soltanto accentua l’internazionalità di un Premio di cui la Calabria può andare orgogliosamente fiera, ma invita a scoprire e rivalutare le tradizioni linguistiche della nostra terra e del mondo intero.

Il “Viaggio nel mondo” di questo anno, iniziato lo scorso 9 febbraio a Cuba nella Fiera Internazionale del Libro dell’Avana, si concluderà con la cerimonia di consegna dei riconoscimenti nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria il prossimo 29 novembre. Una grande festa della cultura e della valorizzazione delle minoranze.

Il Presidente e fondatore del Premio, lo storico prof. Pasquale Amato,  – che nell’intervista video a Calabria.Live racconta la storia del Premio – si dice molto soddisfatto della qualità delle opere e dei risultati. «Il nostro progetto – ha dichiarato – si è mosso nel solco della sua lunga storia. Ha confermato la persistenza del sogno di un mondo senza confini di lingue e di culture, senza pregiudizi religiosi, ideologici ed etnici; di un progetto che attraverso l’immaginario poetico cerca il dialogo, erige ponti e abbatte muri, nel rispetto reciproco di tutte le identità culturali, grandi e piccole, del pianeta Terra».

«Non poteva essere altrimenti – prosegue il prof. Amato – per una grande idea nata in una Città, Reggio Calabria, sulle rive del mitico Stretto di Scilla e Cariddi che ammalia i poeti e gli artisti da millenni. Un progetto che si identifica nel nome della poetessa magnogreca del III sec. a.C. Nosside di Locri, è rappresentato dalla stupenda immagine del futurista Umberto Boccioni di Reggio ed è affiancato dalla creatività dell’arte orafa del crotonese Gerardo Sacco: un fil rouge orgoglioso della sua identità che si apre al dialogo con tutto il mondo fondato sulla pari dignità».

«Le ragioni del cammino brillante del Nosside – conclude Amato – sono racchiuse in pochi punti: ha pensato in grande; ha cercato e trovato una sua specifica identità culturale senza imitare nessuna iniziativa analoga; ha realizzato con coerenza e perseveranza il suo disegno strategico, senza mai farsi abbagliare o deviare da concetti stravaganti o mode temporanee. Ha dimostrato infine che si può realizzare un grande progetto con risorse esigue se a sorreggerlo sono idee originali e solide”. (mcg)